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Autore: Ryu Hime    07/10/2018    1 recensioni
[Tratto dal Prologo]
–Dove cazzo sei stato!? Lei ti ha cercato dappertutto! E adesso è scomparsa! Tutto per colpa tua! Tua maledizione!- urlò Komor, adirato come mai lo era stato in vita sua.
Quell’uomo non rispose, in cuor suo sapeva quanto avesse ragione.
-Che cosa ci fai qui?- domandò duramente il Capo Palestra, furioso per il suo mutismo.
–So dov’è.-
[Tratto dai capitoli]
-Allora? Chi sceglie per primo?- domandò Belle, la ragazza bionda.
-Direi di far scegliere a Touko, dopotutto è casa sua.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
La ragazza in questione fissava le Pokeball con un’espressione concentrata, come se stesse cercando di scrutare l’anima dei loro ospiti.
Passarono due minuti prima che si decidesse ad allungare la mano verso una delle sfere rosse e bianche.
[Autrice]
L'intero viaggio all'interno di Unima ed il post Lega, più qualche chicca direttamente dalla mia mente malata.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Komor, N, Touko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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 Impeto nevoso

Ponentopoli era una cittadina piuttosto piccola, abbastanza da poter essere abbracciata con uno sguardo. L’unica cosa davvero immensa era l’aeroporto dove era anche collocata la Palestra.
Belle, Komor e Touko erano andati subito al Centro Pokémon dove prenotarono una stanza come di consueto.
Impiegarono meno di mezza giornata per visitare la cittadina, il resto del tempo lo passarono ad allenarsi. Belle riuscì a far evolvere Munna in Musharna ed anche Darumaka riuscì a raggiungere lo stadio successivo diventando Darmanitan. La Squadra di Komor si arricchì grazie ad una Liepard piuttosto caparbia e all’evoluzione di Tranquill in Unfezant.
Non passò molto tempo prima che i ragazzi ricevessero una visita del tutto inaspettata.
Si trovavano nel campo per gli allenamenti dietro il Centro Pokémon quando una voce squillante li fece sobbalzare.
-Vuoi devote essere Komor Touko e Belle! Oh, sapevo di trovarvi qui! Fatemi dare un’occhiata ai Pokédex.-
A parlare era stato un uomo magro, leggermente basso. I capelli di un castano chiarissimo, pallido, come la barba rada che portava sul mento. sopracciglia nere e folte. Indossava una camicia gialla a righe nere con colletto e risvolto delle maniche bianco. Pantaloni marrone scuro ed un paio di scarpe da montagna.
-Scusi, ma… chi è lei?- domandò Komor guardandolo perplesso da dietro le lenti.
-Oh, scusate, scusate! Per l’emozione ho dimenticato le buone maniere!- disse l’ometto grattandosi con fare nervoso la nuca.
Di colpo si mise impettito, come se dovesse annunciare l’arrivo di qualcuno di importante.
-Piacere, mi chiamo Gasparago Aralia.-
-Aralia? Ma… non è…- balbettò Belle confusa.
-Il cognome della professoressa Aralia.- concluse Touko con tanto d’occhi.
-Proprio così, la persona che vi ha dato i Pokédex è mia figlia.- disse orgoglioso.
-Mi ha parlato molto di voi. Sono proprio felice di incontrarvi.- aggiunse con un luccichio negli occhi simile a quello di un bambino che vede le giostre per la prima volta.
-Piacere di conoscerla professor Aralia.- disse Komor tendendo la mano.
L’ometto gliela strinse con piacere.
-In realtà avrei una richiesta da farvi, se non vi è di troppo disturbo.-
-Sarebbe?- domandò Touko.
-So che avete avuto a che fare con il Team Plasma in più di un’occasione. Sapete se stavano cercando qualcosa in particolare?-
Touko rimase in silenzio.
Era chiaro che stessero portando avanti una sorta di campagna per “liberare i Pokémon”, anche se tutta quella faccenda puzzava di bruciato.
Ma quello lo sapevano tutti, evidentemente il professor Aralia si riferiva a qualcos’altro. Per un attimo ripensò a quello che aveva trovato assieme ad N nel Castello Sepolto. Istintivamente la mano andò alla ricerca del ciondolo che portava al collo. Non ne aveva parlato con nessuno.
Non era sicura che dirlo fosse una buona idea, ma non poteva tenere per sé un’informazione che avrebbe potuto portare alla sconfitta del Team Plasma.
-Parlano spesso di Ideali e Verità e quando per la prima volta siamo stati faccia a faccia con Ghecis ha tirato in ballo la leggenda della fondazione di Unima.- disse infine.
-Interessante…- mormorò Gasparago.
-Che stiano cercando di mettere le mani su Reshiram e Zekrom?- borbottò tra sé.
-Ma… sono scomparsi da migliaia di anni.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Beh, questo non vuol dire che siano perduti.- fece notare l’uomo.
-Non possono trovarli! Solo gli Eroi possono risvegliare i Pokémon leggendari!- protestò Belle.
N…” pensò Touko improvvisamente, ma senza dar voce al suo dubbio.
Strinse ancora il ciondolo, sperando che quel pensiero si allontanasse il più lontano possibile, ma era sempre lì. Latente, aspettava ogni scusa per tornare fuori facendole male ogni volta.
Il professore aveva continuato a parlare con Belle e Komor, ma Touko era come andata in corto circuito e quando l’uomo li salutò andandosene se ne accorse a malapena.
-Simpatico, vero?- chiese Belle.
-Particolare.- commentò Komor.
-Touko? Tutto bene?- chiese la bionda, resasi conto che l’amica non era presente con la testa.
-Eh? Sì… certo! Tutto bene. Stavo solo pesando a quanto dovremmo ancora allenarci per battere Anemone.- rispose cercando di non mostrare le sue preoccupazioni.
Komor la osservò di sbieco prima di aggiustarsi gli occhiali.
-I Pokémon di tipo Volante sono deboli contro quelli di tipo Terra, quindi Archeops e Boldore non dovrebbero avere nessun problema. Invece Pignite e Servine potrebbero avere qualche problema. I Pokémon di Belle sono tutti abbastanza neutrali contro il tipo Volante. Non dovresti trovarti né in una situazione di svantaggio né di vantaggio.- spiegò.
-Beh… non ci resta altro che provare allora.- disse Touko.
-Frena un attimo. Anemone può contare sul fatto che tutti i suoi Pokémon possono volare. Non è un fattore di cui tenere poco conto.- disse Belle
-Quindi dovremmo usare Pokémon che possono attaccare con una certa distanza.- disse Komor.
La bionda annuì.
-Musharna non dovrebbe avere problemi, anche Dewott dovrebbe riuscire a colpirli con Pistolacqua. Con Unfezant combatterei più o meno alla pari, per quanto riguarda Boldore “Abbattimento” è la mossa perfetta. Dovrei farcela con poco. Umbreon e Archeops dovrebbero cavarsela bene, per quanto riguarda Joltik e Darmanitan credo sarebbero svantaggiati per il fatto che devono rimanere incollati a terra.- espose il ragazzo come se fosse una lezione a scuola.
-Ed ecco qui il nostro piccolo stratega.- disse Touko sfoggiando un sorriso a 32 denti.
-Quindi che cosa intendete fare?- domandò Belle.
-Beh, per quanto riguarda me… seguirò i consigli di Komor, ma alla fine sono abbastanza sicura che improvviserò per la maggior parte del tempo.-
-Come al solito.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali con fare esasperato.
Era sempre così, per quanto Touko potesse pianificare alla fine mandava tutto all’aria facendo di testa sua.
Per quanto la cosa potesse sembrare priva di senso però, alla fine, riusciva sempre a spuntarla.
 
Si allenarono ancora per qualche tempo finché Touko non fu definitivamente stufa di aspettare. Così si diressero tutti insieme alla Palestra di Ponentopoli.
L’interno si dimostrò più bizzarro di quanto potessero immaginare.
Ci si doveva spostare da un’area all’altra tramite giganteschi cannoni.
Belle era rimasta paralizzata dall’idea, mentre Touko si era fiondata sul primo che aveva trovato, impaziente di fare un tentativo.
Ci pensò Komor a leggere le istruzioni e a spiegare alle amiche come fare.
Quando finalmente azionarono il primo e Touko si librò sopra la Palestra non poté fare a meno di gridare per la felicità di volare senza l’aiuto di nessuno.
Atterrò poi comodamente su una rete di protezione, posizionata per lo scopo.
Ci volle qualche minuto per raggiungere la piattaforma dove si trovava la Capo Palestra: Anemone La signora del vento.
La donna era un’avversaria formidabile e ci volle tutta l’astuzia di Komor, l’impegno di Belle e la tenacia di Touko per ottenere la tanto ambita medaglia Jet.
 
Stavano per tornare al Centro Pokémon quando la voce della Capo Palestra richiamò nuovamente la loro attenzione.
-La vostra prossima tappa è Mistralopoli, non è vero?- chiese.
-Sì, come mai?- domandò Belle.
-In questo caso vi suggerisco di fare attenzione: stavo volando sopra il Monte Vite, che sarebbe la montagna che divide Ponentopoli da Mistralopoli e ho avvistato il Team Plasma. So che ostacolano spesso gli allenatori, fate molta attenzione.- disse.
La mente di Touko corse subito ad N.
E se ci fosse stato anche lui?
Dopotutto non era un’ipotesi così improbabile.
-Grazie per l’avvertimento, staremo attenti.- rispose Komor.
***
Non vai a parlare con la tua ragazza?” chiese Zorua perplesso.
-Per la milionesima volta: Touko non è la mia ragazza.- disse N esasperato.
Certo! E il cielo è giallo.” replicò il Pokémon Malavolpe.
Il ragazzo sospirò pesantemente.
-No, non vado a parlarle. Sarebbe inutile.- rispose infine.
È la prima volta che ti vedo gettare la spugna.
-Se ho ragione (e sai che ce l’ho) sarebbe comunque inutile.-
Perché lei è la Verità e tu gli Ideali?
N non ripose, ma era chiaro che fosse quella la risposta.
Sei davvero più scemo di quanto pensassi.
-Come mai quest’improvvisa cattiveria?-
Non è una cattiveria, è un dato di fatto. Ti sei completamente dimenticato che un tempo Verità ed Ideali erano una sola cosa con il Confine?
-Ma ormai sono divisi e tali resteranno. Per combattersi a vicenda.- disse mestamente.
Zorua non disse nulla quella volta.
Si limitò a sospirare e a guardare verso la Palestra mentre si allontanavano verso il Monte Vite.
***
-Quindi anche questa volta il Team Plasma ci causerà problemi.- commentò Belle rassegnata.
-Solo se li incontriamo.- fece notare Komor aggiustandosi gli occhiali.
Touko annuì pensierosa.
Il suono di una campana riecheggiò nell’aria attirando l’attenzione dei ragazzi.
-Quella è la Torre Cielo, la sede delle tombe dei Pokémon.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
A quelle parole, istintivamente, Touko si girò a guardare la sua Squadra. I Pokémon sembravano avere una sorta di rispetto reverenziale nei confronti di quel luogo.
La ragazza batté una volta le mani e recitò una preghiera mentalmente.
Non le era ben chiaro il motivo di quel gesto, semplicemente si sentiva in dovere di farlo.
Quando riaprì gli occhi si rese conto che anche Belle e Komor la stavano imitando, insieme ai Pokémon.
Ripartirono verso il Monte Vite senza dire nulla.
 
Una volta ai piedi della montagna decisero di fare la loro piccola sfida post-Palestra.
Touko ebbe una vittoria schiacciante ed ebbe anche la grandissima soddisfazione di vedere Joltik evolversi in Galvantula.
-A volte mi chiedo dove prendi tutta quella grinta.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Touko, sei fortissima!- esclamò Belle.
-Lo sono soprattutto i miei Pokémon.- replicò lei accarezzando Galvantula.
-Sono contento di vedervi migliorati come Allenatori.- disse una voce sopra le loro teste.
Alzarono lo sguardo verso la montagna appena in tempo per vedere una figura vestita come un nomade, ribelli capelli rossi ed arancioni legati in una coda bassa saltare giù dalla montagna e cadere in piedi come un Purrloin.
-Certo che gli piacciono le entrate ad effetto.- commentò Touko mentre i suoi Pokémon annuivano.
-Chi si vede! Sei Nardo, giusto?- domandò Komor.
-Esattamente!- rispose il Campione tutto impettito.
-Che cosa ci fai al Monte Vite? Non dovevi essere a Mistralopoli?- domandò Belle.
-Ho dovuto fare una piccola deviazione per il Monte Vite. Sapete, succedono sempre cose interessanti nel mondo, se solo si ha il fegato di andarle a cercare.-
-È per questo che non arrivi  mai dove devi arrivare?- domandò Touko alzando un sopracciglio.
L’uomo scoppiò a ridere.
-Beccato!- ammise.
-Beh, adesso dove non andrai?- domandò Komor.
-Alla Torre Cielo.- rispose con fare nostalgico.
Touko ebbe la sensazione che quell’uomo fosse molto più triste di quanto non volesse ammettere.
-Bene! allora noi ci vedremo a Mistralopoli. Dopotutto è lì che vi aspetta la vostra prossima sfida!- disse poi con rinnovato vigore.
Si allontanò fischiettando e ben presto scomparve dalla vista dei tre ragazzi.
-Bene, andiamo?- chiese Touko indicando l’ingresso del monte.
 
Le caverne della montagna erano fievolmente illuminate da una serie di torce elettriche, evidentemente non era solamente un luogo di passaggio, ma anche lavorativo dal momento che era una miniera.
Incontrarono diversi Pokémon selvatici tra cui Boldore e Woobat. Belle tentò di catturare un Cubchoo, ma il Pokémon Freddo riuscì a scappare, lasciandola con un pugno di mosche.
Infine si ritrovarono a scappare da un Cryogonal non esattamente loquace.
Alla fine il Pokémon Cristallo fu messo in fuga da un attacco combinato di Pignite e Darmanitan.
Avevano appena cominciato a riprendere fiato che una voce alle loro spalle li fece sobbalzare.
-Non mi aspettavo di trovarvi perlustrando il Monte Vite.-
I tre si voltarono per incontrare lo sguardo severo di Rafan, il Signore del sottosuolo.
-Rafan!- esclamò Touko col cuore che non aveva ancora ripreso un ritmo normale.
-Cosa ci fai qui?- domandò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Il Monte Vite è una delle mie miniere.- rispose.
-Piuttosto, avete visto il Team Plasma di recente?-
I ragazzi scossero la testa.
-L’ultima volta che abbiamo visto quel branco di decerebrati è stato alla Cava Pietrelettrica.- rispose Touko toccando distrattamente il ciondolo sotto la maglietta.
-Capisco. Io e gli altri Capi Palestra abbiamo deciso di darci da fare per stanarli dagli ultimi resoconti di vari Allenatori è qui che sono stati avvistati l’ultima volta.- spiegò il Signore del sottosuolo.
-Beh, sicuramente con i Capi Palestra alle calcagna quei decerebrati non avranno vita facile.- disse Touko soddisfatta.
-In ogni caso, visto come stanno le cose, abbiamo deciso di pattugliare a dovere i vari percorsi e questo è uno dei luoghi più idonei dove tendere imboscate e cercare di rubare Pokémon.- disse Rafan serio.
-Staremo attenti.- promise Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Ragazzina, ho sentito che sei spesso nel loro mirino.- disse l’uomo osservando la diretta interessata.
Per un attimo Touko si sentì mancare, ma tentò di rimanere impassibile. Non sapeva per quale motivo tutta quella storia la turbasse così tanto. Ma dalle vicende alla Cava Pietrelettrica le era chiaro che c’era qualcosa che volevano da lei. Anche se non sapeva esattamente di cosa si trattasse.
Nuovamente la mano destra corse al ciondolo.
-A quanto pare gli ho messo i bastoni tra le ruote una volta di troppo.- rispose infine.
-Qualunque sia il motivo…- esordì il Capo Palestra.
-Ritengo responsabile accompagnarvi fino a Mistralopoli.- disse.
Touko alzò un sopracciglio.
-Buona idea, se saltano fuori li coglierete con le mani nel sacco.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
Si addentrarono all’interno della miniera senza incontrare ostacoli di nessun tipo, soprattutto grazie all’esperienza di Rafan che guidava il terzetto con incredibile abilità tra i corridoi spesso angusti della montagna.
Fu quando uscirono per costeggiare le passerelle esterne della miniera che iniziarono i problemi.
Fecero a malapena in tempo a vedere la neve appena caduta in quella sorta di cratere che un attacco li costrinse a gettarsi di lato.
-Il Team Plasma!?- chiese Komor rialzandosi.
Tuttavia quello che si parava loro davanti non era un membro del Team Plasma, era un piccolo Pokémon quadrupede blu. Era dotato di una pelliccia nera dal collo in su. Nella parte inferiore erano presenti anche piccole scaglie magenta. Essa andava a coprire anche gli occhi lasciando libero il musetto bluastro. La codina aveva della pelliccia ritta in aria ed in testa aveva una sorta di corno.
Belle afferrò il suo Pokédex.
«Deino, il Pokémon Impeto. Ha il vizio di mordere e mangiare tutto quel che vede. È molto istintivo e a volte può essere pericoloso proprio per questo. Deino può mangiare di tutto.»
-Questo non è il suo habitat. Che cosa ci fa qui un Deino?- si domandò Rafan perplesso.
Per tutta risposta il Pokémon Impeto scagliò un secondo attacco.
Komor e Rafan si dimostrarono già scocciati ed impazienti di concludere.
-Excadrill, Battiterra!- esclamò mentre richiamava il Pokémon dalla Pokeball.
-Pignite, Sberletese!-
I due Pokémon partirono all’attacco mentre Deino schiavava egregiamente tutti gli attacchi che gli venivano rivolti contro.
Touko era rimasta ferma, si era resa conto che c’era qualcosa che non andava in quel Deino. Non sembrava muoversi in modo naturale, sembrava quasi agisse forzatamente. Rivolse uno sguardo a Belle, ma evidentemente era l’unica che aveva notato quella bizzarria.
-Fermatevi!- gridò ai due combattenti, ma non venne ascoltata.
Rivolse uno sguardo ai suoi Pokémon.
-Archeops, portami lì. Ragazzi, se si mette male aiutatemi, ma non andateci pesanti.- disse ottenendo una risposta affermativa.
Afferrò le zampe del Pokémon Paleouccello il quale planò sopra Deino.
-Touko! Che stai facendo!?- la voce di Komor la raggiunse appena.
La ragazza lasciò la presa ed allungò le braccia per afferrare il Pokémon Impeto.
Gli atterrò sopra.
Si era sbucciata i gomiti ed era abbastanza sicura di avere le ginocchia malmesse, ma tenne salda la presa sul Pokémon che si divincolava tra le sue braccia.
Cercò rapidamente sul corpo del piccoletto e alla fine lo vide: un cerchio metallico alla base del collo.
Lo afferrò con forza, ma non appena le dita sfiorarono il congegno fu percorsa da una potente scossa elettrica. Si era ustionata le dita, ma poco importava.
-Galvantula!- chiamò con voce leggermente sofferente.
Il Pokémon Elettroragno la raggiunse in un attimo grazie alle sue ragnatele.
La ragazza le indicò l’oggetto metallico.
Non c’era bisogno di altro.
Galvantula trasmise al congegno una lieve scossa elettrica e questo fu sufficiente perché esso si staccasse di netto, cadendo a terra come una pera cotta.
Deino sembrò riscuotersi guardandosi attorno confuso.
-Come ti senti?- chiese Touko accarezzandogli delicatamente la testolina.
Quello fece un debole verso sofferente ed allora la ragazza si rese conto che era ferito, sia alla base del collo dove prima c’era quel dannato congegno, che ad una delle zampe.
Senza pensarci due volte prese dallo zaino il kit di pronto soccorso per Pokémon e rapidamente medicò le ferite. Con tutte le lotte che i suoi avevano sostenuto era diventata piuttosto abile in materia.
-Meglio?- chiese sorridendo.
Deino la guardò, dapprima con stupore, poi con gratitudine strofinandosi contro la guancia dell’Allenatrice.
La ragazza era talmente concentrata su Deino che non si era accorta che gli altri l’avevano raggiunta.
-Come facevi a saperlo?- chiese Rafan analizzando con un’occhiata lo strano congegno.
-Intuito.- rispose lei continuando ad accarezzare Deino.
-Ma chi può aver fatto una cosa del genere?- chiese Belle mortificata.
-A quanto c’è scritto qui dietro un certo “Acromio”. Chiunque sia dev’essere un tipo orgoglioso oltre che crudele per fare una cosa del genere.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
Deino nel frattempo si era rannicchiato contro Touko, come se il solo sentire quel nome fosse stato assalito da un profondo terrore.
La ragazza continuò a cullarlo per cercare di tranquillizzarlo donandogli anche delle carezze gentili.
-Beh, chiunque sia una cosa è certa. Chiunque sia questo tizio spero di non averci mai niente a che fare.- dichiarò Belle.
 
Impiegarono ancora un’ora per uscire dal Monte Vite. Durante tutto il tragitto Touko aveva tenuto Deino imbraccio. Quello, da parte sua, sembrava essere particolarmente contento delle attenzioni della ragazza.
Erano quasi arrivati all’uscita quando Rafan ordinò ai ragazzi di appiattirsi contro la parete rocciosa.
Il motivo fu ben presto chiaro: il Team Plasma.
Erano solo in due ed era abbastanza chiaro che il primo era stato appena ritrovato.
-Oh, eri qui. Si può sapere perché ci hai messo tanto?-
-Mi ero perso, questo posto è immenso!-
-Abbiamo trovato quello che cercavamo. Andiamo anche noi alla torre!-
L’altro parve illuminarsi.
-Adesso il Team Plasma dispone del potere per cambiare questo mondo che opprime i Pokémon!-
-Che tipo di potere? Sono curioso.- disse Rafan uscendo allo scoperto.
-Il Capo Palestra di Libecciopoli!- esclamò uno dei due.
-In persona.-
-Voi dannati Capi Palestra… gioite del vostro potere ottenuto sfruttando i Pokémon finché potete, a breve sarete distrutti!-
-Questo lo vedremo.- ribatté il Signore del sottosuolo afferrando una delle sue Pokeball.
Deino nel frattempo si era liberato dalla stretta di Touko ed era balzato in avanti cercando di attaccare il Team Plasma.
-Deino! Fermati!- cercò di richiamarlo uscendo allo scoperto.
I due membri del Team Plasma la osservarono un momento.
-Così è arrivata anche lei.- disse uno dei due.
-Su, andiamo a far rapporto al nostro Sovrano.-
-Non crederete che vi lascerò andare così, vero?- chiese Rafan minaccioso.
I due per tutta risposta lo degnarono a malapena di uno sguardo prima di gettare a terra una sfera violacea di Nerofumo.
Quando la nuvola finalmente si depositò degli invasati non c’era traccia.
***
Finalmente Makoto iniziò ad intravedere Mistralopoli.
Erano anni che non la vedeva, da quando aveva nascosto il fossile.
Atterrò alla Palude Mistralopoli.
Era deciso a non dare nell’occhio per arrivare alla Torre Dragospira.
Non sembrava ancora esserci attività del Team Plasma.
Forse era riuscito ad arrivare per primo.
Richiamò Braviary nella Pokeball e si diresse verso la città.
Non fece però tempo a metterci piede che si ritrovò davanti un ragazzo.
Sembrava lo stesse aspettando.
Era poco più basso di lui, i capelli lunghi verde chiaro ed occhi come ghiaccio. Aveva uno sguardo gentile, profondo.
-Makoto di Soffiolieve devo presumere.- disse.
L’uomo si mise immediatamente sull’attenti.
-Chi sei?-
-Mi chiamo N e sono quello che ti ha fatto evadere.-
Makoto lo guardò con sospetto.
-Perché il Sovrano del Team Plasma dovrebbe avermi aiutato a scappare?-
Aveva capito chi era non appena aveva appreso il suo nome. Le guardie parlavano spesso di lui e aveva preso l’abitudine di prestare attenzione ai loro discorsi.
Il ragazzo fece un lieve sorriso, sembrava… divertito?
-Perché volevo fare qualcosa per scagionarmi e anche perché non sono una persona che ama i soprusi.- rispose.
-Perché dovrei crederti?- chiese ancora Makoto, la mano sulla Pokeball di Braviary.
-Non ti ho mai detto che devi.- replicò il verde.
Detto questo se ne andò, inghiottito dalla nebbiolina perenne della palude.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Premettiamo che scrivere questo capitolo è stato un parto difficile terminato con cesareo d'urgenza.
Tutt'ora non sono molto soddisfatta del risultato, mi è uscito un po' troppo veloce a mio parere, ma non sono riuscita a scrivere di meglio.
Non ho descritto l'incontro con N fuori dalla Palestra come nel gioco perché... fondamentamlmente sarebbe stato inutile, almeno sotto il mio punto di vista.
Finalmente siamo vicini al punto del gioco più interessante di tutt (almeno secondo il mio modesto parere).
E adesso sappiamo anche con esattezza come ha fatto Makoto ad evadere dalla sua prigionia.
Chi se lo aspettava?
Tutti o nessuno?
Beh, direi che da me per oggi è tutto.
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che mi state seguendo :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Ricongiungimento.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
   
 
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