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Autore: MattySan    12/10/2018    2 recensioni
Sequel di Gli Affari Sono Affari.
Sono passati mesi dall'ultima avventura di Leodore e adesso tutto sembra andare per il meglio nella sua vita.
Ma il passato tornerà a farsi sentire in modo inaspettato, coinvolgendo il leone e gli altri protagonisti in una reazione a catena dalla quale nessuno sarà escluso.
E stavolta Leo non sarà solo.
Genere: Drammatico, Generale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Sindaco Lionheart
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Leo tornò a casa e mise su un disco di Chopin per rilassarsi un po’.
Manchas era fermo sulla porta in attesa che il leone facesse anche solo un semplice movimento, voleva rendersi utile nonostante conoscesse bene il caratteraccio che poteva avere Leo quando stava di pessimo umore.
“Sei ancora qui? Vattene” Leo rispose seccamente ma Manchas rimase tutto sommato tranquillo, aggiungendo che se avesse avuto bisogno di qualcosa lui sarebbe stato il primo ad arrivare, detto questo si congedò e chiuse la porta.
Leo non si voltò nemmeno, ancora non si rendeva conto delle enormi attenzioni che sia Gerard sia Manchas gli riservavano, aveva la testa da tutt’altra parte e la cosa non gli interessava francamente per il momento.
Si alzò dalla poltrona e prese un bicchiere di whisky.
Osservò il cielo stellato dalla finestra, non aveva nemmeno un briciolo di sonnolenza e tra non molto sarebbe sorto il sole erano più delle sei di mattina e non gli importava nemmeno di quello, ma stavolta non avrebbe mostrato la sua fragilità interna, stavolta avrebbe reagito e per bene. Si era stufato di essere forte fuori e fragile dentro, dopotutto lui era il sindaco di quella fottuta città.
Aprì il suo portatile e fece una veloce ricerca sulla zona alla periferia della città dove avevano costruito il nuovo club, le lettere e i risultati scorrevano veloci di fronte ai suoi occhi come dei treni in corsa, fino a quando non si fermò su un risultato particolare e iniziò a leggere un documento che spiegava bene la storia di quel lato di Zootropolis.
Nel frattempo alla villa di Mr. Big gli animi non erano per niente tranquilli.
Koslov irruppe nella camera da letto del Don con un foglio in mano.
“Questa è davvero grossa!” gridò l’orso agitando quel foglio come fosse una bandiera.
“Koslov! Potresti avere più rispetto e bussare alla porta! Sono le sei del mattino!” gridò Big mentre accendeva la luce sul comodino per vedere meglio, si infilò un paio di occhiali e si mise comodo.
Koslov agitò ancora quel foglio provocando irritazione da parte di Big.
“Sventola ancora quel cazzo di foglio e te lo faccio ingoiare! Allora? Parla e dimmi cos’è tutta questa agitazione!”.
“Lo hanno ammazzato! Hanno ammazzato Joyce!”.
Lo sguardo di Big cambiò drasticamente.
“Che… che cosa hai detto? Ma sei sicuro?”.
“Si che lo sono! Lo hanno scaraventato giù da un palazzo e adesso forse di lui è rimasto giusto qualche brandello e niente più” replicò l’orso facendo leggere il foglio a Big, il quale lo lesse tutto d’un fiato, era un pezzo della pagina di giornale uscito da poche ore come caso speciale.
“Questa non ci voleva, Joyce era un alleato troppo prezioso per noi, le nostre auto di lusso sono fin troppo truccate e illegali da vendere all’estero così facilmente, con lui almeno che le faceva tranquillamente circolare nei suoi ristoranti e alberghi a cinque stelle, era tutto molto più facile e ci garantiva una buona pubblicità” disse Big con un certo nervosismo, Koslov prese quel foglio e lo stracciò in mille pezzi.
“E adesso capo?”.
“Non lo so ma non perdiamo la calma, saremo leggermente più vulnerabili ma non c’è da preoccuparsi, abbiamo molti amici nel comune di questa città e anche in politica” disse Big voltandosi per tornare a dormire, stava per spegnere la luce ma Koslov prese un documento.
“Cos’è?”.
“Il referto medico emanato dalla polizia con alcune testimonianze, un nostro collega me lo ha portato poco fa recuperandolo dagli archivi di Bogo”.
Il documento parlava chiaro, Joyce era stato accoltellato diverse volte, sgozzato e infine gettato dal palazzo, l’autopsia lo avrebbe sicuramente confermato in seguito ma a Big cadde l’occhio su chi aveva portato la testimonianza: Leo.
“Leo era presente? Certo che gli capitano tutte a quello lì, d’altronde è sempre stato nel posto sbagliato al momento sbagliato” commentò Big.
Koslov appena sentì nominare Leo pensò subito a Manchas e i suoi nervi si irrigidirono, una vena pulsante era ben visibile sulla sua testa.
Big era divertito.
“Ce l’hai così tanto con Manchas da volerlo vedere morto ma io non mi dimentico mica sai? Me lo ricordo bene che il primo periodo che lo assunsi qui da noi ti piaceva particolarmente la sua compagnia”.
“Sciocchezze”.
“E invece me lo ricordo bene, non negare l’evidenza è inutile con me”.
“Ha tradito la famiglia, lo ucciderò personalmente”.
"Non è solo il tradimento che ti spinge a tanto odio" ribattè Big.
"Stia zitto!" gridò Koslov incurante del suo tono di voce che era totalmente cambiato.
"Visto? Questo conferma che ho ragione ma non mi interessa adesso, ti dirò io quando sarà il momento di agire ma adesso cortesemente esci da questa stanza! Voglio dormire!".
Koslov percorse tutto il corridoio con il suo sguardo magnetico e glaciale senza aggiungere parola, dalle finestre si poteva scorgere il sole che stava sorgendo.
L’alba era arrivata e quella notte movimentata stava lentamente dando lo spazio a un nuovo giorno.
  
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