Affrontare l'odio
Odio.
Ogni singolo
pensiero di Reis è
pregno di nerissimo odio.
Aster lotta per
non farsi
sommergere, è una battaglia disperata ma resiste. Naviga in
cerca di una
parvenza d’amore, non vuole credere che non ne sia rimasta
almeno una flebile
traccia. Se non per lui, per qualcun altro. Suo padre, i suoi allievi, chiunque.
È
inutile: la mente di Reis è
un pozzo scuro di cui non s’intravede il fondo,
l’odio ha soffocato tutto.
Aster lo capisce infine, si rassegna nel vedere l’immagine
radicata al centro
di tutto quel nero: il volto tanto giovane con cui Oren l’ha
maledetto.
La sua Reis non esiste più,
è costretto ad ammetterlo. L’ultimo
residuo di speranza lascia il suo cuore, la disperazione conquista
l’unico
punto che ancora non aveva ceduto. Il suo piano resta come unica
certezza,
unica via di purificare il mondo corrotto dall’Odio.
Non prova
rabbia, Aster, solo
profonda amarezza.
Prima di
lasciare la mente
corrotta della donna che ha segnato il suo destino, le fa un ultimo
dono,
cancellando il ricordo del suo aspetto. Non potrà rivelarlo
a nessuno, forse
riuscirà persino a dimenticarlo – sa che non
è così, ma vorrebbe sperarlo.
Si acciglia; speranza, che sciocca illusione. Vi ha
ceduto inviando il Cavaliere alla ricerca di Reis, decidendo contro
ogni logica
di inseguire un abbaglio.
Non lo
rimpiange, tuttavia: grazie
a lei ha avuto la conferma finale, l’odio di Reis gli ha
definitivamente aperto
gli occhi; se prima poteva avere l’accenno di un dubbio, ora
l’ha rimosso. È
pronto a seguire il suo piano, pronto a pagare qualsiasi prezzo per
esso, a
macchiarsi di ogni crudeltà necessaria.
Nessuna delle
sue azioni avrà
reale importanza alla fine, perché nessuno
rimarrà in piedi a odiarlo.
Forse il mondo
che rinascerà
dalle ceneri del vecchio gli sarebbe persino grato per i suoi
sacrifici, se li conoscesse
– ma questo non ha importanza, non agisce per la fama. Per
lui conta solo l’Ideale,
come mai prima.
Su questo
riflette Aster mentre
segue l’allontanamento di Reis dall’alto della
Rocca.
Lacrime fredde
gli solcano il
viso, ma lui le ignora.
Non è
colpa della donna, lo sa.
È il Mondo Emerso a essere
corrotto alla radice, una radice d’odio denso che va
estirpata. C’è un unico
modo, e nessuno oltre a lui disposto a metterlo in pratica.
Riesce ancora a
distinguere la
sagoma della donna che ha amato fin dal primo sguardo – no, non è più lei, ora.
Si volta deciso.
Non la rivedrà
mai più, non servirebbe a nulla. Non
gli
interessa.
Si dirige verso
il trono;
presto arriveranno i suoi generali, dovrà impartire degli
ordini. Ha già perso
troppo tempo.
Si concentra su questo, relegando
alla parte più nascosta del suo animo la certezza che
l’ha colto: Reis non
uscirà così dalla sua vita, tornerà
nuovamente a tormentarlo.
Il ricordo del
suo odio resterà
in un angolo della sua mente, dovrà lottarci ogni giorno.
Ogni
giorno, fino alla fine.
Non vuole
crederlo, però,
Aster: sedendosi sul trono, pronuncia due lapidarie parole.
Addio,
Reis.