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Autore: Mari Lace    08/10/2018    4 recensioni
Writober: un prompt, una flash (protagonisti Juvia e Gray) al giorno.
#1: Invito. Era passato un anno, da quando le aveva promesso una risposta che ancora non aveva ricevuto.
#2: Nuvole. Sorrise felice. Amava il sole, il regalo di Gray per lei.
#3: Insonnia. “Insonnia”, non aveva saputo formulare una scusa migliore.
#4: Segreti. Non era mai stato bravo ad aprirsi con gli altri, Gray. [...]
#7: Vento - Komeroshi. Questa storia partecipa alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP.
#9: Lettere. Passarono un secondo, due, tre, di silenzio.
Poi Gray rise.

#28: Sciarpa. Fu allora che Gray fece qualcosa di davvero inaspettato. Sciolse il nodo della sciarpa, e lentamente – Juvia ne fu quasi ipnotizzata – ne avvolse un’estremità attorno a lei.
#31: «Cosa ne pensi, Gris? Papà non sembra un bellissimo vampiro così?»
L’interrogato la guardò scettico, facendo sorridere Gray: quante volte aveva assunto quella stessa espressione?
«Dici sempre che è bellissimo, mamma» sottolineò il bambino. «Ora possiamo andare? Voglio i dolcetti!»
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Gray/Juvia, Lluvia
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Statua


Prompt #8:

Statua







Gray sospirò. La convivenza con Juvia era piacevole, non si era pentito della sua proposta, ma.

C’erano volte in cui si sentiva a disagio, e quell’esatto momento apparteneva a queste.

Quella mattina Juvia era stata più esuberante del solito. Aveva passato tutta la colazione con il sorriso sulle labbra, che di per sé non era insolito; c’era qualcosa, tuttavia, che la faceva apparire più smagliante del solito.

Il motivo del suo più che ottimo umore era emerso solo alla fine del pasto.

«Oggi è il novantatreesimo giorno che Juvia passa nella casa di Gray!» aveva esclamato, tutta contenta.

Lui l’aveva fissata a dir poco confuso. «E… allora?» aveva domandato, sospettando già di pentirsene a breve.

Il sorriso della ragazza era rimasto invariato. «Juvia vuole festeggiare questa data importante. Juvia ha preparato una cosa per Gray!» aveva annunciato.

Ora Gray si trovava davanti alla porta di casa, in attesa che Juvia, all’esterno, aprisse la porta e gli mostrasse il regalo.

Chi festeggia il novantatreesimo giorno? si chiese scuotendo la testa. Solo Juvia, ovviamente, lo sapeva bene; non era questo a preoccuparlo, in realtà.

L’ultima volta che lei gli aveva fatto un regalo, questo era stato un enorme cuscino con Juvia rappresentata sopra. Un’altra sua stravaganza era stato il pan-Gray, puntualmente accompagnato dal pan-Juvia.
I regali di Juvia lo preoccupavano, non sapeva mai cosa aspettarsi. Soprattutto perché era uscita in cortile da una decina abbondante di minuti. Cosa poteva star preparando lì fuori?

Un brivido corse lungo la schiena di Gray, e non era dovuto al freddo.

Finalmente sentì la voce di Juvia chiamarlo.

Dopo un ultimo sospiro aprì la porta, ripromettendosi di non reagire troppo male alla sorpresa, se possibile.

La prima figura che scorse fu Juvia, che gli sorrideva dal centro del cortile. Indicò verso sinistra, e fu allora che la vide, seguendo il suo sguardo.

Un’enorme statua con le sue fattezze, a grandezza naturale.

Gray batté le palpebre un paio di volte, augurandosi di essersela immaginata.

Naturalmente, non era così. La statua rimase lì.

«Ti piace, Gray?» domandò Juvia affiancandolo. Notò che le brillavano gli occhi. Era bello vederla così felice.

Con un nuovo sguardo alla statua, un’idea gli balenò in mente, ma si affrettò a scacciarla. Che assurdità andava a pensare? Si stava facendo contagiare da Juvia.

Tornò a guardarla: fissava la statua come se avesse voluto memorizzarla.

«Due Gray: Juvia non potrebbe essere più felice!» esclamò. «È venuta bene. È perfetta come te» aggiunse, voltandosi verso di lui. «Anche se Juvia preferisce sempre l’originale!» asserì slanciandosi in un abbraccio.

Gray la lasciò fare, dopo un attimo di esitazione ricambiò l’abbraccio. Lo sguardo gli tornò alla statua.

Dicendo definitivamente addio alla sua dignità, prese una decisione.

«Non è perfetta. Manca qualcosa» mormorò, sciogliendo l’abbraccio.

Ice Make!

A fianco del Gray di pietra apparve una sagoma di ghiaccio.

«Quella è…» bisbigliò lei stupita, riconoscendosi.

Si voltò verso Gray, che aveva preso a fissare un punto lontano.

«Ora va bene» gli sentì dire. Sembrava imbarazzato.

Juvia sorrise.

Grazie.

  
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