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Autore: Gatto1967    10/10/2018    1 recensioni
Questa storia è il seguito di "Candy ai giorni nostri"(leggere qui https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3745705&i=1), la storia della Candy odierna e italiana liberamente ispirata al nostro anime preferito.
Sono passati degli anni da quando Candy Bianchi sembra aver superato i problemi e i turbamenti di orfana, quando un personaggio riemerso dal suo passato sembra poterle dare quella felicità tanto a lungo cercata, ma qualcuno trama nell'ombra.
Chi è? Qual'è il suo scopo?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L’inverno seguiva il suo corso regalando a Roma giornate ora piovose, ora fredde e soleggiate, ora tiepide, al limite del primaverile.
Candy ormai aveva ingranato con il suo lavoro, e la sua storia con Terence andava a gonfie vele.
Il brutto incidente in cui era stata coinvolta sua madre venne presto dimenticato, e la vita della bionda ex-ospite della casa di Pony e della sua “madre adottiva” proseguiva abitudinaria e tranquilla.
 
Quella sera Terence e Candy andarono a un famoso multisala non troppo lontano da dove abitava la ragazza. Candy era un’appassionata di cinema fin da bambina, fin da quando cominciò ad andarci insieme alla sua vecchia combriccola delle medie. Amava i film un po’ di tutti i generi, basta che ci fosse una bella storia che la facesse sognare per un po’.
Quella sera Terence la portò a vedere un film horror, genere che lui prediligeva, e quello che successe dopo lo spettacolo poteva sembrare la scena di un film di quel genere, o almeno di un thriller di Hitchcock.
 
Uscirono dalla sala e presero la scala mobile in discesa dirigendosi verso l’uscita dal multisala. Subito a fianco della loro rampa, ce n’era un’altra che andava in salita e che conduceva gli spettatori a vedere l’ultima proiezione della serata.
Candy e Terence avevano scelto di andare allo spettacolo di prima serata perché non volevano fare troppo tardi, visto che entrambi erano attesi da una levataccia.
Improvvisamente Terence sembrò impallidire, e sull’altra rampa una ragazza che saliva ebbe la stessa reazione. Era una bella ragazza dai capelli rossi e lunghi che parve avere uno sguardo di disappunto.
Candy se ne accorse e anche se non disse niente, si ripropose di chiedere chiarimenti al suo boyfriend non appena fossero usciti dal multisala.
-Allora? Vuoi dirmi che ti è preso?-
Terence avrebbe voluto rispondere “Niente, ho avuto un mancamento”, ma non aveva il fiato per farlo.
-Vieni. Sediamoci su quella panchina.-
Una volta seduti sulla panchina, Candy attese che il ragazzo riprendesse fiato e colore e poi lo incalzò.
-Mi spieghi che ti è preso?-
-Niente Candy, solo un… colpo di calore…-
-In questa stagione? Con te che sei vestito come se andassi a una serata in spiaggia? Non contarmi balle!-
-Ah senti! Stai diventando oppressiva!- scattò lui alzandosi in piedi. –Forse è meglio… piantarla qui!-
Candy rimase sconcertata ma seppe reagire subito parandosi davanti al ragazzo.
-Ah no! Questa non te la permetto! Il ragazzo più importante della mia vita mi vuole mollare così? Senza una spiegazione? Mi dispiace caro signor Grandi, ma non sarà così facile! Adesso tu mi dai una spiegazione plausibile di quello che è successo su quella cavolo di scala mobile, e poi se davvero vorrai mollarmi potrai anche andartene AFF….!!!!-
Terence guardò Candy in volto e si accorse che stava piangendo. “il ragazzo più importante della sua vita” l’aveva chiamato. Aveva ragione lei: gli doveva una spiegazione, mollarla lì sui due piedi non avrebbe risolto niente.
-Scusami Candy, hai ragione tu. Ti spiegherò tutto ma adesso andiamocene di qui.-
 
Salirono nella macchina di Terence e il ragazzo stava per mettere in moto quando una figura femminile gli si parò davanti.
-Susanna!-
Scese dalla macchina seguito a ruota da Candy.
-Susanna Marlowe, che cavolo stai facendo?- gridò in inglese
-No parla pure in italiano, così almeno la biòndina capisce tutto!-
-Tu… parli italiano?- già, la ragazza dai capelli rossi davanti a lui parlava un italiano impeccabile, anche se poco fluente e con gli accenti messi un po’ a caso.
-Non te l’avevo mai detto? Mia madre è italiana, di Firenze. E io fin da piccola ho sempre visitato questo paese!- lo sguardo della ragazza non era certo quello di chi ritrova un caro amico.
-Già mi hai fatto rinchiudère in una clinica psichiatrica, vengo a Roma per cercare di dimenticarti, di vivere una vita normale e ti trovo in ogni angolo di questa dannata città!
E sempre in compagnia di questa biòndina!-
Candy era allibita, e non per gli errori di pronuncia della rossa, ma per la sua veemenza.
-Io ti ho fatta rinchiudere? Questa è bella! Ti ricordo, miss Marlowe che avrei potuto benissimo denunciarti e farti finire in galera! O ti sei dimenticata che hai cercato di accoltellarmi a Trafalgar Square? Devo ringraziare solo quei bobbies che ti hanno fermata in tempo!-
Susanna rise nervosamente.
-Accoltellato… Avevo un tagliacarte e ti ho fatto appena un taglietto sul tuo petto pieno di peli, mister Grandi!-
-Tanto bastava a mandarti in galera per un pezzo! Ho voluto evitartelo! Mi facevi pena!-
A quelle parole Susanna tirò un poderoso schiaffone a Terence, uno schiaffone talmente forte da far strabuzzare gli occhi a Candy.
-Ah ti faccio pena? Sai che ti dico mister Grandi? SPARISCI DALLA MIA VITA!-
Poi in lacrime si allontanò.
Un’esterrefatta Candy si avvicinò a Terence che ancora si massaggiava la guancia.
-Tutte così le tue ex?-
Il ragazzo si mise a ridere.
 
-Ci siamo conosciuti tre anni fa. Era il periodo che provavo la carriera di attore, mia madre mi aveva infilato in una produzione franco-britannica, una piccola serie tv di quelle che vanno sui canali internet.
Anche Susanna faceva parte del cast, avevamo entrambi ruoli secondari, ma lei recitava veramente bene.
Come hai potuto vedere è anche una bella ragazza, e in breve… finimmo a letto insieme.
Stavo bene con lei, devo ammetterlo, e anche la carriera di attore sembrava essere alla mia portata. Fu un buon periodo per entrambi, ma poi…-
-Cos’è successo poi?-
-Susanna rivelò il suo vero volto. Era una ragazza fragile e instabile che si attaccò con tutta se stessa a quell’embrione di sentimento che ci univa. Diventò gelosa, oppressiva, maniacale. Mi telefonava a tutte le ore del giorno e della notte, voleva sempre stare con me, non mi dava un attimo di tregua.
Mia madre voleva cacciarla dalla produzione, ma fui io ad andarmene.
Speravo che non rivedendomi più si calmasse, trovasse una ragione di vita, ma mi sbagliavo.
All’epoca io abitavo insieme a mia madre nel suo appartamento vicino a Trafalgar Square e una mattina mentre andavo all’università, vedo lei che attraversa rapidamente la piazza puntando diritta su di me.
Ricordo di aver pensato “E che vuole ‘sta pazza?”. Mi fermo con l’idea di cantargliene quattro, ma ecco che lei rapida come un serpente a sonagli mi salta addosso con quello che sembrava un coltello.
Per fortuna era solo un tagliacarte, e ancora più per fortuna dei bobbies lì vicino intervennero fermandola e disarmandola.
Quello che diceva prima è vero: non mi fece niente, solo un bel graffio sul petto.
Mia madre voleva che la denunciassi, che la mandassi in galera, ma io non volli. Mi faceva veramente pena. Così offrii a lei e ai suoi genitori una possibilità: non l’avrei denunciata se lei si fosse fatta curare.
Il giorno dopo entrò volontariamente in una clinica per malattie mentali, e da allora non ne ho più saputo nulla.
Un anno fa dopo la laurea me ne tornai a Roma, un po’ per i motivi che già ti ho detto, e un po’ per sfuggire anche a questa storia. Non puoi capire che cosa ho provato poco fa nel vedermela davanti su quella scala mobile.
Ho persino pensato di mollarti per difenderti da lei, capisci?-
Candy sorrise e al tempo stesso si lasciò sfuggire una lacrima.
-Ascoltami: hai un solo modo per difendermi, stare con me.-
Terence la guardò
-Io ti amo Terence, e voglio solo stare con te. Ti prometto che non userò mai tagliacarte…-
-Anch'io ti amo Candy, e anch'io voglio solo stare con te, a dispetto di tutte le pazze di questo mondo.-
Senza altre parole si baciarono.
 
 
   
 
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