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Autore: Teemo Omegasquad    07/10/2018    2 recensioni
Due esistenze collisero l'uno contro l'altro, dando vita a un evento storico che cambiò il mondo: la scoperta delle razze magiche.
Si pensò che si potesse coesistere insieme, all'inizio.
Portò a grandiose scoperte, ma purtroppo, anche disgrazie. Questo portò a crisi sparse a livello globale e continui conflitti, facendo capire che gli umani non erano più la razza dominante.
Per fortuna qualcuna non rimase ferma, muovendosi di conseguenza per porre fine a tutto ciò. I suoi ideali non si fermarono di fronte a nulla, appoggiata da persone a lei fidate.
Questo portò alla pace e fondazione di un ordine di cavalieri e paladini, votati a mantenere la tregua tra le razze, passando da testimone a testimone.
Però non tutti erano d'accordo su questo, trovandosi scomodi, pensando anche di essere nel giusto.
Questa storia racconta della nuova generazione e delle loro avventure e di quello a cui andranno incontro, lungo il loro cammino.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 2
Seconda radice: vacuo


Ad un tratto si aprì la porta dell'ufficio di Iris.
Entrò qualcuno che si poteva definire un vero uomo solamente dall'aspetto fisico.
Indossava un cappotto di pelle rosso cremisi, come se fosse fatta di sangue ancora vivo e pulsante, con sotto una canottiera bianca che metteva in risalto i muscoli, con pantaloni, scarpe e guanti nero pece, che sembravano provenire da un pronfondo abisso componendo un'orgogliosa armatura, con sugli occhi degli occhiali da sole.

-è il momento della cerimonia Iris.- la avvisò che era l'unica a mancare.

-Sì, arrivo Dante...- gli rispose ancora pensierosa, baciandolo con amore sulle labbra, uscendo dall'ufficio insieme a lei.

Ricambiò il bacio felice, ma Iris non era la prima donna che aveva amato.
La prima, a cui aveva donato il proprio cuore e amore, qualcuna per cui valeva la pena amare.
Tutto questo succedde moltissimo tempo fa, ancor prima che la grande guerra delle razze scoppiò, più di 30 anni fa.
Le razze magiche erano uscite allo scoperto da poco tempo dal loro mondo, per unirsi insieme agli umani, in pace, o almeno la maggior parte.
Dante era un famoso e rinomato mercenario.

Fu convocato dal re del regno di Zakhar.
Rispose alla convocazione dubbioso, con indosso la sua fidata armatura a piastre, oscura come la pece, con grossi spuntoni sugli spallacci che gli davano un'aria minacciosa.

-Benvenuto nel mio umile castello Dante, ti ringrazio per aver risposto alla mia convocazione.- gli diede il benvenuto, alzandosi dal proprio regale trono lasciando cadere a terra il suo regale mantello.

-Per qual motivo hai chiamato me...? è stato un viaggio decisamente lungo e spero che tu abbia un buon modo per convincermi.- incrociò le braccia infastidito, in attesa di una risposta.

-Beh, la chiamano il conquistatore, il distruttore, l'abbatti giganti, quindi ho voluto chiamarla per assumerla come guardia e verrà ricompensato lautamente. Siccome le tensioni si fanno sempre più fitte con le razze magiche è meglio avere qualche protezione in più.-

-E quanto esattamente...?- prestò attenzione alle ultime parole dette, mostrando finalmente dell'interesse.

-Che ne pensa come anticipo al momento?- il re schioccò le dita, facendo entrare nella sala del trono 3 forzieri pieni d'oro.

-Inizio oggi stesso allora.-

-Allora mi segua.-

Lo condusse, insieme a delle guardie, nei meandri del castello, portandolo di fronte a un grossa porta.
Quando entrarono si notò subito che era la stanza della figlia del re.

-Amalia, mia cara, voglio presentarti la tua guardia del corpo.- a quella frase, la ragazza si alzò che era davanti allo specchio.

-è un piacere conoscerla signor...?- indossava un elegante e vistoso vestito viola, con lunghi capelli castani che le cadevano lungo la schiena e gli occhi sembravano due zaffiri brillanti.

Gli sorrise andandogli incontro, aspettando che le rispondesse.

-Dante...- non la guardò nemmeno in faccia, impegnato a guardarsi intorno.

-Vi lascio conoscervi meglio, per qualsiasi cosa abbiate bisogno ci sono le guardie fuori. Mi aspettano vari doveri.-

Li lasciò soli, uscendo dalla stanza.
Dante ne approfittò per guardare subito dalla finestra per guardare meglio i dintorni del castello.

-Cosa fa? Perché guarda fuori dalla finestra?-

-Per controllare se il perimetro è sicuro.-

-Ma siamo nel castello reale, è il luogo più sicuro.-

-Di solito luoghi del genere sono i primi a cadere...-

-Piuttosto posso vedere il viso di chi mi proteggerà d'ora in poi...?- si avvicinò a lui senza farsi sentire.

Gli tolse l'elmo che lo copriva, ma le cadde immediatamente a causa dell'enorme peso, ma rimase stupita della sorpresa che celavano.
Dei capelli, che lei riteneva meraviglioso, bianchi come la neve e gli occhi coperti da una benda.
Ci infilò subito una mano, mettendosi in punta di piedi per toccarli, con gli occhi che le sbriluccicavano, come se fosse una bambina che stava osservando un nuovissimo gioco.

-La smetti...? Tipo ora...?- le disse infastidito, facendola smettere.

-Oh, mi scusi, ma non è da tutti i giorni trovare qualcuno con dei capelli come i suoi.- esaudì la richiesta, ritraendo il braccio. -Però mi piacerebbe sapere di più su di lei, a parte il nome intendo. Potrà esaudire la mia richiesta un giorno?-

-Sono la sua guardia del corpo, devo soltanto obbedire.-

-Mediterò su questo.- gli sorrise angelico.

Dante si guardò intorno nella stanza, notando due spade dalla lama sottile appesi al muro, degli stocchi per la precisione.

-Come mai ha questa decorazione?- indicò le due armi incrociate.

-Non sono una decorazione. Tiro di spada seguendo l'arte dell'arma bianca. In quanto priva di magia devo pur difendermi in qualche modo no?-

-Come prego...?- le chiese incredulo, pensando che stesse scherzando.

-Che c'è? Una principessa non può saper combattere?- si alzò dal letto con le braccia incrociate, mantenendo il sorriso.

-Da quando una principessa ha bisogno di saper tirar di spada?-

-Allora glielo mostrerò. Mi alleni!-

-Non è meglio per le vostre delicate manine dedicarsi al cucito? E perché mai una guardia dovrebbe insegnare?- la prese in giro toccando un punto dolente, rimanendo fermo al suo pensiero che lei fosse una principessa qualunque.

-Lo sa che le mie guardie seguono una dieta molto particolare...? Una dieta esclusivamente vegetariana e siccome lei è la mia guardia del corpo dovrà dare l'esempio agli altri, seguendone una vegana. Ma, e dico ma, se mi allenerà per lei questo non varrà. Mi sembra un accordo che vada a vantaggio di entrambi no?- mentre gli esponeva il patto, gli camminò intorno con un'espressione astuta, anche più di una volpe.

-Vuole iniziare ora?-

-Certo, mi segua al campo d'addestramento.- Amalia canticchiò felice, conducendolo al campo.

Era un luogo molto ampio, poteva ospitare molte persone nello stesso tempo.
Avevano preparato un'area apposta per loro, con un ampio tavolo con una vasta varietà di armi.
Dante le stava guardando, provandole e testandone il materiale di cui erano fatti, aspettando la principessa che era andata a cambiarsi.

-Sono le armi che può scegliere. Scelga quello che più le aggrada. O magari ne vuole di altri tipi? tornò da lui, indossando una tuta bianca da scherma, coi capelli raccolti all'indietro in una specie di coda di coniglio, mentre brandiva un semplice stocco in mano.

-Sono abituato ad armi più pesanti...dovrò abituarmi a queste...- prese una spada lunga, facendola girare e menando qualche colpo nell'aria.
.-

-Beh, spero non ti diano problemi. Iniziamo al mio...- lei non finì la frase che venne sorpresa da un attacco a sorpresa da parte della sua guardia, mettendola in difficoltà in quel istante, procuradole un piccolo taglio sulla guancia che sanguinò subito.

Menò pesanti colpi di spada, facendola continuamente sbilanciare e perdere l'equilibrio.
Cadde a terra per un istante, schivando l'affondo che si conficcò a terra, tornando in equilibrio per poter contrattaccare.
Dante, con un rapido e agile movimento di polso, fece scontrare le due punte l'una contro l'altro, e la disarmò colpendole il polso con cui brandiva lo stocco, buttandola a terra mettendole la spada alla gola.

-Se fosse un vero combattimento sareste già morta. Ci sarà molto lavoro da fare, sappia questo e diventerò ancora più brutale. Vuoi continuare comunque?- le chiese, lasciandola andare, con tono freddo e distaccato.

-Non chiedo di meglio!- si rialzò, sorridendo e con un'espressione determinata, come se fosse pronta ad affrontare il mondo intero da sola.

Dante rimase sotto incarico ancora per molti anni.
Si stavano esercitando nel tirare con la spada e Amalia dimostrò grande abilità nell'arte dell'arma bianca, ma non sufficiente per poterlo battere.
La principessa procedette con un rapido affondo, tenendo la mano libera dietro la schiena, e lui la schivò facilmente colpendole con un pugno la schiena, facendola cadere a terra.

-Forza! I nemici non aspetteranno che ti rialzi! Coglieranno la prima occasione per ucciderla!-

-Ancora Dante...!- si rialzò da sola, mettendosi in una posizione di attacco impugnando la sottile spada, con qualche graffio sul viso.

-Avrei una piccola curiosità da chiederti Amalia.- con l'elsa della lama le bloccò ogni colpo con estrema facilità.

-Dimmi pure...!- lei continuò a muoversi agilmente, provando nuovi attacchi, schemi e finte.

-Potevi rifiutarmi come guardia fin dall'inizio. Perché non l'hai fatto?- con abilità la disarmò, facendole volare l'arma in aria che poi finì conficcata a terra.

-Perché mai avrei dovuto rifiutare? Non ne avevo alcun motivo per farlo.- fece una scivolata in mezzo alle sue gambe, riprendendosi lo stocco, preparandosi ad attaccare di nuovo.

-E se non ero umano invece? Cosa avresti fatto?- parlò, continuando l'allenamento, falciandole le gambe con un colpo secco, facendola cadere a terra di nuovo.

-Che vuoi dire? Non mi sarei rifiutata in ogni caso.- gli rispose diretta, rimettendosi su, ansimando.

-Adesso basta per oggi. Abbiamo fatto abbastanza.- le prese l'arma dalle mani con estrema facilità, anche a causa della stanchezza che Amalia aveva addosso.

-V-va bene...- parlò a fatica a causa del fiatone, asciugandosi la fronte con un asciugamano.

Ad un tratto vennero convocati entrambi dal re per una missione di pace.
Gli spiegò che gli orchi erano sul piede di guerra e volle mandarli per stipulare una tregua, per calmare le acque.
Amalia accettò volentieri, potendo finalmente uscire dal castello per adempiere ai doveri di principessa, iniziando subito i preparativi.

-Amalia, sei sicura di volerlo fare?- le chiese Dante, per nulla tranquillo.

-Sì, ho sempre voluto aiutare mio padre e ora ne ho l'occasione! E poi se ci sei anche tu mi sento decisamente più sicura.- gli sorrise solare, pronta più che mai.

Senza accorgersene, Dante gradì nel profondo quella frase, come se gli avessero fatto un complimento.
Dopo svariate ore partirono per la missione di pace, muniti di molte guardie e di un convoglio ben armato.
Per arrivare a destinazione furono obbligati a passare attraverso la foresta nera.
Quel posto era diventato famoso a causa della materia oscura che sgorgava dalle crepe di quei misteriosi alberi dal colore nero misto grigio, come se fosse cenere, rendendo quel luogo uno dei più pericolosi al mondo.
Il semplice contatto significherebbe morte certa, pericolo mortale, punto di non ritorno.

Ad un tratto Dante fece segno con la mano di fermarsi, scrutando con attenzione i dintorni. Sentiva il pericolo avvicinarsi a loro, pronto a assaltarli.
Infatti fu proprio così, perché degli orchi uscirono dai loro nascondigli ben mimetizzati, saltando addosso alle guardie e sopratutto su Dante, lasciando indifesa la principessa.
Il guardiano reale provò a liberarsi per soccorrere Amalia, ma una montagna di carne verde lo teneva bloccato a terra.

-Vieni con noi principessa. Il nostro capo vuole vederti, ti vuole come carne da riproduzione!- l'orco più grande allungò la mano su di lei, per poi ritrovarsela mozzata di netto.

La principessa "indifesa" si rivelò non esserlo, piantando i piedi sulle spalle della montagns verdognola, infilzandogli la testa con lo stocco come se fosse uno spiedo, cadendo a terra.
Dante riuscì finalmente a liberarsi, togliendo di mezzo tutti gli orchi, aiutato dalle guardie.
Non fu troppo difficile sbarazzarsi di loro, ma non avrebbero potuto vivere molto in quanto erano stati infettati dalla materia oscura presente nella foresta.
Si prepararono a tornare indietro, dando per fallita la missione, mentre Amalia stava guardando l'ammasso di cadaveri orchesco.

-Amalia...? Tutto bene...?- la sua guardia del corpo si avvicinò lentamente a lei, preoccupato.

-Perché lo hanno fatto? Eravamo venuti apposta per stipulare la pace, per andare d'accordo, ma per loro noi umani siamo solamente carne da macello e riproduzione...- cominciò a tremare, girandosi di scatto tornando al convoglio. -Torniamo a casa Dante...-

Annuì, accompagnandola.

Passarono svariati anni di servizio, finchè non convocarono Dante per un'udienza dal re, senza spiegargli il motivo o altro, lasciandolo in sospeso.
Non capì il motivo di tale chiamata, ma in preda alla curiosità si preparò.
Una volta pronto si presentò alla cerimonia, che presenziava nella sala del trono, con tutti i reali e il re, insieme alla figlia.
Si avvicinò al trono.
Il sovrano prese la spada, alzandosi in piedi, ma Dante lo fermò.

-Le chiedo perdono, ma non posso accettare questa carica. Piuttosto che essere un pinguino che prende ordini, preferisco sposare vostra figlia Amalia.- quel rifiuto scatenò un brusio generale in tutta la sala, mettendolo sul dubbio.

Il re stava per parlare, ma Amalia si mise in mezzo, sorridente e dicendo al padre che non era nulla di grave, capendo le parole di Dante meglio di chiunque altro.

-Dante, per favore...falla meglio la tua proposta.-

-Beh...ecco...come posso dirlo...? Cavolo, pensavo fosse più facile da dire...!- tutto agitato prese un piccolo cofanetto dall'armatura.

Per l'agitazione cominciò a saltargli tra le mani, cadendogli poi a terra.
Lo riprese con le mani tremanti, mettendosi su un ginocchio, aprendolo mostrando al suo interno un anello matrimoniale.
Non appena lo vide, gli occhi di Amalia cominciarono a brillare saltandogli al collo felice, urlando sì.
Tutti quanti guardarono il re, in attesa di un suo esito.
Sospirò, non aveva mai visto la propria figlia così felice, accordando il matrimonio.
Furono fatti grandi festeggiamenti in onore del matrimonio.
Prepararono tutto quanto, degno di una reale e Dante trovò quell'occasione per indossare l'abito elegante.
L'intero regno festeggiò.
Una volta finiti i festeggiamenti andarono in luna di miele, solo loro due, senza guardie perché Amalia era comunque al sicuro con lui.
Andarono in un luogo meraviglioso, più precisamente ai laghi di Merzhal, famosi per la splendida acqua limpida e rigenerante, metà favorevole per i viaggi di coppia.
Passarono una stupenda giornata insieme per poi giungere a sera, ovvero il momento di consumare il matrimonio.
Entrarono in camera da letto mentre si baciavano, tenendola in braccio proprio come una principessa.

-Ti prego...sii gentile Dante...- Amalia era tutta rossa, mentre la posava sul letto matrimoniale.

-Amalia...devo dirti una cosa importante...- si mise sopra di lei, emanando una strana aua magica.

Gli apparvero due grossi ali imponenti e una coda neri come la notte, la pelle delle braccia e delle mani si tramutarono in scaglie e anche lungo i lineamenti del mento, coprendosi il viso con una mano, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi.
Ma si sorprese quando lo baciò con amore e passione, rimanendo stupefatto.

-Che tu sia umano e no, non mi importa Dante. Ti amo e nemmeno la tua pelle o razza mi farà cambiare idea.- gli sorrise dolcemente, carezzandogli il viso, persino il mento, avvicinandolo a se.

Il dragone quasi piange di gioia, baciandola con foga, lasciandosi andare dall'eccitazione di quel momento.
Fu una notte fantastica, entrambi si abbandonarono a Eros e da quella notte concepirono la loro unica figlia, Olivia.
Il padre di Amalia fu felice che aveva una nipotina così bella. La bellezza la aveva presa senza dubbio dalla madre.
Passò sopra sul fatto che era anche mezzo drago, per la felicità della propria figlia.
Passarono un paio di anni da allora e Dante andò dalla propria amata, dopo aver addormentato la prole.

-Cosa dovevi dirmi Amalia?-

-Voglio che gli umani riconoscano le razze magiche come propri pari. Tutti questi perseguimenti...maltrattamenti e pregiudizi solamente perché sono diversi...devono finire!- battè il pugno contro il muro, indignata dal comportamento degli umani.

-Lo sai che sarà dura e richiederà molto tempo, sopratutto da parte degli umani per capire. Sono avidi e mali...!- si fermò, ricordandosi che anche Amalia era umana.

-No...hai perfettamente ragione Dante! Sono avidi, maligni, meschini...i peggiori animali di questo mondo...ed è per questo che bisogna fare qualcosa!- pianse di amarezza, stringendo i denti.

-Vorrà dire che lo farmeo insieme allora.- la abbracciò da dietro, baciandole con dolcezza la testa.

Amalia fu felice di quel gesto, girandosi per poi abbracciarlo sorridendo.
Dante ricambiò, pronto ad appoggiarla e aiutarla in quell'impresa che sembrava impossibile. Aiutare il suo cuore, carico di coraggio, a fare quel primo passo per porre fine ai sopprusi.
Tutto quanto si fece col dovuto tempo di cui necessitava.
I prossimi mesi furono ricolmi di lavoro, tra i rappresentanti convocati per discutere riguardo la pace e le notti insonni a causa della piccola Olivia.
Quello fu l'inizio di qualcosa che era destinato a essere grandioso, ma purtroppo non sempre tutto procede secondo i piani.
Le guardie cittadine diedero l'allarme di un pericoloso intruso che si era introdotto durante il trattato di pace, seguito da un piccolo esercito di zombie che cresceva man mano che camminava.
Un uomo incappucciato, avvolto da un cappuccio e mantello nero come l'oscurità più nera, si stava dirigendo verso l'entrata del palazzo.

-Si fermi! Non può entrare!- un guardiano del portone provò a bloccarlo, mettendosi in mezzo al suo cammino.

L'incappucciato non profelì parola, alzando una mano avvolto dalla lunga e ampia manica.
Come una tempesta, uscì del fumo oscuro e spettrale, che lo travolse. La pelle venne contagiata da quella cosa che cambiò colore da rosa a nero, facendo avvizzire il corpo e disgregando la pelle fino a ucciderlo.

-ALLARME! L'INTRUSO è QUI!- l'altro guardiano diede l'allarme più veloce che poteva, venendo ucciso pure lui da quella nebbia funerea.

Alzò il dito all'insù e i due cadaveri si alzarono, trasformati in zombie, lo seguirono.
Dante, lasciando Amalia insieme ai rappresentanti, organizzò le difese il più velocemente possibile, preparandosi al contrattacco.
Aveva radunato circa una cinquantina di uomini, con gli scudi alzati, in posizione difensiva, davanti al portone.
Il grosso pezzo di quercia cadde lentamente, polverizzato e, come un fiume in piena, vennero travolti da una marea di morti viventi, che erano superiori a loro numericamente.

-Li odio i necromancer!- Dante ringhiò di disgusto e rabbia, decimando i resti di quei soldati caduti.

Erano in estrema difficoltà.
Più ne uccidevano e più sembravano che ne apparissero, facendolo sembrare un'orda senza fine e come se non bastasse intervenne pure il negromante col suo fumo oscuro, "convertendo" i guerrieri ancora vivi dalla sua parte.
Il dragone riconobbe subito quella nebbia, era fatta di materia oscura. Quindi era qualcosa in grado di manipolare?
Quel pensiero gli passò di mente quanto stava per essere colpito anche lui, ma rispose con un potente colpo di spada che la dissolse immediatamente.
Ormai era rimasto solo, circondato da quei cadaveri moventi, che si stavano avvicinando a lui.
A quel punto estrasse una seconda spada, pronto a dar battaglia.

Dante si destreggiò alla perfezione, riuscendo a tener testa a entrambi i fuochi nemici.
Si alternava tra la destra e la sinistra nel decimare gli zombie e dissipare il fumo di materia oscura, impedendone il contatto fisico, ma non accennavano a diminuire, anzi, aumentavano sempre di più!
Più andava avanti e più la stanchezza stava cominciando a farsi sentire, disfandosi man mano dell'armatura per alleggerire il carico e che uso come oggetti da lancio, rimanendo in pantaloni e canotta.
All'improvviso lo attaccarono in un attacco di massa simultaneo, costringendolo a focalizzarsi solamente su loro, distruggendoli in un unico colpo incrociato di lame.
Si fermò per un secondo, ormai distrutto dalla stanchezza e barcollante privo di forze, ma fu il suo più grande errore che non si sarebbe mai perdonato in vita sua.
Ad un tratto un incantesimo carico di energia oscura lo colpì sulla schiena, quasi facendolo cadere sulle ginocchia, sorprendendo il tenebroso mago.

-P-pensi che ci voglia così poco per buttarmi giù?!- Dante aguzzò i denti, mentre le scaglie stavano cominciando ad estendersi.

Di colpo lo prese per il collo e dei flussi viola fuoriuscirono da lui, affluendo verso il necromancer, sentendosi sempre più sfinito e i sensi si offuscarono.
La fatica compiuta prima lo misero in una posizione di non poter reagire a quel risucchio magico.
Non appena lo lasciò andare, svenne sul pavimento, annullando la trasformazione.
Si svegliò all'incirca due ore dopo, sentendo che si era fatto un silenzio tombale e preoccupante.
Non appena si rialzò, corse a perdifiato verso la sala delle udienze.
Sperava che fossero tutti salvi. Sperava col cuore che nessuno fosse morto! Ma scoprì la dura e amara verità che fu un tremendo colpo al cuore.
Tutti quanti...uccisi e quella messa peggio tra tutti era Amalia, la cui infezione ormai le aveva intaccato tutto il corpo, che aveva provato a difenderli.
Si avvicinò a lei e la sollevò da terra.

-D-dante...- aprì gli occhi, sorridendogli con molta fatica a causa della propria condizione.

-N-no! Cosa ho fatto?! Se solo non mi fossi distratto in quel momento tutto questo non sarebbe successo...! Te saresti ancora viva!-

-Hai fatto del tuo meglio Dante...-

-Non parlare! Risparmia le forze! Non lasciarmi!- balbettò in preda al panico, mentre la paura e la tristezza lo stavano pian piano dominando.

-è-è troppo tardi ormai...non posso più salvarmi...-

-Ci deve essere una soluzione...!- le lacrime non si accennavano a smettere di calare.

-Ti amo...Dante...Drake...- sollevò lentamente una mano, carezzandogli il viso un'ultima volta, prima di esalare il suo ultimo respiro, sorridendo in faccia alla morte con il coraggio che aveva sempre mostrato.

In preda al panico, provò a rianimarla, a salvarla come meglio poteva, a farla tornare da lui, però nulla funzionava.
La strinse forte a se, dandosi la colpa della sua morte. Se non si fosse distratto...se non si fosse fermato...gli eventi sarebbero stati diversi?
I suoi occhi divennero completamente bianchi e vuoti.
I sensi di colpa lo stavano schiacciando sempre di più. Continuò a sentire una voce, che lo accusò ripetutamente, che era solo colpa sua, del suo momento di stanchezza che aveva determinato l'accaduto. Il suo cuore, che aveva iniziato a farsi sentire solo per Amalia, cominciò lentamente a ritornare come era prima, ovvero quasi inesistente e duro come la pietra.
Rimase immobile e inerme, tenendo in braccio la donna che amava più al mondo.
Tutte quelle emozioni negative attrarono la materia oscura residua per terra e nell'aria, convergendo verso Dante.
Intaccarono il suo corpo, infettandolo pian piano, però non riuscì a sentire alcun dolore.
Ma qualcosa stava succedendo, quel fumo oscuro non riuscì corromperlo, perché la sua natura magica da dragone lo protesse.
Quella cosa non si arrese, avvolgendolo in una grossa massa che lo inglobò completamente.
Quella sfera fatta di oscurità si incrinò, ingrossandosi in alcuni punti come una specie di blob.
Si distrusse in una gigantesca esplosione nera, a causa di una grosa reazione di rigetto dalla natura draconica di Dante. Si estesero rovi oscuri, traboccanti di fumo spettrale, muniti di grandi spine che si estesero a loro volta, fino a ricoprire completamente il regno ormai morto e disabitato. Quel luogo, con il passare del tempo, sarà rinominata "Antro della morte".
Il dragone si alzò in piedi, staccandosi dai rovi di cui era il nucleo centrale, tenendo in braccio Amalia come la principessa che era.
Lentamente uscì dai resti morenti di Zakhar, le piante oscure si tolsero al suo passo, liberandogli la strada.
Aveva finalmente trovato la felicità, qualcosa per cui valeva veramente la pena continuare a rimanere in un singolo luogo, ma gli venne strappato da un essere completamente malvagio, giurando a se stesso che gliela avrebbe fatta pagare.

Quel evento divenne uno dei motivi per cui la grande guerra delle razze scoppiò in ogni angolo del globo, venendo addirittura storpiato e soltanto Dante sapeva come le cose fossero andate veramente.

*****

Dante tornò nelle forze militari, erano passati ormai 18 anni dal tragico evento, che lo tormenta nel sonno, ogni singola notte.
Gli venne affidato l'incarico di fare da scorta a un mercante dell'oriente in una cittadina, che stava tornando alla vita nonostante la continua devastazione della guerra.
Al suo fianco c'erano altre guardie, ma non alte quanto lui, scambiandole per dei nanetti in suo confronto.
Si era già stufato di stare accanto a quel grassone, ma ad un tratto la sua mercanzia venne presa d'assalto da dei figli della strada, intervenendo immediatamente coi suoi rovi oscuri, mietendo le loro vite.
Solo una ragazza era ancora in vita, con appresso un grosso bottino sulle spalle.
Non appena si girò le prese il panico scappando in preda alla paura, per poi inseguirla
Fu un inseguimento molto movimentato e la ragazza gli lanciò contro il sacco per seminarlo.
Tentò di afferrargli un braccio per poi buttarlo a terra, ma gli tolse solamente il mantello rivelandone l'identità.
Era un grosso uomo muscoloso con una benda nera sugli occhi, dai corti capelli mori che, in apparenza, evidenziavano il carattere duro e freddo della guardia che aveva di fronte e la divisa militare con gli scarponil e fecero affermare questo sempre di più insieme ai muscoli, con una lunga e enorme coda nera di drago mostrando la sua razza di appartenza, ma sembrava muoverlo con discreta agilità facendola sembrare un terzo braccio.

-Va tutto bene ragazza, non voglio farti del male.- tentò di rassicurarla per fermarla.

-Fottiti stronzo! Dite tutti quanti così per poi tentare di catturarmi o uccidermi! E poi come cazzo fai a vedere se sei bendato?!?!-

-Posso vedere i tuoi selvaggi e lunghi capelli neri, il tuo fisico e che nascondi gli occhi color smeraldo.-

-S-stai zitto!-

Provò a colpirlo con un pugno nello stomaco guidata dalla paura, ma quando lo colpì le si ruppe quasi la mano, era come colpire un blocco di acciaio.
Il dragone, in quell'attimo, la prese bloccandola a terra in una presa di sottomissione, rompendole un braccio senza volerlo, ma si dimenò tentando di liberarsi.

-Se ti calmi ti lascio andare!- la ragazza si fermò e quando la lasciò ne approfittò per scappare via.
-Ma sei seria?- la bloccò di nuovo, ammanettandola e portandola con se.

Quando la portò dal mercante venne severamente rimproverata e prese una sciabola intenzionato a tagliarle un braccio come punizione.

-Penso che sia più utile con entrambe le braccia e ho qualche lavoretto per lei per questo. Me ne occuperò io e scommetto che non è un problema per lei vero? - Dante prese la ragazza mettendola dietro di se dicendolo con un fare intimidatorio, riuscendo ad ottenere l'approvazione.

Instillò nel mercante una paura viscerale, passando sopra all'accaduto, nonostante avesse gli occhi coperti dalla benda.
Quel pomeriggio stesso terminò l'incarico, mettendosi in tasca vari fogli e se la portò con se.

-Su, ora ti porto con me da una mia amica che ti metterà a posto il braccio e la mano.-

Intrapresero un viaggio che durò per ben 5 ore in treno.
In lontananza videro una grande città, florida e ricca, per poi scoprire che era la più grande metropoli mai creata finora, nonche simbolo della futura pace.

-Q-quella è...!-

-Sì, Icatiel, la più grande metropoli esistente al mondo, nonche il fulcro di ogni cosa e centro dell'esercito e anche la nostra destinazione. Forza, preparati e ti troveremo pure qualcosa di decente da metterti, ti unirai all'esercito.-

Lei non replicò, valutando che era un individuo particolarmente forte e che era meglio non avere contro.
Una volta scesi non si fermarono da nessuna parte, dirigendosi subito in caserma.
I soldati presenti esultarono quando entrò il dragone, urlando come se fossero un coro da stadio, dicendo cose tipo "bella la ragazza! te la vuoi fare?" e simili, urlando il suo nome.

-Non pensavo che ci fosse così tanta carne morta da mangiare.- li mise in silenzio in quanto era anche un loro superiore dirigendosi nella infermeria.

Disse alla ragazza di abbassarsi quando aprì la porta e infatti fece come dice in quanto volò addosso a loro una sedia in metallo.

-Porco di...! Dove cazzo eri finito brutta testa di cazzo di una lucertola nera troppo cresciuta?!- un'infermiera elfa si lanciò addosso a lui con un calcio volante, ma la prese per la caviglia lanciandola contro il muro in una grossa chiazza di sangue, sentendo un fragoroso rumore di ossa che si rompevano tutte insieme.

-Ma l'hai uccisa!!!- rimase sconvolta da ciò che aveva fatto.

-Non muore per così poco...o almeno non può morire proprio in ogni caso. Ti presento Scarlett, un'elfa mezza matta e piuttosto violenta.-

-Esattamente!- si staccò dal muro ricomponendosi pezzo per pezzo con un fragoroso rumore di ossa.

-Allora, che cazzo ti serve Dante?- si tolse la cuffia e la mascherina mostrandone i lineamenti del volto.

Aveva dei lunghi capelli scarlatti proprio come faceva presagire il nome, gli occhi di un vigoroso e acceso rosso invece ricalcavano sempre un'espressione di rabbia e disgusto verso chiunque guardava, tutto quanto era intonato al suo umore attuale o almeno pensava che era così solo in quel momento, accorgendosi dopo che aveva un sinuoso fisico, dalle curve provocanti.

-Dai un'occhiata a questa ragazza, io devo fare un paio di cose. Tienila d'occhio per me.- la lasciò a lei dileguandosi.

La ladra decise di approfittare di quel momento per scappare, ma un bisturi la bloccò alla parete tramite i vestiti e Scarlett le fece segno col dito di no con un'espressione da pazza tirandola verso di lei guardandole il braccio.
Mugolò di dolore mentre le muoveva l'arto.
Una volta finito di valutarne lo stato l'elfa creò dei cerchi magici sui palmi delle mani, afferrandola stringendo con forza, quasi facendola gridare, ma al tempo stesso glielo curò, rimettendola apposto.

-Come ti chiami ragazza?- le chiese bendandole il braccio con una specie di benda magica.

-I-iris...-

-Mi domando come mai Dante ti abbia portata qui, non è il tipo da fare queste cose. Comunque faresti bene a rimanere qua con me, questo edificio è pieno di soldati arrapati e pure vecchi che ci proverebbero con la prima bella ragazza che vedono.- la incitò a rimanere con lei più per proteggerla.

Infatti ciò che disse Scarlett non ci mise poco a realizzarsi.
Due soldati erano entrati in infermeria, flirtando con Iris, che si imbarazzò subito tentando di prendere le distanze, ma le loro robuste braccia la bloccarono quasi portandola fuori.
L'elfa intervenne infastidita separandoli dalla ragazza con dei calci volanti, sbattendoli fuori, rompendogli pure il naso.

Dante si diresse verso un saloon molto rumoroso, spalancandone le porte con forza.
Si diresse immediatamente verso il balcone, poggiandosi sopra con un braccio.

-Ehi, è arrivato il mio informatore?-

-Perché non glielo chiedi a lui?- il barista, che era umano e con molti anni sulle spalle, gli indicò con la testa accanto a lui.

-Per la miseria Dante! Ci ho quasi rimesso la vita per procurarti quello che volevi! Adesso voglio che mi dai il doppio della paga pattuita!- una grossa montagna di muscoli sbattè il pugno contro il balcone con rabbia, intenzionato a volere i soldi che, secondo lui, gli spettano.

-Ti pagherò con soltanto i soldi che ti ho promesso, non un soldo di più.- disse con calma e freddezza.

-Io dico invece che mi darai quanto ho chiesto!- si mise a ridere fragorosamente, accompagnato dai brutti ceffi che stavano ospitando in quel momento il saloon.

Ad un tratto si fece un silenzio tombale in sala e quando il muscolone riaprì gli occhi vide che tutti quanti avevano puntati alla gola delle spine di rovi, pronti a impalarli sul posto, che emanavano uno strano fumo funereo.
Cominciò a tremare come una foglia impaurito e a temere per la propria vita.

-Siccome hai voluto fare lo stronzo non avrai nessuna paga e mi prenderò le informazioni che hai raccolto finora. Forza...- Dante gli porse la mano, aspettando che facesse come aveva detto.

Glieli diede immediatamente, ritirando lentamente i rovi uscendo dal saloon.
Tornò in caserma verso sera.

-Era ora che tornassi! Che fine hai fatto?!- lo rimproverò la pazza, volendo sapere cosa avesse fatto.

-Non incazzarti fin da subito Scarlett. Ho finalmente trovato notizie di lei, prendo le mie robe e parto subito!- andò al suo armadietto raccattando tutto quello che c'era dentro.

Si bloccò a guardare Iris per un secondo, prendendola di peso per un braccio.

-E tu verrai con me. Mi saresti più utile in viaggio che qui.-

-E-ehi! Perché dovrei venire con te?!- gli chiese infastidita.

-Preferisci subire le advance di vecchi arrappati e andare incontro di nuovo alla morte oppure venire con me e vivere senza questi rischi?- una domanda veramente convincente le fece.

Remuginò per qualche secondo, decidendo di andare con lui.

-Ehi! Mica mi vorrai lasciare qua ad annoiarmi?! Con te è tutto più divertente e meno noioso! E poi mica lascio da sola Iris con te e alle tue "abilità" di guarigione!- Scarlett aveva già un grosso zaino in spalla, pronta a partire insieme a loro.

-Molto bene allora. Avevo giusto bisogno di qualcuno che medicasse eventuali ferite di vario genere o simili.- rimise giù Iris a terra.

Una volta tutto pronto uscirono dalla caserma cominciando un viaggio che sembrerà non avere fine.
Ma non sapevano che quel viaggio era soltanto l'inizio delle origini della Braveheart, costruendone le prime radici e fondamenta.

Prossimo capitolo: Progenie del fulmine(il titolo può essere soggetto a cambiamenti)

ANGOLO AUTORE
Questo capitolo doveva essere pubblicato più di un mese fa, ma ho avuto la sfortuna che il pc si rompesse facendomi perdere tutti i dati al suo interno, obbligandomi a riscriverlo per intero...ci sono finalmente riuscito e posso morire felice!
Mi è costata molta fatica perché di personaggi Dante e Amalia(che sono di stardust) erano veramente complicati e difficili da fare! Per mia fortuna Star mi ha aiutato moltissimo e il capitolo praticamente l'ha scritto lei indirettamente secondo me! Probabilmente mi sarò scordato qualcosa, scusate, ma è colpa della stanchezza.
Spero vi sia piaciuto e ci si vede al prossimo capitolo!
   
 
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