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Autore: Rinalamisteriosa    05/10/2018    1 recensioni
[The Dark Artifices | Jemma (Blackstairs) | Mini raccolta di flashfic]
{#Writober 2018 ~ Blue list by fanwriter.it}
5 ottobre: AU (HarryPotter!AU - 502 parole) [Primo incontro, no coppia!]
7 ottobre: PWP (500 parole)
{Questa flash partecipa anche alla Challenge “Il fiore si nasconde nell’erba, ma il vento sparge il suo profumo” e all'iniziativa “Oh, Darling, Where’ve you been?”, presenti nel forum Torre di Carta}
16 ottobre: POV second person (Julian POV - 398 parole)
{Questa flash partecipa anche all’iniziativa «4 DAYS - t e m a: angst&noir - II° Edizione» indetta da Torre di Carta}
22 ottobre: Angst (520 parole)
{Questa flash partecipa anche all'iniziativa “Oh, Darling, Where’ve you been?” presente nel forum Torre di Carta}
20 ottobre: Rating arancione (in ritardo, prossimamente)
25 ottobre: Song fic (in ritardo, prossimamente)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Carstairs, Julian Blackthorn
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: PWP
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#Writober 2018 ~ Blue list ~ 5 ottobre: AU

 

 

 

01 settembre 2005.

I Blackthorn arrivarono al binario 9 e ¾, sul quale sostava il magico Hogwarts Express dalle tinte nere e scarlatte. Oltre ai fantomatici Weasley, non esisteva altra famiglia più numerosa e unita di quella formata da Andrew ed Eleanor, insieme ai loro sette figli.

I più grandi avevano subito dispensato saluti, baci e sorrisi, per poi affrettarsi a cercare i loro compagni fra gli scompartimenti.

Quello era l’anno in cui toccava a Julian salire per la prima volta sul rapido treno diretto alla rinomata Scuola di Magia e Stregoneria: il ragazzino undicenne si sentiva un tantino emozionato e anche preoccupato, poiché prima di allora la prospettiva di doversi separare dai fratelli minori per tutto il periodo scolastico non aveva minimamente sfiorato la sua mente.

Era già un punto di riferimento per loro, con la sua gentilezza e indulgenza li aveva conquistati. Certamente avrebbe avuto Mark ed Helen vicini, ma un senso di dispiacere misto ad affetto lo invase quando i due gemelli Ty e Livvy lo circondarono per abbracciarlo e per salutarlo affettuosamente, con in sottofondo i singhiozzi da infante di Tavvy sdraiato sul passeggino e i continui “Posso andare con lui, mamma? Posso? Davvero non posso? di Dru, la più piccola fra le sorelle, tenuta in braccio dalla maga mezzosangue, nonché rinomata pittrice e fotografa, che aveva trasmesso a Julian la stessa passione per l’arte.

Eleanor Blackthorn scosse il capo, ma senza perdere il suo sorriso materno e comprensivo, che Julian adorava.

«Sei ancora troppo piccola, Dru. Vai a salutare Jules prima che perda il treno», esortò.

Così Drusilla saltò giù dalle braccia della donna e Julian le raccomandò di fare la brava fino al suo ritorno, accarezzandole gentilmente i capelli castani e scoccandole un bacino sulla fronte, per poi andare da Tavvy e fare lo stesso. Il piccino rispose con un gorgoglio felice, mitigato dalla presenza del ciuccio in bocca.

Salutò tranquillamente anche i genitori, celando il suo reale stato d’animo e allontanandosi. Quando Julian fece per salire sullo scompartimento insieme al suo baule con tutto l’occorrente all’interno, vide avvicinarsi una coppia di maghi e una ragazzina bionda, probabilmente della sua età, pronta a montare sul mezzo di trasporto. Ella portava i lunghi capelli avvolti in una coda, che egli vide appena si girò per scherzare con il padre prima di farsi stringere in un abbraccio, con la madre che le accarezzava dolcemente la schiena e le sussurrava qualche raccomandazione. Julian non si era accorto minimamente di essersi paralizzato per fissare indiscretamente quel quadretto familiare, finché non udì il fischio del treno che annunciava la partenza imminente. Sobbalzò quel tanto che bastava per richiamare l’attenzione della coetanea, che si accorse della sua presenza, lo osservò curiosa per poi rivolgergli un sorriso affabile, quasi complice. In effetti stava sorridendo anche lui e, cosa ancor più incredibile, sembrava che il dispiacere di salutare la sua famiglia fosse già scemato, sostituito dal desiderio di conoscerla, di chiederle il suo nome e se magari potevano viaggiare seduti nello stesso scompartimento.

 

 

  
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