Fanfiction partecipante alla Yuri e
Yaoi’s Week indetta da
Fairy Piece.
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Prompt di Annapis: 33. Fa troppo
freddo per spogliarsi, lo
sai vero?
Il ricatto di Coby
Il rumore dell’acqua del
mare che sbatteva contro la carena
della nave era ritmico e rimbombava tutt’intorno.
Coby si pulì il naso con
un fazzoletto e un sorriso gli
deformò il viso, mentre arrossiva. Aprì la cella
ed entrò, mettendosi le chiavi
alla cintola. Osservò Rufy, il giovane aveva diversi
ematomi, ferite
superficiali sanguinanti, un bernoccolo sulla testa e delle pesanti
manette di
agalmatolite.
Rufy lo riconobbe e gli sorrise,
vedendo che si passava una
mano tra i capelli rosa.
“Scusa se ti
disturbo” disse Coby con tono educato.
“Ti perdono se mi hai
portato un cosciotto di carne” rispose
Monkey.
Coby piegò le labbra in un
sorriso.
“Mi dispiace, gli ordini
sono ben diversi. Però, sai, è da
tanto che ti penso.
Devo a te la mia scalata per
diventare Ammiraglio, mi hai
dato coraggio. Mi sono detto che potevi infondermelo per una volta
ancora, ora
che devo fare una cosa importante” disse.
“Una cosa
importante?” domandò Rufy, inarcando un
sopracciglio.
Coby si sfilò la giacca da
Marine e la gettò a terra,
guardandosi intorno. Nascose le chiave nella tasca
dell’indumento sul
pavimento.
“Fa troppo freddo per
spogliarsi, lo sai vero?” chiese Rufy,
rabbrividendo.
Coby lasciò cadere per
terra i pantaloni e scrollò le
spalle, allargando le braccia.
“Sì,
è vero. Nella stiva di questa nave fa sempre abbastanza
freddo, non parliamo della prigione, ma… Io in
realtà sento un certo caldo”
rispose.
“Hai preso una botta in
testa? Forse non avrei dovuto
colpirti così forte, quel pugno deve averti dato alla
testa” disse Rufy con
voce stridula.
Coby si sfilò la bandana e
la utilizzò per coprirli gli
occhi.
Rufy deglutì, sentendo il
suo respiro sul collo e fu colto
da un capogiro, il suo respiro si fece irregolare.
< Ormai ci vede abbastanza
anche senza occhiali noto… O
forse sono io che sono confuso. Non lo so, non mangio da troppo tempo.
Sono riuscito a mettere in salvo i
miei nakama, questo è l’importante.
Troverò un modo per fuggire dai Marine > si disse.
Sentiva dei dolori in
tutto il corpo, soprattutto al collo e alla schiena.
Avvertì le mani
dell’altro giovane solcare il suo corpo, le
sensazioni erano incrementate dall’impossibilità
di vedere. Deglutì a vuoto e
scosse la testa, le orecchie gli fischiavano e il suo battito cardiaco
accelerò.
Coby lo strinse tra le braccia e gli
avvicinò le labbra all’orecchio.
“Mi piaci da sempre, sin da
quando ero bambino” confessò.
Rufy cercò di
divincolarsi, sentiva il suo fiato sul collo,
il suo alito vicino all’orecchio.
“I Marine hanno delle
regole su quando un prigioniero gli
piace. Per questo quello di guardia mi ha lasciato campo libero, quando
gli ho
spiegato.
In fondo alle prigioni è
una cosa così normale, succede di
continuo” spiegò Coby.
“Non capisco di cosa tu
stia parlando. Però una cosa è
certa, stai davvero diventando uguale agli altri Marine.
Vi iniettano veleno e cattiveria nel
caffè che vi danno da
bere? Tu hai sempre dimostrato degli ideali” lo
richiamò Rufy.
“Ho imparato che ci sono
tanti modi per aggirare le regole.
In fondo, meglio io delicatamente, che altri torturandoti
prima” disse Coby.
Rufy strillò, sentendo che
gli leccava il collo.
“Se ti comporti bene e
facciamo abbassare la guardia agli
altri, magari posso anche farti avere le chiavi”
sussurrò Coby in modo
impercettibile, iniziando ad abbassargli i pantaloni.
Rufy si dimenò
inutilmente, mentre il sudore solcava il suo
viso.
< Il prezzo per la mia
libertà si fa sempre più alto da
quando è morto Ace > pensò.