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Autore: Recchan8    11/10/2018    1 recensioni
Nessuno ha ricordato il primo dei quattro elementi fondamentali.
Nessuno si è mai accorto della sua costante presenza, della sua grinta e della sua passione.
Nessuno sapeva che il Maestro Eraqus aveva un quarto allievo.
Nessuno ha mai parlato di Ignis, la ragazza dai capelli rosso Tiziano che si è innamorata della persona giusta al momento sbagliato.
[Avvertenza: Le vicende narrate iniziano in Birth By Sleep e si sviluppano attraverso 358/2, KH2 e Dream Drop Distance, fino ad arrivare alla vigilia di KH3]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Fire Contact

 

 

Non si era mai domandato per quale motivo in quella città il sole sembrasse intenzionato a restare per sempre sospeso in un limbo tra la morte e la rinascita.
“Crepuscopoli”, la città dal perenne crepuscolo.
Quanta forza gli ci voleva per aggrapparsi in maniera così disperata al cielo azzurro? Perché non voleva andare a riposo, lasciando spazio alle tenebre della notte? Di cosa aveva paura?
Be', che faccia quel che gli pare”.
Lentamente, un passo alla volta, Axel stava salendo in cima alla Torre dell'Orologio di Crepuscopoli, solo come quell'astro che fino a qualche attimo prima stava beffeggiando. A un certo punto si fermò, un piede sopra il gradino successivo della scalinata interna della Torre.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta?
Sospirò e si appoggiò con una spalla alla parete, la testa china e gli occhi socchiusi puntati sui propri stivali neri.
-”Che razza di idiota”-.
Ripartì. Doveva semplicemente arrivare in cima, sedersi, mangiare un gelato, e la faccenda si sarebbe conclusa.
Per sempre.
Aveva deciso che quella sarebbe stata l'ultima volta: l'atto finale, la scena conclusiva. Niente più gelati al sale marino, niente più Torre dell'Orologio, niente più amici; solo ed esclusivamente lavoro. Stava così bene prima di incontrare quello stupido ragazzino...
-”I Nessuno non hanno un cuore”- sussurrò. -”I Nessuno non provano emozioni”-.
Vide la condensa sulla plastica della busta radunarsi in un punto e cadere a terra sotto forma di gocce gelide. Sospirò. Doveva sbrigarsi, altrimenti i gelati si sarebbero sciolti. A nessuno piacciono i gelati squagliati, proprio no.
Finalmente raggiunse la cima della Torre, il posto in cui, quando quel ragazzetto gli stava ancora tra i piedi, i due erano soliti incontrarsi dopo il lavoro e mangiare insieme un gelato. Ricordava ancora l'espressione di disgusto dipinta sul volto dell'amico quando gli fece per la prima volta assaggiare il gusto “sale marino”.
-”E' dolce ma anche salato. E' strano”- aveva detto confuso.
-”Strano come la nostra esistenza”- aveva commentato Axel con un sorriso amaro.
Lasciandosi alle spalle la penombra delle scale, il Nessuno venne colpito in pieno volto dalla pacata e tiepida luce del tramonto. Strizzò gli occhi verdi, momentaneamente accecato dal bagliore aranciato, e si parò la vista con una mano. Svoltò l'angolo per andare a sedersi al suo solito posto, un muretto dal quale adorava far penzolare i piedi, ma si bloccò di colpo quando vide che una ragazza lo stava occupando con noncuranza. Il suo viso, nascosto da una cascata di capelli rossicci, era rivolto verso il tramonto e i suoi piedi, proprio come avrebbero dovuto fare quelli di Axel, stavano dondolando nel vuoto.
-”Buonasera”- disse senza guardarlo. -”Non trovi che sia stupendo?”-.
Axel, preso del tutto in contropiede, non rispose. La ragazza si scostò i capelli dal viso e si girò a guardarlo. Il Nessuno si ritrovò addosso due occhi azzurrissimi, brillanti come stelle nel cielo.
-”Il tramonto, intendo”- specificò lei indicando il sole con un lieve cenno del capo.
Axel distolse lo sguardo e lo gettò a terra. Si schiarì la voce e si strinse nelle spalle. Per essere così entusiasta del tramonto doveva trattarsi di qualcuno che non era mai stato lassù...
-”Non lo sai? Qui il cielo non muta mai”- le disse piatto.
La ragazza ridacchiò.
-”Certo che lo so. Semplicemente, non l'ho mai visto da questa prospettiva. E' la prima volta che salgo quassù”- gli spiegò, confermando così la sua ipotesi. -”Vuoi sederti accanto a me?”- chiese battendo leggermente il palmo vicino a lei.
Axel tentennò, indeciso tra il darsela elegantemente a gambe e l'assecondare passivamente il volere dell'intrusa. Si passò una mano tra i capelli, stringendo le labbra e aggrottando le sopracciglia. Non era quello lo scenario che si era prefigurato per la sua ultima volta, ma dovette ammettere che, in fin dei conti, un po' di compagnia non gli dispiaceva più di tanto. Lui, alla solitudine, non si era ancora riabituato.
-”Va bene”- sospirò sconfitto.
La ragazza parve entusiasta della risposta affermativa di Axel, e gli rivolse un ampio sorriso, uno di quelli che scaldano il cuore.
Ma lui un cuore non lo aveva.
Rispose brevemente al gesto solare e altruista con un accenno di incurvatura sulle labbra, e, contrariamente all'etichetta, la squadrò da capo a piedi. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma il desiderio e l'istinto erano più forti di lui. Una strana aura aleggiava attorno a quella ragazza, e Axel se n'era accorto. I suoi abiti erano stranissimi, i suoi capelli rossastri e dalle punte azzurre, e il viso enigmatico. Per quanto bazzicasse spesso per Crepuscopoli, non l'aveva mai vista da quelle parti. Il modo in cui fissava il cielo e il tramonto di fronte a loro gli fece tornare in mente la meraviglia che il suo maledetto amico aveva palesato una delle prime volte che Axel lo aveva portato sulla Torre, quando, da involucro apatico, era diventato molto simile a una vera persona.
La ragazza si accorse delle sue occhiate insistenti e alzò un sopracciglio.
-”A cosa stai pensando?”- gli domandò curiosa.
-”...A niente”- borbottò dopo un momento di esitazione.
-”Guardavi i miei capelli, vero?”- disse prendendo tra le dita una ciocca rossa che sfumava dolcemente verso l'azzurro intenso. -”Lo sai? Non sono tinti. E' il mio colore. Cioè... Sono i miei colori”-.
-”Interessante”- commentò il Nessuno sarcastico.
-”I tuoi, invece, sono troppo rossi per essere naturali”-.
Axel sorrise sommessamente. Avrebbe voluto ribattere in una qualche maniera, ma non ci riuscì. La sua parlantina se n'era andata da un pezzo, ormai. Ricordando improvvisamente la loro esistenza, prese un gelato dalla busta. Constatò con non poco fastidio che era molto più vicino allo stato liquido che a quello solido.
Così imparo a perdere tempo in chiacchiere inutili”.
Lanciò uno sguardo interrogativo al sacchetto di plastica, chiedendosi per un momento per quale motivo avesse comprato tre gelati; non erano solamente lui e il tipetto biondo ai vecchi tempi?
A un tratto la ragazza emise un breve sospiro.
-”Ma tu guarda...”- disse piano. -”Non pensavo di trovarne uno qui”-.
Axel le rivolse un'occhiata perplessa ma non aprì bocca. Magari stava parlando tra sé e sé, perché disturbarla?
Si alzò in piedi, spolverandosi i vestiti. Si scostò i capelli dal viso candido e salì sul bordo del piccolo spiazzo della Torre dell'Orologio. Guardò dall'alto Axel, seduto accanto a lei e visibilmente confuso.
-”Qual è il tuo nome?”- gli domandò. -”Chi sei?”-.
-”Sono Axel”-.
-”Axel, hai detto?”- ripeté lei pensosa.
-”Axel”- confermò. -”L'hai memorizzato?”-.
La ragazza annuì e spalancò le braccia. Volse le spalle al tramonto e sorrise scoprendo i denti.
-”Organizzazione XIII, numero VIII: Axel, il Soffio di Fiamme Danzanti. Ci vediamo presto!”-.
Detto ciò si lasciò cadere dalla Torre, rivolgendo ad Axel un cenno di saluto. Il Nessuno gettò a terra lo stecco del gelato e si precipitò a guardare giù, convinto di trovare un orribile spettacolo ad attenderlo. Le sue tremende aspettative non vennero rispettate perché della ragazza non c'era alcuna traccia.
-”Ma cosa...?”-.

 

   
 
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