51
Nella
notte
-parte
prima-
Ary
e
Keros si stavano godendo la cena. Il cibo era delizioso, l'atmosfera
unica ed
il locale era davvero esclusivo. Il principe, abituato a sfarzi di gran
lunga
più eccessivi ed esagerati, non voleva altro che trascorrere
del tempo in santa
pace con il mortale. Complimentandosi a vicenda per l'abito scelto, in
entrambi
i casi molto elegante, ridevano e si rilassavano.
“Ho
una
sorpresa per te" parlò, ad un tratto, l'umano.
Con
sé
portava una valigetta d'ufficio, in pelle nera e cinghie in argento. La
aprì con
un sorriso compiaciuto e ne estrasse un libro, con una splendida
illustrazione
in copertina ed il titolo stampato in rosso cupo.
“La
prima
copia" spiegò Ary, porgendo il volume a Keros.
“Il
tuo
nuovo libro?” intuì subito il mezzodemone.
“Sì.
Dalla prossima settimana sarà in vendita. Ed io ci tenevo a
farti avere la
prima stampa".
“È
meraviglioso! Posso avere un autografo?” rise il principe,
sfogliandolo
incuriosito.
“Leggi
la
dedica…”.
Keros
lesse e rimase in silenzio. “All'uomo che amo", vi era
scritto “Al mio
demone dal cuore d'angelo, che ha reso possibile tutto questo".
“Volevo
fossi tu il primo ad averlo fra le mani" continuò Ary
“Ed ovviamente
questa copia è per te".
“Io…
non
so cosa dire. Ogni giorno trovi il modo di stupirmi, e non è
semplice con uno
di mille e trecento anni!”.
“Ne
sono
onorato. Mi sento speciale. Magari è l'unicità
della mia anima a rendere
possibile tutto questo… o, molto più
probabilmente, la tua vicinanza. Spero che
fra noi le cose non cambino mai".
“Le
cose
cambiano sempre. È inevitabile. Fa parte della natura
dell'uomo…”.
“E
allora
spero che fra noi le cose cambino sempre in meglio!”.
“Mi
piace
come idea!”.
Keros
sorrise di nuovo, sorseggiando dell'ottimo vino ed aspettando il
dessert. Più
trascorreva del tempo con il suo amato e più si convinceva
che il proprio
desiderio di divenire un umano non era sbagliato. Adorava l'idea di
mutare,
crescere ed invecchiare con colui che gli sedeva di fronte. Ma di tale
desiderio
non ne fece parola alcuna quella sera...
Leonore
era nervosa, lo doveva ammettere. Quando udì bussare alla
porta, prese un
profondo respiro. Diede solo un'ultima occhiata allo specchio vicino
all'ingresso, dicendo a se stessa che doveva stare calma e sistemandosi
gli
orecchini. Era passata dalla parrucchiera quel pomeriggio ed ora i
lunghi
capelli biondo cenere erano mossi e con qualche riflesso più
chiaro. Dopo
essersi data un'ultima controllata, aprì e sorrise.
“Puntualissimo"
commentò.
“Come
sempre,
mia cara" sorrise di rimando Lucifero “Sei
elegantissima”.
“Grazie…
accomodati".
Il
re
entrò in casa, dando un rapido sguardo all'orologio che
ticchettava in
corridoio.
“Volevi
parlarmi…” mormorò il diavolo.
“Sì.
Ho
riflettuto molto su… quella faccenda. Ho preso la mia
decisione: voglio
farlo!”.
“Perdona
la mia momentanea ignoranza ma… cos'è che
vorresti fare esattamente?”.
“Il
patto! Ho deciso di sottoscrivere un patto. Si dice così,
giusto?”.
“Capisco…
permettimi allora, prima di procedere, di concederti ancora qualche
momento.
Prendiamo un po' d'aria. Dove ti piacerebbe andare?”.
“Ma…
perché…?”.
“Vieni.
Conosco i tuoi desideri".
Leonore,
titubante, non capiva bene quel che stava succedendo. Prese per mano il
demone
e tutto cambiò, in un solo battito di ciglia.
“Dove…
dove siamo?!” riuscì a dire, senza lasciare la
mano del sovrano.
“Prenditi
qualche istante per guardarti attorno. Sono sicuro che lo puoi capire
da
sola".
La
mortale rimase alcuni secondi ferma, ad osservare il demone che si
accendeva una
sigaretta. Poi distolse lo sguardo. Erano in alto, il vento le
scompigliava i
capelli, e le luci della città erano intense.
“Siamo…
siamo a Parigi!” sorrise “E questa
è…”.
“La
Torre
Eiffel. Già…” annuì Lucifero.
“Ho
sempre sognato andare a Parigi! E da qui è una meraviglia!
Le stelle, le
luci…”.
“Lo
so…
Non è male".
“Ho
come
l'impressione che a te nulla possa piacere per
davvero…”.
“Ti
sbagli. Molte cose mi piacciono. Solo che, sai… dopo
millenni di esistenza, è
estremamente difficile trovare qualcosa che mi sembri nuovo o
spettacolare.
Posso dire di aver fatto qualsiasi cosa nella vita. Più e
più volte…”.
“Sembra
quasi angosciante".
Lucifero
alzò un sopracciglio, non sapendo cosa rispondere a
quell'umana.
“Allora…”
riprese Leonore “Come funziona? Cosa devo fare per firmare il
patto con te?”.
“Sei
davvero sicura di volerlo fare? Sai che ti attende
l'eternità all'Inferno?”.
“Lo
so.
Io tento di venderti l'anima e tu cerchi di dissuadermi?
Perché? Non capisco”.
“Non
lo
so" sospirò il diavolo “E tu perché sei
così convinta? Sei sicura di voler
far arrivare un bambino in questo mondo?”.
“Che
intendi?”.
“Gli
umani sono crudeli. Guerre, fame, imbrogli, perversioni… Non
fraintendermi, io
sono il primo a sguazzare in certe cose. Ma io sono un demone. E
comunque
ritengo di avere un'etica ben più solida della maggior parte
dei mortali".
“Essere
madre è quello che ho sempre desiderato. Lo so, non
è una scelta priva di
conseguenze ed è vero che il mondo è un posto
crudele. Ma è anche un posto
magnifico, pieno d'arte, di bellezza, d'amore. E non esiste amore
più grande di
quello che lega madre e figlio. Non voglio altro.
Davvero…”.
“E
va
bene" alzò le spalle Lucifero “Restiamo ancora un
attimo qui. La notte è
ancora lunga…”.
La
mortale annuì. Il demone stava fissando le stelle, ignorando
del tutto
qualsiasi cosa di creazione umana. Leonore si chiese a che cosa il re
stesse
pensando, con quell'aria distratta. Lei era ancora molto nervosa ma si
sforzò
di rilassarsi. Era una magnifica serata, dopotutto!
Dopo
il
ristorante, Keros ed Ary si erano spostati al Mephistophel ed erano
circondati
da demoni e umani tentati. Sul palco si stavano esibendo delle Succubus
dagli
abiti argentati, che brillavano quando colpiti dalle luci del locale.
Mefistofele, dopo aver fatto gli auguri al nipote, stava raccontando di
come
Lucifero e Lilith si erano esibiti in un tango, qualche sera prima, ed
avevano
irretito un sacco di mortali. Il principe si stupì nel
sentirsi dire questo,
sapendo che a Lilith non piaceva per niente girare per il mondo umano.
“Le
cose
cambiano" ghignò Mefistofele “Anche il tuo umano
si sentiva fuori posto
nel mio locale mentre invece adesso sembra perfettamente a suo agio".
Keros
rise, notando Ary al proprio fianco con sul viso un'espressione
rilassata e
divertita. Ordinò altro da bere, sapendo che sarebbe stata
una lunga serata, e
ricominciò a spettegolare con Mefistofele.
“Adesso
mi vuoi dire come funziona? Che devo fare?” incalzava
Leonore, una volta
rientrati a casa.
“Ascoltami
molto attentamente" si rassegnò Lucifero
“Perché, se sbagli qualche
passaggio, sono affari tuoi. Chiaro? Non rispondo di eventuali errori
da parte
dei contraenti".
“Va
bene…”.
La
voce
del demone si era fatta seria, così come la sua espressione,
e la mortale ne fu
leggermente turbata. Ma si sforzò di mostrarsi convinta e
determinata, annuendo
con sicurezza.
“Svolgerò
un rituale, ok? Al termine di questo rituale, entro l'alba,
toccherà a te.
Entro l'alba, dovrai concederti ad un uomo. Chi vuoi. Può
essere il tuo ex
marito o il primo che incontri per strada, non ci interessa.
L'importante è che
prima dell'alba ti scopi qualcuno. Capito?”.
“Capito…
e se entro l'alba non riesco a…?”.
“Il
rituale non sarà valido. E non lo ripeterò,
perché è così che funziona. Non
chiederò nulla, in quello caso. La tua anima
resterà a te".
“Va
bene…”.
“Poi
le
cose procederanno come abbiamo già concordato. Il bambino
sarà tuo, umano,
resterà con te e tu vivrai con lui. Quando
accadrà, quando morirai, verrò a
prendere la tua anima. Il modo in cui morirai non avrà nulla
a che fare con me,
o con altri demoni. Se sei d'accordo, procediamo con il
rituale”.
“Quanto
dura il rituale?”.
“Poco.
Se
vuoi, iniziamo subito. Anche se non abbiamo
fretta…”.
“Che
devo
fare?”.
“Andiamo
di sopra”.
Leonore
seguì Lucifero lungo le scale, fino a raggiungere la camera
da letto. La
mortale ebbe un sussulto, intimorita. Perché il diavolo non
usava i propri
poteri per convincerla del tutto? Non riusciva a capirlo.
“Spogliati
e stenditi a letto” ordinò il demone
“Tranquilla… devo solo fare dei disegni su
di te. Non essere timida…”.
La
donna
rimase immobile qualche istante. Chiuse la porta, pur consapevole che
nessuno
avrebbe potuto vederla al di fuori del diavolo, arrossendo leggermente.
“Vuoi
che
mi giri? O che esca dalla stanza?” le sorrise gentilmente
Lucifero “Spengo la
luce e chiudo le tende? Io non ho problemi nel buio
totale…”.
“No…
non
serve… Dammi solo un attimo, per favore".
“Ma
certo".
Il
re
sedette su una cassapanca di legno, distogliendo educatamente lo
sguardo. Lei
iniziò a spogliarsi, lentamente.
“Posso
farti una domanda?” mormorò Leonore, tentando di
superare l'imbarazzo.
“Tutte
quelle che vuoi" rispose Lucifero, senza girare gli occhi.
“Hai
mai
fatto l'amore con un'umana?”.
“Mi
sono
scopato un sacco di mortali. Me lo hanno chiesto in molte".
“Non
intendo fare sesso. Dico fare l'amore, amando la donna”.
“Con
un’umana?
No, mai. Perché?”.
“Dicono
sia diverso. Fare l’amore e fare sesso, intendo”.
“E
non lo
sai? Ti sei concessa solo da innamorata?”.
“Sì…”.
“Che
fanciulla romantica…”.
Lei
non
rispose, non sapendo che dire. Era nuda ora e si copriva pudicamente
con la
mano. I capelli, sciolti, ricadevano sul seno che si intravedeva fra le
ciocche. La pelle chiara aveva ormai perso ogni ombra di abbronzatura
estiva ed
era segnata solamente da qualche piccolo neo. Lucifero aveva alzato gli
occhi.
Non si era aspettato di ritrovarsi di fronte una fanciulla
così timida ed
impacciata, che quasi gli ricordava le vergini che nei tempi antichi
tremavano
a sentir pronunciare il suo nome. Era abituato ad avere a che fare con
donne
piuttosto disinibite, vogliose.
“E
se non
riesco a convincere un uomo a giacere con me?” chiese
Leonore, sedendo sul
letto.
“Il
rituale serve anche a questo” la tranquillizzò il
demone “Il mio potere farà sì
che tu risulti irresistibile. Non potrà farne a meno.
Proverà un desiderio
folle ed accecante".
“Oh…”.
Lei
arrossì di nuovo, sempre tentando di coprirsi.
“Perché
fai così?” le domandò il diavolo
“C'è forse qualche cosa di te che non ti
piace? Dovresti essere fiera del tuo corpo, così come tutti
dovrebbero andare
fieri di quel che sono e mostrarsi".
“E
allora
perché tu non mi mostri come sei veramente?”.
“Come
sono veramente?!”.
“La
coda.
Le corna. Le ali. Perché ti mostri come umano?”.
“Per
non
spaventarti. Si tratta di due faccende molto diverse. Tu non puoi
spaventarmi
mostrandoti nuda…”.
La
mortale non sembrò del tutto convinta. Con una smorfia, si
stese a letto. Lui
rimase qualche istante a guardarla e poi estrasse un piccolo pugnale
dal
taschino della camicia. Leonore, d'istinto, urlò spaventata.
“Tranquilla!”
si affrettò a dire il re “Non ti devo tagliare o
ferire. È per me. Devo usare
il mio sangue…”.
“Ti
farà
male?”.
“Ho
sopportato sicuramente di molto peggio. Sei pronta?
Iniziamo?”.
Con
un
cenno d'assenso, la donna tentò di rilassarsi ed
allargò le braccia. Il demone
la osservò qualche istante, mentre lei guardava altrove
timidamente.
“Sinceramente…”
ghignò il re “Non so dirti la differenza che prova
un essere umano fra sesso ed
amore. Però posso assicurarti che fra mortale e demone le
cose cambiano
parecchio. Ti piacerebbe provare?”.
“P…
provare? Intendi…?”.
“Tu
che
pensi, dolcezza?”.
Leonore
incrociò lo sguardo di Lucifero, che brillò
leggermente, e rimase senza fiato.
Il potere del caduto era assoluto e la ipnotizzò, come un
brivido che la
attraversava da capo a piedi, convincendola che non voleva altro che
Satana
dentro di lei.
“Ho
una
domanda per te".
Ary
camminava, nella notte, accanto a Keros. Si erano lasciati alle spalle
il
locale di Mefistofele, passeggiando nel buio del sentiero che conduceva
alla
via di casa. Il principe aveva un po' freddo, ma non ci faceva troppo
caso.
Stare accanto all'umano, oltre all'aver alzato un pochino il gomito, lo
scaldava.
“Cosa
vuoi chiedermi?” rispose il mezzodemone.
“Io
ti ho
visto spesso avere a che fare con i demoni. Ma con l'altra
metà della
famiglia…”.
“Gli
angeli intendi? Sì, con loro ho pochi contatti. Alla fine,
sono stato cresciuto
dai demoni. Inoltre sono in pochi a sapere chi sono davvero. Si contano
su una
mano…”.
“Davvero?!”.
“Ovvio.
Se i demoni sapessero che in realtà sono per metà
un angelo… sarebbe un
disastro! Stessa cosa vale per gli angeli. Gli unici a sapere la
verità, oltre
a te e Leonore, sono Lucifero, Mihael e quell’impiccione di
Gabriel.
Nessun'altro lo sa. E va bene così,
credimi…”.
“Dev'essere
stato difficile tenere fin ora nascosta la cosa”.
“A
dir la
verità no. A nessuno viene in mente che possa esistere un
ibrido angelo-demone
a questo mondo”.
“Oh...
capisco".
“Dici
sia
ora di rientrare? Non amo molto la temperatura esterna
attuale”.
“Certo.
Credo che ci siamo tenuti lontani da casa per abbastanza tempo.
Torniamo alla
macchina…”.
Keros
era
raggiante. La cena, la musica, le stelle… era stata una
serata magica e non
vedeva l'ora di concluderla fra le lenzuola. Al solo pensiero, sorrise
e si
avvicinò all'uomo che amava, baciandolo. Si tennero stretti
qualche istante,
abbracciandosi.
“Hai
tanto freddo?” sorrise Ary “Vuoi che ti
scaldi?”.
“Sì,
ho
tanto freddo. Ti prego scaldami. Scaldami adesso!”.
Iniziarono
a baciarsi con maggior trasporto, uscendo dal sentiero e sprofondando
nella
neve. Spinto contro un albero, il mezzodemone affondò una
mano fra i capelli
del mortale. Con l'altra mano tentava di spogliarlo quel che bastava,
fra un
bacio ed un altro. Poi però si fermò, rizzando le
orecchie. Il mortale lo fissò
perplesso, senza capire. Il principe fece segno di fare silenzio, di
parlare
sottovoce.
“Che
succede?” sussurrò Ary.
“Al
mio
segnale…” gli rispose Keros
“…inizia a correre lungo il sentiero, ok? Corri e
non voltarti, chiaro?”.
“Ma
che
dici? Cosa…?”.
“Corri!”.
Il
mezzodemone spinse con forza l'umano e qualcosa piombò fra
loro. Una creatura
massiccia, a cui se ne affiancarono altre. Nonostante fossero avvolti
da folti
mantelli di pelliccia, Ary capì subito che aveva di fronte
dei demoni. Ed erano
furiosi, spaventosi.
“Corri!”
ordinò ancora Keros “Tranquillo, a loro penso io.
Ma non posso proteggerti. Ti
prego, mettiti al sicuro!”.
Indeciso
sul da farsi, e consapevole di non poter aiutare in alcun modo il
sanguemisto,
Ary pensò che forse avrebbe potuto contattare Lucifero
grazie a Leonore. Con
quel pensiero in testa, si allontanò più in
fretta che poté. Nel mentre il
principe, con un ringhio infastidito, si apprestava a combattere.
“Avete
interrotto la mia serata perfetta" sibilò, infuriato
“Vi caverò ogni
singolo organo mentre siete in vita e pasteggerò con i
vostri cadaveri!”.
Hola!
Come va? Pensavo di far stare tutto in un
capitolo ma no, mi tocca rimandare alla prossima volta!! A presto!