Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Ash Visconti    15/10/2018    1 recensioni
Via Lattea. Un futuro imprecisato. Un Nuovo Ordine è sorto dalle ceneri di un era di lotta e devastazione, pronto a riportare la pace e l'unità nella galassia con ogni mezzo necessario, anche quelli sporchi. Ma quando i fautori di ordine e stabilità negano le libertà altrui è tempo di combattere. Tra i combattenti per la libertà un gruppo di persone forma un team per lottare uniti insieme ad altri eroi.
Crossover tra: Warhammer, Hunger Games, Maze Runner, Divergent, World of Warcraft, Starcraft, Diablo e Thief. Nonché personaggi originali. Se questa premessa vi ha incuriosito, leggete pure!
Nota: potrebbero apparire un paio di personaggi OOC.
Genere: Fantasy, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 11 - Team Rogue

Immagine correlata
Simbolo personale del Team Rogue



"We are the chosen ones, we sacrifice our blood
We kill for honour
We are the holy ones, our armours stained with blood
We killed the dragon
In glory we return, our destination's end
We slayed the dragon
No more living in fear, it's time to raise our king
We made it happen
We're the chosen ones"


"The Chosen Ones"; Dream Evil

Al grido di Anduin che richiedeva la resa del nemico era seguito un istante di silenzio, rotto poi dalla risata del colonnello Hamsha, proveniente da dietro un grosso albero del bosco, dove era ben riparato da pallottole o frecce.
“Arrendermi? I soldati del Nuovo Ordine muoiono, ma non si arrendono!”
“Ti hanno addestrato bene all’Accademia, vero colonnello?”
“Egregiamente” ribatté l’ufficiale con orgoglio.
Anduin si sporse da dietro il suo albero, cercando di individuare con gli orecchi e gli occhi il punto esatto in cui si trovava il colonnello.
“Qui finirà in una strage, volete davvero questo?”
“Quanti siete, ribelli? Una decina?  In tale caso, io ho almeno soldati che vi superano di venti volte sull’astronave, che attendono solo di scendere tutti in massa!”
“Abbiamo con noi un mago esperto nel far piovere fulmini su di voi, cosa ci impedisce di distruggere tutte le navette di rinforzo che giungeranno a terra?”
Hamsha stavolta parve esitare.
“E che mi dici se ordino al nostro mago di far piovere fulmini direttamente su di voi? O al nostro en cromante di evocare altri non-morti?” riprese Anduin.
Alla parola “necromante”, Isabela parve rabbrividire, mentre Hamsha, a quelle affermazioni, scoppiò a ridere.
“Siamo in mezzo agli alberi, e ne so abbastanza di fisica per sapere che il legno fa da parafulmine e da isolanti contro l’elettricità. In quanto ai vostri scheletri deambulanti abbiamo ancora tanti proiettili e granate per loro!”
Richard, sporgendosi appena da dietro il masso che fungeva da riparo, cominciò a scrutare il luogo dove sentiva parlare il comandante nemico.
“Spiacente ribelle, ma qui quello svantaggio sei tu. Tu e i tuoi compari!”
Richard sgranò gli occhi: aveva capito dov’era, dietro un alto albero dal grosso tronco posto alla destra di dove stava guardando.
Chinatosi dietro il riparo, chiese ai compagni Hugh e Johanna di passargli le granate che avevano, una piccola corda e un corto bastone.
In fretta e furia, legò le quattro granate attorno al corto bastone, mentre Anduin continuava a parlare con l’ufficiale nemico per dissuaderlo dal continuare. Ma quello non parve essere dello stesso parere.
Quando la rudimentale bomba  a grappolo era finita, il colonnello stava urlando:
“Ribelli! Vi faccio questa offerta: se il vostro leader si consegna spontaneamente a noi, io vi lascerò tornare alla vostra nave e potrete tornarvene tutti a casa, benché il vostro leader sarà un nostro ostaggio. Che ne dite?”
“Dico che non siamo così scemi da ignorare il fatto che ci sparerete addosso non appena la nostra astronave si farà vedere!” gridò Kyle di risposta.
“Non sto parlando con te!”
“Comunque, concordo con il mio compagno: datemi una garanzia che non ci attaccherete alle spalle!” replicò Anduin.
“Posso ordinare all’astronave di bombardare la zona!”
“E coinvolgere anche lei stesso? Non credo!”
Richard era pronto: posò lo sguardo sul luogo dove stava riparato Hamsha e innescò lo scoppio a tempo.
 “Soldati! Riprendete il fuoco e chiamate altri rinforzi!”
Al grido del comandate nemico, Richard si alzò e tirò con tutte le sue forze la granata a grappolo nel luogo dove sperava fosse imboscato il suo bersaglio.
Mentre si riparava di nuovo dietro il masso si udì un forte scoppiò assordante, che devastò un ridotta area alberata e a cui fecero seguito urla di dolore.
Alcun i soldati spararono all’impazzata intorno, ma non colpirono nessuno, essendo i ribelli ben riparati.
Poi seguì il silenzio e le voci dei soldati che contavano i colpiti. Dai loro discorsi emerse una cosa certa: il comandante era messo male.
Il giovane figlio di Varian pensò che fosse il momento di approfittare dell’occasione.
“Soldati!”
Il silenzio fu quello che seguì all’imperativo.
“Soldati, ascoltatemi, sono Anduin Wrynn, leader di questo Team, vi offro ancora una volta l’opportunità di andarvene!”
Uno dei soldati, giratosi da dove proveniva la voce, gridò di rimando: “Hai un bel coraggio a farci di nuovo una simile proposta! Quand’è che ci tirerete di nuovo addosso granate? Quando salteremo fuori dai nostri ripari una volta accertata la vostra offerta di resa?”
“Che perdite avete avuto, ora?”
“Che vi importa? In ogni caso due dei nostri sono feriti e il colonnello Hamsha è molto grave…”
Dopo un breve scambio di battute con un altro militare lì a fianco, il soldato aggiunse: “Anzi, Hamsha è morto, se vi interessa saperlo”.
“Allora non abbiamo più ragione di combattere” affermò Anduin. “Il nostro obbiettivo era solo la morte di quell’uomo”.
“Che storia è questa?”
“Che ci crediate o no, è la verità. Voelvamo elimianre quell’uomo solo perché era un ostacolo al nostro ritorno alla base”.
“Anche ammesso che sia come dite, perché non dovreste finirci tutti?”
Il giovane Wrynn prese un respiro prima di avanzare le sue proposte.
“Chi ha il comando adesso?”
“Io” rispose il soldato che parlava. “Sono un tenente”.
“Bene, signor tenete, per quanto mi riguarda questa schermaglia finisce qui. Prendete i vostri feriti e tornate a Scintilla. Per quanto vi sia difficile crederlo, vi giuro che non vi faremo altro male. Queste non sono zone di guerra, rispettiamole come tali. E per darvi la sincerità delle mie parole… io e i miei compagni ci ritireremo dalla zona”.
Non parve averli persuasi, ma qualcosa era stato prodotto, quando il tenente parlò di nuovo.
“Va bene. Ma dovrò riferire questo attacco dei ribelli e tutto quello che è accaduto al governatore Macharius”.
“Naturale. E ditegli che oggi non sono stati semplici ribelli ad agire, ma il Team Rogue!” si intromise Kyle.
“Glielo riferirò” commentò l’ufficiale dando una rapida occhiata al gruppo, per poi ritornare dai suoi uomini. Un’altra navetta stava scendendo dall’astronave, ma stavolta non conteneva truppe di rinforzo; si sarebbe limitata a recuperare i militari.
Wrynn fece un gesto ai suoi compagni, che si ritirarono tra i boschi presso in cui si era consumata quella scaramuccia. “Andiamo, aspetteremo che quell’astronave se ne vada, poi torneremo alla Fellowship”.
“Bel colpo Richard” si complimentò Johanna.
“Mera fortuna” rispose lui grattandosi il mento. “A volte stupisco me stesso per l’improvvisazione. Anche se avrei preferito affrontare e uccidere quel colonnello in un duello leale con la  spada”.
“Dubito ch avrebbe accettato. Se avesse accettato ti avrebbe fatto sparare non appena ti fosti fatto vedere” replicò la vincitrice degli Hunger Games.
Mentre si allontanavano, il giovane Wrynn osservò il medaglione di ferro che portava al collo: rappresentava una testa di leone stilizzata vista di lato. Esso era il simbolo del Team Rogue, ispirato al simbolo dell’Alleanza, la fazione di Azeroth a cui Anduin apparteneva.
Un’altra missione era finita, il team avrebbe reso orgoglioso i vertici della Resistenza.
“Tu che farai adesso, Isabela?” domandò poi Wrynn alla maga.
“Verrò un po’ con voi, dopotutto Gelt e l’imperatore vogliono che io sia i loro occhi in questa situazione. Purché il Nuovo Ordine non scopra da dove vengo io”.
“Non c’è problema, basta tacere sulla tua origine, d’altronde Anduin, parlando di te coi nemici, non ha fatto il tuo nome né da dove vieni” commentò Thorvald.
“A proposito, Kyle… Forse non c’era bisogno di specificare  chi siamo” mormorò Garrett rivolto al mago in nero.
“Mai sentito parlare della potenza della fama? E poi siamo stranoti anche nella Resistenza” replicò quello con tranquillità.
Senza aggiungere altro, il gruppo si fermò in mezzo ad cerchio formato da tre faggi per attendere che i soldati avversari se ne andassero.
Garrett e Probius andarono in avanscoperta per spiarli e controllare che se ne andassero, mentre i loro compagni attendevano lì.
“Che scontro gente…” commentò Leah.
“Prima battaglia?” le chiese Christine.
“No, ma è stata emozionante”.
Isabela, notando Kyle un po’ isolato rispetto agli altri, si avvicinò a lui. Da quando lo aveva visto evocare quegli scheletri per supportare il team, le erano sorte in testa un mucchio di domande, ed anche di dubbi,  a cui voleva trovare subito risposta ed anche una rassicurazione.
“Kyle, giusto? Ho un paio di doamnde da farti”.
“Parla” replicò quello un po’ perplesso dal tono duro che aveva usato.
“La magia che hai usato, quella con cui hai evocato quegli scheletri…”
“Necromanzia” rispose il mago. “Una branca magica vhe la mia famiglia ha sempre coltivato”.
“Non usare qui quella parola!” sibilò la sua interlocutrice.
“Quale parola?”
“Necromanzia!”
Kyle  la guardò con serietà.
“Non ti piace? Neanche Aduin e suo padre Varian hanno reagito bene quando hanno saputo che cosa potevo fare”.
“E ti hanno voluto lo stesso nella squadra?”
“Se non fossi stato degno di fiducia non sarei qui, non ti pare? E comunque anche su Azeroth tali pratiche non sono viste di buon occhio dai più”.
Isabela osservò quel giovane mago con più calma. Quello si passò una mano sui capelli neri.
“Immagino che anche qui non sia vista di buon occhio”.
“Ogni regno umano civile la bandisce e la condanna severamente”.
Kyle annuì.
“Ho capito. Eppure quando, oggi l’ho usato ho sentito un’energia magica che mi è parso che rispondesse al mio comando. Ne sai qualcosa?”
“Quello che hai sentito è sicuramente il Vento della Magia noto come Shyish. Esso è il Vento Viola della Magia che dà potere sulla Morte. Sull’inevitabile passaggio del tempo che porta alla fine”.
“Non è la prima volta che li sento nominare questi Venti della Magia… è un pianeta davvero interessante il vostro”.
“Sono otto in totale e conferiscono potere su precisi aspetti ed elementi, e tutti sono studiati dai maghi dell’Impero”.
Kyle incrociò le braccia ascoltando con attenzione quelle informazioni su Mallus.
“Quindi, se ho capito bene, anche voi imperiali usate la magia della Morte”.
“A scopi difensivi del territorio, non per aggredire altri” precisò Isabela. “I Maghi dell’Ordine d’Ametista, quello che impara e studia Shyish, sono in grado di strappare via l’anima dal nemico e prosciugarne la forza vitale. Vedono gli spiriti e le anime invisibili che vagano per il mondo e si dice che possano comunicare con loro. Ma non evocano e controllano i morti come i Necromanti”.
“Ma i Necromanti non usano anche loro questo Vento della Magia di cui parli?”
“No, anche se per i semplici sembra così. Anch’io ho dovuto apprendere subito la differenza: un necromante usa una Magia Oscura che non c’entra niente col Vento Viola o gli altri venti”.
“La mia magia non è oscura, sul mio pianeta ci insegnano fin da bambini che la magia è puramente neutrale, non è né buona né cattiva”.
Isabela lo fissò con uno sguardo indecifrabile, poi disse con sincerità:
“Scusa se ti ho giudicato male, Kyle”.
“Nessun problema, ci sono abituato”.
“Ti dico questo, straniero: i Necromanti dominano la morte sì, ma perché interiormente la temono. I nostri Maghi d’Ametista invece la accettano”.
“Sul mio pianeta, chi usa la Necromanzia, sta solo usando un’arte magica complicata per combattere e difendersi, non perché teme la morte. Ma vedo che da molte parti il confine è molto labile…” ammise Kyle, che trovava quel pianeta abbastanza bizzarro per gli standard di magia a cui era avvezzo. “Ma se il termine Necromanzia non si può usare, allora voi imperiali cosa usate per i vostri Maghi d’Ametista?”
“Maghi Viola. O Taumaturgia della Fine”
“Tau… cosa?”
“Come ho detto, il termine Necromanzia si preferisce non usarlo, dato che si definisce così è un essere malvagio”.
Kyle fece una risatina. “Tranquilla, non mi sento così malvagio”.
Detto questo, girò i tacchi per andarsene, ma fu fermato ancora una volta dalla maga.
“Aspetta… Per curiosità, dimmi, perché hai deciso di unirti a questa squadra?”
Il necromante la fissò un po’ incerto.
“Beh, perché Terra II, il mio pianeta, sta con la Resistenza”.
“Non era quello il senso della mia domanda”.
Kyle sbuffò.
“Per fare qualcosa di utile, ecco”.
Il giovane mago si grattò nervosamente la nuca, e dopo un po’ di esitazione, cominciò a raccontare.
“Sul mio pianeta, la mia famiglia si è… messa nei casini, in parole povere. No, la necromanzia non c’entra niente, ma… Prima dell’arrivo di astronavi dal cielo, ci furono problemi interni sul nostro mondo, non i primi e nemmeno i peggiori. Sta di fato che mio padre si schierò con la parte che… perse il conflitto e quel mago che si autoproclamò il Difensore, Il Salvatore del mondo o che altro, spinse a dare punizioni severe agli sconfitti. Beh, puoi immaginare che accade alla non più prestigiosa famiglia Draco”.
“Tuo padre fu gettato in prigione? O giustiziato?”
“Giustiziato”.
“Oh, mi spiace…”
Kyle scosse la testa, cupo.
“Fa niente. Ha sbagliato e sapeva che conseguenze c’erano”.
“E tu?”
“Io e mia madre non abbiamo preso parte a simili faccende, ma… a detta del Difensore siamo colpevoli di non aver denunciato o di aver sostenuto la parte giusta. Anche le famiglie dei colpevoli non se la sono passata bene”.
“Non ci sono andati leggeri”.
“No” mormorò quello. “Ora il nome della famiglia Draco non conta più nulla. Soldi non ne abbiamo, nessuno vuole darci una mano e per quanto gli riguarda possiamo morire come due senzatetto”.
Il necromante alzò lo sguardo sui rami e le foglie dei faggi.
“È per questo che ho voluto unirmi alla Resistenza: volevo unirmi a qualcuno per dimostrare che potevo fare la differenza coi buoni”.
Isabela chinò il capo. Cominciava a pentirsi di aver giudicato troppo in fretta quel giovane, dopotutto neanche lei aveva avuto una vita tutta facile, anche se non sullo stesso piano del mago.
“Ho sbagliato a giudicarti subito male”. Kyle annuì come in segno d’apprezzamento, e la maga gli chiese: “Come sta? Tua madre, intendo”.
“Grazie ad Anduin l’ho trasferita su Azeroth. Starà bene, la casa non sarà la vecchia villa ma è meglio della precedente topaia in cui vivevamo prima dell’arrivo delle navi dallo spazio”.
La maga imperiale rifletté su quanto appreso. I suoi compagni, ognuno proveniente da un mondo diverso eppure tutti si sforzavano di andare avanti come meglio potevano nonostante le avversità della vita, e a dispetto di una guerra in atto. Una forza d’animo non indifferente e presente anche tra molti uomini e non di Mallus, già da molto prima ch arrivassero le navi d’acciaio dal cielo.
Si udì un rombo in lontananza e una grande figura guizzare nel cielo. Garrett e Probius raggiunsero i compagni confermando che l’astronave nemica era partita.
Kyle e Isabela si avviarono quindi dai loro compagni. Era tempo di tornare alla base, nel cuore della Resistenza.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Ash Visconti