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Autore: Gatto1967    15/10/2018    2 recensioni
Questa storia è il seguito di "Candy ai giorni nostri"(leggere qui https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3745705&i=1), la storia della Candy odierna e italiana liberamente ispirata al nostro anime preferito.
Sono passati degli anni da quando Candy Bianchi sembra aver superato i problemi e i turbamenti di orfana, quando un personaggio riemerso dal suo passato sembra poterle dare quella felicità tanto a lungo cercata, ma qualcuno trama nell'ombra.
Chi è? Qual'è il suo scopo?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Arrivarono a casa di Susanna, e Candy riuscì a parcheggiare proprio davanti al suo portone. Ci mise un po’ a indovinare il parcheggio, era una brava guidatrice, anche se a volte un po’ distratta, ma con i parcheggi era decisamente negata.
Salirono nell’appartamento di Susanna pressoché ignorate dai condomini che al passaggio di Susanna si giravano dall’altra parte.
Candy provava compassione per Susanna e sincero disprezzo per i suoi vicini. Quella situazione le ricordava quello che aveva subito anche lei in prima media, quando i suoi compagni l’avevano bollata come “sfigata” e la trattavano nello stesso modo, ma lì non c’erano bambini cretini, ma adulti cattivi pieni di pregiudizi e frustrazioni da “vivere incivile”.
 
Entrarono nell’appartamento di Susanna al quarto piano di quello stabile.
-Quello è il mio computer.- disse Susanna indicando a Candy un portatile che già a vederlo si intuiva essere una sottomarca.
-Puoi accenderlo, il file è ancora lì.-
-Susanna, io non…-
-Tranquilla Candy, io non ho niente da nascondere e vorrei capirci qualcosa in questa storia. Se veramente sono una pazza che neanche si ricorda le sue azioni, o se davvero qualcuno sta cercando di incastrarmi.
In ogni caso è mio interesse sapere la verità, e hai la mia parola che quale che sia la verità io metterò al primo posto la tua sicurezza.-
Candy non sapeva più che pensare. In entrambi i casi Susanna era una vittima e decise che l’avrebbe aiutata.
-Accendiamo insieme quel cavolo di computer!-
 
-Che dirti: io non sono certo un’esperta di queste cose, forse una mia amica ci capirebbe di più. Comunque non ci vuole un esperto per dirti che questo computer è una chiavica!-
-Una… chiavica?!?-
-Una schifezza!
Ci devono essere più virus qui dentro che nelle provette di un infettivologo! E comunque un hacker esperto potrebbe effettivamente aver inserito quel file qui dentro da remoto, ma c’è anche un’altra possibilità.-
-E cioè?-
-Quella carta, quella dei tarocchi.
Per prendere quella carta dal tuo mazzo, qualcuno deve essere per forza entrato qui! E se è entrato qui può benissimo aver messo quel file nel tuo pc. Senza necessariamente scriverlo ex-novo, può averlo copiato da una chiavetta. Un’operazione semplicissima che porta via meno di un minuto.
Ho notato che il tuo computer non ha nemmeno una password di protezione all’accensione.-
-E a che mi serve?- tacquero un momento guardandosi. –Ok, mi serve.-
-Se vuoi un consiglio fatti un computer nuovo, mettici una password d’accesso sicura, non semplicemente “Susanna” o “Terence”, e dotalo di un buon programma antivirus. Se vuoi ti faccio parlare con una mia amica veramente gagliarda in queste cose.-
-Adesso però vorrei capire chi mi vuole incastrare, ammesso che qualcuno voglia veramente incastrarmi.-
Una volta di più Candy ebbe compassione di quella ragazza, sia che fosse innocente, sia che fosse colpevole, era una persona che aveva sofferto e che era destinata a soffrire ancora per quella storia.
Poco dopo Candy si alzò per andare in bagno e mentre era assente il suo cellulare suonò.
Leggendo sul display il nome “Terence” Susanna ebbe il folle impulso di rispondere.
-Pronto Terence? No, non sono Candy, sono Susanna Marlowe, la donna più cattiva del mondo. Sai, Candy è mia prigioniera, l’ho legata alla spalliera del letto e sto per sottoporla a indicibili torture, così tu tornerai mio.-
Un’accigliata Candy gli strappò il telefono di mano mentre Susanna si metteva a ridere.
-Terence, calmati! Susanna stava solo scherzando! Non sono sua prigioniera, anzi adesso esco. Devo fare alcuni giri e me ne vado a casa. Credo proprio che dovremo parlare io e te!-
-Lo credo anch’io!- replicò un Terence tutt’altro che divertito.
-Sei proprio matta!- sbraitò Candy dopo aver riattaccato -Ma si fanno queste cose con i telefoni degli altri?-
-Scusa, stavo solo scherzando.-
-Vorrei vedere!
Ascolta Susanna. Cerchiamo di essere serie: io e te non siamo certo investigatrici di qualche serie tv, e sinceramente ti dirò che non so cosa pensare. Ho scelto di credere alla tua buona fede e ti aiuterò anche se venisse fuori che quella lettera l’hai mandata tu. Cavolate come quella che hai fatto adesso non ci aiutano. d’accordo?-
Susanna si alzò e abbracciò Candy.
-Capisco che tu abbia i tuoi dubbi, ma ti assicuro che non ti farei mai del male, non intentionally almeno.-
-Intenzionalmente. Comunque parlerò con quella mia amica e ti farò sapere qualcosa.-
   
 
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