Victor allontanò gli occhi dallo schermo all’arrivo dei titolo di coda, ruotando la testa sufficientemente per notare la figura di Barry poco lontano da lui.
Rannicchiato in una strana posizione, fattosi minuscolo sulla sua poltrona preferita come se fosse piuttosto abituato ad addormentarsi lì, preferendola al materasso trascurato in un altro angolo della stanza.
Era strano notare come non riuscisse a fare a meno del buco che chiamava rifugio; Victor era certo che non avesse un particolare attaccamento sentimentale ad esso, ma nonostante fossero passati mesi da quando Bruce lo aveva aiutato con il lavoro, Barry non accennava ad andarsene via di qui.
Non una parola, una ricerca distratta per un vero appartamento o qualche altro tetto da occupare; silenzio, forse voluto o spontaneo, e Victor iniziava a chiedersi se tra di loro vi fosse realmente della confidenza, dato che tentennavano nel parlare di certe questioni.
Si erano detti di essere qualcosa, non aveva ancora capito se si trattasse di amicizia o altro, ma era strano perché Barry era quel tipo di persona capace di rivelare dettagli più intimi di sé, ma nasconderne altri più scontati.
Piccoli aneddoti della giornata o della sua infanzia, ricordi confusi di sua madre o degli incontri con il padre in prigione; alle volte Victor passava ore ad ascoltarlo, sebbene gli chiedesse di dire solo ciò che desiderava.
Quindi, non poteva dire di essere infastidito dalla mancanza di quotidianità nel loro rapporto - dopotutto anche lui trovava difficoltà ad aprirsi -, eppure pareva che entrambi volessero sapere altro che era, tuttavia, troppo scabroso o sciocco da domandare.
Curiosità a cui altri trovavano facilmente risposte, ma Victor non poteva esserne certo perché da quando era cambiato - da quando suo padre lo aveva cambiato - non sapeva se sarebbe mai ritornato ad essere il ragazzo di prima.
Non erano normali, loro due - una verità fattuale che pesava perché, lo si capiva subito, Victor covava ancora un lieve risentimento per ciò che gli era accaduto e Barry, invece, viveva con un pensiero frequente sul suo passato.
Erano ancorati a queste realtà che ben conoscevano entrambi, ma tutto il resto - la vita regolare - rimaneva un mistero irrisolto.
Non erano nulla al di fuori della Justice League, forse sì, era quella la giusta chiave di lettura.

«Non hai mai pensato di trasferirti?»
Lo domandò senza remore, notando quanto Barry non fosse stupito dalle sue parole. Alle volte comprendeva gli altri più di quanto lasciasse intendere.
«Forse, ma non ora.»
Una risposta vaga, ma accompagnata da uno sguardo che lasciava presagire un continuo; non aveva voglia di parlarne ora - così sembrava -, ma la questione sarebbe comparsa ancora in un futuro, magari non così lontano.
«E tu? Vuoi rimanere con tuo padre?»
Avrebbe potuto prenderla come una critica se non fosse stato Barry stesso a chiederlo; Victor sapeva quanto fosse importante la famiglia per l’altro, ma non poteva ancora dire di amare suo padre quanto Barry faceva con il suo.
Erano situazioni diverse, anche se con il corso del tempo si era delineato un parallelismo a tratti amaramente ironico; una costante era certa: nessuno dei due aveva ancora elaborato la perdita della propria madre e forse non ci sarebbero mai riusciti pienamente.
«Non lo so, non è cambiato molto da quando ero...da prima. Credo di essere troppo adulto per chiamare papà e ricevere attenzioni. Non lo voleva prima, e io non lo voglio ora.»
Non poteva sputare sentenze, dire apertamente a Barry che capitavano giorni in cui guardava suo padre e lo odiava come il primo giorno di rinascita; avrebbe capito, sì, ma non condiviso il suo rancore. Non lo avrebbe giustificato in alcun modo.

«Potremmo trovare qualche altro magazzino dismesso da occupare assieme.»
Un accenno di risata sfuggi dalle labbra di Victor, quasi beffandolo per aver pensato ad un’idea simile - pareva offeso dalla sua reazione, anche se cercò di nasconderlo dietro ad un intrecciato movimento di saette blu.
«Ah,stavo solo scherz-»
«Dovrebbe essere una proposta romantica, infrangere la legge?»
Barry lo guardò di sottecchi, increspò le labbra mentre afferrava una delle tante confezioni di patatine dalla sua cucina - se così poteva essere chiamata.
Victor non lo avrebbe mai ammesso apertamente, ma erano quelle piccole espressioni sul suo viso a farlo ritornare a Central City così frequentemente.
«Suonerò la viola per strada e raccoglierò i soldi per pagarti la cauzione, se è quello che mi stai chiedendo.»
«Mi spiace bello, se ci beccano, in prigione ci andiamo assieme.»
Barry sembrò quasi pensarci, avrebbe visto suo padre, anche se non era la migliore opzione per apprezzare una buona riunione di famiglia.
In compenso, alla prossima visita avrebbe dovuto parlargli di Victor - un problema ben più reale e neppure così lontano.
«Ma sono serio, potremmo essere coinquilini.»
Si decise a riprendere il discorso in chiave più matura; non sapeva perché, ma era certo che in qualche modo anche un cuore meccanico come quello di Stone si sarebbe fatto convincere da tale possibilità.
«Potremmo provarci, ma niente schifezze e disordine.»
«Non posso prometterlo, ma posso provarci.»
Era il genere di confidenza che speravano...o almeno, un timido inizio.