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Autore: Abby_da_Edoras    11/10/2018    2 recensioni
Questa long fic è il racconto dettagliato del sogno che Tristan ha fatto quando era rinchiuso nella cella di villa Mikaelson. Chi segue le mie storie sa che, nella mia ff "I can hear you asking me why", Elijah aveva fatto rinchiudere Tristan, considerandolo colpevole di alcuni omicidi avvenuti a New Orleans. Tristan, di nuovo deluso e abbandonato dal suo Sire, sceglieva di accettare il suo destino e si lasciava andare, abbandonandosi a un sogno di mille anni prima. Questa ff racconterà il suo sogno: a Marsiglia, Elijah trasforma Tristan, ma poi decide di non sacrificare lui e Aurora...
Dedico questa ff ad Aliseia, che aspettava di sognare con me con questa AU medievale, e a Lilyy che con tanto affetto segue le vicende passionali e spesso dolorose di questa magnifica OTP.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a registi, sceneggiatori, autori e produttori di The Originals.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Elijah, Tristan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La vie (capitolo secondo)

Dopo che Tristan si fu nutrito, Elijah lo condusse a sedersi accanto a lui sul letto. Continuava a guardarlo con un’espressione pensosa e quasi dolce, notò Tristan, molto sorpreso.

“Questa notte io ho fatto una scelta molto importante, Tristan, e voglio parlartene perché, in cambio di questa mia decisione, tu dovrai aiutarmi” gli disse.

“Io non devo fare un bel niente, sono il figlio del Conte e ora anche una creatura potentissima e…” iniziò con arroganza il giovane, ma Elijah lo interruppe.

“Come ti ho già spiegato, le cose sono cambiate e adesso sono io il tuo Sire, tu dipendi da me e dal legame che abbiamo” mise in chiaro il vampiro Originale. Tristan si imbronciò, ma non protestò oltre e Elijah poté proseguire. “Come sai, io e la mia famiglia ci siamo nascosti nel vostro castello per sfuggire a nostro padre, che ci insegue per ucciderci. Abbiamo sperato di poter vivere in pace sotto mentite spoglie per più tempo possibile, ma poi… ci sono stati degli imprevisti.”

Tristan lo ascoltava in silenzio, interessato. A quanto pareva lui e quel barbaro avevano anche altre cose in comune, oltre al legame di sangue che adesso li univa. Elijah aveva un padre folle che voleva sterminare i suoi stessi figli, ma anche il padre di Tristan era un tiranno crudele, che non sfogava la sua malvagità solo contro servitori e popolani, ma anche verso i suoi stessi figli.

Aveva cresciuto con estrema durezza Tristan, picchiandolo e frustandolo per ogni minima debolezza fin da quando era un bambino e, con Aurora, aveva fatto anche di peggio. Per anni l’aveva detestata e tormentata, rimproverandole di continuo di essere l’assassina di sua madre e poi, quando da bimba si era trasformata in una graziosa fanciulla, aveva iniziato ad abusare di lei. Tristan comprendeva benissimo cosa significava avere per padre un mostro.

“Niklaus e, soprattutto, Kol, si sono lasciati andare a intemperanze e massacri nei villaggi e, così facendo, hanno attirato l’attenzione di nostro padre. Kol è arrivato al punto di pugnalare il nostro fratello maggiore, Finn, che lo rimproverava e cercava di tenerlo a freno” continuò a raccontare Elijah, con amarezza. “Ho dovuto pugnalare Kol e adesso sia lui sia Finn dormono in un sarcofago nelle segrete del vostro castello, ma ormai era tardi, il folle Mikael era già sulle nostre tracce. Sapevamo che nel giro di due notti al massimo sarebbe stato qui.”

“Vuoi dirmi che presto arriverà un vampiro pazzo a devastare il nostro castello? Che lo avete attirato su di noi?” reagì stizzito Tristan, pensando che, tutto sommato, la sua famiglia non era poi tanto anormale se confrontata ai Mikaelson…

“No, non verrà qui. Ho architettato un piano per salvare me e i miei familiari e, in un primo tempo, avrebbe dovuto coinvolgere anche te e tua sorella Aurora” rivelò Elijah.

Il giovane nobile gli rivolse uno sguardo carico di collera ma, vedendo l’espressione sofferente del vampiro Originale, si trattenne e decise di starlo ad ascoltare.

“Siete stati trasformati e, senza volerlo, Niklaus ha trasformato anche il vostro servitore Lucien. Avevo pianificato di soggiogare lui, te e Aurora, facendovi credere di essere Niklaus, Rebekah e me” confessò. Il suo tono, adesso, era pieno di dolore e rimorso. “Dovevo salvare la mia famiglia ad ogni costo, capisci? Lo capisci? Tu non faresti lo stesso per tua sorella?”

“Non posso saperlo, visto che non ho ancora compreso cosa tu abbia fatto alla mia famiglia” replicò Tristan, gelido.

“Non ho potuto… dopo averti trasformato, stanotte, avrei dovuto anche soggiogare te e Aurora e spingervi a fuggire insieme a Lucien, credendo di essere i Mikaelson” riprese il vampiro. “In questo modo nostro padre avrebbe inseguito voi per tutto il mondo e noi saremmo stati in salvo. Eppure… non ho potuto. Quando ti ho avuto tra le mie braccia, quando ti ho posseduto e stretto a me, non sono riuscito a sacrificarti, non ne ho avuto la forza. Questa notte, dopo che ti sei addormentato, sono penetrato nella stanza di una coppia di nobili, dei signorotti odiosi che avevano umiliato Rebekah e… ho trasformato e soggiogato loro. Sono stati loro a fuggire con Lucien, credendosi i Mikaelson. Adesso Mikael seguirà le loro tracce e noi saremo salvi, ma lo sarete anche tu e tua sorella.”

La rivelazione aveva colto Tristan di sorpresa. Il barbaro aveva cambiato idea, aveva deciso di sacrificare una coppia di sconosciuti e risparmiare lui e Aurora a causa della notte che avevano trascorso insieme… allora quella notte aveva significato qualcosa anche per Elijah e non solo per lui!

Il giovane figlio del Conte, però, non volle mostrare il suo turbamento e continuò a ostentare una certa indignazione.

“Comprendo” disse, laconico. “E, di grazia, cosa chiederesti adesso in cambio del tuo gesto di magnanimità?”

“Soltanto di poter restare a vivere nel vostro castello, come abbiamo fatto finora” rispose Elijah, con gli occhi neri che fissavano ardenti Tristan e lo incatenavano alla sua volontà, non per compulsione ma per una vera attrazione che scorreva impetuosa tra loro. “Chiedo di non essere tradito, che tu non riveli il nostro segreto, che adesso è comunque anche il tuo. Potrei soggiogarti per costringerti a farlo, ma non voglio. Desidero che tu, come ho fatto io, scelga consapevolmente di aiutare me e la mia famiglia.”

Il sangue scorreva più veloce nelle vene del giovane, il cuore batteva come impazzito mentre il suo viso era a pochi centimetri da quello di Elijah. Avrebbe voluto mostrarsi superiore, distaccato. Avrebbe voluto concedere quella grazia ai Mikaelson facendola pesare, come una concessione graziosa e misericordiosa da parte di un sovrano… ma non poteva. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era che, se avesse accettato, Elijah sarebbe rimasto a vivere nel castello accanto a lui, per sempre; che avrebbero governato assieme su Marsiglia e magari sull’intera Francia, unendo i loro straordinari poteri. Che sarebbe appartenuto a quell’uomo che lo affascinava e incatenava la sua anima e il suo cuore solo con uno sguardo o con il tocco di una mano…

“E sia, avrete la protezione dei De Martel” disse allora Tristan, cercando di dominare l’emozione che lo stava invadendo sempre più tumultuosamente, “ma, per farlo, prima dovremo compiere un’altra azione, un’azione che assicurerà sia a voi che a me e a mia sorella una pace duratura e una vita serena.”

Dopo una breve pausa ad effetto, Tristan proseguì, indurendo lo sguardo.

“Dovremo uccidere mio padre. Il Conte De Martel è un mostro né più né meno di tuo padre, anche lui ha fatto scempio dei suoi figli in vari modi, fin dai tempi della fanciullezza. E finché sarà lui a governare, voi non sarete comunque al sicuro. La mia protezione non sarà sufficiente fino a quando non sarò io l’unico e il solo Conte De Martel.”

Leggendo rabbia e dolore negli occhi azzurri di Tristan, Elijah comprese che anche lui aveva sofferto molto a causa di suo padre. Non volle indagare oltre, il ragazzo si sarebbe confidato con lui se e quando lo avesse voluto, tuttavia appoggiò il suo piano omicida.

“Avrai il mio aiuto e il mio appoggio” promise. “Ma, dopo questo, non ci saranno altri delitti. Come ti ho già detto, dovrò educarti e addestrarti a usare il tuo nuovo potere nel giusto modo, senza abusarne e senza compiacersene. Non voglio creare un nuovo Kol…”

Il cuore di Tristan batté ancora più veloce. In qualche misterioso modo, l’idea di lasciarsi addestrare e guidare dall’affascinante barbaro lo seduceva, lo eccitava.

“Non sarò come quel volgare assassino” ribatté, con una smorfietta disgustata sul volto. “Stai parlando con un nobile, non con un villico qualunque…”

Il fare altezzoso di Tristan accese la brama di Elijah, che sentì un fuoco ardergli dentro fino a consumarlo.

“Oh, ma a quanto pare il piccolo nobile non disdegna una certa intimità con i barbari” disse, con voce roca.

Afferrò Tristan per le braccia e lo rovesciò sul letto, sovrastandolo col suo corpo e strappandogli l’elegante veste da camera. Quando i morbidi tessuti di velluto furono a terra, anche Elijah si denudò e incollò il suo corpo poderoso a quello liscio e atletico del ragazzo. La sua bocca famelica trovò quella di lui e la divorò con baci sempre più profondi e intimi, mentre ogni fibra del suo essere bramava una fusione totale. Tristan accolse con passione e desiderio i baci di Elijah che si facevano ad ogni istante più intensi, fremette sentendo la bocca di lui dappertutto, le carezze più audaci e indecenti. Il suo gemito quando il suo Sire lo penetrò con vigore divenne un grido liberatorio e il figlio del Conte assecondò le spinte frenetiche e impetuose di Elijah fino ad annullarsi totalmente in lui in un’estasi di assoluto piacere.

Questo primo amplesso impetuoso non bastò, tuttavia, a soddisfare il desiderio di entrambi. Dopo qualche momento per riprendere fiato, con i corpi nudi ancora allacciati, Elijah riprese a baciare Tristan, dapprima con lentezza e poi con sempre maggior intensità. Ancora una volta fu su di lui, ancora una volta si fece largo nel suo corpo flessuoso e levigato, ma con minore foga, con minor impeto, cercando, questa volta, di prolungare al massimo il piacere e godendo di ogni singolo istante, fino a perdersi con lui in un oceano di passione.

Finalmente appagati e sazi l’uno dell’altro, i due amanti poterono stringersi in un abbraccio caldo e confortevole e, mentre Tristan ansimava ancora, disfatto e vinto, sul petto del suo Sire, Elijah gli accarezzava i riccioli umidi di sudore, chiedendosi come potesse essere avvenuto un simile fatto, cosa avesse di speciale quel ragazzo arrogante e altezzoso per farlo sentire così sereno accanto a lui. Non aveva più provato una tale pace da quando era diventato vampiro e adesso, con Tristan tra le braccia, un languore dolcissimo vinceva le sue membra e placava il suo cuore tempestoso.

Aveva compiuto la scelta giusta, per la sua famiglia e per se stesso. Mikael avrebbe dato la caccia a due nobili spocchiosi e a un servo traditore, mentre lui, Niklaus e Rebekah avrebbero goduto dei privilegi della vita alla Corte di Marsiglia. E lui, Elijah, sarebbe stato al fianco del suo giovane amante, guidandolo a diventare una creatura superiore, un vampiro illuminato…

Tristan poteva percepire i pensieri e i sentimenti del suo Creatore e sentiva il cuore riempirsi di una gioia mai conosciuta in passato. Quel barbaro era arrivato alla sua Corte per stravolgergli la vita, ma adesso comprendeva di non aver mai realmente vissuto prima di conoscerlo, prima di essere da lui trasformato, prima di diventare la sua creatura e il suo amante. Nemmeno la prospettiva di liberarsi del padre folle e crudele, nemmeno la consapevolezza del potere e della grandezza che avrebbe raggiunto potevano uguagliare la completa serenità che provava nel trovarsi tra le braccia forti e sicure di Elijah.

Non lo avrebbe mai ammesso, ma tutto ciò che davvero bramava era lì nel letto insieme a lui. Appartenere a Elijah era diventato in poco tempo lo scopo ultimo della sua intera esistenza.

Fine secondo capitolo

 

 

 

 

   
 
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