Fanfic su artisti musicali > Queen
Ricorda la storia  |      
Autore: Cara_Sconosciuta    12/07/2009    9 recensioni
La presunta e forse mai esistita storia d'amore tra Freddie Mercury e Rudolf Nureyev ha fatto il giro del mondo... ma che cosa avrebbe pensato, se fosse stata vera, il più grande ballerino di tutti i tempi alla morte del cantante dei Queen?
Le riflessioni di Nureyev il giorno dopo la morte di Mercury... un mio piccolo tributo a due delle stelle più brillanti del ventesimo secolo.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Allora allora... due paroline per spiegare questa flashfic che nasce da un discorso avuto l’altro giorno con mia nonna. Lei sosteneva che Nureyev e Mercury avessero avuto una relazione. In effetti questa voce ha girato... e alcuni siti dicono che è vera, mentre altri dicono di no ( e questi sono la maggioranza, per cui credo a questi)... comunque, mi è rimasta l’idea che quei due sarebbero stati una gran bella coppia... per cui ho provato a buttare giù qualcosa su di loro.

Quindi ecco qui una storiella piuttosto triste dal punto di vista di Nureyev.... diciamo che vuole essere un po’un tributo a due uomini che sono alcune delle vere leggende del nostro tempo.

La canzone citata è “One Day I’ll Fly Away” dal film Moulin Rouge.

 

I personaggi non mi appartengono e con questo scritto non voglio rappresentare la loro vera vita. La storia non è scritta a fini di lucro.

Temperance

 

Flown away

Why live life from dream to dream

And dread the day when dreaming ends

 

L’uomo nella tuta scura spiccò un balzo, nell’esatto istante in cui anche la musica raggiunse la propria apoteosi, ed atterrò pochi secondi dopo, in assoluto silenzio e con la stessa grazia di cui solo una farfalla o una libellula sarebbero state capaci.

E poi, quando tutto si spense, quando la musica tacque, Rudolf Nureyev, l’uomo che sapeva volare, si asciugò una lacrima.

Perché solo quello, solo la danza, solo ciò per cui viveva riusciva a farlo sentire appena un po’meglio.

Appena un po’... e questo semplicemente non aveva senso.

Non ne aveva, punto.

A passo deciso, si avviò verso l’uscita del salone, ma a metà strada si fermò, tornando indietro quasi di corsa e colpì con un pugno la sbarra di legno, stringendosi poi la mano dentro all’altra ed imprecando sottovoce.

“Ti odio...” Mormorò.

Non sopportava di essere così fragile, non sopportava che lui lo rendesse così.

Lui... l’uomo che aveva incontrato solo una volta.

Lui che l’aveva colpito nel profondo prima come artista e poi come persona.

Lui a cui aveva scritto per mesi, solo sperando di poterlo rivedere.

Stava piangendo per un uomo che praticamente non conosceva.

Ma che amava, questa era la verità che gli risultava tanto scomoda.

Per questo il comunicato stampa ricevuto quella mattina l’aveva fatto tanto soffrire.

Troppo, dal suo personalissimo punto di vista.

Perché lo sapeva, lo sapeva che Freddie doveva morire, sapeva che soffriva del suo stesso male, di quel male che lui negava.

Quel male che mai prima di allora gli era sembrato così vero, tangibile e pericoloso.

Mai come allora che gli aveva portato via qualcuno a cui teneva davvero prima che potesse rivederlo.

Non avrebbe dovuto fargli questo... nessuno faceva torti al grande Nureyev, nessuno.

Eppure lui l’aveva fatto... si era azzardato a morire senza chiedere il suo permesso, senza dirgli addio, senza... senza un ricordo di lui da donargli e l’aveva lasciato lì, con la sua sola voce incisa su milioni di dischi.

Dischi che erano di tutti, nulla che fosse soltanto loro.

“Ti odio...” Ripeté il ballerino, sospirando, ed estrasse dal borsone un rettangolino di plastica chiara.

Un CD, un CD uscito appena undici giorni prima.

Un singolo: The Show Must Go On.

Lo spettacolo deve continuare.

Ovvio.

Lo spettacolo sarebbe continuato, anche senza Freddie a mandarlo avanti.

Il mondo avrebbe continuato a girare anche senza quell’amore mai nato di cui quello stesso mondo già parlava.

Niente si sarebbe fermato, e tantomeno lui.

Lui che fermo non ci sapeva stare.

E lì, in quella sala dalle pareti ricoperte di specchi, mormorando due semplici parole, ti odio, come una litania, lì, quel ventiquattro di novembre in cui una stella era tramontata, lui ballò.

Ballò su una musica che non era sua, una musica che non amava e non sentiva, ma di cui aveva un bisogno talmente forte da parere assurdo.

Ballò su ciò che gli restava di lui, ballò sulla sua voce perché gli entrasse dentro, perché almeno una volta Rudolf e Freddie, canto e danza, potenza e leggerezza fossero parte dello stesso universo.

Della stessa realtà.

Ballò perché era l’unico modo in cui fosse in grado di dirgli che lo amava.

Ballò per dirgli addio... perché era l’unico addio che Freddie avrebbe accettato da lui.

 

Today is the day

When dreaming ends

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: Cara_Sconosciuta