Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: FrancyF    14/10/2018    2 recensioni
Una parola può cambiare la vita di due persone per sempre.
Nicholas, dopo la storia d’amore più importante della sua vita, vuole solo dimenticare cosa sia l’amore.
Miley, invece, sta imparando che amare vuol dire anche perdonare, per il bene del suo matrimonio.
Si ritroveranno in una notte d’autunno e scopriranno presto che il destino li ha legati in maniera indissolubile e che non possono fare a meno l’uno dell’altra.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“All you have to do is call my name
No matter how close or far away
Ask me once and I'll come, I'll come running”
- “Right Here” Miley Cyrus
 

-Va tutto bene Jay. C’ è papà qui. C’ è papà qui-
Nick sfiorò i piedi rugosi e perfetti di suo figlio attraverso l’oblò dell’incubatrice.
Era terrorizzato. Cercava di non farlo vedere, ma la realtà era che era terrorizzato a morte.
Miley aveva stretto Gerald solo per pochi minuti prima di lasciarlo alle infermiere ed ora l’unico che poteva stare con lui era Nick. Cosa che lo uccideva dato che era spaventato di fargli male anche solo sfiorandolo con una mano.
Non era giusto.
Un attimo prima andava tutto bene, avevano trovato un equilibrio ed un attimo dopo lei infermiere avevano portato via suo figlio. Anche se il dottor Sherman aveva sempre assicurato a tutti che la ipoglicemia di Miley non era affatto un problema circa due settimane prima della nascita di Jay la placenta di Miley aveva smesso di funzionare regolarmente e il piccolo non si era nutrito come avrebbe dovuto.
-Mi dispiace ma la glicemia di vostro figlio è davvero troppo bassa- aveva sentenziato il pediatra quando le infermiere avevano notato il pallore del piccolo subito dopo il parto. Così Gerald era stato ricoverato subito nel reparto di terapia intensiva.
Nick aveva seguito le infermiere e il dottor Sherman lungo tutto il corridoio: solamente pochi metri separavano la sala parto dal reparto di terapia intensiva, ma al ragazzo parve di camminare nel vuoto per chilometri. Non aveva mai provato tanta paura in vita sua. Il dottor Sherman e una delle infermiere avevano dato a Jay dell’ossigeno e il cuore di Nick si era leggermente sollevato quando aveva sentito il primo forte vagito di suo figlio.
Allora non era morto.
Crisi ipoglicemica, così l’avevano chiamata i medici e sia Nick sia Miley sapevano fin troppo bene cosa volava dire. Significava che il loro prezioso miracolo doveva stare collegato ad una flebo, all’ossigeno e dentro un’incubatrice, lontano da loro due. E la cosa li stava uccidendo lentamente.
-Posso prenderlo in braccio?- chiese Nick speranzoso.
-Beh non credo mi spiace- una giovane infermiera gli lanciò uno sguardo sinceramente dispiaciuto mentre controllava la cartella di Jay –suo figlio è qua solo da poche ore e i suoi valori sono molto bassi. Normalmente la glicemia nei neonati dovrebbe essere sopra i 56 mentre quella di…-
-Jay-
- …di Jay è appena 20. Dovrà pazientare un po’-
-Si ma non l’ho ancora preso in braccio ed è nato già da…-
-Signor Jonas mi creda stiamo facendo il possibile per suo figlio-.
Che cavolo voleva dire “stiamo facendo tutto il possibile”? Gerald non era mica un condannato a morte aveva solo i valori un po’ sballati!
-Si ma…-
- Dovrebbe andare da sua moglie-
-Ma non voglio lasciarlo solo-
-E’ qui da sei ore- puntualizzò lei.
Sei ore? Il cuore del ragazzo mancò un battito. Non vedeva Miley da sei ore! Era stato con Jay per tutto il tempo da quando era nato!-
–Inoltre uno dei suoi parenti ha provato a corrompere una delle infermiere con cinquecento dollari per entrare. Forse è il caso che vada a dire alla sua famiglia che, in questo momento, sia suo figlio sia la madre devono riposare e riprendersi-.
Nick sfiorò ancora una volta il piede di Jay. Non era pronto a lasciarlo, neppure per un minuto. Cercò di fissare nella una mente ogni minimo dettaglio di suo figlio: era piccolissimo, più piccolo di quello che erano state Alena e Valentina ed era molto mingherlino. Aveva di certo il suo naso, come avevano già notato tutti dalla sua ecografia, e forse anche le sue labbra; Nick era sorpreso di quanti capelli avesse già suo figlio, ma la testa del piccolo era già coperta da tanti piccoli ricci scuri. Per il resto era la fotocopia di Miley: stessi lineamenti e stessi occhi. Gli sfiorò nuovamente un piede e Gerald, con grande sorpresa di Nick, sembrò avere percepito il suo tocco perché ritrasse il piede. Scattò un paio di foto.
-Torno fra cinque minuti, ok ometto? Non farmi brutti scherzi hai capito?-
 
-Dovresti essere da lui- Miley aveva il volto rigato di lacrime.
Stava piangendo da quando Nicholas aveva messo piede nella stanza d’ospedale.
Tutta quella situazione era troppo assurda per essere vera. Cosa altro voleva da lui Dio? Perché cavolo lo aveva messo in una situazione del genere?
-Mils…- si avvicinò a lei. Gli sembrava così piccola in confronto al resto del mondo. Miley stava rannicchiata su se stessa con le mani strette nel lenzuolo del letto e singhiozzava sommessamente. Nick si sentì orrendamente in colpa. Era Miley quella che aveva il diritto di essere arrabbiata con Dio, con il Destino, con la Natura o chi per essi. Era lei che aveva preso la decisione di tenere il bambino anche se sapeva che sarebbe stato un casino, lei che aveva preso il coraggio a due mani ed era andata da Nick con il test di gravidanza stretto nelle mani tremanti, lei che si era presa cura di Gerald per otto mesi senza mai lamentarsi ne di una nausea ne di un giramento di testa improvviso. E adesso, dopo avere affrontato i dolori del parto per un giorno e mezzo, non poteva neanche stringere il suo bambino.
-Mils…- ripete – i tuoi genitori…-
-Non voglio vedere nessuno. Devono farmi vedere lui prima-.
Nick sospirò e si inginocchiò davanti a lei.
-Mils- tirò fuori l’I – Phone e le mostrò alcune foto di Gerald.
Miley glie lo strappò quasi di mano ma accennò un debole sorriso.
-Cosa ti hanno detto? Dovresti essere lì dentro con lui non con me-
-Miley- Nick la baciò sulla fronte. Non si era lavata nemmeno il sudore di dosso.
-Nicholas cosa ti hanno detto?- negli occhi di Miley c’era un determinazione che solitamente non le apparteneva.
-Mi hanno detto che c’è stato un problema. E’ ipoglicemico Mils, come te e… e… e ecco bisogna solo aspettare che il suo livello di zucchero nel sangue torni normale-
-Aspettare?-
-Si lo so. Mi hanno mandato loro da te. Io… io ero lì con lui e non mi hanno nemmeno permesso di prenderlo in braccio. Tutto quello che potevo fare era sfiorargli un piede!-
-E il dottor Sherman?-
-Il dottor Sherman ha detto le stesse cose delle infermiere. L’ho potuto toccare. Ha ritratto un piede… Dio Miley è straordinario davvero…-.
Si fermò. Era egoista dire quelle cose a Miley. Era egoista perchè sarebbe dovuta essere lei a potere toccare Gerald.
Nick si avvicinò alla compagna, le prese il volto fra le mani e la baciò sulla fronte, appoggiandoci la sua.
-Mils sono un coglione scusa…-.
Il ragazzo poteva distintamente sentire le lacrime di Miley sfiorargli la pelle.
-Grazie. Grazie per avermi reso padre. Non sai quanto mi hai reso fiero di te in quella stanza piccola. E adesso… e adesso io… io… hai chiesto se puoi vederlo? Dio… posso pagare qualcuno ma voglio che tu possa vederlo Mils-.
-Nicky…- Miley asciugò una lacrima di Nick e lo guardò negli occhi -no… va bene. I medici dicono che ho perso troppo sangue e devo stare qui ferma a riposo. Voglio che stai con lui ogni secondo va bene?-
-E’ bello come te…- il ragazzo si asciugò le lacrime –però tu cerca di non sforzarti ok? Chiamo tua madre e tuo padre va bene?-.
Per i successivi dieci minuti Nick e Miley dovettero sottostare ad un fuoco incrociato di domande da parte di loro famigliari e dai loro amici più intimi. Seguirono numerose imprecazioni da parte di Joe e del signor Cyrus rivolti ai medici e all’ospedale.
-Joseph ti prego!- sibilò Denise.
-Mamma che c’è? Non mi hanno nemmeno fatto entrare e li stavo corrompendo con cinquecento dollari!-.
-Tu stai bene bocciolo?- il signor Cyrus appoggiò delicatamente un panno bagnato sulla fronte della figlia.
Miley era sdraiata a letto, una mano stretta attorno a quella di Nick.  
-Sto bene papà davvero-
-No che non stai bene…- borbottò Nick. Fece appoggiare a Miley la testa alla sua spalla.
-Nick…-
-No Smile… devi riposarti. Hai perso tanto sangue e ti hanno fatto una trasfusione, ti devi riprendere-.
-Sto bene- ripetè Miley –voglio solo potere vedere Jay il prima possibile-.
Il dottor Sherman bussò alla porta con aria gioviale.
Nick avrebbe voluto saltargli al collo. Cosa diamine aveva da sorridere?
-Posso disturbarvi ragazzi?-
-Senta come sta mio nipote?- tuonò Billy Ray, sistemandosi in testa il suo capello da cow-boy con fare minaccioso.
-Jay sta bene? Sono ore che aspettiamo…- piagnucolò Denise.
.-Nessuno ci dice niente!- fece notare Kevin.
-Io posso pagarla se me lo fa vedere!- strillò Joe.
Il dottor Sherman si sistemò gli occhiali: sudava quasi. Evidentemente non sia spettava un’imboscata del genere.
-Vostro figlio ha bisogno di stabilizzarsi. I suoi valori sono sotto la norma, molto sotto e deve rimanere in terapia intensiva per almeno altri tre giorni finchè i suoi valori non riprendono un po’ a salire. Lo stiamo monitorando. So’ che per voi è difficile, ma Gerald sta a cuore a tutti noi-.
Non che non lo sa quanto è difficile.
Miley avrebbe voluto urlarli tutti peggiori insulti di questo mondo. Se davvero il dottor Sherman sapeva quanto quella situazione di merda la stava dilaniando, allora avrebbe fatto qualcosa. Allora sarebbe stato al capezzale di suo figlio ogni secondo per farlo migliorare. E invece perdeva tempo a sedare le lamentele dei famigliari. Si era innamorata di suo figlio dal primo momento in cui l’aveva sentito dentro di lei, dalla prima ecografia. Ricordava perfettamente ogni fotogramma del volto perfetto di Gerald e niente e nessuno poteva impedirle di stare accanto a suo figlio quando lui aveva più bisogno di lei. Ricacciò dentro le lacrime e strinse forte la mano di Nick.
-Voglio vederlo-
La sua affermazione non lasciava spazio a repliche di nessun tipo.
-Signora Jonas…-
-No. Sono Cyrus-
-Come prego?-
-Lui è Jonas- Miley indicò Nick – io sono Cyrus-.
Stava usando un tono di voce calmo ma i suoi occhi azzurri erano ridotti a due fessure.
-Non mi importa che ho perso sangue. Voglio vedere mio figlio. Ho il diritto di farlo-
-Beh ma la situazione di suo figlio è critica e…-
-Si ma voglio vederlo-.
-Vogliamo tutti vederlo- asserì Nick guardando Miley con gli occhi pieni di amore ed ammirazione.  
Il dottor Sherman sospirò pesatamente.
-Posso farvi entrare per quindici minuti, non uno di più. E al massimo tre persone per oggi. Gerald non deve essere toccato da troppa gente, ha ancora il sistema immunitario molto debole ed è a rischio di infezioni-.
Nick e Miley si scambiarono uno sguardo d’intesa. Un’infermiera dall’aria gentile aiutò Miley a sistemarsi su una sedia a rotelle e Nick si mise dietro di lei per spingerla. Come avrebbe fatto a decidere chi sarebbe andato con loro?  Non voleva che nessuno dei suoi famigliari si sentisse escluso, ma d’altronde il ragazzo era pienamente consapevole del fatto che se non avesse scelto Billy Ray suo suocero l’avrebbe ucciso. Miley però lo precedette.
-Signora Jonas se vuole può venire con noi-.
Era seria? Voleva che fosse sua mamma a vedere Gerald prima di tutti gli altri?
-Amore sei sicura?- le sussurrò all’orecchio, ma il tocco delicato di Miley fu una risposta più che sufficiente.
-Oh chiamami Denise cara!- tubò Denise con le lacrime agli occhi mentre si infilava la tuta sterile.
 
Miley rimase con il volto impassabile quando vide per la prima volta suo figlio dentro l’incubatrice. Era piccolissimo e magrolino. Non era paffuto come tutti gli altri neonati. E non sorrideva neppure, ma piagnucolava in maniera quasi impercettibile. Il colorito era quasi ceruleo e i capelli erano già tutti disordinati in tanti piccoli ricci.
Denise si portò una mano al cuore.
-Nicky ha i tuoi ricci guarda! E’ bellissimo ragazzi. E’ una benedizione!-.
Ma il figlio non la stava ascoltando. Si era chinato assieme a Miley e non riusciva a staccare gli occhi di dosso da Gerald. Miley stringeva piano una manina del figlio da dentro l’incubatrice.
-E’ nostro amore. Hai visto quanto ti assomiglia?-
-Somiglia anche a te Nicky- grosse lacrime bagnarono il volto di Miley. Tremava dall’emozione.
-Prima ha socchiuso gli occhi sai? Sono del tuo stesso azzurro- Nick baciò la compagna sulla testa ed inspirò il suo profumo.
Avrebbe voluto congelare il tempo per stare sempre lì con loro.
-I medici hanno detto che è stabile Mils. Non ti angosciare- la voce di Nick tremò. Voleva rassicurarla in tutti i modi, ma come poteva? Lui stesso era terrorizzato.
Miley strinse forte la sua mano mentre con l’altra sfiorava Gerald. Era semplicemente perfetto sotto ogni punto di vista. Ed era già un lottatore. Non si era mai immaginata così la nascita di suo figlio.
-Mi dispiace ragazzi-.
La voce di Denise fece voltare entrambi. La donna era sempre stata di lato in silenzio durante quei dieci minuti. Solo allora Nick sia accorse che sua madre stava piangendo. Intendeva davvero sprecare quei quindici preziosi minuti?
-Mamma…-
-No. Sono stata… ecco… avevo i miei dubbi su di voi, sulla vostra relazione. Ma mio nipote è un miracolo e voi sieste stupendi assieme. Io… io e tuo padre avremmo voluto supportati di più Nicholas ma…-.
-Mamma non serve… papà ha il cancro e… avevate altro a cui pensare. Davvero, va bene così-
-No. Io… Dio avrei dovuto non stressarvi, non stressarti così tanto Miley. Potrete mai perdonarci?-
-Mamma non abbiamo niente da perdonarti- Nick la strinse a sè. Singhiozzava sommessamente.
La donna li stinse in un lungo abbraccio.
-E buon anniversario ragazzi!- tubò la donna mentre si asciugava le lacrime.
Anniversario?
Solo allora Nick realizzò che era l’undici giugno! Diavolo la sua donna le aveva praticamente regalato un figlio e lui si era completamente scordato che era il giorno del loro anniversario! In qualche modo doveva rimediare.
-Mamma- sussurrò all’orecchio di Denise –puoi accompagnare te Mils in stanza? Io devo fare una cosa prima…-.
 
 -Sorpresa!-.
Miley non riusciva a credere ai suoi occhi. La sua stanza d’ospedale era irriconoscibile: era sommersa di mazzi di rose rosse, un cartellone con la scritta “Felice anniversario Nick e Miley” era appeso malamente al soffitto.
-L’ho fatto io!- strillò Alena venendo incontro alla ragazza con un sorriso a trenata due denti.
-Cosa?-
Miley era frastornata.
-Tu ne sapevi niente?- chiese, quasi con tono accusatorio, rivolto alla amdre.
-Beh amore è il vostro anniversario dopotutto-  ripose Tish.
Una lampadina si accese nella mente della bionda. Il loro anniversario! Suo figlio era nato l’undici giugno!
-Onestamente siamo stati pessimi- ammise Nick chinandosi per baciarla –lo so che abbiamo altro nella testa in questo momento ma…-
-Ma con tutto quello che è successo oggi –si intromise Dani – c’eravamo scordati, poi Nick è tornato dalla terapia intensiva e allora ci siamo attrezzati-.
-Attrezzati? Avete comprato un roseto per caso?- rise Miley.
-Beh sono solamente undici mazzi di rose rosse. Uno per ogni anno- spiegò Nick.
-Nicky siamo stati assieme si e no per due anni e mezzo-
-Beh ma ci conosciamo da undici- .
Per la prima volta dopo ore Miley sorrise. Era enormemente grata a Nick. Era grata a Nick e alle loro famiglie che avevano travolto quella anonima stanza d’ospedale e l’avevano fatta diventare una meraviglia solo per lei, solo per strapparle un sorriso.
Lei e Nick si scambiarono un lungo sguardo d’intesa. Lui le fece l’occhiolino.
-Beh… forse è meglio che vi lasciamo soli belli- disse Joe con fin troppo entusiasmo –offro il caffè a tutti vi va?-.
 Miley aspettò che tutti fossero usciti prima di alzarsi e dirigersi ad abbracciare Nick.
-Che fai? Sei pazza?- Nick la sollevò in aria e la depositò gentilmente sul letto –devi…-
-Nicholas Jerry Jonas se mi dici ancora una volta che devo riposare chiamerò nostro figlio Kyson-.
Nick ingoiò la saliva. Non era sicuro che Miley stesse scherzando.
La ragazza esplose in una risata fragorosa e il cuore di Nick si fece più leggero nel vederla ridere.
-Oh Nick- Miley gli appoggiò una mano sul petto e lo attrasse a se baciandolo –non puoi credermi dai…-.
Il ragazzo sorrise lievemente.
Era dannatamente strano per entrambi celebrare qualcosa di così speciale ed intimo quando il loro prezioso figlio era bloccato nel reparto di terapia intensiva.
-Fra dieci minuti chiedo se possiamo vederlo nuovamente ok piccola?-
-Mmmm- Miley appoggiò la sua fronte a quella di Nick. Voleva sentirlo vicino.
-Mi puoi abbracciare per favore?-
-Certo piccola. Tutto quello che vuoi-.
Miley chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sui battiti del cuore di Nick. L’aveva sempre calmata, ma evidentemente entrambi quel giorno avevano vissuto troppe emozioni. Anche il battito del ragazzo era accelerato.
-Ti amo Nicky-
-Ti amo anche io Smile. E Jay starà bene vedrai-
Nick si schiarì la voce tentando di essere convincente, ma la verità era che non sapeva cosa pensare. Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo quando sua madre l’aveva portato d’urgenza al pronto soccorso, quando gli avevano diagnosticato il diabete. Si sentiva totalmente inadeguato, avrebbe dovuto essere lui a garantire a suo figlio protezione. E invece non poteva fare altro che aspettare.
 

Ciao ragazzi! Scusate per il ritardo, ma ieri ero alla mia festa di laurea. :) Mancano solamente 2 capitoli alla fine. Grazie di cuore a chi ha sempre seguito la ff, adoro scivere sui miei Niley. A sabato prossimo.
- Fran

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: FrancyF