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Autore: Ryu Hime    10/10/2018    1 recensioni
[Tratto dal Prologo]
–Dove cazzo sei stato!? Lei ti ha cercato dappertutto! E adesso è scomparsa! Tutto per colpa tua! Tua maledizione!- urlò Komor, adirato come mai lo era stato in vita sua.
Quell’uomo non rispose, in cuor suo sapeva quanto avesse ragione.
-Che cosa ci fai qui?- domandò duramente il Capo Palestra, furioso per il suo mutismo.
–So dov’è.-
[Tratto dai capitoli]
-Allora? Chi sceglie per primo?- domandò Belle, la ragazza bionda.
-Direi di far scegliere a Touko, dopotutto è casa sua.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
La ragazza in questione fissava le Pokeball con un’espressione concentrata, come se stesse cercando di scrutare l’anima dei loro ospiti.
Passarono due minuti prima che si decidesse ad allungare la mano verso una delle sfere rosse e bianche.
[Autrice]
L'intero viaggio all'interno di Unima ed il post Lega, più qualche chicca direttamente dalla mia mente malata.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Komor, N, Touko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Ricongiungimento

-Allora è vero che il Team Plasma nutre un certo interesse nei tuoi confronti.- commentò Rafan rivolto a Touko che nel frattempo aveva ripreso Deino imbraccio.
La ragazza non disse nulla.
-Beh, in ogni caso io devo tronare indietro. Controllerò se ci sono altri membri del Team Plasma.-
I tre ragazzi annuirono e uscirono dalla fessura che era l’uscita dal Monte Vite.
Si ritrovarono immediatamente davanti ad un laghetto ghiacciato. Soffici fiocchi candidi cadevano con grazia dal cielo che pareva fatto solo da nuvole di soffice cotone. Il vento gelido fece rabbrividire i nuovi arrivati.
Una scalinata che conduceva sulla cima della collinetta dov’era costruita la città era anch’essa innevata.
I tetti spolverati di bianco come fossero torte cosparse di zucchero a velo, le abitazioni in pietra grigia sembravano essere state congelate dal vento invernale.
Una seconda raffica di vento, un po’ più decisa della precedente, fece capire ai ragazzi che avrebbero dovuto sbrigarsi ad arrivare al Centro Pokémon se non volevano morire assiderati sul posto.
Salirono in fretta le scale congelate al clima e Belle fu sul punto i cadere, cosa che sarebbe successa per davvero se Touko non le avesse afferrato il braccio rimettendola in equilibrio.
-Grazie.- mormorò la bionda.
Touko sorrise, la neve la metteva sempre di buon umore. Anche i suoi Pokémon sembravano particolarmente attratti da quel candore gelido.
Una volta che Komor ebbe affittato una camera al Centro Pokémon ne approfittarono per mettersi degli abiti decisamente più adatti al clima polare di Mistralopoli.
Touko aveva indossato una maglietta panna a maniche lunghe fino al dorso della mano di lana che le copriva il collo con un morbido dolcevita. Lunghi jeans stretti sulle caviglie muniti di grandi tasche ed una cintura di cuoio scuro. Gli anfibi neri non erano stati sostituiti e coprivano la fine dei pantaloni. Per uscire aveva un montgomery rosso ed una cappello bianco che ricordava il suo berretto con visiera ed un paio di guanti bianchi completavano il tutto. Aveva munito tutti i suoi Pokémon di una sciarpa e di un berretto di lana.
Belle aveva un paio di pantaloni bianchi, una dolcevita verde smeraldo di lana e le sue immancabili scarpe gialle. Il cappello non era cambiato dal momento che era perfetto anche per quelle condizioni atmosferiche. La sua giacca era un pesante piumino arancione ed era anche munita di un paio di guanti candidi. Dewott era l’unico dei suoi Pokémon ad essere costantemente fuori dalla Pokeball e per questo era stato dotato di sciarpa, berretto e guanti color oltremare.
Komor aveva dei jeans neri, una camicia bianca e un paio di scarponi da neve. Aveva anche una pesante giacca blu elettrico ed una sciarpa nera in tinta con i guanti. A Pignite aveva fatto indossare una sciarpa rosso fuoco.
-Bene, ora che siamo tutti pronti, che ne dite di fare un giro della città?- propose Touko entusiasta.
-Non dovremmo stare attenti al Team Plasma?- chiese Belle.
-Dopotutto sembrerebbe che ti stiano cercando.- fece notare Komor.
-Non ho intenzione di dar loro la soddisfazione di vivere come una reclusa. Che si facciano vivi se vogliono. Li rispedirò da qualunque buco siano arrivati a padellate in testa!- esclamò la ragazza supportata dai suoi Pokémon.
-Beh, un po’ di attenzione in più non può che far bene.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Come vuoi.- rispose Touko alzando le mani in segno di resa ed uscendo insieme ai suoi Pokémon.
La città era allietata dalle grida dei bambini che giocavano a palle di neve.
Inutile dire che da lì a poco Touko si unì a loro, supportata dalla sua Squadra.
Scoppiò la guerra.
Un gruppo di bambini con Komor e Belle, la restante parte con Touko che lanciava palle di neve come se non avesse fatto altro da tutta la vita.
Ridevano come se tutte le preoccupazioni che avevano avuto fino a quel momento non fossero mai esistite.
Alla fine Touko si lasciò cadere a terra formando un angelo nella neve, ben presto fu imitata dagli altri bambini e la ragazza si lasciò cullare da quella quiete pomeridiana.
I fiocchi avevano ripreso a cadere lentamente aumentando la sensazione che si trovassero in un mondo magico al di fuori dello spazio e del tempo.
Si voltò per guardare i suoi Pokémon, si erano addormentati sulla neve, eccezion fatta per Servine ed Umbreon. Si intenerì nel guardarli. Decise che era un peccato svegliarli e li fece rientrare nelle Pokeball.
Si alzò e Servine ed Umbreon le furono subito accanto.
-Dove vai?- chiese Komor.
-A fare due passi.-
-Sicura che sia una buona idea?- chiese.
-Oh per l’amor di Arceus! So badare a me stessa!- esclamò esasperata mentre Umbreon le saltava sulla spalla.
-Va bene, ma sta’ attenta.- raccomandò il moro.
Lei per tutta risposta alzò gli occhi al cielo.
-Andiamo Servine.- disse mentre il Pokémon Serperba la seguiva.
Si persero un po’ per la città. Touko si lasciò incantare dall’ambiente coperto di neve. Sfidò un paio di Allenatori che batté senza problemi.
Si avvicinò ad una radura al di là della quale si intravedeva una torre in rovina, ma era inaccessibile e non poteva avvicinarsi.
Era strano: sentiva che c’era qualcosa là dentro.
Qualcosa di antico e potente.
Un’energia affine alla sua anima… in qualche modo.
«È vicino»
Allora ci sei ancora.” pensò mentre la voce che ormai sentiva da quando era iniziata la sua avventura tornava a farsi sentire nella sua testa.
Ormai non si sorprendeva nemmeno più.
«È qui vicino.»
-Chi è vicino?-
«Il mio Yin… da quanto non lo sentivo…»
-Ehi, questa sì che è una conversazione!-
Le sembrò che la voce ridesse piano.
«Questo perché stai per capire il tuo destino.»
-Interessante… questo vuol dire che mi dirai chi sei?-
«Lo scoprirai da sola, molto presto.»
-Ed ecco che ricominci a parlare per enigmi… così non vale però.-
Si fermò quando notò che Umbreon e Servine la guardavano preoccupate.
-Non è niente, è solo la voce nella mia testa.- disse sorridendo mentre i suoi Pokémon non smettevano di guardarla preoccupate.
Improvvisamente Umbreon drizzò le orecchie. Scese con un balzò dalla spalla della ragazza e si mise a correre verso la Palude Mistralopoli.
-Umbreon! Dove vai!?- chiamò Touko mentre si lanciava all’inseguimento insieme a Servine, la quale però era decisamente più veloce.
 
Una volta arrivate alla palude Touko si ritrovò in difficoltà a mantenere l’equilibrio sui laghetti ghiacciati.
Alla fine riuscì a ritrovare il Pokémon Lucelunare. La intravedeva dietro uno degli alberi che costeggiavano la palude. Era tutta intenta a fare le fusa a qualcuno nascosto dal tronco.
Senza sapere come raggiunse Umbreon stando in equilibrio sulle sue gambe.
-Umbreon, si può sapere che cosa ti è preso?- chiese al Pokémon una volta raggiunta.
Rimase impietrita davanti all’uomo che il Pokémon Lucelunare aveva raggiunto.
Era alto e magro, come consumato dal tempo. Il volto scavato era parzialmente nascosto da una barba catrame che gli raggiungeva il petto. I capelli altrettanto lunghi gli conferivano un’aria quasi selvatica. Ma non era questo l’aspetto che gli davano i vestiti che sembravano stati comprati da poco. Anfibi marroni, pantaloni color sabbia con, forse, troppe tasche. Una maglietta di cotone rossa ed una giacca a maniche lunghe dello stesso colore dei pantaloni.
Ma la cosa più sorprendente erano gli occhi: di uno splendido azzurro cielo, esattamente come quelli di Touko.
Nonostante l’immenso cambiamento la ragazza lo vide per un attimo con un aspetto diverso.
I capelli corti leggermente arricciati sulla nuca, privo di barba ed un largo sorriso. Indosso la divisa da ranger.
Touko si immobilizzò, le gambe sembravano essere diventate di gelatina.
Il cuore prese a batterle furiosamente nel petto, come se volesse uscire da un momento all’altro.
Era talmente scioccata che non si era nemmeno conto delle lacrime che avevano iniziato a solcarle con prepotenza il viso suscitando la preoccupazione di Servine.
Fece per muovere un passo in avanti, ma le gambe non rispondevano ai comandi.
Rimase bloccata sul posto, in capace di muoversi.
-Papà?-
***
Si era fermato sotto uno degli alberi della Palude Mistralopoli, era decisamente fuori allenamento per quel genere di escursioni.
Faceva molto più freddo di quanto si ricordasse, fortuna che Aristide gli aveva dato degli abiti adatti.
Un fruscio troppo deciso lo mise sull’attenti.
Forse era un Pokémon selvatico, ma non era il caso di rischiare.
La sua mano corse alla Pokeball di Braviary.
Dalla boscaglia emerse l’ombra di un Pokémon a lui ben conosciuto.
La figura longilinea dal sottile mantello nero, coda e orecchie molto lunghe e zampe sottili. Sulla fronte recava un'ellisse gialla, così come sulle cosce e sulle spalle. Orecchie e coda mostravano invece un anello dello stesso colore. I grandi occhi a mandorla scarlatti. Il muso e leggermente appuntito.
Non riusciva a credere ai suoi occhi.
-U-Umbreon?-
Il Pokémon Lucelunare gli si fiondò tra le braccia.
-Anche io sono contento di vederti, ma… cosa ci fai qui?- domandò mentre le accarezzava il pelo corto.
-Umbreon, si può sapere che cosa ti è preso?-
Si pietrificò al suono di quella voce e quando ne emerse la proprietaria si sentì diventare come pietra.
Era la sua Touko, cresciuta ed accompagnata da quello che doveva essere il suo Starter, una Servine.
-Papà?-
Non fece tempo ad elaborare un pensiero coerente che vide la figlia gettargli le braccia al collo bagnandolo di lacrime.
Dopo un momento di smarrimento la strinse a sé con tutta la forza che aveva.
Anche lui aveva cominciato a piangere.
Troppi gli anni rubati passati nella disperazione più nera.
Troppa la paura di non rivedere più la sua famiglia.
Non l’avrebbe più lasciata, mai.
***
Belli i ricongiungimenti, non è vero?” chiese Zoroark.
-Sì.-
Il Pokémon Mutevolpe sorrise di sbieco. Era ovvio che quel babbeo del suo Allenatore si stesse godendo la scena.
Aveva fatto una fatica immane per cambiare il turno delle guardie davanti alla cella di Makoto senza farsi scoprire. Tutto questo solo per rendersi migliore agli occhi della sua bella.
Umani, e chi si sforzava più di capirli?
Un movimento appena dietro di loro attirò la sua attenzione.
Era una recluta del Team Plasma.
-Altezza, abbiamo trovato il luogo dov’è nascosto lo Scurolite, ma…-
-Ma?- incalzò il ragazzo.
-È inaccessibile.-
-Sono sicuro riusciremo a trovare un modo per renderlo… accessibile.- rispose il ragazzo con un sorriso beffardo.
***
-Come sei scappato? Sapevo che eri prigioniero del Team Plasma.- chiese Touko quando riuscì a sciogliere l’abbraccio.
-Ho… avuto un aiuto inaspettato dall’esterno.- rispose l’uomo.
-Un aiuto esterno? E da chi?-
-A quanto sembra… dal Sovrano del Team Plasma in persona.-
Quella rivelazione lasciò Touko spiazzata. Anche i suoi Pokémon avevano la medesima espressione di perplessità e dubbio.
-Come… come fai ad esserne sicuro?-
-Me lo ha detto proprio lui nemmeno due ore fa.- rispose l’uomo.
N è qui.
-Ma… perché farlo?-
-Non lo so nemmeno io. A detta sua non gli piacciono i soprusi.-
Rimasero in silenzio per qualche istante. Touko cercava di capire perché N lo avesse fatto.
Lo ha fatto… per me?” si chiese per un attimo.
-Ma… come mai non sapevo che eri di nuovo libero?- chiese la ragazza ricordandosi di quel particolare.
-Non l’avevo detto a nessuno.-
-Cosa? E perché?-
-Non sapevo quanti nei piani alti del Team Plasma sapevano che ero tornato in circolazione e c’è una cosa che devo recuperare prima di loro. Era per quello che mi avevano rapito.-
-Di cosa si tratta?-
-Non posso dirtelo, ma si trova nella Torre Dragospira.-
-L’ho vista prima, ma sembrerebbe inaccessibile.-
-Mi sono assicurato che lo fosse quando l’ho lasciata.- rispose l’uomo.
Touko rimase in silenzio per un attimo. Ripensò alla strana sensazione che aveva avuto alla torre e quello che le aveva detto la voce.
Un flash del Castello Sepolto le attraversò la mente rapido come un fulmine.
-Papà… per caso quello che hai nascosto alla torre… lo avevi trovato al Castello Sepolto?- chiese.
Makoto guardò la figlia con tanto d’occhi.
-Come fai a saperlo?-
Touko si morse la lingua. Non aveva mai detto a nessuno quello che era successo in quel luogo, ma lui era suo padre… forse…
«Non ancora.»
La voce la fece sobbalzare.
Prese un profondo respiro.
-Avevo visto il Team Plasma anche lì, sembrava cercasse qualcosa di particolare. Ho pensato che avesse potuto ricreare il precorso che avevi già fatto per trovare qualsiasi cosa stiano cercando.- rispose alla fine.
-Ma adesso devi venire con me! Chiamiamo la mamma dal Centro Pokémon! Sarà così contenta…-
-Non ancora.-
-Cosa? E perché?-
-Il Team Plasma è in città, non voglio che sappiano dei miei spostamenti.
-E non pensi che N glielo abbia già riferito?-
-Come fai a conoscere il nome del Sovrano del Team Plasma?-
-Ci… siamo incontrati diverse volte.- rispose evasiva.
-Capisco… comunque… sanno che sono qui, ma non esattamente dove. Se andassi in città sarei più rintracciabile di quanto non lo sia qui.-
-Quindi… non devo dire a nessuno di averti incontrato… nemmeno alla mamma…-
-Solo per adesso.- rispose l’uomo accarezzandole dolcemente la testa.
-Va bene.- acconsentì la ragazza.
-Però una volta finita questa storia con la Torre Dragospira… va’ dalla mamma.- disse prima di andarsene con Servine ed Umbreon.
Makoto sorrise.
-Certo.-
***
-Dov’eri finita? Sei sparita per più di un’ora! Eravamo preoccupati.- disse Komor non appena vide Touko entrare nella stanza del Centro Pokémon.
-Ho fatto due passi alla Palude Mistralopoli. Ho incontrato un paio di selvatici e li ho affrontati, per questo ho fatto tardi.- rispose.
 
Quella sera Touko non riuscì a dormire. Rimase a fissare il soffitto per tutta la notte. Da un lato era felicissima di aver ritrovato suo padre, stava bene e sarebbero di nuovo stati una famiglia, com’era giusto che fosse.
Eppure… il pensiero di N non la lasciava dormire. Era peggio delle altre volte.
Perché aveva lasciato andare suo padre?
Se davvero serviva al Team Plasma per delle informazioni e per evitare che mettesse loro i bastoni tra le ruote… perché lasciarlo andare?
Non era molto furbo dal punto di vista tattico.
Si rigirò sul fianco ed osservò il ciondolo che portava al collo.
Qualcosa si stava muovendo.
Ma lei era pronta per qualsiasi cosa fosse in arrivo?
Piena di inquietudine si alzò e si diresse verso la finestra.
La Torre Dragospira era perfettamente visibile.
N… è lì che ti incontrerò la prossima volta?
***
-Darmanitan, Fuococarica!-
Il Pokémon Altefiamme colpì Beartic con il suo attacco infuocato.
Era l’ennesimo che riceveva da ormai un quarto d’ora abbondante. Lo scontro contro Silvestro, il Capo Palestra di Mistralopoli era incredibilmente forte ed astuto, metterlo con le spalle al muro non era affatto semplice. Anche i suoi Pokémon erano ben allenati.
Ma contro i ripetitivi attacchi di fuoco di Darmanitan, alla fine anche il Pokémon Glaciale dovette capitolare.
Così Touko ricevette finalmente la Medaglia Stalattite.
-Sai…- disse la Maschera di ghiaccio una volta consegnato il trofeo nelle mani dell’Allenatrice.
-Tu mi ricordi una persona che ho incontrato diverso tempo fa.-
-Davvero? Chi era?-
-Il suo nome è Makoto. Veniva da Soffiolieve.-
La ragazza sorrise.
-È mio padre.- disse con orgoglio.
Silvestro annuì compiaciuto.
-Mi sembrava… avete la stessa grinta.- disse mentre Belle, Komor e Touko uscivano dalla Palestra.
Tuttavia, una volta che furono fuori dalla sua visuale sentì chiaramente qualcosa di strano.
Un’aura pericolosa.
Non ci pensò due volte e si precipitò fuori dall’edificio.
I tre ragazzi erano ancora sull’uscio che parlavano tra loro, non si erano accorti di nulla.
-Silvestro…- disse Belle sorpresa.
-Chi c’è!?- chiese guardandosi attorno.
Da dietro una delle case che circondavano emerse una figura alta e magra, sciupata sottolineata dal volto scavato. La barba scura gli raggiungeva il petto. Capelli lunghi fino alla schiena. Gli occhi di un impressionante azzurro cielo.
-M-Makoto?- chiese Komor ad occhi spalancati.
Belle non riusciva a proferire parola.
-A quanto pare le tue abilità sensoriali non sono diminuite col tempo Silvestro.- disse l’uomo grattandosi nervoso la nuca.
-Papà… cosa ci fai qui? Credevo che avessi detto che non volevi entrare in città.- disse Touko perplessa.
-Aspetta… sapevi che era qui?- domandò Belle.
-L’ho incontrato alla Palude qualche giorno fa.-
-Allora è per questo che hai fatto tardi!- realizzò Komor.
Tuttavia il Capo Palestra di Mistralopoli non sembrava affatto sollevato.
-Lo so che siete qui, fatevi vedere!- esclamò l’uomo.
Tre figure vestite di scuro simili a ninja comparvero dal nulla accerchiando il gruppetto.
-Bravo, Capo Palestra di Mistralopoli. Sei degno della tua fama. Come hai fatto a scovarci? Noi, che siamo ombre! Noi, il Trio Oscuro!- disse uno dei tre albini.
Belle si nascose dietro a Komor, intimorita.
Touko mise immediatamente mano alla Pokeball di Servine.
Makoto e Komor si erano irrigiditi mentre Silvestro osservava le nuove comparse con algido disprezzo.
-Volevamo riferirlo solo a Touko… Ma pazienza.- continuò un altro.
-Ghecis ha un messaggio per te: Vieni alla Torre Dragospira!-
-N ti aspetta lì. Così ha detto.- concluse il terzo.
Makoto era sbiancato. Non potevano essere già entrati, giusto?
-La Torre Dragospira? Che significa? Spiegatevi!- ordinò Silvestro.
Ma il Trio Oscuro scomparve così com’era arrivato.
Veloce come un fulmine Touko afferrò la Pokeball di Archeops. Rapidamente fece scattare la serratura della sfera ed il Pokémon Paleouccello uscì in tutto il suo splendore.
Con altrettanta velocità gli salì sul dorso ed immediatamente Archeops spiccò il volo.
-Alla torre!- esclamò.
Senza che ci fosse bisogno di aggiungere altro il Pokémon si diresse verso il rudere.
-Touko!- cercò di chiamarla il padre, ma la ragazza era già sparita nel cielo nevoso.
***
Finalmente.
Dopo tutto quel tempo era lì, davanti a lui.
Sentiva il suo richiamo, più forte che mai.
Sollevò delicatamente la sfera nera, come se fosse sul punto di rompersi.
Percorse con le dita le tre scanalature.
«Mi hai trovato.»
-Ti ho trovato.-
E la terra tremò.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Dunque... riconosco di essermi soffermata... forse un po' troppo sulla descrizione di Mistralopoli, ma abbiate pazienza: è la mia città preferita di Unima ed io e l'inverno siamo pappa e ciccia, mi è venuto naturale.
Ma passando alle parti salienti: Makoto e Touko.
Spero di aver descritto il loro incontro con abbastanza trasorto, ma sono una frana con i rapporti umani, quindi... beh abbiate pietà.
Sì, Zorua si è evoltuo, ma non essedo questa storia "N centrica" non ho messi il come ed il quando, ma tranquilli: sarà sempre la voce della ragione (o la mia, il più delle volte: dà voce ai miei commenti sarcastici).
Spero vi sia piaciuto come ho rigirato la scena dell'uscita dalla Palestra a mio favore.
Personalmente la prima volta che ho giocato a Nero mi sono precipitata subito alla Torre (ovviamente dopo una dovuto visita al Centro Pokémon), quindi vai con le scene d'azione.
Ovviamente io sono una persona troppo sadica per permettere che tutte le cose belle si svolgano nell'immediato futuro, quindi eccovi il finale con la terra che trema.
Vi ricoda qualcosa?
Chi di voi veterani è così fissato con i dettagli da ricordarsi? (è più banale di quando sembri)
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con La mia missione.
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
   
 
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