Eccomi inaspettatamente di
nuovo qui… Probabilmente questa sarà l’ultima cosa che pubblicherò prima di
partire. È più che altro una riflessione, così ho deciso di staccarla da
vincoli che avrebbero potuto mettere personaggi già creati. Mi farebbe molto piacere
sapere cosa ne pensate e l’interpretazione che ne darete.
Godetevi l’estate.
Parole:
365
Genere:
decisamente triste
Titolo
tradotto (soprattutto x Ainel): parole inutili
Si dicono tante
parole inutili, spese, disperse al vento, senza un fine, senza nessuno che le
ascolterà. È un po’ amaro questo pensiero e non lo esprimo. Ti guardo e tu sei
lì accanto a me in questo letto dalle lenzuola bianche, con questa luce che si
riflette nei tuoi occhi.
Mi perdo in quelle
iridi chiare come faccio ogni volta che le fisso; una consapevolezza preme per
emergere. Al di là di ogni previsione sei la cosa più
bella che mi sia mai capitata, la più inaspettata e attesa allo stesso tempo.
Lo so, è stupido perdere la testa da parte mia, io che ero stata sempre la più
razionale. Ecco perché nessuno ci approvava, perché erano convinti che non
fossi la persona giusta per me.
Non so ancora se tu
lo sia, probabilmente non esiste la persona giusta, si tratta solo di due
strade che tentano di unirsi per migliorare e costruire qualcosa insieme. Il
problema è che mio cambiamento è stato troppo radicale ed
inaspettato per loro. La verità è che mi sono stancata di fare la persona
razionale perdendomi tutti i divertimenti della vita a causa del mio troppo
pensare.
Ma so che se sto sbagliando come molti
credono, voglio sbagliare con te.
Ho lasciato correre molte cose, forse ho lasciato
avvicinare le persone sbagliate. Almeno fino a quando non sei arrivato tu. Come
un fulmine a ciel sereno, come una folata di vento in una estate
afosa, come la quiete dopo la tempesta. Ma vedi sto sbagliando di nuovo, io non
ero né il cielo sereno, né una estate afosa, né la
tempesta. Ero una nave alla deriva, un cielo notturno oscurato dalle nuvole,
una massa informe di sentimenti contrastanti, un nubifragio. Sul limite verso
quello stato in cui si subisce passivamente, poco
prima di essere sconfitta dalla vita e mi rendo conto che fa ancora male, che
era doloroso oltre l’immaginabile, non lo augurerei a nessuno. E taccio, di
nuovo.
Tu hai chiuso gli
occhi e stai ascoltando il mio silenzio carico di queste parole e molte altre.
Ti guardo e sorrido. Un sorriso lieve, quello di chi non ha dimenticato cosa
significa soffrire e mai lo farà.
Elli
Non si può dire che sia
allegra direi. Però mi
piaceva l’idea di pubblicare e vedere cosa ne pensavate voi! Bene, ora vi
lascio…
Grazie di tutto e della
lettura
Un abbraccio