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Autore: Spensieratezza    06/10/2018    4 recensioni
Sam Winchester è adorabile, sveglio e magico. è il fratellino minore di Dean, che il maggiore non sapeva di avere. Capirà ben presto che il suo fratellino è speciale, è magico e deve essere protetto da forze oscure che vogliono fargli del male.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Sam, Dean e gli Dei '
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Avviso: volevo avvisare a tutti che nella parte finale, dove c'è la telepatia di Dean, Dean pensa ma non parla, nonostante ciò non me la sono sentita di cambiare le frasi in corsivo, non sono riuscita a capire se per pigrizia o perchè esteticamente pensavo di fare troppo casino ahha
Comunque Dean comunica solo telepaticamente :))




Per Dean era difficilissimo tutto quello che stava vivendo.
Davanti agli altri ragazzi, davanti al preside, a Black, a suo padre, aveva dovuto mascherare i suoi sentimenti, aveva dovuto cercare di non far trasparire la delusione per il fatto che la coscienza di Sam, aveva desiderato lasciare tutti per cercare sua madre, perfino lui.

Dean cercò in tutti i modi di non sentirsi assurdamente come se fosse stato abbandonato. C’era molto più del suo ego ferito in gioco. C’era la VITA di Sam, non erano in uno stupido romanzetto d’amore, dove l’amore viene messo al primo posto. Sam era ferito, era deluso, era stanco e ferito e non sapeva cosa faceva, se l’avesse saputo non avrebbe MAI, mai e poi mai, agito come aveva fatto. Non avrebbe mai scelto spontaneamente di scomparire in un mucchio di bolle per andare a cercare qualcuno che non sapeva neanche se ESISTEVA.

Sam aveva ricevuto la più grande scarica di elettroshock che un ragazzino della sua età poteva ricevere, si era sentito dire che non era MAI NATO, perlomeno non in maniera tradizionale, doveva essere terribile da assimilare, se fosse capitato a lui, non sapeva come avrebbe reagito.
Perciò tutto doveva passare in secondo piano, anche come si sentiva lui al riguardo. Sam aveva bisogno di lui, che lo riportasse a casa, al sicuro.

Albert gli aveva detto che anche se fosse riuscito a mettersi in contatto telepatico con Sam di nuovo e gli avesse detto di ritornare, era probabile che non ce l’avrebbe fatta, perché anche se parte di Sam voleva TORNARE, la sua parte incoscia era appena SCAPPATA da tutta quella situazione e riportarlo li sarebbe stato difficile, il suo inconscio avrebbe lottato con tutte le sue forze.
 
“Che cosa devo fare, allora??” chiese Dean disperato.

“Dovresti provare a cercare di portare Sam, in un posto che non conosce.” Aveva spiegato Albert.

“Ma..se lo porto in un posto che non sa come è fatto, come fa ad andarci??” chiese Dean sempre più confuso.

“Ma tu lo visualizzerai per lui, Dean.” Spiegò Albert pazientemente. “Lo visualizzerai per lui e cercherai di portarlo grazie alla tua visulaizzazione, sarà sufficiente che tu sappia di cosa si tratta, l’unica cosa che devi ottenere da Sam è la sua fiducia, devi convincerlo che deve fidarsi di te e che deve accettare di andare da qualsiasi parte tu voglia.”
“E lui accetterà? L’inconscio non dovrebbe mettersi in mezzo?” domandò Dean.

“No, se Sam non ha presente il luogo da cui non vuole andare, nemmeno l’inconscio è capace di sottrarsi a questo punto.” Disse Albert semplicemente.
 
Dean provò a pensare a un posto che lui conoscesse, che Sam non ne era al corrente, ma non gli veniva in mente niente, era stato cosi tanto con Sam, in quei mesi.

L’aveva portato in tutti i luoghi che conosceva! Si tormentava la testa tra le mani.

“Io forse so di un luogo..” disse John. “è una baita su un fiume. È di mia proprietà.”

“Papà, ti ringrazio per il pensiero, ma io non ho idea di come sia questa baita!!” disse Dean esasperato, poi si voltò verso Albert. “Aspetta, posso farlo comunque? Funzionerà ugualmente?”

“Ne dubito, Dean, mi dispiace.” Disse Albert dubbioso.

“Ma con una foto si! Con una foto del posto, Dean saprebbe come è fatta la baita e dovrebbe riuscire a portare mio figlio laggiù!” disse John.

Dean si volse verso Albert che sembrò riacquistare la speranza.

“Potrebbe funzionare, si, ma ci vuole una foto.” Disse lui.

John tirò fuori il suo cellulare e mostrò una piccola foto nella raccolta.
 
Albert guardò la minuscola baita sullo sfondo.

“Dean avrebbe bisogno di un’immagine più GRANDE per imprimersi meglio l’immagine.” Disse Albert.

“Beh, si può ingrandire.” Disse John imbarazzato.
Black, sbuffò esasperato e con un cenno della mano, un fluido viola colpì il telefono.

“EHI!! CHE DIAVOLO FA AL MIO TELEFONO?”

“Stia zitto!” lo redarguì l’altro.

Dopo pochi secondi, dal telefono venne fuori una gigantografia stampata della foto.
John era basito e sconvolto.
Albert si voltò verso il suo uomo.

“I miei complimenti, Black, i colori sono perfino di una risoluzione migliore.”

Black gli sorrise compiaciuto. “Con la magia, ogni cosa è più bella, detto tra noi, non mi capacito di come abbiano fatto questi mortali a sopravvivere così tanto tempo, senza.”

“Beh, infatti, non lo facciamo, la nostra durata media è di circa 80 anni, escludendo le malattie, la carestia, la schizofrenia e..” cominciò Marika.

“Marika, smettila! Professore, ci sta insultando! Non gli dice niente?” chiese Clère.
“Come osi rivolgerti in questo modo a un Dio?” disse Black.

“Basta così, vi prego, non fatemi pentire di avervi chiamato. Dean, adesso ho bisogno che ti concentri su questa fotografia e che poi ti metta in contatto telepatico con Sam. Noi con i nostri poteri, cercheremo di aiutarti ma anche te devi fare la tua parte.”

Dean annuì. “Ok, sono pronto.”
 
 
 
 
*

Sam si sentiva disperato. Aveva perso completamente la connessione che aveva avuto con Dean e malgrado lo desiderasse, non riusciva né a tornare indietro, né a rimettersi in contatto con lui.

Dean!! Dean, dove sei?? Mi senti?? Ti prego, perdonami!! Io..io non voglio più stare qui! Non sarei mai dovuto venire qui! Perdonami! Voglio..voglio tornare da voi!” gridò.

Ormai era sceso dalla metropolitana e non si curava più di gridare.
Ho bisogno di te..
Disse, lasciando scivolare una lacrima.
“Sam!! Sam, mi senti??”

“DEAN! ODDIO SI, SEI TU, NON CI POSSO CREDERE!”

“Sam..”
“Oddio mi sei mancato tanto!!”

“Mi senti, grazie a d..ehm..ascolta Sam, sono qui in compagnia anche degli altri..” disse Dean per fargli capire di non essere troppo sdolcinato, era vero che stava pensando e non parlando, ma si sentiva comunque a disagio.

“Riportami da te, da voi! Dean..?”
La comunicazione si interruppe per qualche secondo.
“DEAN! DEAAAAN!” gridava Sam.

“Sam, m- mi tzzzzzz – dispiace tzzzzzz..”

“Che cos’è questo rumore di sottofondo, Dean?? È tutto ok?”

“è la comunicazione! Comunicare telepaticamente è come una trasmissione a basse frequenze, le frequenze si sentono male.”

“Forse un telefono aiuterebbe!” disse Sam, cominciando a pensare a come procurarsene uno. Forse una cabina telefonica?

“Sam, non abbiamo tempo, ascoltami, è essenziale che tu ti fidi di me, abbiamo trovato il modo di riportarti da noi.”
“Davvero?? E come??”

“Basta solo che tu ----tzzzzz basta solo che tu ti fidi di me, io penserò a un luogo, Sam, tu devi solo..fidaarti e seguirmi..”

“Un luogo? Dove?”
“Non è necessario che tu lo sappia.”
Sam ci pensò su.

“Dean, è una magia vero? Ma perché? Possiamo risolverla in una maniera più normale, basterà che prenda un autobus..o un aereo..e..”

“Sam, non hai soldi con te, credimi, è meglio cosi..e poi io…io non resisto senza di te..”
A Sam mancò il faito.
“Anch’io senza di te, Dean..”

“Allora fai come ti dico, ti prego..fidati di me..”
“Dean, ma..io mi fido..ma cosa devo fare per..” allargò le braccia come se cosi potesse raggiungerlo.

“Lasciati solo andare..fidati solo di me..”
“Si..si..”
Sam chiuse gli occhi e una sensazione d’amore fortissima lo avvolse.

Si sentì sollevare da terra ma non osò aprire gli occhi.

Sentì una luce sprigionarsi dal cielo ma ancora non aprì gli occhi.
 
 
“CHE COSA GLI STA SUCCEDENDO??” gridavano Clère, Marika ed Alisea in coro, guardando Dean, in ginocchio, venire investito da una luce gialla dal soffitto.

Dopo poco tempo, anche lui svanì.
 
 
 
*

“Cos’è questo posto…Dean…DEAN! DEAN!” gridò l’ultima volta il suo nome con enorme sollievo e gioia quando lo vide nella sala della baita.

Sam era in cucina e gli corse incontro, in braccio.
Dean lo sollevò.
“Finalmente ti ho ritrovato!” disse Dean.






















Note dell'autrice: per me è una cosa importante quindi malgrado lo abbia scritto all'inizio, lo riscrivo anche qui ahha xd riguarda la parte telepatica!
volevo avvisare a tutti che nella parte finale, dove c'è la telepatia di Dean, Dean pensa ma non parla, nonostante ciò non me la sono sentita di cambiare le frasi in corsivo, non sono riuscita a capire se per pigrizia o perchè esteticamente pensavo di fare troppo casino.
Sam invece, parla proprio, ho cercato di forzarmi a scrivere che anche lui comunicava nel pensiero ma non ci sono riuscita, non so bene perchè o.O 
   
 
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