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Autore: alessandroago_94    11/10/2018    5 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fari nella notte

FARI NELLA NOTTE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di notte,

auto solitarie che arrancano

nelle salite

oscene

delle alte colline vicine.

Mi capita di chiedermi,

mentre osservo quei fari lontani,

cosa spinga la gente ad affrontare

così tortuose strade a quell’ora tarda.

Mi perdo

in pensieri inutili,

nei miei viaggi mentali

che favoriti dal buio

pare funzionino così bene.

Così rimembro quel giorno a Villafranca,

ove ho respirato il sole,

ove il sole mi ha sciolto

in un’eterna estate autunnale,

e ove ti ho visto per la prima volta.

Che occhi da schianto!

Sarà, sarà che le mie passioni passeggere

si bruciano in mezz’ora;

sarà che io non riesco a essere fedele

neanche a me stesso,

quando mi dico che devo smetterla.

Mi ricordo sempre un qualcuno

che mi narrava dei suoi amori continui

e credo che non fossero mai ricambiati.

Ricordo che non avrei mai voluto

che il nostro breve contatto si interrompesse,

ma se non fosse stato così,

cosa me ne sarei fatto di te?

Io, che sono un gatto randagio

e vagabondo,

io, che sono solitario

e pure inetto alla vita.

È che in questo preciso istante

mi vieni in mente tu,

ma potrebbero venirmi in mente

anche le decine di altre fiamme

che nell’ultimo anno ho lasciato ardere

per poi spegnerle con secchiate d’acqua gelida;

sono un castello imprendibile,

io amo e non amo,

io sono un istante soave

che precede l’apice dell’uragano;

sono solo l’occhio del ciclone,

posso donare venti minuti di pace solenne

e poi lascio che si scateni lo scatafascio.

 

Però, negli ultimi due anni

sono stato preda del vortice delle mie passioni,

sono vissuto grazie a loro,

sono sopravvissuto

anche quando mi sarei voluto fare del male,

durante i momenti di sconforto.

Perché, mi ripeto, io sono la pace momentanea

seguita da una lunga guerra;

io sono la breve passeggiata

prima di una brusca e dolorosa caduta.

Sono caduto tante volte,

non avevo i parastinchi,

ne sono uscito con le ginocchia sbucciate

e con le mani insanguinate,

anzi, una volta me ne sono pure amputata una.

Mi sono rialzato solo perché amavo;

ho amato la vita, le mille fiamme che mi offriva,

il fatto che non avessi regolarità,

il fatto che mi piacesse essere veramente un randagio,

un senza patria,

o semplicemente un incapace che si atteggia da profeta.

 

Ricordo l’orlo del precipizio,

ricordo

il sangue dai polsi,

dalla mia mano ormai a penzoloni,

ricordo che ho imbrattato i muri di rosso vermiglio

che un giorno sono stato salvato in extremis,

poiché era pure un festivo.

Ricordo, e gli spettri danzano attorno a me;

ma ho un fuoco dentro che arde, è la passione,

essi non possono lenirmi.

È la passione che mi tiene a galla,

anche quando ho quella voglia perversa

di spegnermi

di lasciarmi andare.

E’ la passione che mi permette

di non sparire per sempre

di credere che un giorno

essa albeggerà nel medesimo modo

e in maniera condivisa e sincera

nel cuore di qualcun altro.

Che non sono solo,

anche gli altri soffrono.

 

E allora, quei fari sulle colline

possono acquistare un senso;

sono metafore della vita,

sono metafore dell’attaccamento

all’esistenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

 

Beh… vi sorprenderà, ma tutto questo scritto è nato grazie al fatto che, la sera e prima di andare a dormire, osservo per un po’ i rari fari delle automobili che percorrono le colline poco distanti da me. Mi chiedo; a quest’ora, cosa spingerà queste persone ad affrontare discese, boscaglia, il buio? Le risposte possono essere molteplici, o semplicemente non ce ne sono. Io, di sicuro, da solo non posso darmene nemmeno una.

Ecco, tutto è nato da qui ^^ grazie per aver letto.

   
 
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