Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Le Streghe    13/07/2009    10 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap2
Destino inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 2
O-mamori


Un movimento ondeggiante che non gli era totalmente estraneo, ma nemmeno familiare, lo fece emergere lentamente dalla nebbia e dall'oscurità che sembravano averlo reclamato.
Il ragazzo sbatté un paio di volte le palpebre, confuso dalla prospettiva di ciò che vedeva.
La strada, davanti a lui, ondeggiava leggermente e si stava muovendo in un modo che rischiava di dargli il mal di mare. Qualcosa in quel treno di pensieri lo distrasse e lo costrinse a guardarsi attorno.
«Che... succede?» domandò con voce debole, mentre con fatica tentava di mettersi più comodo.
«Stai fermo, finirai per cadere.»
«Eh?» Ancora stordito, Watanuki si guardò intorno cercando di capire l'origine della voce che dopo qualche secondo riuscì a riconoscere, inziando a muoversi e a scalciare furiosamente.
«Cosa?! TU! Doumeki, lasciami!» Iniziò ad urlare quando capì di essere sulle sue spalle.
Doumeki proseguì senza ribattere, limitandosi ad una lievissima espressione di disappunto. Così, quando il più giovane gli chiese, poco gentilmente, cosa pensava di fare e come osasse portarlo al tempio, l'arciere non perse l'occasione per zittirlo.
«Non ricordi quel che ha detto Yuuko-san? E sei tu quello che è svenuto, comunque.»
«Come se l'avessi fatto apposta!» fu la protesta, praticamente urlata, di Watanuki.
Un insieme di insulti e lamentele che terminarono quando si rese conto di essere arrivato al tempio.
A quel puntò sbuffò e continuò la sua tirata mentre il padrone di casa apriva la porta ed entrava, senza degnarsi di metterlo a terra.
«Avresti potuto lasciarmi al negozio! O portarmi a casa mia se proprio. Non vedi che sto benissimo? Sono sicuro che non ci sia bisogno di stare a contatto.»
«Ovvio che stai bene. Sei con me.» Fu il commento dell'altro. «Idiota...» Borbottò poi.
«Idiota a chi? Non ho bisogno di te! Anzi, sai che ti dico?» sbottò Watanuki, senza smettere di agitarsi. «Chi ti vuole!»
Percorsero un corridoio, con ancora il più alto che teneva l'altro sulle proprie spalle, senza ribattere, semplicemente portandolo dove doveva. Quei movimenti pericolosamente confortanti spinsero Watanuki a riflettere sugli ultimi avvenimenti e, ovviamente, sulle parole di Yuuko.
Era davvero stanco di cacciarsi sempre nei guai e lo era ancor di più al pensiero di dover dipendere sempre dalla stessa persona. Sospirò.
I suoi pensieri terminarono nel momento in cui proprio quella persona lo mise a terra senza preavviso.
«Hei!» Si lamentò voltandosi appena in tempo per vederlo sparire oltre la porta.
Stava giusto per dirgliene quattro quando, dopo una rapida occhiata all'ambiente circostante, si rese conto di essere nella sua stanza.
«Hei Tu! Brutto pervertito!» Gli urlò. «Cosa hai intenzione di fare, eh? E se Himawari-chan venisse a saperlo? Oh no... no... come farò...»
Doumeki, che intanto aveva aggiunto cuscino e coperte al fouton, si fermò a guardarlo come se fosse diventato pazzo di colpo.
«Idiota.» Commentò e, senza attendere una risposta, prese il suo yukata ed iniziò a spogliarsi.
«Idiota a chi?! Sei tu che mi hai portato qui!» Fu la risposta del suo ospite che, lanciatogli uno sguardo, arrossì di colpo obbligandosi a guardare da un'altra parte. «Che... che stai facendo...» Balbettò al culmine dell'imbarazzo.
«Uh?» Stanco di tante urla, l'arciere non terminò neppure di vestirsi, allontanandosi ancora a torso nudo e tornando subito dopo con un altro yukata. «Tieni.»
Watanuki lo raccolse con aria smarrita. «T..tu hai davvero intenzione di dormire... con me... nella stessa... stanza?» Domandò deglutendo con estrema fatica.
«Yuuko san ha detto di fare così, no?» Fu la semplice, irritante risposta.
A quello il ragazzo rimase in silenzio, fissandolo in cerca di qualcosa da dire ma senza riuscirci. Una reazione che l'arciere sembrò notare, decidendo di allontanarsi per terminare di cambiarsi altrove.
Finalmente solo, Watanuki si lasciò andare ad un profondo sospiro, cambiandosi ed infilandosi sotto le coperte. In fin dei conti non aveva molte altre scelte, pensò con rassegnazione. Tanto valeva adattarsi, senza pensare al fatto che un altro ragazzo, quello che diceva di odiare, avrebbe dormito al suo fianco.
Neanche lo avesse chiamato, Doumeki tornò in quel preciso istante, spegnendo la luce, sdraiandosi e fissandolo.
«Lo percepisco il tuo sguardo, sai?» brontolò Watanuki in tono dimesso.
«Serve il contatto» Dichiarò l'altro.
A quella parola, che stava già iniziando ad odiare, Watanuki trasalì appena.
«Fai come credi...»
L'arciere lo guardò stancamente e steso un braccio verso di lui, gli strinse la mano attorno al polso, augurandogli la buonanotte e addormentandosi poco dopo.
Fu così che, se pur lentamente e in un silenzio imbarazzante, Watanuki si apprestò a passare la sua prima notte al tempio.
Una sorta di punizione divina, pensò amaramente, muovendosi in cerca di una posizione abbastanza comoda da farlo dormire.

Due ore più tardi, dopo essersi rigirato per l'ennesima volta, decise di fare qualcosa. Lui in fondo si sentiva benissimo. Non c'era bisogno di tante storie, pensò, mentre attento a non fare rumore sfilava il polso dalla presa di Doumeki, per poi alzarsi ed uscire in cerca della cucina.
Percorse a ritroso lo stesso corridoio attraverso il quale lo aveva portato l'arciere solo qualche ora prima.
Di notte il tempio sembrava ancora più imponente ed uscire da solo per mettersi a cercare la cucina, d'un tratto, non gli sembrava più un'idea tanto brillante.
Stava giusto pensando di tornare sui suoi passi quando una porta shoji leggermente aperta attirò il suo sguardo.
Senza nemmeno accorgersene, si ritrovò dentro la stanza.
Sembrava essere una camera da letto, simile a quella di Doumeki ma più ricca di particolari. Un paio di dipinti alle pareti, porte interamente decorate ed una cassettiera sulla quale spiccava un ritratto.
«Haruka-san...» Mormorò il ragazzo, dopo essersi avvicinato.
Senza pensarci lo prese tra le mani, studiandone l'immagine e sorridendo istintivamente all'uomo sui trent'anni che, sigaretta alla mano, sembrava guardarlo con sguardo estremamente sereno.
«Così questo era Haruka-san... Chissà se anche Doumeki sarà come lui, tra qualche anno...» Udire la propria voce che diceva simili cose lo portò ad arrabbiarsi con sé stesso.
Che cavolo andava a pensare. Non era certo di suo interesse se in futuro la somiglianza tra i due sarebbe stata la stessa. Anzi proprio non gli importava, pensò.
Un attimo dopo, mentre era ancora immerso in questi pensieri, la stanza iniziò a girargli intorno lasciandolo confuso.
Ebbe solo il tempo di riporre la foto prima di crollare a terra senza più forze.
L'immagine di Haruka-san ancora in testa.

Intanto, nella sua stanza, anche Doumeki sembrò percepire il volto sorridente del nonno, svegliandosi di colpo e guardandosi intorno. La sensazione che lo avvolgeva non era delle migliori e questo, unito al fouton vuoto di Watanuki, lo convinse ad alzarsi per andare a cercarlo.
Senza neanche pensarci si diresse, di corsa, verso la camera che un tempo era appartenuta ad Haruka, trovando il ragazzo nuovamente svenuto.
«Oi...»  Esclamò raggiungendolo ed iniziando a strattonarlo. «Watanuki...» Lo chiamò nella speranza di vederlo reagire. L'unica cosa che ottenne fu un lieve sorriso da parte del ragazzo.
Doumeki rimase a fissare per un lungo attimo il viso di Watanuki, gli occhi imperscrutabili, preso da quell'espressione mai vista. Poi, riscuotendosi dalla contemplazione in cui era caduto, si chinò su di lui e provò ancora a chiamarlo. 

Il ragazzo aprì gli occhi, emergendo dall'oscurità che lo aveva circondato poco prima.
Un'oscurità che lo faceva sentire debole ed insicuro, vuoto forse.
Si guardò attorno, notando la struttura del tempio immersa nella notte ed illuminata da una bellissima luna piena. Intorno a se poteva sentire l'odore degli alberi e dell'incenso.
Sbatté le palpebre un paio di volte quando un'altro odore gli giunse alle narici, odore di tabacco che bruciava.
Si voltò verso la sua destra e, come si era aspettato, notò una figura familiare che osservava la luna con una sigaretta in mano.
«Ben svegliato, Kimihiro-kun. Bella serata, mh?» Gli chiese la voce di quella figura sorridente. Watanuki lo osservò per un lungo attimo. Per un momento gli era sembrato di sentirsi chiamare contemporaneamente col suo nome e col suo cognome. Infine, riscuotendosi da quei pensieri, sorrise all'altro.
«Haruka-san, buona sera... allora sto sognando, vero?»
L'uomo annuì sorridendogli gentilmente. «Esatto, siamo nel tuo sogno.» Poi sembrò, per un'attimo, osservare i dintorni con espressione sorniona. «Stavolta è piuttosto simile alla realta, eh? Anche qui sei al tempio infondo.»
A quello, il giovane ripensò agli eventi di quel giorno che infine lo avevano portato al tempio. Strinse i pugni, arrabbiato. «Già... non ho fatto molta strada, stavolta» Sospirò.
Haruka gli sorrise, divertito dal tono risentito del più piccolo. «Per tua fortuna, aggiungerei. Sei ancora intero, infondo.» Aggiunse, fermandosi per prendere una nuova boccata di fumo.
Watanuki lo fissò perplesso e, fattosi improvvisamente serio, l'uomo tornò a parlargli ricambiando il suo sguardo con espressione decisa. «La tua stessa testardaggine ha rischiato di farti finire... oltre.» Asserì.
Il ragazzo, rimase nuovamente in silenzio riflettendo, senza smettere di guardarlo, sul senso di quella frase.
L'uomo intercettò il suo sguardo con un sorrisetto. «Dimmi... perché vuoi andartene, se poi finisci sempre qui?» E fece un gesto con la mano che teneva la sigaretta, indicando l'intero tempio.
A quello, il ragazzo arrossì di colpo e distolse lo sguardo, in imbarazzo.
«Cosa? Io... do questa impressione?» Si voltò per evitare di farsi vedere dall'uomo. «Non sono qui di mia... volontà.» Replicò infine.
Questo, stranamente, sembrò far nascere una leggera risata da parte dell'altro.
«I sogni sono il regno della tua mente.» Si limitò a dire, divertito.
Watanuki si trovò ad arrossire ancora, sempre più in imbarazzo. «No... Non intendevo qui nel sogno, intendevo... non vorrei essere qui da sveglio, credo.»
Haruka continuò a guardare la luna, e parlò lentamente come pensando con cura a quel che stava per dire. «Sei tu stesso che decidi dove essere... daltronde non esistono casualità, ormai dovresti saperlo.»
Quando il ragazzo annuì, seppur con riluttanza, l'uomo continuò a parlare.
«Lo devi all'essere qui se sei vivo... e non solo oggi. Lo sai.» Affermò, con sicurezza estrema, mostrando un espressione decisa che somigliava in modo eccezionale a quella tante volte mostrata da suo nipote.
Watanuki corrucciò le sopracciglia. «Ma...» iniziò, leggermente insicuro. «È stato lei a salvarmi, no? Se... fossi stato altrove, l'avrebbe fatto comunque...» Il riferimento all'essere stato salvato altre volte non andò perso e ancora in imbarazzo distolse lo sguardo.
Haruka gli scoccò un'altra veloce occhiata, questa volta ancora più divertita ed enigmatica.
Scosse la testa. «Io posso agire solo nei sogni, Kimihiro-kun. Posso venire qui attraverso i tuoi sogni o quelli di altri, ma... non sono mai stato io a salvarti. Nella realtà.»
Watanuki aprì la bocca per dire qualcosa, ma non fece mai in tempo.

In quel preciso istante, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, Doumeki si ricordò quanto avvenuto al negozio di Yuuko quella stessa sera.
Con un movimento deciso, appoggiò la propria mano sulla fronte di Watanuki, osservandolo in attesa di una reazione che, fortunatamente, non tardò ad arrivare.
Le guance del ragazzo, ancora privo di sensi, ripresero rapidamente colore. Il respiro tornò a farsi più facile e finalmente emerse dal limbo nel quale era scivolato.
Aprì gli occhi, sbattendo più volte le palpebre a causa della vista leggermente fuori fuoco.
«Haruka-san...?» Chiese, la voce ancora impastata.
Doumeki, che si era staccato dal contatto quando aveva visto che l'altro ragazzo aveva iniziato a svegliarsi, scosse la testa.
«Sono Shizuka...» rispose, guardando altrove e pensando che l'aver visto quel ritratto di suo nonno dovesse avergli confuso le idee. «... puoi camminare? Torniamo in camera mia.»
Quando non gli giunse risposta, si voltò e vide che Watanuki, evidentemente indebolito, aveva di nuovo chiuso gli occhi.
Così, finalmente più tranquillo, lo prese in braccio con delicatezza e lo portò di nuovo sul futon.

~x~X~x~

Le prime luci del giorno trovarono Doumeki intento a trascrivere alcune formule su un foglietto di pergamena.
Era la prima volta che si spingeva così in là.
Normalmente la sua vita al tempio si riduceva a piccoli gesti quotidiani che, sebbene imbevuti di una certa sacralità, restavano ben distanti dallo stile di vita tipico di un sacerdote.
Fortunatamente gli anni trascorsi ad osservare suo nonno gli avevano permesso di apprendere diverse pratiche che, unite alle tante nozioni da egli ricevute, lo avevano reso in grado di agire con una discreta dose di sicurezza.
Si fermò per un attimo, posando lo sguardo sul ragazzo disteso al suo fianco e ancora profondamente addormentato.
Dopo averlo rimesso a letto, prendere sonno era stato impossibile.
Diversi pensieri, misti a domande destinate a non avere risposta, avevano preso a ruotare senza sosta nella sua mente. Così nella speranza di ingannare il tempo aveva deciso di frugare nella biblioteca del nonno, prendendo con se alcuni libri e tornando a chiudersi nella sua stanza. Lì, senza trascurare la necessità di mantenere un contatto stabile con Watanuki, aveva trascorso il resto della notte a cercare tra le varie diciture, trovando poco prima dell'alba un espediente in grado di liberare l'amico dalla sua presenza, almeno durante le lezioni.
Sicuro della riuscita di quel primo incanto, aveva ripiegato più volte l'ofuda, racchiudendo al suo interno una ciocca di capelli e conservando il tutto in un sacchettino, rendendolo molto simile ad un o-momori.
Grazie a quello Watanuki sarebbe stato al sicuro per un periodo di tempo più lungo, pensò tornando ad osservarlo.

Neanche fosse stato svegliato dalla forza del suo sguardo, Watanuki aprì finalmente gli occhi, puntando le sue iridi blu su di lui.
Gli ci volle un pò per mettere a fuoco l'immagine dell'arciere e quando vi riuscì, scoprendolo intento a fissarlo, le sue guance si colorarono di rosso. «Che... che cavolo... Ti sembra questo il modo di fissare la gente?!» Domandò con tono alterato.
In risposta all'imrovviso frastuono dato dalle urla dell'altro Doumeki si limitò a portare le mani alle orecchie. «Casinista.» Brontolò più per abitudine che per convinzione.
Quando vide che Watanuki stava per ribattere con nuove urla, gli mostrò il sacchettino appena confezionato. «Prendilo.» Gli ordinò porgendogli l'incanto.
Quel gesto lasciò senza parole il povero Watanuki che senza capire quanto stesse avvenendo si limitò ad osservare lo strano oggetto che gli veniva porto. «Cosa dovrei farmene...» Commentò infine, riconoscendolo come un comune portafortuna.
«Prendilo e basta.» Rispose l'arciere notando l'incertezza nello sguardo del ragazzo. «Ti servirà.» Aggiunse sperando di convincerlo. «E vedi di muoverti o non faremo in tempo»
«Che?» Domandò l'altro guardandosi intorno e cogliendo dalla luce della camera che l'alba era passata da un pezzo. «Che ore sono?»
Senza battere ciglio l'arciere gli mostrò l'orologio affisso alla parete di fronte.
Le sette.
Quella realtà sembrò far impazzire il più giovane.
«Le sette?!» Strillò prendendo l'amuleto. «Sono in ritardo, anzi sono spacciato!» Continuò mentre alla velocità della luce raccoglieva le sue cose precipitandosi in bagno.
Mezz'ora dopo era già in cucina, vestito di tutto punto per la nuova giornata scolastica ed intento a preparare la colazione.

~x~X~x~

Stranamente, la prima parte della giornata proseguì meglio del previsto. L'amuleto che Doumeki aveva consegnato a Watanuki si era rivelato piuttosto potente garantendo al più giovane l'energia necessaria per seguire le varie lezioni.
Quel sentirsi nuovamente in forze lo aveva reso tanto allegro da indurlo a gioire più del suo solito quando, durante l'intervallo del pranzo aveva consegnato il bento ad una sorridente Himawari.
Ovviamente il pensiero di ringraziare l'artefice di tale miglioramento non l'aveva neppure sfiorato e, seppur con meno insulti del solito, aveva dedicato a Doumeki la sua dose di proteste quotidiane. Paroloni misti ad occhiatacce che cessarono solo alle parole di Himawari.
«Doumeki-kun... tutto bene?» Domandò infatti la ragazza, puntanto lo sguardo sul bento ancora intatto dell'arciere.
A quella vista persino Watanuki sembrò impensierirsi. Doumeki che lasciava del cibo, in particolar modo il suo, non era affatto una cosa normale.
«Non ho molta fame.» Concluse l'altro sotto lo sguardo decisamente stupito dei due compagni.
«Sicuro di star bene?» Ritentò Watanuki.
Il ragazzo si limitò ad annuire e quella mancanza di spiegazioni sembrò mandare su tutte le furie il più giovane tra i due.
«Hai idea di quanto abbia faticato a memorizzare ogni angolo della tua immensa cucina?» Iniziò, urlando e gesticolando contro l'arciere. «Ce l'hai si o no? Ti ho preparato da mangiare e tu cosa fai? Non hai fame?!»
Quelle parole sembrarono incuriosire Himawari che, con espressione entusiasta, decise di intervenire nel monologo del compagno.
«Watanuki-kun hai cucinato al tempio stamattina?»
Il tono con cui fu posta la domanda unito al chiaro significato nascosto, lasciò senza parole l'interpellato dando modo all'altro ragazzo di prendere parte alla graziosa scenetta.
«Yo. Ha dormito da me.» Spiegò tranquillo, rivolgendosi ad Himawari.
«Tu!» sbraitò un Watanuki al colmo dell'imbarazzo. «Come osi dire simili cose con quella faccia tranquilla!»
«Come andate d'accordo voi due.» Esclamò allora la ragazza. «
Si vede che siete ottimi amici!»
L'arciere intanto aveva già portato le mani alle orecchie e l'intera scena, ormai un classico dei loro momenti insieme, sembrò scoraggiare il povero Watanuki che, con aria affranta, iniziò a lamentarsi dell'assurda situazione che lo vedeva costretto a stare a "stretto contatto" con quell'idiota di Doumeki.
L'occhiataccia che quest'ultimo gli lanciò nel sentirlo parlare a quel modo bastò da sola a concludere l'argomento, scatenando il malumore del più giovane e riportando il tutto alla normalità. Se così poteva definirsi la somma dei pranzi che quei tre condividevano ormai da tempo.

~x~X~x~

«Quanto pensi che durerà il talismano?» Domandò Watanuki al ritorno da scuola.
Al suo fianco, Doumeki sembrò non sentirlo, proseguendo con sguardo vuoto verso il negozio di Yuuko.
«Hei, vuoi ascoltarmi?» Continuò il più giovane, con fare irritato.
«Fin quando sarà necessario.»
A quella risposta, Watanuki gli rivolse uno sguardo scocciato, notando l'andamento stranamente instabile del compagno. «Doumeki... tutto a posto?» Si informò, fermandosi a guardarlo.
«Starei meglio se non facessi tanto casino.»
«Che hai detto?!» Urlò l'altro iniziando a dimenarsi.
«Hai sentito» Replicò l'arciere, fermandosi subito dopo per trovare appoggio sul muro di cinta di una villetta.
Watanuki lo aveva visto raramente in quello stato ed era sempre stata colpa sua. A partire dalla perdita dell'occhio causata dal ragno, fino al giorno in cui aveva deciso di donargli il suo sangue. Quel pensiero lo spinse a mettere da parte la rabbia per correre in aiuto del compagno.
«Hei... Che ti succede?!»
«Nulla.» Gli rispose l'arciere, riprendendo il tragitto. «Andiamo ora.»
Watanuki annuì senza smettere di guardarlo, raggiungendolo e camminandogli accanto. «Forse... hai dormito poco? Sai per... prepararmi quel coso.»
Doumeki annuì e, nel vederlo così stanco, Watanuki si sentì in colpa. Ancora una volta la sua esistenza era causa di problemi per l'altro.
 A quel pensiero si fermò di colpo, distogliendo lo sguardo.
«Senti io...» Quando lo vide voltarsi e fermarsi per prestargli attenzione, sospirò e decise di fare uno sforzo e dirgli quanto andava detto. «Gra... Grazie per.. beh si insomma.. lo sai... per.. questo...» Terminò, portando la mano sulla tasca dove teneva l'amuleto.
L'arciere si limitò ad annuire e, nonostante quel suo modo di fare lo mandasse su tutte le furie, Watanuki restò in silenzio, ricominciando a camminare al suo fianco con espressione vagamente preoccupata.



*Porta shoji è il tipo di porta scorrevole usato in giappone. Ce ne sono di diverso tipo, la più classica è quella con il telaio in legno e l'interno in carta di riso, il più delle volte la carta viene racchiusa in riquadri di legno. In XXXHOLiC ne appaiono diverse. Il negozio di Yuuko-san ha sia quella già descritta che quelle interamente in legno con decori di farfalle. Al tempio di Doumeki invece, ed in particolare nella stanza che un tempo doveva essere di Haruka-sama i pannelli mostrano decori più tradizionali.
*Fouton è il classico letto giapponese, formato da un materasso che al mattino viene arrotolato e riposto nell'armadio.
*O-momori è un piccolo incanto porta fortuna che in giappone è facilmente trovabile nei vari templi, sia Buddisti che Shintoisti.

Nota delle autrici.
Konnichiwa! O, come direbbe l'affscinante Haruka-sama, Konbanwa!
Come avrete capito, il sommo Haruka è uno dei personaggi amatissimi dalle autrici... (soprattutto da una delle due, infondo ci siamo spartite i doumeki, ne? E a me il senior va benissimo NdHary) Quindi lo vedrete comparire mooooolto spesso. Ma non troppo, o Shizuka-kun ci annienta a colpi di frecce! ^^;

Comunque, siamo davvero commosse ed entusiaste per il successone riscosso da questo primo capitolo, grazie mille!
La cosa ci sprona a continuare e a migliorarci, oltre a darci l'energia necessaria per portare a termine questo progetto che è piuttosto pesante.
Quindi continuate a recensire! ^_^

E adesso... Rullo di tamburi... Via alle risposte!

Doremichan: Grazie mille! Speriamo di non deluderti con il proseguo, allora. Il petalo di ciliegio... ahah non ci dispiace sentire le teorie dei lettori, ma non possiamo dire niente altrimenti Yuuko-san ci picchia... ^^;
Dou e Wata nella stessa casa fanno venire in mente taaaante cose, vero?
Facci sapere cosa ne pensi di questo nuovo capitolo allora! ^_^

LawlietPhoenix: Ciaoooo Aster! (nd. Lay) Siamo felici che il primo capitolo ti sia piaciuto e diciamo che l'idea di base è quella di far apparire tutta la storia come un grande manga di Holic. Speriamo di riuscirci, perché l'arrivo di personaggi di altre serie Clampiche potrebbero compromettere seriamente le cose. :P Oltre alle sonore proteste dei personaggi stessi, che vorrebbero fare come pare a loro e basta!

Nacochan: Grazie per le correzzioni in primis. Ahaha purtroppo editando di notte le distrazioni ci sono e non possiamo prometterti di eliminarle. Ma ci impegneremo. Hary in particolare già si occupa della parte degli accenti e punteggiature varie.
Siamo contente che la storia ti stia piacendo. Quanto a Wata... diciamo che a breve le cose saranno più chiare. Almeno per voi che leggete. Lui lo sappiamo già che è lento, no? :P

Thayahiel: Complimenti per il buon gusto! La fissazione per la coppia ci accomuna, a quanto pare ^^". Speriamo che il continuo ti abbia soddisfatto. O almeno, incuriosito. E per Yuuko e le sue frasi sibilline, sappi che è tutto merito di Lay! (nd. Lay si dissocia)

Ikarikun: Ihih speriamo la troverai intrigante anche quando si farà piuttosto contorta! XD

Raven di Halloween:
Ciauz! Che bello, qualcuno che ci conosce e che ci legge e che presto leggerà le parti hot da noi pensate e scritte *vanno a nascondersi*
Speriamo ti piaccia anche il seguito, che mantenga le aspettative... considerando quanto ci hanno stressato Wata e Dou! E comunque... ahaha anche noi vogliamo vederli fare le cosacce, che credi!
Uh lo offri anche a noi il sakè, vero? Vero? *_* Potrebbe distoglierci dall'andare a nasconderci! 

Witch Of The Dimensions: Grazie! Effettivamente Holic ci piace tanto anche e sopratutto perla componente magica. Oltre che per la presenza dei nostri amatissimi Dou e Wata. :P
Grazie fin d'ora per il sostegno, ne abbiamo bisogno. Sai, in realtà la saga ci è arrivata per "caso". ^^;
Diciamo che i personaggi ci hanno preso la mano e hanno iniziato a scriverci gli affari loro, ignorando troppo spesso il nostro parere. Per due streghe poi, scrivere di Holic può risultare abbastanza inquietante. Ma ce la caviamo. Per ora... :P

Yuki Ishimori: Grazie per il "bellissima" Siamo moooolto lusingate ^_^
Effettivamente anche noi ci siamo trovate spesso a vagare altrove con la mente. Fortuna che Yuuko-san arrivava a rimetterci in riga. :P
Speriamo che questo capitolo ti sia piaciuto almeno come il primo.
   
 
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