Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: SagaFrirry    08/10/2018    2 recensioni
"Tu credi che il mondo sia solo bianco e nero, tutto per te può essere solo bianco o nero. Ma io sono la prova che non è così. Io sono il grigio? No. Io sono l'intero spettro di colori dell'Universo!".
Keros è un demone, ma non del tutto. È figlio di due specie molto diverse, frutto di un'unione per molti sacrilega. Questo è il racconto del suo cammino, lungo i secoli dell'esistenza. Fra Inferi e Cielo, buio e luce, dannazione e santità, scoprirà come essere realmente se stesso.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nella notte

-parte prima-

 

Ary e Keros si stavano godendo la cena. Il cibo era delizioso, l'atmosfera unica ed il locale era davvero esclusivo. Il principe, abituato a sfarzi di gran lunga più eccessivi ed esagerati, non voleva altro che trascorrere del tempo in santa pace con il mortale. Complimentandosi a vicenda per l'abito scelto, in entrambi i casi molto elegante, ridevano e si rilassavano.

“Ho una sorpresa per te" parlò, ad un tratto, l'umano.

Con sé portava una valigetta d'ufficio, in pelle nera e cinghie in argento. La aprì con un sorriso compiaciuto e ne estrasse un libro, con una splendida illustrazione in copertina ed il titolo stampato in rosso cupo.

“La prima copia" spiegò Ary, porgendo il volume a Keros.

“Il tuo nuovo libro?” intuì subito il mezzodemone.

“Sì. Dalla prossima settimana sarà in vendita. Ed io ci tenevo a farti avere la prima stampa".

“È meraviglioso! Posso avere un autografo?” rise il principe, sfogliandolo incuriosito.

“Leggi la dedica…”.

Keros lesse e rimase in silenzio. “All'uomo che amo", vi era scritto “Al mio demone dal cuore d'angelo, che ha reso possibile tutto questo".

“Volevo fossi tu il primo ad averlo fra le mani" continuò Ary “Ed ovviamente questa copia è per te".

“Io… non so cosa dire. Ogni giorno trovi il modo di stupirmi, e non è semplice con uno di mille e trecento anni!”.

“Ne sono onorato. Mi sento speciale. Magari è l'unicità della mia anima a rendere possibile tutto questo… o, molto più probabilmente, la tua vicinanza. Spero che fra noi le cose non cambino mai".

“Le cose cambiano sempre. È inevitabile. Fa parte della natura dell'uomo…”.

“E allora spero che fra noi le cose cambino sempre in meglio!”.

“Mi piace come idea!”.

Keros sorrise di nuovo, sorseggiando dell'ottimo vino ed aspettando il dessert. Più trascorreva del tempo con il suo amato e più si convinceva che il proprio desiderio di divenire un umano non era sbagliato. Adorava l'idea di mutare, crescere ed invecchiare con colui che gli sedeva di fronte. Ma di tale desiderio non ne fece parola alcuna quella sera...

 

Leonore era nervosa, lo doveva ammettere. Quando udì bussare alla porta, prese un profondo respiro. Diede solo un'ultima occhiata allo specchio vicino all'ingresso, dicendo a se stessa che doveva stare calma e sistemandosi gli orecchini. Era passata dalla parrucchiera quel pomeriggio ed ora i lunghi capelli biondo cenere erano mossi e con qualche riflesso più chiaro. Dopo essersi data un'ultima controllata, aprì e sorrise.

“Puntualissimo" commentò.

“Come sempre, mia cara" sorrise di rimando Lucifero “Sei elegantissima”.

“Grazie… accomodati".

Il re entrò in casa, dando un rapido sguardo all'orologio che ticchettava in corridoio.

“Volevi parlarmi…” mormorò il diavolo.

“Sì. Ho riflettuto molto su… quella faccenda. Ho preso la mia decisione: voglio farlo!”.

“Perdona la mia momentanea ignoranza ma… cos'è che vorresti fare esattamente?”.

“Il patto! Ho deciso di sottoscrivere un patto. Si dice così, giusto?”.

“Capisco… permettimi allora, prima di procedere, di concederti ancora qualche momento. Prendiamo un po' d'aria. Dove ti piacerebbe andare?”.

“Ma… perché…?”.

“Vieni. Conosco i tuoi desideri".

Leonore, titubante, non capiva bene quel che stava succedendo. Prese per mano il demone e tutto cambiò, in un solo battito di ciglia.

“Dove… dove siamo?!” riuscì a dire, senza lasciare la mano del sovrano.

“Prenditi qualche istante per guardarti attorno. Sono sicuro che lo puoi capire da sola".

La mortale rimase alcuni secondi ferma, ad osservare il demone che si accendeva una sigaretta. Poi distolse lo sguardo. Erano in alto, il vento le scompigliava i capelli, e le luci della città erano intense.

“Siamo… siamo a Parigi!” sorrise “E questa è…”.

“La Torre Eiffel. Già…” annuì Lucifero.

“Ho sempre sognato andare a Parigi! E da qui è una meraviglia! Le stelle, le luci…”.

“Lo so… Non è male".

“Ho come l'impressione che a te nulla possa piacere per davvero…”.

“Ti sbagli. Molte cose mi piacciono. Solo che, sai… dopo millenni di esistenza, è estremamente difficile trovare qualcosa che mi sembri nuovo o spettacolare. Posso dire di aver fatto qualsiasi cosa nella vita. Più e più volte…”.

“Sembra quasi angosciante".

Lucifero alzò un sopracciglio, non sapendo cosa rispondere a quell'umana.

“Allora…” riprese Leonore “Come funziona? Cosa devo fare per firmare il patto con te?”.

“Sei davvero sicura di volerlo fare? Sai che ti attende l'eternità all'Inferno?”.

“Lo so. Io tento di venderti l'anima e tu cerchi di dissuadermi? Perché? Non capisco”.

“Non lo so" sospirò il diavolo “E tu perché sei così convinta? Sei sicura di voler far arrivare un bambino in questo mondo?”.

“Che intendi?”.

“Gli umani sono crudeli. Guerre, fame, imbrogli, perversioni… Non fraintendermi, io sono il primo a sguazzare in certe cose. Ma io sono un demone. E comunque ritengo di avere un'etica ben più solida della maggior parte dei mortali".

“Essere madre è quello che ho sempre desiderato. Lo so, non è una scelta priva di conseguenze ed è vero che il mondo è un posto crudele. Ma è anche un posto magnifico, pieno d'arte, di bellezza, d'amore. E non esiste amore più grande di quello che lega madre e figlio. Non voglio altro. Davvero…”.

“E va bene" alzò le spalle Lucifero “Restiamo ancora un attimo qui. La notte è ancora lunga…”.

La mortale annuì. Il demone stava fissando le stelle, ignorando del tutto qualsiasi cosa di creazione umana. Leonore si chiese a che cosa il re stesse pensando, con quell'aria distratta. Lei era ancora molto nervosa ma si sforzò di rilassarsi. Era una magnifica serata, dopotutto!

 

Dopo il ristorante, Keros ed Ary si erano spostati al Mephistophel ed erano circondati da demoni e umani tentati. Sul palco si stavano esibendo delle Succubus dagli abiti argentati, che brillavano quando colpiti dalle luci del locale. Mefistofele, dopo aver fatto gli auguri al nipote, stava raccontando di come Lucifero e Lilith si erano esibiti in un tango, qualche sera prima, ed avevano irretito un sacco di mortali. Il principe si stupì nel sentirsi dire questo, sapendo che a Lilith non piaceva per niente girare per il mondo umano.

“Le cose cambiano" ghignò Mefistofele “Anche il tuo umano si sentiva fuori posto nel mio locale mentre invece adesso sembra perfettamente a suo agio".

Keros rise, notando Ary al proprio fianco con sul viso un'espressione rilassata e divertita. Ordinò altro da bere, sapendo che sarebbe stata una lunga serata, e ricominciò a spettegolare con Mefistofele.

 

“Adesso mi vuoi dire come funziona? Che devo fare?” incalzava Leonore, una volta rientrati a casa.

“Ascoltami molto attentamente" si rassegnò Lucifero “Perché, se sbagli qualche passaggio, sono affari tuoi. Chiaro? Non rispondo di eventuali errori da parte dei contraenti".

“Va bene…”.

La voce del demone si era fatta seria, così come la sua espressione, e la mortale ne fu leggermente turbata. Ma si sforzò di mostrarsi convinta e determinata, annuendo con sicurezza.

“Svolgerò un rituale, ok? Al termine di questo rituale, entro l'alba, toccherà a te. Entro l'alba, dovrai concederti ad un uomo. Chi vuoi. Può essere il tuo ex marito o il primo che incontri per strada, non ci interessa. L'importante è che prima dell'alba ti scopi qualcuno. Capito?”.

“Capito… e se entro l'alba non riesco a…?”.

“Il rituale non sarà valido. E non lo ripeterò, perché è così che funziona. Non chiederò nulla, in quello caso. La tua anima resterà a te".

“Va bene…”.

“Poi le cose procederanno come abbiamo già concordato. Il bambino sarà tuo, umano, resterà con te e tu vivrai con lui. Quando accadrà, quando morirai, verrò a prendere la tua anima. Il modo in cui morirai non avrà nulla a che fare con me, o con altri demoni. Se sei d'accordo, procediamo con il rituale”.

“Quanto dura il rituale?”.

“Poco. Se vuoi, iniziamo subito. Anche se non abbiamo fretta…”.

“Che devo fare?”.

“Andiamo di sopra”.

Leonore seguì Lucifero lungo le scale, fino a raggiungere la camera da letto. La mortale ebbe un sussulto, intimorita. Perché il diavolo non usava i propri poteri per convincerla del tutto? Non riusciva a capirlo.

“Spogliati e stenditi a letto” ordinò il demone “Tranquilla… devo solo fare dei disegni su di te. Non essere timida…”.

La donna rimase immobile qualche istante. Chiuse la porta, pur consapevole che nessuno avrebbe potuto vederla al di fuori del diavolo, arrossendo leggermente.

“Vuoi che mi giri? O che esca dalla stanza?” le sorrise gentilmente Lucifero “Spengo la luce e chiudo le tende? Io non ho problemi nel buio totale…”.

“No… non serve… Dammi solo un attimo, per favore".

“Ma certo".

Il re sedette su una cassapanca di legno, distogliendo educatamente lo sguardo. Lei iniziò a spogliarsi, lentamente.

“Posso farti una domanda?” mormorò Leonore, tentando di superare l'imbarazzo.

“Tutte quelle che vuoi" rispose Lucifero, senza girare gli occhi.

“Hai mai fatto l'amore con un'umana?”.

“Mi sono scopato un sacco di mortali. Me lo hanno chiesto in molte".

“Non intendo fare sesso. Dico fare l'amore, amando la donna”.

“Con un’umana? No, mai. Perché?”.

“Dicono sia diverso. Fare l’amore e fare sesso, intendo”.

“E non lo sai? Ti sei concessa solo da innamorata?”.

“Sì…”.

“Che fanciulla romantica…”.

Lei non rispose, non sapendo che dire. Era nuda ora e si copriva pudicamente con la mano. I capelli, sciolti, ricadevano sul seno che si intravedeva fra le ciocche. La pelle chiara aveva ormai perso ogni ombra di abbronzatura estiva ed era segnata solamente da qualche piccolo neo. Lucifero aveva alzato gli occhi. Non si era aspettato di ritrovarsi di fronte una fanciulla così timida ed impacciata, che quasi gli ricordava le vergini che nei tempi antichi tremavano a sentir pronunciare il suo nome. Era abituato ad avere a che fare con donne piuttosto disinibite, vogliose.

“E se non riesco a convincere un uomo a giacere con me?” chiese Leonore, sedendo sul letto.

“Il rituale serve anche a questo” la tranquillizzò il demone “Il mio potere farà sì che tu risulti irresistibile. Non potrà farne a meno. Proverà un desiderio folle ed accecante".

“Oh…”.

Lei arrossì di nuovo, sempre tentando di coprirsi.

“Perché fai così?” le domandò il diavolo “C'è forse qualche cosa di te che non ti piace? Dovresti essere fiera del tuo corpo, così come tutti dovrebbero andare fieri di quel che sono e mostrarsi".

“E allora perché tu non mi mostri come sei veramente?”.

“Come sono veramente?!”.

“La coda. Le corna. Le ali. Perché ti mostri come umano?”.

“Per non spaventarti. Si tratta di due faccende molto diverse. Tu non puoi spaventarmi mostrandoti nuda…”.

La mortale non sembrò del tutto convinta. Con una smorfia, si stese a letto. Lui rimase qualche istante a guardarla e poi estrasse un piccolo pugnale dal taschino della camicia. Leonore, d'istinto, urlò spaventata.

“Tranquilla!” si affrettò a dire il re “Non ti devo tagliare o ferire. È per me. Devo usare il mio sangue…”.

“Ti farà male?”.

“Ho sopportato sicuramente di molto peggio. Sei pronta? Iniziamo?”.

Con un cenno d'assenso, la donna tentò di rilassarsi ed allargò le braccia. Il demone la osservò qualche istante, mentre lei guardava altrove timidamente.

“Sinceramente…” ghignò il re “Non so dirti la differenza che prova un essere umano fra sesso ed amore. Però posso assicurarti che fra mortale e demone le cose cambiano parecchio. Ti piacerebbe provare?”.

“P… provare? Intendi…?”.

“Tu che pensi, dolcezza?”.

Leonore incrociò lo sguardo di Lucifero, che brillò leggermente, e rimase senza fiato. Il potere del caduto era assoluto e la ipnotizzò, come un brivido che la attraversava da capo a piedi, convincendola che non voleva altro che Satana dentro di lei.

 

“Ho una domanda per te".

Ary camminava, nella notte, accanto a Keros. Si erano lasciati alle spalle il locale di Mefistofele, passeggiando nel buio del sentiero che conduceva alla via di casa. Il principe aveva un po' freddo, ma non ci faceva troppo caso. Stare accanto all'umano, oltre all'aver alzato un pochino il gomito, lo scaldava.

“Cosa vuoi chiedermi?” rispose il mezzodemone.

“Io ti ho visto spesso avere a che fare con i demoni. Ma con l'altra metà della famiglia…”.

“Gli angeli intendi? Sì, con loro ho pochi contatti. Alla fine, sono stato cresciuto dai demoni. Inoltre sono in pochi a sapere chi sono davvero. Si contano su una mano…”.

“Davvero?!”.

“Ovvio. Se i demoni sapessero che in realtà sono per metà un angelo… sarebbe un disastro! Stessa cosa vale per gli angeli. Gli unici a sapere la verità, oltre a te e Leonore, sono Lucifero, Mihael e quell’impiccione di Gabriel. Nessun'altro lo sa. E va bene così, credimi…”.

“Dev'essere stato difficile tenere fin ora nascosta la cosa”.

“A dir la verità no. A nessuno viene in mente che possa esistere un ibrido angelo-demone a questo mondo”.

“Oh... capisco".

“Dici sia ora di rientrare? Non amo molto la temperatura esterna attuale”.

“Certo. Credo che ci siamo tenuti lontani da casa per abbastanza tempo. Torniamo alla macchina…”.

Keros era raggiante. La cena, la musica, le stelle… era stata una serata magica e non vedeva l'ora di concluderla fra le lenzuola. Al solo pensiero, sorrise e si avvicinò all'uomo che amava, baciandolo. Si tennero stretti qualche istante, abbracciandosi.

“Hai tanto freddo?” sorrise Ary “Vuoi che ti scaldi?”.

“Sì, ho tanto freddo. Ti prego scaldami. Scaldami adesso!”.

Iniziarono a baciarsi con maggior trasporto, uscendo dal sentiero e sprofondando nella neve. Spinto contro un albero, il mezzodemone affondò una mano fra i capelli del mortale. Con l'altra mano tentava di spogliarlo quel che bastava, fra un bacio ed un altro. Poi però si fermò, rizzando le orecchie. Il mortale lo fissò perplesso, senza capire. Il principe fece segno di fare silenzio, di parlare sottovoce.

“Che succede?” sussurrò Ary.

“Al mio segnale…” gli rispose Keros “…inizia a correre lungo il sentiero, ok? Corri e non voltarti, chiaro?”.

“Ma che dici? Cosa…?”.

“Corri!”.

Il mezzodemone spinse con forza l'umano e qualcosa piombò fra loro. Una creatura massiccia, a cui se ne affiancarono altre. Nonostante fossero avvolti da folti mantelli di pelliccia, Ary capì subito che aveva di fronte dei demoni. Ed erano furiosi, spaventosi.

“Corri!” ordinò ancora Keros “Tranquillo, a loro penso io. Ma non posso proteggerti. Ti prego, mettiti al sicuro!”.

Indeciso sul da farsi, e consapevole di non poter aiutare in alcun modo il sanguemisto, Ary pensò che forse avrebbe potuto contattare Lucifero grazie a Leonore. Con quel pensiero in testa, si allontanò più in fretta che poté. Nel mentre il principe, con un ringhio infastidito, si apprestava a combattere.

“Avete interrotto la mia serata perfetta" sibilò, infuriato “Vi caverò ogni singolo organo mentre siete in vita e pasteggerò con i vostri cadaveri!”.

 

Hola! Come va? Pensavo di far stare tutto in un capitolo ma no, mi tocca rimandare alla prossima volta!! A presto!

   
 
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