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Autore: Zamia    15/10/2018    1 recensioni
Dalla storia: "Adrien camminava guardingo vicino vicino al muro. Era sfuggito all’autista che l’aveva accompagnato per la lezione di scherma. Quel giorno non aveva alcuna voglia di allenarsi e appena entrato nell’edificio ne era subito uscito. Quell’ora e mezza avrebbe voluto passeggiare, prendersi un gelato, entrare in un negozio di videogiochi; avrebbe voluto fare le cose che facevano i ragazzi normali. Poco prima della fine dell’addestramento si sarebbe rinfilato a scuola e sarebbe uscito tutto trafelato per "la faticosa lezione", pronto per essere riaccompagnato a casa.
"Ahi!" urlò Marinette trovandosi a sbattere contro il petto duro del compagno. "Mi scusi, mi scusi, ero distratta!"
Ma giusto il tempo di alzare lo sguardo che incontrò quello sorridente di Adrien.
"Ciao Marinette. Scusa tu! Siamo destinati ad incontrarci sempre sbattendoci uno addosso all’altro, a quanto pare".
Con uno stile introspettivo sono qui a raccontare uno spaccato della storia di Ladybug e Chat Noir fino alla rivelazione delle reciproche identità.
La storia si pone in continuo agli ultimi episodi della Stagione 2 trasmessi in Italia. Buona lettura!!!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11 - Chat Noir e Marinette
 

Ma le cose andarono diversamente da come Adrien aveva progettato.
Marinette non tornò subito a casa. Era troppo triste per farsi vedere così dai suoi e pur sapendo che non poteva lasciarsi andare a sentimenti negativi, voleva stare un po’ da sola a pensare se non stesse sopravvalutando la sua cotta per Adrien.
L'aveva conosciuto meglio nell’ultimo periodo e lo adorava. Era un ragazzo dolce e gentile e sempre sollecito nei suoi confronti. Era certa che le volesse bene. Ma erano mesi che non si accorgeva di come lei gli sbavasse dietro nonostante numerosi segnali ci fossero stati nel tempo. Le sue foto conservate in camera, i suoi balbettii, la sua felicità nel vederlo. Poteva non accorgersi di nulla? O magari se ne accorgeva e faceva finta di nulla perché non provava niente per lei e mai l’avrebbe provato.
Qualche volta le capitava di soffermarsi a pensare al diverso modo che aveva Chat Noir di rapportarsi con lei nei panni di Ladybug. Lui non aveva paura dei suoi sentimenti e di dichiararli.  Chi amava davvero non aveva paura di dirlo?
Chat Noir non temeva i suoi continui rifiuti, la guardava pieno di speranza ogni volta, pensava a farla felice anche quando non era una priorità e manteneva la sua parola. Sempre. Come l’altro giorno coi suoi amici.
E, nonostante tutto, lei ne subiva il fascino.
 
Marinette era seduta su una panchina al parco dove qualche volta era stata con Adrien. E fu lì che Chat Noir la vide. Sapeva di trovarla lì. Era come una sensazione ed era risultata veritiera.
Ma quando arrivò, lei stava alzandosi per tornare a casa quindi non fece in tempo a ritrasformarsi e la fermò nei panni dell’eroe.
"Marinette!" la chiamò.
Lei si girò di scatto e sobbalzò nel vedere l’eroe in nero. Le sembrò una visione più gradita del solito tanto piú che stava pensando proprio a lui. Le sembrò di vedere l’unica persona che potesse darle consolazione. L’unico che sapeva del suo assurdo amore non corrisposto e l’unico che poteva capirla perché provava lo stesso dolore.
"Chat Noir" gli sorrise pronunciando lentamente il suo nome.
Per il gatto quel sorriso fu fonte di una gioia insperata. Sentì un brivido lungo la schiena e una strana emozione pervadergli il cuore. 
"Ciao Marinette. Tutto bene? Ero in giro a controllare che tutto andasse per il meglio e ti ho visto.  E...ho pensato di fermarmi a salutarti e vedere come stavi dopo l’avventura dell’altro giorno".
I piani di Adrien dovevano cambiare. Le avrebbe parlato così avrebbe capito cosa la sua amica provasse davvero.
"É tutto a posto in giro? Non ci sono akuma vero?" Si preoccupò Marinette
"No, non ne ho viste svolazzare. Perché? Sei triste? Temi che ti possano colpire?" Si lasciò sfuggire lui.
"No, no...sono un po’ triste ma non mi farò battere mai da Papillon!" disse mettendosi le mani ai fianchi e riempiendo i polmoni. Era una posa buffa ma adorabile, pensò Chat Noir.
"Ecco la mia Marinette!!" il gatto le diede una pacca sulla spalla. Solo quando vide il suo sguardo sbalordito si accorse che forse stava un po’ esagerando.
"Intendevo dire che so quanto sei coraggiosa! E so che Papillon con te non avrà mai gioco facile!"
Ecco! Chat Noir la considerava coraggiosa mentre Adrien una fifona.
"Posso sedermi un attimo con te? Magari mi racconti perché sei triste." le disse dolcemente Chat Noir.
"Stavo andando via ma...si possiamo sederci un po’..ma non voglio rattristare anche te".
"I supereroi servono anche a questo! Se riesco a farti ridere non c’è rischio che tu rimanga akumizzata. Sto solo facendo il mio lavoro!"
Marinette sorrise. Questo era il suo collega. Un misto straordinario di tenerezza e sfrontatezza. Era capace di vendere la sua voglia di riposarsi un po’ come un’esigenza di lavoro. Era davvero grandioso.
"Allora Marinette. Chi ti ha fatto arrabbiare?"
"Il mio amico Adrien. Un compagno di classe..." e gli raccontò per filo e per segno tutta la storia del corso di fotografia e del fatto che Adrien le avesse mentito su Chloé, omettendo ovviamente che lui fosse anche la persona di cui era innamorata. Non sapeva perchè ma questa informazione ora le sembrava superflua. Non voleva parlare con Chat Noir di un altro ragazzo.
"Beh, capisco che sei delusa e se avesse voluto farlo con malizia o per infastidirti sarebbe stato davvero grave ma a me sembra che questo tuo amico sia solo un po’ maldestro. Non avrà saputo dire di no alla figlia del sindaco. So persino io quanto é categorica e capricciosa nelle sue richieste. Adrien avrà pensato solo di evitare un danno maggiore."
"Dici?"
"Lo credo sul serio. E poi in fondo che cambia tra di voi se al corso c’è anche Chloé? Non sminuisce mica la vostra amicizia. Da come lui mi ha parlato di te l’ultima volta credo che ti voglia molto bene. Non rovinerebbe così il vostro rapporto".
"Forse hai ragione, sono stata precipitosa. Ma per quanto io cerchi di essere sempre forte e di supporto agli altri a volte ho anche io bisogno di conferme. Sono impacciata e timida...mi piacerebbe sapere che alcuni amici, quelli che me lo dimostrano di meno di solito, invece mi apprezzano e mi vogliono bene. Ma credo che Adrien pensi che io sia solo una gran pasticciona un po’ paurosa e questo non mi piace. Io penso che lui sia un ragazzo perfetto e sentirmi sempre un passo indietro mi ferisce."
"Non farla così tragica! Perché Adrien dovrebbe pensare questo di te? Io credo che lui ti apprezzi come sei. Anche tu sei perfetta così. Ma d’altra parte ti capisco...anche io mi sento sempre un passo indietro rispetto a Ladybug: del duo io sono quello che si lascia comandare dagli akumizzati, quello che é "tutto chiacchiere e distintivo" ..o meglio io non credo sia cosí...ma credo che Ladybug pensi questo di me. Credo che potrebbe fare tranquillamente a meno dei miei servigi. Ma non credo che Adrien volesse farti sentire così."
"Non lo devi neanche pensare che Ladybug voglia farti sentire inferiore!" Marinette era rossa in viso, infastidita come non mai! Come aveva potuto dare al suo collega questa impressione? Lei lo stimava tantissimo!!!
"So che vuoi rassicurarmi e te ne ringrazio ma è cosi...lei è un gradino avanti e per quanto io possa correre non la raggiungerò mai."
"Stupido gattone!” e gli prese la mano “Cosa farebbe senza di te Ladybug? Sai quante volte senza il tuo aiuto sarebbe stata catturata? I suoi miraculous li avrebbe Papillon già da un po’."
Chat Noir provò grande tenerezza nei confronti dell’amica. Lui era andato per scusarsi e lei l’aveva risollevato di morale...
"Sei veramente fantastica Marinette e sono certo che Adrien lo ha capito. Credo che per quanto possiamo correre, io e il tuo amico, non riusciremmo mai a raggiungere neanche te.."
"Non buttarti così giù, Chat Noir. Sei molto meglio di quel che sembri...magari se smettessi di fare lo spaccone ti apprezzerebbe di più anche Ladybug! Magari lei è solo un po’ rigida,  così presa dai suoi doveri…magari come me è un po’ paurosa e sa che per sconfiggere i nemici c’é bisogno di tutta l’attenzione possibile...magari per te é più facile giocare e rimanere concentrato ma per lei non lo è.."
"Grazie Marinette. Grazie di tutto…speravo di risollevarti di morale e invece tu hai risollevato me!"
"Anche per me è stato bello parlare con te. So quanto ammiri Ladybug ma credimi la stai idealizzando! Sei assolutamente alla sua altezza! Sei un vero eroe!"
Chat Noir le sorrise e le diede in bacio sulla guancia con una dolcezza che lei non aveva visto mai sul suo viso se non quella sera che aveva confessato il suo amore a Ladybug. Non riuscì a non arrossire di questa strana sensazione. Un deja-vú.
Lui si accorse dell’imbarazzo della ragazza e cercò di metterla a suo agio facendola ridere.
"Principessa è ora di andare a casa! Questo cavaliere si offre di accompagnarla facendole fare quattro salti sui tetti di Parigi e portandola direttamente sul suo balcone. Le va?"
"Si, con grande piacere, mio cavaliere!" fece una riverenza e abbracciandolo forte socchiuse gli occhi e si lasciò trasportare verso la sua terrazza, riflettendo su questo secondo deja-vu.
Le sembrò che questa conversazione assomigliasse alla prima telefonica che aveva avuto con Adrien ma non si soffermò su questa sensazione.
Provava invece una gran gioia e una gran sicurezza tra le braccia dell’eroe gatto.
Chat Noir per un momento le aveva fatto dimenticare i suoi tormenti e le aveva indicato la strada per rimettere tutte le cose a posto.
Ladybug non era poi così perfetta se aveva fatto sentire Chat Noir così in secondo piano e Marinette non doveva essere così male se un eroe si prendeva il disturbo di chiacchierare con lei. Si sarebbe aggiustato tutto se Ladybug fosse stata un po’ piú Marinette e Marinette un po’ più Ladybug. E forse lei così avrebbe vissuto in maniera meno disturbante questo dualismo tra le sue due personalità.
Ladybug era sempre molto rigida e frenata nei suoi sentimenti per paura di mostrarsi vulnerabile. Chat Noir non aveva avuto paura di raccontarle le sue paure, invece!
Se fosse stata piú sincera con tutti sarebbe andato tutto meglio. L’abbraccio ad Alya di qualche tempo prima nei panni di Ladybug era stato solo l’indizio della sua necessità di un mutamento.
La sua forza passava per la consapevolezza delle sue debolezze. Troppo orgoglio, troppa fiducia in sé l’avrebbero tradita e i suoi colleghi ben presto si sarebbero stancati di lei.
A lei spettava creare un senso di squadra.
A lei spettava farli sentire tutti alla pari anche se era l’unica che poteva purificare le akuma.
Ringraziò in cuor suo il destino che quel giorno aveva portato lungo la sua strada il suo fidatissimo e adorato collega.
 
Angolo dell’autrice: adoro le interazioni tra Chat Noir e Marinette. Sono entrambi nella loro versione meno perfetta e per questo sono più sinceri e trasparenti.
Mi auguro che la lettura continui a piacervi. Da questo momento in poi sarà tutto in discesa…più o meno…
Ringrazio tutti voi lettori, chi lascia un commento e chi manda un messaggio in privato e chi, anche in silenzio, continua a seguire la storia assiduamente.
A presto.
   
 
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