La vie (capitolo
secondo)
Dopo
che Tristan si fu nutrito, Elijah lo condusse a sedersi accanto a lui sul
letto. Continuava a guardarlo con un’espressione pensosa e quasi dolce, notò Tristan, molto sorpreso.
“Questa
notte io ho fatto una scelta molto importante, Tristan, e voglio parlartene
perché, in cambio di questa mia decisione, tu dovrai aiutarmi” gli disse.
“Io
non devo fare un bel niente, sono il
figlio del Conte e ora anche una creatura potentissima e…” iniziò con arroganza
il giovane, ma Elijah lo interruppe.
“Come
ti ho già spiegato, le cose sono cambiate e adesso sono io il tuo Sire, tu
dipendi da me e dal legame che abbiamo” mise in chiaro il vampiro Originale.
Tristan si imbronciò, ma non protestò oltre e Elijah poté proseguire. “Come
sai, io e la mia famiglia ci siamo nascosti nel vostro castello per sfuggire a
nostro padre, che ci insegue per ucciderci. Abbiamo sperato di poter vivere in
pace sotto mentite spoglie per più tempo possibile, ma poi… ci sono stati degli
imprevisti.”
Tristan
lo ascoltava in silenzio, interessato. A quanto pareva lui e quel barbaro
avevano anche altre cose in comune, oltre al legame di sangue che adesso li
univa. Elijah aveva un padre folle che voleva sterminare i suoi stessi figli,
ma anche il padre di Tristan era un tiranno crudele, che non sfogava la sua
malvagità solo contro servitori e popolani, ma anche verso i suoi stessi figli.
Aveva
cresciuto con estrema durezza Tristan, picchiandolo e frustandolo per ogni
minima debolezza fin da quando era un bambino e, con Aurora, aveva fatto anche
di peggio. Per anni l’aveva detestata e tormentata, rimproverandole di continuo
di essere l’assassina di sua madre e poi, quando da bimba si era trasformata in
una graziosa fanciulla, aveva iniziato ad abusare di lei. Tristan comprendeva
benissimo cosa significava avere per padre un mostro.
“Niklaus
e, soprattutto, Kol, si sono lasciati andare a intemperanze e massacri nei
villaggi e, così facendo, hanno attirato l’attenzione di nostro padre. Kol è
arrivato al punto di pugnalare il nostro fratello maggiore, Finn, che lo
rimproverava e cercava di tenerlo a freno” continuò a raccontare Elijah, con
amarezza. “Ho dovuto pugnalare Kol e adesso sia lui sia Finn dormono in un
sarcofago nelle segrete del vostro castello, ma ormai era tardi, il folle
Mikael era già sulle nostre tracce. Sapevamo che nel giro di due notti al
massimo sarebbe stato qui.”
“Vuoi
dirmi che presto arriverà un vampiro pazzo a devastare il nostro castello? Che
lo avete attirato su di noi?” reagì stizzito Tristan, pensando che, tutto
sommato, la sua famiglia non era poi tanto anormale se confrontata ai Mikaelson…
“No,
non verrà qui. Ho architettato un piano per salvare me e i miei familiari e, in
un primo tempo, avrebbe dovuto coinvolgere anche te e tua sorella Aurora”
rivelò Elijah.
Il
giovane nobile gli rivolse uno sguardo carico di collera ma, vedendo l’espressione
sofferente del vampiro Originale, si trattenne e decise di starlo ad ascoltare.
“Siete
stati trasformati e, senza volerlo, Niklaus ha trasformato anche il vostro
servitore Lucien. Avevo pianificato di soggiogare lui, te e Aurora, facendovi
credere di essere Niklaus, Rebekah e me” confessò. Il suo tono, adesso, era
pieno di dolore e rimorso. “Dovevo salvare la mia famiglia ad ogni costo,
capisci? Lo capisci? Tu non faresti lo stesso per tua sorella?”
“Non
posso saperlo, visto che non ho ancora compreso cosa tu abbia fatto alla mia famiglia” replicò Tristan, gelido.
“Non
ho potuto… dopo averti trasformato, stanotte, avrei dovuto anche soggiogare te
e Aurora e spingervi a fuggire insieme a Lucien, credendo di essere i Mikaelson”
riprese il vampiro. “In questo modo nostro padre avrebbe inseguito voi per
tutto il mondo e noi saremmo stati in salvo. Eppure… non ho potuto. Quando ti
ho avuto tra le mie braccia, quando ti ho posseduto e stretto a me, non sono
riuscito a sacrificarti, non ne ho avuto la forza. Questa notte, dopo che ti
sei addormentato, sono penetrato nella stanza di una coppia di nobili, dei
signorotti odiosi che avevano umiliato Rebekah e… ho trasformato e soggiogato
loro. Sono stati loro a fuggire con Lucien, credendosi i Mikaelson. Adesso
Mikael seguirà le loro tracce e noi saremo salvi, ma lo sarete anche tu e tua
sorella.”
La
rivelazione aveva colto Tristan di sorpresa. Il barbaro aveva cambiato idea,
aveva deciso di sacrificare una coppia di sconosciuti e risparmiare lui e
Aurora a causa della notte che avevano trascorso insieme… allora quella notte
aveva significato qualcosa anche per Elijah e non solo per lui!
Il
giovane figlio del Conte, però, non volle mostrare il suo turbamento e continuò
a ostentare una certa indignazione.
“Comprendo”
disse, laconico. “E, di grazia, cosa chiederesti adesso in cambio del tuo gesto
di magnanimità?”
“Soltanto
di poter restare a vivere nel vostro castello, come abbiamo fatto finora”
rispose Elijah, con gli occhi neri che fissavano ardenti Tristan e lo
incatenavano alla sua volontà, non per compulsione ma per una vera attrazione
che scorreva impetuosa tra loro. “Chiedo di non essere tradito, che tu non
riveli il nostro segreto, che adesso è comunque anche il tuo. Potrei
soggiogarti per costringerti a farlo, ma non voglio. Desidero che tu, come ho
fatto io, scelga consapevolmente di aiutare me e la mia famiglia.”
Il
sangue scorreva più veloce nelle vene del giovane, il cuore batteva come
impazzito mentre il suo viso era a pochi centimetri da quello di Elijah.
Avrebbe voluto mostrarsi superiore, distaccato. Avrebbe voluto concedere quella
grazia ai Mikaelson facendola pesare, come una concessione graziosa e
misericordiosa da parte di un sovrano… ma non poteva. Tutto ciò a cui riusciva
a pensare era che, se avesse accettato, Elijah sarebbe rimasto a vivere nel
castello accanto a lui, per sempre; che avrebbero governato assieme su
Marsiglia e magari sull’intera Francia, unendo i loro straordinari poteri. Che
sarebbe appartenuto a quell’uomo che lo affascinava e incatenava la sua anima e
il suo cuore solo con uno sguardo o con il tocco di una mano…
“E
sia, avrete la protezione dei De Martel” disse allora Tristan, cercando di
dominare l’emozione che lo stava invadendo sempre più tumultuosamente, “ma, per
farlo, prima dovremo compiere un’altra azione, un’azione che assicurerà sia a
voi che a me e a mia sorella una pace duratura e una vita serena.”
Dopo
una breve pausa ad effetto, Tristan proseguì, indurendo lo sguardo.
“Dovremo
uccidere mio padre. Il Conte De Martel è un mostro né più né meno di tuo padre,
anche lui ha fatto scempio dei suoi figli in vari modi, fin dai tempi della
fanciullezza. E finché sarà lui a governare, voi non sarete comunque al sicuro.
La mia protezione non sarà sufficiente fino a quando non sarò io l’unico e il
solo Conte De Martel.”
Leggendo
rabbia e dolore negli occhi azzurri di Tristan, Elijah comprese che anche lui
aveva sofferto molto a causa di suo padre. Non volle indagare oltre, il ragazzo
si sarebbe confidato con lui se e quando lo avesse voluto, tuttavia appoggiò il
suo piano omicida.
“Avrai
il mio aiuto e il mio appoggio” promise. “Ma, dopo questo, non ci saranno altri
delitti. Come ti ho già detto, dovrò educarti e addestrarti a usare il tuo
nuovo potere nel giusto modo, senza abusarne e senza compiacersene. Non voglio
creare un nuovo Kol…”
Il
cuore di Tristan batté ancora più veloce. In qualche misterioso modo, l’idea di
lasciarsi addestrare e guidare dall’affascinante barbaro lo seduceva, lo
eccitava.
“Non
sarò come quel volgare assassino” ribatté, con una smorfietta disgustata sul
volto. “Stai parlando con un nobile, non con un villico qualunque…”
Il
fare altezzoso di Tristan accese la brama di Elijah, che sentì un fuoco
ardergli dentro fino a consumarlo.
“Oh,
ma a quanto pare il piccolo nobile non disdegna una certa intimità con i
barbari” disse, con voce roca.
Afferrò
Tristan per le braccia e lo rovesciò sul letto, sovrastandolo col suo corpo e
strappandogli l’elegante veste da camera. Quando i morbidi tessuti di velluto
furono a terra, anche Elijah si denudò e incollò il suo corpo poderoso a quello
liscio e atletico del ragazzo. La sua bocca famelica trovò quella di lui e la
divorò con baci sempre più profondi e intimi, mentre ogni fibra del suo essere bramava
una fusione totale. Tristan accolse con passione e desiderio i baci di Elijah
che si facevano ad ogni istante più intensi, fremette sentendo la bocca di lui
dappertutto, le carezze più audaci e indecenti. Il suo gemito quando il suo
Sire lo penetrò con vigore divenne un grido liberatorio e il figlio del Conte
assecondò le spinte frenetiche e impetuose di Elijah fino ad annullarsi
totalmente in lui in un’estasi di assoluto piacere.
Questo
primo amplesso impetuoso non bastò, tuttavia, a soddisfare il desiderio di
entrambi. Dopo qualche momento per riprendere fiato, con i corpi nudi ancora
allacciati, Elijah riprese a baciare Tristan, dapprima con lentezza e poi con
sempre maggior intensità. Ancora una volta fu su di lui, ancora una volta si
fece largo nel suo corpo flessuoso e levigato, ma con minore foga, con minor
impeto, cercando, questa volta, di prolungare al massimo il piacere e godendo
di ogni singolo istante, fino a perdersi con lui in un oceano di passione.
Finalmente
appagati e sazi l’uno dell’altro, i due amanti poterono stringersi in un
abbraccio caldo e confortevole e, mentre Tristan ansimava ancora, disfatto e
vinto, sul petto del suo Sire, Elijah gli accarezzava i riccioli umidi di
sudore, chiedendosi come potesse essere avvenuto un simile fatto, cosa avesse
di speciale quel ragazzo arrogante e altezzoso per farlo sentire così sereno
accanto a lui. Non aveva più provato una tale pace da quando era diventato
vampiro e adesso, con Tristan tra le braccia, un languore dolcissimo vinceva le
sue membra e placava il suo cuore tempestoso.
Aveva
compiuto la scelta giusta, per la sua famiglia e per se stesso. Mikael avrebbe
dato la caccia a due nobili spocchiosi e a un servo traditore, mentre lui,
Niklaus e Rebekah avrebbero goduto dei privilegi della vita alla Corte di
Marsiglia. E lui, Elijah, sarebbe stato al fianco del suo giovane amante,
guidandolo a diventare una creatura superiore, un vampiro illuminato…
Tristan
poteva percepire i pensieri e i sentimenti del suo Creatore e sentiva il cuore
riempirsi di una gioia mai conosciuta in passato. Quel barbaro era arrivato
alla sua Corte per stravolgergli la vita, ma adesso comprendeva di non aver mai
realmente vissuto prima di conoscerlo, prima di essere da lui trasformato,
prima di diventare la sua creatura e il suo amante. Nemmeno la prospettiva di
liberarsi del padre folle e crudele, nemmeno la consapevolezza del potere e
della grandezza che avrebbe raggiunto potevano uguagliare la completa serenità
che provava nel trovarsi tra le braccia forti e sicure di Elijah.
Non
lo avrebbe mai ammesso, ma tutto ciò che davvero bramava era lì nel letto
insieme a lui. Appartenere a Elijah era diventato in poco tempo lo scopo ultimo
della sua intera esistenza.
Fine secondo
capitolo