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Autore: Nicoletta1993    16/10/2018    1 recensioni
[Sakura Haruno aveva maledetto svariate volte il momento in cui aveva accettato la richiesta da parte della migliore amica della madre, Mikoto Uchiha, di tenere un concerto benefico in memoria del figlio scomparso pochi mesi prima in guerra.]
[Ti ringrazio di cuore per prima Sasuke. Sei sempre tu a portarmi fuori da lì]
Storia ispirata ad una canzone che ho nel cuore, Zombie dei Cranberries.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Zombie

 
Sakura Haruno aveva maledetto svariate volte il momento in cui aveva accettato la richiesta da parte della migliore amica della madre, Mikoto Uchiha, di tenere un concerto benefico in memoria del figlio scomparso pochi mesi prima in guerra. Tuttavia, non era riuscita a rifiutarsi dopo le innumerevoli suppliche della madre e delle sue amiche. Non ci sarebbe stato nulla di male a rifiutare: dopotutto lei Itachi lo conosceva appena non avevano mai parlato data la differenza di età e si erano incontrati saltuariamente quando le due donne si ritrovavano per il the del pomeriggio e Sakura, ancora piccolina, seguiva sua madre dappertutto.
Svariate volte la rosa aveva cercato di scrivere delle parole che avessero potuto esprimere al meglio il dolore della donna, ma faceva davvero fatica. Il dolore provato dalla signora Uchiha non si poteva minimamente immaginare ma nonostante ciò la donna si era sempre mostrata a tutti con un contegno invidiabile mentre Mebuki sapeva perfettamente che una volta chiusa la porta di casa il dolore per la perdita del figlio esplodevano in lei. La sua attenzione fu catturata da un suono proveniente dal suo cellulare.
Svogliatamente l'Haruno si alzò dal letto e prese il suo telefonino appoggiato al comodino e lesse il messaggio appena ricevuto.

 
Ancora che cerchi di comporre qualcosa? Dai vedrai che ce la farai, sei una ragazza con un talento immenso e so che andrà tutto bene. 
Intanto perchè non vieni a prendere un caffè con me ed Hinata così ti svaghi un po'?”

Ino sapeva sempre come strapparle un sorriso e come esserle di conforto. Rispose che le avrebbe raggiunte poco dopo e si alzò svogliatamente dal suo morbido letto. Appoggiò la chitarra sulla scrivania, si vestì con la sua tuta grigia preferita ed uscì raggiungendo a piedi il bar che distava pochi chilometri da casa sua, luogo dell'appuntamento con le sue amiche.
Le vide sedute ad un tavolino mentre chiacchieravano sorridenti attendendo il momento in cui lei sarebbe arrivata.
 
- Ciao ragazze. - le salutò l'Haruno, sedendosi anche lei a quel tavolo.
- Ciao Sakura finalmente sei arrivata! - la salutò la Yamanaka mentre Hinata si limitò ad un timido sorriso. - Noi abbiamo già ordinato due cappuccini mentre per te il tuo solito caffè amaro. Vuoi anche qualcosa da mangiare?- domandò infine la bionda.
Sakura scosse la testa e si limitò ad ascoltare distrattamente la conversazione tra le sue amiche riguardanti dei vestiti che avevano visto al centro commerciale. La ragazza le osservava ma la sua mente era focalizzata sulla canzone da scrivere e la chitarra che l'attendeva sulla sua scrivania.

-Sakura, che ne dici vieni anche tu? - domandò Hinata toccandole poi leggermente il braccio.
- Come? Scusa Hinata non ho sentito. - rispose l'Haruno guardandola con fare colpevole.
-Ci chiedevamo se volevi venire con noi e gli altri alla festa di Kiba questa sera. Sarebbe l'occasione perfetta per svagarsi un po' e divertirsi che ne dici?- chiese Ino.
-Questa sera? Ho già un impegno, mi spiace sarà per la prossima volta, ce ne saranno di occasioni! - affermò la giovane.

 
La rosa pagò il suo caffè e dopo aver inventato alle amiche una finta visita medica se ne ritornò a casa. Quella sera consumò una rapida cena e salutò i suoi genitori sulla soglia di casa dal momento in cui loro stavano andando al cinema. Sakura salì svogliatamente nella sua camera e si sedette nuovamente sul letto osservando la sua chitarra. Presa dall'ispirazione la prese, si infilò un giacchino e uscì di casa dirigendosi verso il parchetto di Konoha. Alla sera era così silenzioso e quel silenzio le trasmetteva una confortante pace che la faceva sentire davvero serena. Si sedette sulla sua panchina preferita e chiuse gli occhi respirando molto lentamente.
 
Quel posto sapeva decisamente come inspirarla, sembrava che la melodia prendesse corpo e le parole le uscivano liberamente, senza alcun intoppo. Era incredibile come quel silenzio e quel leggero frinire di cicale la facessero sentire davvero se stessa permettendole di lasciarsi andare. Come per magia le parole presero vita e in poco tempo la prima strofa era già stata creata. Riaprì gli occhi e riprovò nuovamente per permettere alla sua memoria di imprimere nella sua mente le parole e la melodia.

Another head hangs lowly
Child is slowly taken
And the violence caused such silence
Who are we mistaking?
But, you see it's not me
It's not my family
In your head, in your head
They are fighting

With their tanks and their bombs
And their bombs and their guns
In your head in your head they are crying


La giovane Haruno sorrise soddisfatta continuando nel suo duro lavoro non accorgendosi, tuttavia, di come le ore passassero. Man mano che i minuti passavano la canzone prendeva vita come per magia. Le ronzavano nelle orecchie le parole di Mikoto e gradualmente che queste riaffioravano nei suoi ricordi, lei le metteva nella sua canzone.

In your head
In your head
Zombie, zombie, zombie, ei, ei
What's in your head?
In your head
Zombie, zombie, zombie


 
Il cuore di Mikoto si era spezzato e frantumato in mille pezzi nel momento in cui il capitano della missione di Itachi le aveva bussato alla porta. Non approvava ciò che l'esercito faceva ma per amor del figlio aveva dovuto accettare la sua vocazione poiché Itachi non voleva portare guerra, voleva portare la pace.
 
Another mother's breaking 
Heart is taking over 
When the violence causes silence
We must be mistaken

It's the same old thing since 1916
In your head, in your head
They're still fighting
With their tanks and their bombs
And their bombs and their guns
In your head, in your head they are dying
.La giovane Haruno si concentrò e cantò la sua canzone tutta d'un fiato, riprendendo la sua voce con il cellulare in modo da non perdere neanche una parola o una nota. Nel momento esatto in cui la sua chitarra suonò l'ultima nota scoppiò in un fragoroso pianto sfogando tutta la sua frustrazione e la sua ansia. Il concerto si sarebbe tenuto esattamente tre giorni dopo e la sua angoscia cresceva sempre di più. La sua attenzione si spostò sul cellulare che cominciò a vibrare; la rosa lo osservò notando che la madre la stava chiamando.
 
Sakura ma dove diavolo sei? Non mi hai lasciato alcun messaggio, sono le due di notte! E' successo qualcosa?”

 
La ragazza si maledisse mentalmente: non si era accorta dell'ora e non aveva avvisato la madre di essere uscita. La tranquillizzò inventandosi di essere andata alla festa di Kiba rassicurandola di essere a casa in meno di mezz'ora. Raccolse in tutta fretta le sue cose cominciando ad avviarsi verso l'uscita del parco. Presa dalla fretta si spinse dal lato opposto rendendosi conto solo successivamente di essersi addentrata ancora di più nel parco, in una zona che lei non conosceva affatto, in un angolo pieno di stradine sterrate e zone semibuie. La paura cominciò ad attanagliarle il cuore mentre la sua mente cercava di ritrovare la razionalità. Da piccola si era persa proprio all'interno di quel parco e aveva ritrovato la madre solo dopo alcune ore, aiutata da Sasuke Uchiha, suo amico d'infanzia, che l'aveva accompagnata dal vigilante del parco, e da quel momento non si era spinta più in là di un certo punto. Sakura cominciò a guardarsi intorno cercando di capire la direzione da seguire per l'uscita o nella speranza di trovare qualche indicazione ma i piccoli lampioni non aiutavano minimamente. I suoi occhi cominciarono ad inumidirsi impedendole di avere una visuale chiara di ciò che aveva intorno. Si appoggiò con le spalle ad un muretto e strinse la chitarra a sé cercando un conforto ma improvvisamente una voce la fece trasalire.

-E tu che ci fai qui a quest'ora bella bambolina? -

La giovane si voltò impaurita e notò un uomo alto più di due spanne rispetto a lei a pochi centimentri da lei. Dalla paura non si era neanche accorta che quest'uomo la stava seguendo da un po' e approfittando del fatto che lei si era fermata aveva deciso di approfittarne. Ormai non poteva andare da nessuna parte in quanto lui era proprio di fronte a lei e le bloccava il passaggio.

-Danzo fatti un giro da un'altra parte. Lei è con me-

 
Un'altra voce risuonò nelle orecchie della ragazza e ne riconobbe un tono più giovanile rispetto a quello dell'uomo. Sakura si voltò nella sua direzione e riconobbe Sasuke Uchiha. Quel Sasuke Uchiha per cui lei aveva una cotta fin da bambina. L'uomo si scusò con il ragazzo ed immediatamente Sakura capì che il giovane passava molto spesso del tempo in quel parco per conoscere addirittura per nome quel signore.

-Tutto bene Sakura? Che ci fai qui a quest'ora?- domandò il ragazzo osservandola.
- Ero qui per trovare un po' di pace e poter scrivere una canzone e non mi sono accorta dell'ora. Stavo cercando di tornare a casa ma mi sono persa. - rispose lei stringendo ancora di più la sua chitarra al petto.

Sakura non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi; loro due non erano mai stati grandi amici nonostante fossero cresciuti insieme dal momento in cui le loro madri erano grandi amiche. Sasuke aveva sempre tenuto tutti in disparte ad eccezione di Naruto, da sempre suo migliore amico. Nonostante uscissero spesso in compagnia insieme Sakura non era riuscita mai a rivolgergli la parola per colpa della sua timidezza e della cotta che aveva nei suoi confronti. Dalla morte di Itachi poi Sasuke non era più uscito con loro isolandosi da tutto e da tutti.

-Vieni, ti accompagno a casa. - rispose il giovane cominciando ad incamminarsi verso l'uscita facendo cenno alla ragazza di seguirlo.

Senza indugio la giovane lo seguì camminando sempre a qualche passo indietro. Non sapeva se dirgli qualcosa o rimanere in silenzio ma decise che almeno avrebbe dovuto ringraziarlo poichè se non ci fosse stato lui chissà che le sarebbe successo. Sapeva perfettamente ciò che avrebbe dovuto dire ma le parole le morivano in gola ancora prima di uscire. In pochi minuti raggiunsero l'uscita e poco dopo la casa dell'Haruno. I due ragazzi si fermarono fuori dall'abitazione della giovane e finalmente Sakura trovò il coraggio di parlare.

-Ti ringrazio di cuore per prima Sasuke. Se non ci fossi stato tu non so che fine avrei fatto. Sei sempre tu a portarmi fuori da lì, da quel dannato parco. - disse lei ricordando ciò che era avvenuto quando entrambi erano bambini.
-Di nulla. - rispose lui guardandola negli occhi. - Ora vai in casa, ci vediamo al concerto. Stai attenta la prossima volta. - terminò lui poggiando due dita sulla sua fronte per poi farle un appena accennato sorriso e andare verso casa.

Per pochi istanti la giovane osservò la figura di Sasuke allontanarsi. Sorrise appoggiando la sua mano proprio nel punto in cui le dita del moro avevano toccato la sua fronte per poi entrare in casa. Sakura non lo poteva sapere ma aa quel momento tutto sarebbe iniziato.

 
Non so davvero da dove sia uscita, ma spero che vi sia piaciuta. Sono stata ispirata da una canzone che amo particolarmente ovvero "Zombie" dei Cranberries e ho partorito questa cosa qui. Ero indecisa se scrivere anche il proseguo (che ho già bello che finito nella mia mente) ma non credo di pubblicarlo. Sono davvero curiosa di conoscere le vostre opinioni!

Nicoletta1993
  
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