Sulla punta della lingua
Dolce.
Era la tua voce, squillante e materna nonostante il tuo titolo.
Avevamo tutte le soluzioni in pugno solo grazie al tuo sguardo calcolatore, freddo solo per il colore dei tuoi occhi.
Da abile mentore qual eri, la mia vittoria era sempre assicurata.
Salato.
Lo spuntino tra un’ora e l’altra, per non svenire di fronte a cifre esorbitanti: o tu condividevi, o qualcuno avrebbe condiviso con te.
Col tuo piglio sbarazzino si poteva riverire o scherzare, parlare ed ascoltare.
Ricordo le tue smorfie che davano sapore a ciò che solitamente era noia.
Acido.
Il non vederti. Dov’eri? Cos’era successo? Perché tornavi pallida?
Il risentimento di chi ignorava mi logorava, tanta era la mia dedizione.
Perché il tuo sorriso era scemato?
Amaro.
È oggi.
È sapere che non accenderai più quelle candele.
È immaginare un vuoto dove prima c’era un sole.
Ancora ho questa
Disorientante
Difficoltà a capacitarmi.
Intanto, ti porgo questo
Omaggio.
13/10/2018
Angolo Autrice
Un piccolo tributo alla mia ex prof di matematica, che si è spenta in questi giorni. Era una donna meravigliosa, col sorriso sulle labbra e tanta passione, sia per la sua materia che per i suoi alunni.