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Autore: WhiteLight Girl    06/10/2018    1 recensioni
Dopo gli eventi di Nella tela del ragno, Adrien non si dà pace e parte per la Cina. Il suo viaggio, però, prende una piega inaspettata quando un varco si apre sotto i suoi piedi e lui finisce in una dimensione sconosciuta. Rimasto solo con Plagg, osa sperare che questo l'abbia portato più vicino a Marinette di quanto lo sia stato nei mesi precendenti, per una volta la fortuna sembra girare a suo favore, ma è davvero così o c'è di nuovo qualcosa o qualcuno che manovra i fili di ciò che gli sta accadendo attorno?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL VIAGGIO DI ADRIEN

Chat Noir fa scivolare la mano lungo il braccio di Ladybug, che sussulta per il contatto inaspettato. Il ragazzo non avrebbe mai immaginato che sarebbe riuscito ad arrivarle alle spalle così, ma sorride e la trascina indietro per portarla con sé al sicuro all’ombra del camino.
«Credevo che ti fossi ritrasformato.» gli dice lei, ma gli sorride a sua volta.
Chat Noir le sfiora il mento con una mano e la spinge contro i mattoni, ammiccando. «Plagg ha mangiato in fretta» spiega.
Ladybug ride. «Più in fretta del solito? Non mi stupirebbe affatto se un giorno gli andasse di traverso. Nel caso dovesse succedere sapresti cosa fare, vero?» gli domanda.
Lui sbuffa, in quel momento non gli importa affatto. Pizzica il fianco della ragazza e lei sussulta indietreggiando ed urtando la schiena contro la parete con un sussulto.
«No!» esclama, sollevando le braccia per difendersi da un secondo, prevedibile pizzicotto. Ma Chat Noir non la stuzzica di nuovo; gli è bastato che abbia smesso di pensare a Plagg ed ora vuole passare ad altro. Non ricorda quanto sia passato dall’ultima volta che lui e Ladybug si sono appartati tra i tetti a coccolarsi, ma è una cosa che ha scoperto mancargli terribilmente.
«Tikki è a posto?» domanda e si sporge verso la ragazza. Le bacia una guancia, poi la tempia e la fronte, lei rabbrividisce e lui si crogiola nella soddisfazione.
«Si è ricaricata nel vicolo qualche minuto fa, volevo trasformarmi per arrivare casa prima.» confessa. Chat Noir solleva le sopracciglia, si domanda se sia urgente, se la stiano aspettando e se lei sarebbe disposta a rimanere lì con lui comunque. Le bacia il collo, il mento e poi il labbro inferiore.
Ladybug si appoggia al camino, le gambe piegate e tremanti mentre cerca di nascondere il rossore delle guance restando a capo chino. «Tu non hai qualche lezione da seguire? Vestiti da provare? Sfilate a cui presenziare?»
«No.» le risponde, afferrandola per i fianchi. La spinge contro il muro e si preme contro di lei, all’improvviso la sua mente è sospesa mentre il corpo di Ladybug lo riscalda ed il suo cuore batte contro la cassa toracica.

Adrien si svegliò con un sussulto, il sobbalzo fece scivolare il diario di Marinette giù dalle sue gambe e quello si richiuse sul pavimento del treno, dove Plagg lo recuperò afferrandolo per un lembo della copertina cartonata.
Strofinò una mano sugli occhi, incapace di lasciare svanire le sensazioni che l’avevano colto durante quel sogno così vivido, e non si accorse che il suo Kwami stava sbirciando ciò che c’era scritto sul diario.
«Ma che schifo! Ha descritto voi che-» disse Plagg.
Adrien gli strappò il diario dalle mani e lo strinse al petto, strizzando gli occhi. «Tu non leggere e non ti ritroverai disgustato.»
Lui sorrise. «Scommetto che è la tua pagina preferita.»
Lo ignorò e non si scomodò a dirgli che non era così, che c’era qualcosa nelle pagine in cui Marinette parlava di lui e di ciò che provava nei suoi confronti che era molto meglio e lo faceva sentire speciale ed assolutamente non alla sua altezza. Ancora non era riuscito a ricordarla, ma aveva imparato a conoscerla una seconda volta grazie a quelle pagine e si era innamorato ancora di lei attraverso le sue parole. Non credeva di meritare tutto quell’amore; in un mondo perfetto un sentimento così forte non avrebbe dovuto poter essere strappato via con la facilità con cui mesi prima Adrien ne era stato privato. A volte si ritrovava a pensare che, se avessero provato a rubare i ricordi a Marinette, invece che a lui, avrebbero fallito miseramente, ma non aveva comunque alcuna intenzione di rinunciarci.
Probabilmente era egoista, forse anche un illuso, ma non avrebbe smesso di cercarla finché non fosse morto o qualcuno l’avrebbe fermato. Estrasse il suo taccuino dallo zaino, lì aveva appuntato i risultati delle sue ultime ricerche, ma gli appunti erano ben pochi nonostante le chiare indicazioni che Maestro Fu gli aveva dato per trovare l’uomo che avrebbe potuto aiutarlo a recuperare la memoria.
A volte, Adrien si ritrovava a pensare che avrebbe dovuto accettare l’aiuto di Alya, Nino e Chloe, ma non voleva che lo vedessero consumarsi nella ricerca di qualcosa che forse non avrebbe mai potuto riavere. Li aveva lasciati con la promessa di farsi sentire al più presto, ma fin da subito sapeva che sarebbe stata una menzogna, che li avrebbe contattati solo quando avesse ottenuto risultati concreti. Era certo di non essere minimamente vicino ad averne, ma sperava che nel frattempo gli amici riuscissero a trovare un modo per raggiungere Ladybug.
Poggiò con riverenza il diario sulle ginocchia e dispiegò un’orecchietta che si era formata, ci strofinò sopra il dito per ristendere il foglio e sospirò. Plagg gli si appallottolò sulla spalla, allungando il collo per guardare, così Adrien richiuse il diario e lo strinse al petto.
«È solo uno stupido diario.» gli ricordò il kwami.
Adrien sapeva che non lo faceva per offenderlo; Plagg era convinto che in qualche modo i suoi ricordi di Marinette fossero ancora dentro di lui, forse nascosti da qualche magia, ma lui si aggrappava comunque a ogni cosa che la ragazza si era lasciata dietro e potesse dirgli qualcosa di lei.
«Dormi, Plagg.» disse Adrien, tornando a scrutare il paesaggio fuori dal finestrino del treno. La Cina sarebbe stato un posto molto più bello, se avesse potuto visitarla in un altro momento e per un’altra ragione.
Plagg sbadigliò contro il suo orecchio e poi si strofinò contro il suo collo, per fortuna l’abitacolo era vuoto, o Adrien si sarebbe ritrovato a preoccuparsi di tenere al sicuro il suo zaino pieno di diari.
Né lui né il suo kwami erano riusciti a prendere sonno, quando il varco si aprì ondeggiando attorno a loro ingoiandoli e trascinandoli via dal treno. Il pavimento della carrozza aveva lasciato il posto al vuoto, il profilo delle montagne della Cina a dei rivoli ondeggianti che parevano colore liquido gocciolante contro la parete di un tunnel ed entrambi vi precipitarono dentro, incapaci di impedirlo.
   
 
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