Prologo: Salvataggio nella foresta
Campo di ricerca
Pokémon, 10 anni fa
Era un giorno come tanti al Campo di ricerca Pokémon di
Biancavilla, nella regione di Kanto. Il Professor Samuel Oak come tutte le
mattine dopo aver fatto colazione, si mise il suo camice da laboratorio e si
recò presso una sala vicino al suo laboratorio, dove ad attenderlo c’erano dei
bambini, il quale stavano partecipando ad un campeggio organizzato dallo stesso
professore.
“Buongiorno, bambini!” – disse il professore entrando in
sala.
“Buongiorno, Prof. Oak!” – gridarono i bambini.
“Mi fa piacere vedervi con i volti così allegri.”
“Professore, l’altro giorno ha detto che avremo fatto
qualcosa di speciale. Di cosa si tratta?”
“Giusto! Me ne stavo scordando: per la lezione di oggi,
potete essere liberi di esplorare il Campo di ricerca. In questo modo, potete
conoscere i vari Pokémon che ci sono qui in torno e di cui vi ho parlato nei
giorni scorsi. Allora, siete contenti?”
“Sì, Professor Oak!”
“Molto bene! Adesso una mia assistente vi accompagnerà fuori
dall’edificio. Voi aspettatemi lì, io devo fare una chiamata!”
Tutti i bambini corsero fuori dall’edificio, in attesa che
Oak finisca la chiamata. Una volta finita, il Professore illustrò le varie aree
esplorabili. Una volta terminato, i bambini erano liberi di esplorare. Tra di
essi, ce n’era uno dai capelli neri, il quale era entusiasta di
quest’esplorazione. Il suo nome era Ash Ketchum ed era originario proprio di
Biancavilla. Era un ragazzino fuori dal comune che adorava i Pokémon e, questo
lo metteva spesso nei guai. Però quel giorno era determinato a cercare più
Pokémon possibile e, si diresse verso una foresta nella speranza di trovarli,
ma il risultato fu un nulla di fatto.
“Uffa!” – esclamò Ash – “Ancora non riesco a trovare un
Pokémon, eppure sono sicuro che qui li avrei trovati. Comunque non mi arrenderò
così facilmente!”
Fortunatamente, la sua perseveranza venne premiata: davanti a
lui, comparì un Poliwhirl, uno dei Pokémon che abitavano quella zona.
“Uao, un Poliwhirl! Non vedo l’ora di farci amicizia!”
Ma il Pokémon sentendo le urla di Ash corse via, venendo però
seguito subito dal bambino.
“Ehi, fermati! Voglio solo che tu diventi mio amico!”
Purtroppo per Ash, Poliwhirl era già scappato nel folto della
foresta facendo perdere le sue tracce. Quando sbucò fuori da un cespuglio, notò
qualcos’altro al posto del Pokémon: si trattava di una bambina dai capelli
lunghi, con il capello bianco e un vestitino rosa, il quale stava gridando che
voleva tornare dalla mamma.
“Ciao! Va tutto bene?” – chiese Ash – “Cosa ci fai da sola
nel bosco?”
“Sniff… stavo camminando nella foresta quando ad un certo
punto mi sono persa, sniff. Stavo cercando l’uscita, ma all’improvviso è apparso
un Pokémon dal nulla: mi sono spaventata e sono caduta, ed ora mi fa male
gamba.”
“In effetti, ora che guardo meglio, hai una ferita sulla
gamba. Aspetta un attimo che te la sistemo!”
Ash tirò fuori dalla tasca dei pantaloncini un fazzoletto e
lo legò nel punto in cui la bambina aveva la ferita.
“Ecco fatto! Va meglio adesso?”
“Io… non so come si ringraziarti!”
“Non devi ringraziarmi! Se non ti avessi trovata, a quest’ora
chissà che cosa ti sarebbe successo, eh eh…”
“Mi sa che hai ragione!” – disse la bambina che mostrò un
timido sorriso sul suo volto.
“Dimmi, riesci a camminare?”
“Purtroppo no! Ci avevo provato prima, ma il dolore è troppo
forte.”
“Dai, ora non piangere e appoggiati a me!” – aggiunse Ash che
avvicinò la mano alla bambina, il quale si rialzò immediatamente, seppur a
fatica. Con un gesto improvviso, Ash mise la bambina a cavalcioni sulla sua
schiena, sorprendo la stessa.
“Ma… ma cosa fai?”
“Visto che non riesci a camminare, questo è il modo più
rapido per portarti.”
“Ma tu… sei sempre così premuroso?”
“Certamente! Ha proposito il mio nome è Ash. Tu come ti
chiami?”
“Io mi chiamo Serena!”
“Serena!? È davvero un bel nome!”
“Grazie! Anche il tuo nome non è male!”
“Ovvio! Però ora è meglio muoversi; tra poco sarà buio e gli
altri al Campo saranno in pensiero per noi.”
Serena annuì affermativamente con la testa e, Ash si impegnò
profondamente nel suo compito di portarla in salvo. Durante il viaggio di
ritorno al Campo di ricerca, i due instaurarono un rapporto di amicizia e si
fecero un promessa specifica: quando il campo sarà finito e ognuno tornerà a
casa, i due si ritroveranno e viaggeranno insieme in compagnia dei loro amici
Pokémon. Una volta raggiunto il Campo, i due si trovarono davanti ad un
paesaggio completamente devastato: tutto intorno era completamente stravolto,
persino la struttura principale aveva subito dei danni. Ash e Serena non fecero
in tempo a chiedersi cosa fosse successo, che il Professor Oak li notò.
“Ash, Serena!” – gridò l’uomo – “State bene?”
“Stiamo bene professore!” – rispose Ash – “Ma cosa è
successo?”
“Un gruppo di Pokémon ci attacchi all’improvviso e, non ne
conosciamo la causa.”
“E gli altri bambini, stanno bene?” – domandò Serena.
“Fortunatamente, nessuno si è ferito. Ma Ash, perché stai
trasportando Serena in spalla?”
Il bambino spiegò ad Oak la situazione e, lui capii subito la
fortuna che Serena aveva avuto.
“Adesso capisco! Venite vi accompagno al Centro medico del
Campo; in questo modo, Serena sarà curata!”
Ash e Serena furono d’accordo e, il Professor Oak li portò
entrambi al Centro medico, dove la bambina venne curata dai medici. In seguito,
Oak chiamò la Polizia denunciando l’accaduto a carico di ignoti e, in quel
momento, una domanda è sorta spontanea: chi o cosa ha scatenato l’ira di tutti
quei Pokémon al Campo di ricerca?