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Autore: Eevaa    14/10/2018    7 recensioni
...perché Kaarot, del resto, era l'unico che avrebbe potuto capirlo veramente, era l'unico il quale, per altri motivi, stava subendo il suo stesso identico destino. E, proprio come lui, aveva un'altra vita intera da vivere, da scrivere. Per un attimo, per qualche breve secondo, provò compassione per quell'uomo così come l'aveva per se stesso.
Erano entrambi sulla stessa barca e, volenti o nolenti, avrebbero dovuto cominciare a remare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©. 

Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
 
 

-AFTER ALL -
CAPITOLO 48 - L'ESERCITO DEI RESUSCITATI

 


Once upon a time in a daymare
Dying to meet you,
little child, enter enter this sideshow
The pendulum still sways for you
Such are the darks here to show you,
child in a corner,
fallen mirrors, all kingdom in cinders


Scaretalehttps://www.youtube.com/watch?v=6O8ASywKSC8
 

 
 
Sapeva. Vegeta sapeva che quell'esercito sarebbe stato denso e difficile da combattere. Sapeva che non si sarebbe trattata di una lotta tutti contro un solo nemico comune, come di consueto. Sapeva che gli avversari da eliminare sarebbero stati tanti, tantissimi. Eppure non era pronto, non era del tutto preparato a veder schierate di fronte a sé tutte quelle persone, tutti quei guerrieri dall'origine e dalla razza diversa.
Perché l'esercito dei resuscitati era indubbiamente più terrificante e immenso di ciò che si sarebbe aspettato di vedere. Forse perché, al contrario di qualsiasi guerra che si rispettasse, i guerrieri non provenivano affatto dallo stesso luogo, dallo stesso pianeta, dalla stessa casata. Erano un'ammucchiata di specie divergenti tra loro.  
Il silenzio al di sopra di quella vallata non era proprio riconducibile all'infuriare di una battaglia.
Nessuno si stava muovendo, nessuno fiatava ma ognuno di loro aveva gli occhi puntati addosso ad un'unica persona, come il mirino di un cecchino. E quella persona rispondeva al nome di Son Goku, o Kaarot, che dir si voglia. Vegeta rimase inorridito da quello spettacolo gremito di inquietudine, ma non poté fare a meno anch'egli di volgere lo sguardo su di lui, su quell'uomo che, apparentemente, non era stato mosso da alcun tremito. Goku rispose allo sguardo per un secondo tentando di alzare gli angoli della bocca in un sorriso venuto male, poi tornò a fissare la guerra silenziosa di fronte a sé.
Dalla parte dei loro alleati - appena dietro le loro spalle e disposti in una linea ordinata - vi erano Gohan, Videl, Goten, Eva, il Genio, Bra, Tensing, Riff, Ub e Majin Bu. Tutti avevano appreso della scomparsa di Trunks, pochi giorni prima, ma avevano nel cuore la speranza di vederlo arrivare da un momento all'altro. Specialmente Goten, specialmente Bra. Ma Trunks non arrivò, non arrivò e non vi era l'ombra di lui nemmeno tra le prime fila di quell'esercito di resuscitati.
I combattenti della squadra Z non avevano certo perso tempo a insistere nel chiedere spiegazioni nel momento in cui Eva aveva fatto capolino dal nulla, volando. Specialmente i due figli di Goku avevano avvertito una strana sensazione nei suoi riguardi; aveva qualche cosa di oltremodo famigliare. Ma Eva non aveva risposto ai loro quesiti, aveva semplicemente incrociato le braccia farneticando un semplice ma evitante “per ora vi basti solo sapere che sono dei vostri”. No, non era esattamente il momento adatto per una riunione di famiglia.
Dietro i combattenti del pianeta Terra, inoltre, una ventina di guerrieri namecciani erano raggruppati in un silenzio di tomba, ma tra di essi non vi era l'ombra di Junior. Con tutta probabilità i recenti eventi non avevano dato il tempo a Baba e Re Yammer di attivare il permesso con gli Inferi. E infine, in disparte, sospesi elegantemente sopra una roccia appuntita, i due androidi gemelli osservavano la scena in silenzio, impassibili, belli e angoscianti come due bambole di porcellana.
I due saiyan protagonisti in prima linea di quella tragedia non persero affatto troppo tempo per domandarsi chi e quanti fossero i guerrieri alle loro spalle, piuttosto non esitarono a squadrare uno ad uno i combattenti dell'altra fazione. Dell'esercito dei resuscitati.
E, se per Goku erano tutte facce oramai ben note e conosciute, Vegeta aveva solo i racconti del suo rivale per poterli riconoscere; quando si erano fusi in Gogeta negli ultimi giorni, infatti, Kaarot aveva descritto per filo e per segno l'aspetto e le tecniche di combattimento ricorrenti dei guerrieri più forti. Vegeta ne aveva riconosciuto qualcuno ma la sua ricerca e il suo studio degli avversari si era fermato nell'esatto istante in cui, tra la folla, aveva adocchiato il peggiore di tutti i suoi nemici; il più odiato, colui il quale faceva ribrezzo solamente a sfiorarlo con lo sguardo, lo sterminatore della sua razza, l'essere più ripugnante di tutto l'universo. Egli era il guerriero immondo che ancora, dopo tutti quegli anni, suscitava in Vegeta sentimenti dolorosi e ricordi che non sarebbe mai riuscito a cancellare. Freezer sostava con le braccia incrociate e l'abituale sorrisetto meschino stampato sul volto levigato, sorriso che il principe dei saiyan non vedeva l'ora di aprire in due con un pugno ben assestato.


Il silenzio regnava sovrano su quella lingua di ghiaccio, nessuna delle due parti accennava ad attaccare o a parlare, come se tutto si fosse congelato nell'esatto istante in cui ognuno aveva preso il proprio posto con i piedi ancorati al terreno, come se fossero tutti dei soldatini di plastica ben posizionati da un bambino che non aveva la benché minima intenzione di giocare e scomporre il suo campo di battaglia.
Sopra di loro, il grande varco oscuro tra le nuvole grigie lampeggiava intermittente come una lampadina difettosa, e ad ogni lampo la pazienza del principe dei saiyan sembrava crollare sempre di più fino a quando, finalmente, si decise a parlare.
«Siete qui per fare le belle statuine o ci dite cosa siete venuti a fare?» ringhiò Vegeta, stringendo i pugni facendo scricchiolare la pelle dei suoi guanti neri. Goku sobbalzò e gli intimò con lo sguardo di non iniziare a provocare gli avversari prima del tempo.
Tuttavia nessuno rispose, nessuno si degnò di dare una spiegazione, mettendo così a dura prova la già precaria pazienza del principe.
«BEH!? COSA STATE ASPETTANDO? SI PUÒ SAPERE COSA DIAVOLO VOLETE?!» urlò quest'ultimo ringhiando così forte da far venire i brividi a tutti i combattenti dietro di loro.
Ma ciò che di più inquietante accadde fu che, dopo qualche istante, l'intero esercito dei resuscitati si mosse in perfetta sincronia. Alzarono un braccio per puntare il dito verso una e un'unica persona, come tante marionette comandate da un burattinaio malvagio. E quella persona non poteva essere altri che Goku.
Questi si irrigidì, facendo scoccare la mascella. Una piccola goccia di sudore percorse tutta la linea del suo collo per morire nella sua nuova tuta da battaglia verde prato.
«Me? Volete me?!» disse con un soffio. «E allora venite a prender-»
Ma Goku non fece in tempo a finire la sua frase, perché un raggio del colore blu notte capitolò dal mezzo della folla di quell'esercito malsano. Il raggio, però, lo sfiorò a malapena sulla spalla. 
Un lamento agognante, gutturale, poi un tonfo sordo. Tutti i combattenti della squadra Z si voltarono di scatto, spalancando la bocca alla vista di quel corpo esanime disteso malamente sulla neve fresca. Gli occhi spalancati, la bocca digrignata nell'ultimo verso di terrore.
Nessuno osò parlare, nessuno osò dire nulla. I loro respiri si fecero più veloci, più ansimanti, la rabbia crebbe a dismisura e il ghiaccio sotto i piedi iniziò a sudare e sciogliersi come se baciato dal fuoco.
Non sapevano se il raggio fosse direttamente indirizzato a lui, verso quel namecciano di cui nessuno dei combattenti Z conosceva il nome, non sapevano se fosse stato solo una fatale coincidenza che quel fascio di luce bluastra avesse attraversato la sua giugulare. Ma non aveva più importanza oramai, perché quel colpo aveva appena decretato l'inizio alla guerra vera e propria. Non sarebbero mai stati perdonati per quello che avevano fatto. Quel namecciano morto invano era a malapena un loro conoscente, ma era giunto sulla Terra per aiutarli senza che nessuno gli avesse promesso gloria o ricompensa, ed era stato ucciso da un atto vile, codardo, da qualcuno che non aveva nemmeno scelto di mostrarsi. No, se Goku aveva sperato anche solo per un momento di poter risolvere le cose con qualche buona parola convincente, quel gesto folle aveva posto la parola fine alle buone intenzioni.
E così, con rabbia crescente e il cuore palpitante, tutti i guerrieri si illuminarono come lampadine e lanciarono un urlo di rabbia che diede il via alla più disperata delle corse.
Si lanciarono tutti verso l'esercito dei nemici, i quali risposero al fuoco con il fuoco, scattando in avanti per incontrarsi a metà strada contro i loro obbiettivi. Sì, perché, anche se non era stato affatto dichiarato, non era solo Goku a dover essere eliminato, quel giorno. E ai combattenti della squadra Z questo non era certo sfuggito.


 
•••
«Figli, fratelli della Dimora dei Draghi. La persona di cui ci siamo ciecamente fidati, alla quale abbiamo dato il grande privilegio di far parte della nostra dimensione, alla quale abbiamo dato più di una possibilità di redimersi... ci ha traditi. Ha tradito la nostra fiducia, ha sovvertito tutte le regole. Non solo è venuto meno al patto, all'ultimatum che gli era stato dato, ma ha anche parlato pubblicamente di questo luogo, ci ha provocati e, infine, ha deciso anche di combatterci pur di non tornare qui» pronunciò solennemente Onyma dall'alto degli scalini del tempio dorato, spalleggiato dagli altri draghi antropomorfi, tre alla sua destra, tre alla sua sinistra.
Sotto di loro, nel grande piazzale, erano stati richiamati tutti i guerrieri, nessuno escluso. La folla mormorò, alcuni indignati, altri confusi, altri spaventati.
«Quest'umano va punito con la peggiore delle pene e pertanto io, il Drago Superiore, condanno Son Goku a morte. Lui e tutti gli altri umani che hanno deciso di combatterci, di mettersi in mezzo. Con il potere di tutti e sette i Draghi ora, fratelli, concediamo a voi il lusso della resurrezione. Non temete la morte, non temete la dipartita, perché tornerete qui con onore e privilegio. Uccidete ogni umano che vi si parerà di fronte, specialmente il Re dei Saiyan e, per ultimo, solo quando avrà visto agonizzare tutti i suoi amici, uccidete Son Goku tra le più atroci sofferenze. Andate, figli miei! Il giorno del giudizio è arrivato» concluse Onyma.
Spalancò le braccia verso quello che non poteva essere certo definito cielo, aprendo tra le nuvole giallastre un varco scuro e lampeggiante.
Un grido di guerra risuonò nella piazza, il grido di coloro i quali erano stati strappati via dalla vita anni, secoli, millenni prima. Il grido della speranza della resurrezione. Così i sette draghi antropomorfi illuminarono i loro occhi di luce rossa incandescente, regalando senza sforzo il dono della vita.
•••



Boato, esplosione. I guerrieri si scontrarono a mezz'aria, causando un'onda d'urto che spezzò la lingua di ghiaccio di quella catena montuosa. Grida di lotta, di dolore.
Ogni guerriero partì alla carica senza remore, con il cuore gonfio di orgoglio e di vendetta.
«Tsk! Maledetti soldatini lobotomizzati!» pronunciò Vegeta con disgusto, atterrando con un pugno un guerriero dalla pelle viola e quattro lunghe braccia rugose, creando così un grosso cratere tra la neve e il ghiaccio. Egli però, come pronosticato, non si lasciò battere tanto facilmente e riprese la lotta seppur sanguinante, spalleggiato da un altro combattente dal colore altrettanto improbabile.
Goku e Vegeta, infatti, si erano fiondati immediatamente sui guerrieri dall'aura più forte e sviluppata, lasciando così che i loro amici si battessero con gli altri senza correre troppi rischi.
Numericamente gli alleati erano inferiori, era vero, ma grazie al cielo la straordinaria potenza dei saiyan era nettamente in grado di contrastare molti dei combattenti minori. Nell'esercito dei buoni, però, non tutti erano saiyan.
«Genio, siamo nei guai!» gridò Videl, scansando l'attacco di un guerriero dalle sembianze quasi terrestri, se non fosse stato per i denti terribilmente aguzzi e gli artigli al posto delle dita.
Il maestro Muten, con i muscoli gonfi e gli occhi completamente oscurati dai suoi soliti occhiali rossi, balzò al fianco della donna e le parò le spalle da un altro nemico.
«Non disperare, cara. Faremo del nostro meg-» ma una grande sfera di energia viola piombò dall'alto come una meteora, fermata all'ultimo da un altro colpo dell'aura dalla cyborg bionda dagli occhi di ghiaccio.
«E state un po' attenti!» li rimproverò C18, arricciando il naso. «Se dovete star qui per essere di intralcio allora andatevene via».
Videl arrossì e indietreggiò ancora alla vista del nemico con gli artigli. Dannazione, quanto si sentiva inutile! Quanto avrebbe voluto allenarsi di più negli anni, quanto avrebbe voluto essere all'altezza almeno di ciò che era diventata sua figlia Pan. Avrebbe voluto vendicarla, sconfiggere almeno uno di quei nemici crudeli che avevano compiuto quel cruento omicidio, e invece faticava persino a sopravvivere agli attacchi di un combattente di medio livello.
Forse Goku aveva sbagliato a darle quel compito, forse Goku non si era ricordato che i bei tempi in cui era in grado di fronteggiare i nemici del torneo di arti marziali erano belli che andati. E, sicuramente, non aveva tenuto conto che lei fosse decisamente più forte di qualsiasi altro terrestre comune ma, in confronto a certi guerrieri, non era proprio nessuno.
«Non demordere, Videl. Cerca l'aura che è in te. Combattiamo insieme! Possiamo farcela» la incitò il Genio vedendo la donna in difficoltà, aumentando poi ancor di più la dimensione dei suoi muscoli. Aveva una certa età, ma si stava dimostrando forte oltre ogni aspettativa.
Videl si fermò un attimo, un solo attimo giusto il tempo per trovare ogni goccia di forza nascosta dentro di lei, ripartendo poi alla carica insieme al maestro Muten, quel vecchietto che non era mai stato veramente il suo maestro ma che, seppur in una condizione disastrosa, stava fornendo lei insegnamenti importanti dei quali avrebbe fatto tesoro. Si lanciarono insieme verso l'avversario e lo colpirono in sincronia nello stomaco costringendolo a sputare sangue. Per loro, però, quel combattimento era solamente iniziato.


«Ti mangio! Ti mangio! Ti mangio!»
Un guerriero dagli occhi rossi come rubini e la pelle bianchissima indietreggiò con occhi di disdegno verso la creatura rosa e orripilante che si stava avvicinando a lui a passi goffi.
Il nemico lanciò lui una sfera di energia, trapassando il suo ventre come burro. Majin Bu, con stupore, guardò il buco apertosi nella sua pancia. Gonfiò poi le guance come per soffiare in un palloncino, poi chiuse la ferita senza difficoltà.
«Ti mangio! Ti mangio!» continuò incessante.
«Allontanati da me, brutto ciccione!» lo minacciò il nemico sferrandogli un pugno in pieno volto.
Majin Bu divenne completamente rosso di rabbia, i piccoli occhi semichiusi saltarono fuori dalle orbite spaventosamente e, ribollendo di rancore, emanò una grandissima nube di fumo dai buchi sopra la pelle, fischiando come una caffettiera.
«SEI CATTIVO, CATTIVO! COME OSI CHIAMARMI CICCIONE!?» ululò Bu, offeso da tale insulto.
«È quello che sei, ciccione! Mettiti a dieta!» lo sbeffeggiò nuovamente il guerriero, con sdegno. Balzò poi per attaccarlo in uno scontro frontale, ignaro del fatto che agendo in quel modo avesse appena decretato la parola fine.
«Non mi piace la dieta, e adesso ti trasformo in un bignè!» annunciò Majin Bu. Portò in avanti il codino sulla sommità del capo, e lanciò un raggio che colpì il malcapitato in pieno petto, il quale si trasformò immediatamente in un dolce di alta pasticceria.
I combattenti intorno a lui sgranarono gli occhi, allibiti, guardando impotenti il loro alleato finire direttamente tra le fauci del guerriero grassottello, il quale poi fece una smorfia con la lingua.
«Puah! Oltre che essere cattivo aveva anche un brutto sapore!» si lagnò come un bambino al quale erano stati propinati degli spinaci.
Il principe dei saiyan, a pochi metri di distanza, assistette alla scena distrattamente, poi riprese a sferrare calci e pugni ai nemici senza alcun ritegno.
«Tsk! E voi sareste i guerrieri più forti di tutti gli universi? Se persino una ragazzina, un vecchietto e un bambino troppo cresciuto sono in grado di tenervi testa allora devo dedurre che ci sono galassie veramente povere...» commentò Vegeta. Aprì le braccia illuminato di luce incandescente, sferrando due attacchi ai lati del proprio corpo colpendo due nemici.
Tutto era confuso, decine e decine di persone si stavano scontrando in uno spazio ristretto. Fiocchi di neve e schegge di ghiaccio si sollevarono dal terreno creando una nube bianca, rendendo lo scenario ancor più informe. Urla, lampi di luce abbaglianti, ringhi e rumore di ossa frantumate in un ring disordinato e improvvisato.
Vegeta volò più alto nel tentativo di capirci qualcosa, di discostarsi da quella nebbia, aggrappandosi con una mano e i piedi ancorati a una parete rocciosa per scrutare il campo di battaglia.
E fu in quel momento che si accorse di un dettaglio che era stato tralasciato, o meglio: sei dettagli.




 
Continua...

 
ANGOLO AUTRICE:
Eccoci. Ci siamo. Il giorno del giudizio - come lo ha definito Onyma - è arrivato. E la lotta ha appena avuto inizio. La grande lotta contro l'esercito della Dimora dei Draghi, i combattenti di grande prestigio resuscitati sotto il volere delle sette entità delle sfere.
Più di centocinquanta guerrieri schierati un ghiacciaio, tutti con l'obiettivo massimo di porre fine alla vita del nostro Goku. L'ha combinata proprio grossa, eh xD inquietantino il momento in cui tutti lo indicano, direi. E comunque, volevo farvelo notare, un namecciano a caso ci ha già lasciato la pelle.
Il Genio, ma sopratutto Videl, non sono proprio adatti a questa battaglia. Ok che ognuno può contribuire ma, effettivamente, non è stata una mossa così saggia farli combattere. Speriamo solo che se la cavino.
Mannaggia... il principone ha visto qualcosa. Qualcosa di importante. Sei dettagli che erano sfuggiti! Di che si tratta?
E, per onorare finalmente l'inizio della vera e propria cazzimma, ecco a voi LE PAGELLE del giorno:

-Majin Bu: la battaglia è infuriata da a malapena cinque minuti e lui ha già trovato il tempo di farsi uno spuntino. Beh, se tanto mi da tanto, è l'unico che per ora ha fatto fuori qualcuno. Per lui non è una guerra, è un pranzo di Natale. Bravo, Bu! Sei uno di noi. No al body-shaming! Voto 9.
-Goku: ha aperto bocca per mezzo secondo e un namecciano ci ha rimesso la vita. Facci un favore, parla di meno e combatti di più. Voto 5.
-Trunks: non pervenuto. Beh, se stai giocando a nascondino, questo sarebbe stato un buon momento per uscire a fare "per tutti". Non classificabile.
-C18: salvataggio dei più deboli in extermis con tanto di insulti agli amici. Ma chi può darle torto, del resto? E poi è una bella tusa. Voto 8.
-Vegeta: tanto fumo e niente arrosto. Solita tecnica dello sbeffeggiamento avversario, attacchi poco efficaci. Premio detective per aver individuato sei dettagli che boh, chissà cosa sono. Meno male che a lui non sfugge niente. Voto 6,5.
-Onyma: problematicità di alto livello, paranoie incalcolabili, cazzimma non indifferente. Insomma, c'ha sotto sette sfere grosse così. Voto 7.
-Gohan: per colpa sua Junior non ha fatto in tempo ad arrivare. Premio vaffanculo. Voto -3
-Videl&Genio: nuova coppia dell'anno, vincono il premio scarsezza. Meno male che non c'è Crilin. Però tanto onore e tanto cuore. Voto 7.


E con queste ca**ate vi saluto per questa settimana. Ci aggiorniamo domenica prossima per il gazzettino della guerra xD Sarei anche curiosa di sapere quali sono le vostre, di pagelle.
Un abbraccio,
Eevaa
  
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