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Autore: pikaendpichu98    05/10/2018    1 recensioni
Ogni episodio di questa saga ha qualcosa di significativo o emozionante e ho pensato di rivederli tutti e scrivere per ciascuno (o comunque per la maggior parte) quello che mi ispira sul momento. In alcuni capitoli potrebbero essere presenti delle ship e il rating potrebbe variare.
è una raccolta senza pretese ma spero vi piaccia!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                             Episodio 3
 
 



Ci sono poche domande a cui Rei non sa dare una risposta logica e coerente e una di queste è 
“Perché diavolo ho detto di sì?”.
È questo ciò che gli rimbomba nel cervello come l’eco in una piscina, mentre indugia davanti al blocco di partenza che ai suoi occhi ha assunto l’aspetto sinistro di un patibolo.
Di certo non aiuta sentirsi addosso lo sguardo curioso di decine di persone, per non parlare dell’imbarazzante costume da bagno che Nitori, un membro del primo anno del club di nuoto della Samezuka, gli ha schiaffato in mano senza la minima possibilità di replica.
“Non è bello. Non è bello per niente.”
Inclinando leggermente la testa di lato Rei include nella sua visuale i ragazzi dell’Iwatobi che ha conosciuto di recente; Makoto gli fa un cenno di incoraggiamento e per qualche frazione di secondo ha effetto, soprattutto perché  proviene dal componente più normale del gruppo.  Haruka invece lo scruta scettico e risentito come se si aspettasse che una volta dentro l’acqua lo avrebbe risputato fuori stizzita, e sotto sotto secondo lui spera che accada davvero. Nagisa quasi saltella sul posto e sventola entrambi i pollici all’insù, gli occhi gli brillano e Rei proprio non capisce il perché, si aspetta forse che una volta tuffatosi gli spuntino branchie e pinne? Seriamente, essere carico di tutta questa aspettativa da parte del biondo lo mette a disagio molto più dell’espressione inquietante di Nanase.
Mentre correvano insieme sulla strada per la scuola Nagisa gli aveva detto che voleva che entrasse a tutti i costi nel club di nuoto perché quando lo aveva visto saltare con l’asta l’aveva trovato splendido, e gli sarebbe piaciuto vederlo così anche mentre nuotava.
Possibile che  fosse per questo che ora si ritrovava accovacciato sul blocco a pochi secondi dalla più grande figuraccia della sua vita? Per un complimento ricevuto da una specie di piccolo stalker?
Deve avergli dato di volta il cervello.
“Ci sono circa 50 centimetri tra il blocco di partenza e l’acqua. Accelerazione uguale ad a. Angolo di entrata uguale a…ponendo la viscosità dell’acqua uguale a… per calcolare la forza che devo usare per il salto… che angolo dovrebbero formare le mie braccia?”
Non lo sa se risolvendo questi calcoli avrà qualche speranza in più di farcela, ricorda bene quello che il suo allenatore di atletica gli ha ribadito l’ultima volta che lo ha visto, ovvero che non si può migliorare concentrandosi solo sulla teoria, però crescendo e sguazzando nel caos della vita aveva trovato che le regole fossero una sorta di ancora : un elemento stabile e fondamentale che mette ordine e che fa apparire ogni evento come qualcosa di risolvibile.
Rincuorato dalla dimensione familiare in cui si è chiusa la sua mente alla fine si tuffa, allineando ogni parte del corpo perfettamente. Ma negli attimi che passa sospeso in aria percepisce la stessa sensazione di quando, dopo il solito lungo ragionamento, trovatosi sul punto di oltrepassare la barra, una folata di vento ha spazzato via i risultati delle sue valutazioni.
“Ho sbagliato.”
E cade dritto per dritto muovendosi scompostamente, sollevando una colonna di schizzi.
Per tutta la piscina si levano esclamazioni allibite ma dopo una manciata di secondi la cosa inizia a diventare preoccupante, così Haruka e Nagisa si tuffano a soccorrere Rei e lo riportano al bordo.
L’attimo successivo il ragazzo si ritrova rannicchiato contro un muro con un asciugamano in testa e lo sguardo piantato al suolo.
-Rei-chan…ma quindi non sai nuotare?- gli chiede Hazuki con un tono il più neutro possibile, al che Rei risponde che no, non lo sa fare e non ha mai voluto imparare perché uno sport del genere fa a cazzotti con il concetto di bellezza che ha sempre avuto e non vede come si possa apparire belli mentre si cerca di non affogare e di riprendere fiato.
-Mi dispiace di averti coinvolto in questa faccenda.- si scusa Makoto –Oh, tocca a Haru.-
A queste parole Rei sposta di sottecchi lo sguardo verso il ragazzo in piedi sul blocco che si mette in posizione di partenza. Con un movimento incredibilmente fluido inclina di poco gambe e braccia all’indietro e poi si proietta in avanti, le braccia, come un paio d’ali, da ripiegate su se stesse si stendono in avanti confluendo in un morbido movimento curvilineo che termina fendendo la superficie dell’acqua, provocando pochi schizzi ordinati.
Un sospiro di stupore sfugge dalle sue labbra, Nagisa sorride sotto i baffi soddisfatto.
-Visto? Te lo avevo detto!- gli dice –Haru è un nuotatore eccezionale!-
Non solo lo vede, ma sente che è davvero così.
È come se il suo corpo non fosse stato progettato per la terra, ma per scivolare senza sforzo tra i flutti, le mani che vi si insinuano e i piedi che battono senza scomporne la forma. Il tutto combinato in un movimento così naturale che sembra di guardare un delfino nuotare nell’oceano.
Un bellezza del genere non è frutto di calcoli complessi, nessuna formula avrebbe potuto far capire a Rei come ci si muove così. Nasce da qualcosa di potente che scroscia solo nel cuore di Haruka. Eppure guardando il suo incedere ipnotico sente riscaldarsi qualcosa in lui, una speranza, un desiderio che nasce riempiendogli il petto di secondo in secondo.
Anche lui può imparare a nuotare così? Può trovare un modo di essere sicuro di sé stesso anche senza rinchiudersi in una gabbia di regole e formule? Haruka sembra così sereno, sembra che in questo momento nessuna preoccupazione gli attraversi i pensieri.
Così libero.
Si alza in piedi per poter godere appieno di quella vista.
L’insicurezza già lo pungola e gli sussurra che Nanase è un caso speciale, Rei non è così, a lui servono tutte quelle regole da seguire obbedientemente, non sarebbe meglio tornarsene come nulla fosse al campo di atletica?
Ma Rei non è più lo stesso da questo momento e non può ignorare i suoi nuovi sentimenti. Tornerà a saltare la sbarra un’ultima volta per avere conferma dei suoi pensieri e poi seguirà il nuovo sentiero che gli si è presentato davanti, un sentiero impervio, pieno di curve e tratti ancora inesplorati, ma sa che saranno in tanti a guidarlo, alcuni più chiassosamente di altri.
Le sbarre della gabbia si incrinano.

 
  
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