Quadro
220 parole.
Oltre alla musica, da sempre lei amava la pittura.
Amava l’odore delle tempere e della vernice fresca.
Amava miscelare i colori per ottenere proprio quella sfumatura che stava cercando.
Il colore esatto per catturare, solitamente, un’onda del mare...una sfumatura del cielo.
Qualsiasi cosa che ispirasse la sua fantasia.
Oppure come in quel momento bastava vedere il vento, il suo vento dormire tranquillo per avere quell’ispirazione che tanto cercava.
Dipingere era un esprimere le proprie emozioni, il proprio stato d’animo con un pennello.
Così il suo contatto con la tela non era mai lo stesso.
Variava a seconda del suo stato d’animo.
Veloce, quasi un flash, quando era nervosa.
Duro, quando era arrabbiata o preoccupata per qualcosa.
Lento, se lei stessa era tranquilla.
Dolce, che solleticava e accarezzava quasi la tela, se in lei non risiedeva alcuna preoccupazione.
Se poi, alle emozioni che provava dentro, si aggiungeva il suo soggetto preferito.
Non poteva che uscire qualcosa di meraviglioso in quella sua interpretazione.
Michiru sorrise appena nel accorgersi che Haruka aveva aperto gli occhi.
Giusto nel momento in cui il suo pennello aveva finito di colorare il contesto che aveva scelto per lei.
«Che stai facendo?». La voce della bionda giunse impastata dal sonno alle sue orecchie, catturandone l’attenzione.
«Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni con il vento».