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Autore: Florence_Castle    16/10/2018    0 recensioni
Una domanda, per cominciare: dove eravamo rimasti? Questo è MASS EFFECT 4, il seguito fan-made della Trilogia omonima scritta da Florence Castle. Tutto ha inizio dal finale di MASS EFFECT 3 rielaborato grazie a un DLC chiamato Extended Cut (anche l'edizione italiana porta questo titolo) pubblicato molti mesi dopo il rilascio del gioco base a seguito di alcune lamentele riscontrate dalla maggior parte dei giocatori. Tuttavia, questa non è una riproduzione fedele al contenuto originale, e in più questo seguito è basato su una Shepard femmina, con la reputazione Eroe, e ha stretto una storia d'amore con Garrus Vakarian; dal momento che il finale di questa versione di ME è Distruzione (il rosso), alcune di queste scelte non saranno ben apprezzate da quei lettori che hanno costruito la loro personale storia in modo diverso.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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L'Alleanza era nel caos, il numero di feriti non cessava di aumentare e perfino sulla Terra non c'era abbastanza spazio per i profughi... i colletti bianchi avevano bisogno di risorse, un nuovo leader, e anche una nuova nave che ricoprisse tale compito. Dieci giorni dopo la fine della guerra, i veterani allestirono una veglia per onorare i caduti, il primo dei quali e forse il più rispettoso fu Anderson, le cui spoglie erano state recuperate dai rottami della Cittadella. A presiedere tale cerimonia erano presenti l'ammiraglio Hackett e l'ex capitano della Kilimangiaro, che in precedenza si era unito al team addetto alla costruzione del Crucibolo: Jean Shepard, così si chiamava il contrammiraglio, ritta in piedi con una posa stoica, parlava molto bene del collega Anderson esaltandone in particolar modo le sue doti da leader. Inoltre, aggiunse che per onorare la sua memoria e di tutti quelli che erano caduti, propose di dichiarare quel giorno, l'8 novembre, come "giornata della memoria", appunto. Ecco perché i Marine avevano deciso di porre un sigillo là dove prima emergeva il raggio trasportatore dei Razziatori; a tal proposito era stata bonificata e ripulita a dovere l'area dalle macerie. Dove invece avevano estratto il corpo della rediviva comandante Shepard avevano eretto una statua la cui iscrizione recitava:

Comandante Paige W. Shepard
Veterana di Akuze, primo Spettro umano, eroina della galassia
«I soldati come Shepard sono rari, le donne come lei ancor meno.»
Londra, 8 novembre 2186

A rendere speciali tali statue era la scultura delle stesse: se Anderson era composto, statico, e puntava il dito contro il nemico come se ordinasse al suo plotone di avanzare, Paige era rappresentata come la figura femminile del capolavoro La Libertà che guida il popolo del maestro Delacroix, sebbene riadattata al contesto del XXII secolo. Indossava, infatti, la sua tipica corazza personalizzata e l'Interfaccia Sentinella, e stringeva nella mano sinistra una mitragliatrice Tempest e nell'altra una bandiera con i bordi strappati, forse una vecchia Union Jack; inoltre, si ergeva su una pila di cadaveri costituita da un mutante, un cannibale e un predatore, le cui braccia sbucavano a penzoloni dal piedistallo. Forse chi l'aveva scolpita aveva enfatizzato troppo la morale perlopiù altruista del soggetto ritratto, ma stranamente suscitava un senso di pace nell'occhio dell'osservatore, e la cosa non poteva che piacere a tutti.
Tutti tranne un soggetto in particolare, un altro veterano che era appena uscito dalla vita militare... in congedo, insomma. No, non si trattava dell'ennesimo umano anziano scorbutico pieno di cicatrici risalenti alla Guerra del Primo Contatto... o forse sì. Tecnicamente egli proveniva da quel conflitto ormai remoto, ma non era un umano, ma un Turian dai tatuaggi facciali bianchi del tutto somiglianti a un teschio umano. Un aspetto tale accentuato dalla pelle e dalle placche cheratinose quasi nere e dal mantello con tanto di cappuccio che gli copriva il capo... sembrava la reincarnazione Turian della Morte in persona. I più distratti, inoltre, lo confondevano spesso con il compianto Spettro Nihlus data l'incredibile somiglianza tra i due, come il colore verde brillante degli occhi o la compostezza stoica da samurai; eppure costui aveva partecipato tanto alla Battaglia della Cittadella nel '83 quanto nella Guerra dei Razziatori conclusa di recente, lui e i suoi uomini di una signora nave, la Tartarus. Con un'esperienza tale, gli altri Turian lo consideravano un ottimo stratega al pari del Primarca Victus, e forse anche un valido avversario per un'ipotetica partita a scacchi. Non per nulla lui era un generale, forse il migliore di tutta la Gerarchia, e il suo nome era Hellax. Generale Hellax Maggor.
Lui e le alte cariche delle altre specie si erano riuniti in quello che potremo definire l'equivalente galattico di una seduta delle Nazioni Unite... o le Specie Unite, se preferite. C'era il Consiglio della Cittadella al completo, poi il Primarca Turian, il capoclan Krogan, e una rappresentante dell'Ammiragliato Quarian: tutti presenti e seduti intorno a una sorta di tavola rotonda insieme agli ammiragli umani, ovvero Hackett, Shepard e pochi altri. Il luogo della riunione era, incredibilmente, la vecchia sede del Parlamento a Londra, ora rimesso in sicurezza. L'argomento del giorno non poteva che essere una pacifica discussione sullo stato della galassia ora che la minaccia dei Razziatori era ormai solo un brutto ricordo. Certo, tutti gli apparecchi elettronici erano divenuti inservibili a causa dell'intervento del Crucibolo nella fase finale della guerra, ma recuperando utili materiali dalle carcasse dei colossali nemici sarebbe stato possibile – diceva Daro'Xen, l'ammiraglio Quarian esperta in IA, ai colleghi – riportare tutto a com'era prima entro due o tre anni. E solo più tardi i lavori di riparazione della Cittadella, nonché la ristrutturazione degli agglomerati maggiormente danneggiati, sarebbero avviati anche grazie alla collaborazione dei migliori ingegneri Quarian. E gli altri mondi?
La Terra, casa d'origine degli umani, sarebbe stata la prima a riprendersi, mentre i suoi abitanti avrebbero potuto godere dei vantaggi ricavati dagli ex rampolli di Cerberus, organizzazione ormai morta e sepolta. Anche i Batarian, ora passati alla storia e finalmente convinti che l'unico modo per sopravvivere era garantirsi una convivenza non ostile con l'altra specie, non rappresentavano più una minaccia. In secondo luogo il cosiddetto gioiello della galassia, Thessia, aveva vissuto l'ora più buia di tutti gli altri pianeti fino al giorno in cui i Razziatori caddero come mosche dopo essere stati colpiti dalle onde d'urto provocate dal Crucibolo. Le Asari avevano perso il loro pianeta natale, certo, ma come ribadiva la consigliera Tevos, Thessia non era stata distrutta completamente ma poteva essere recuperata in un secondo momento, magari con l'aiuto congiunto degli umani e delle altre specie del Consiglio. Anche Rannoch, nel Velo di Perseo, aveva vissuto giorni migliori a causa di una guerra civile durata quasi tre secoli tra Quarian e Geth, le loro stesse creature. L'ammiraglio Xen, anche col sorriso sulle labbra, ricordava bene come andò a finire: era stata la stessa comandante Shepard a radunare le flotte alleate prima che il nemico, potenziato dal codice dei Razziatori, la annientasse definitivamente. Un cessate il fuoco giunto in tempo per impedire l'insorgere del malcontento di una delle due fazioni; tale intervento giovò molto alla cara amica Tali'Zorah, felice di aver rivendicato la sua casa dopo quasi trecento anni di nomadismo. E chissà, magari lei e i suoi simili avrebbero potuto fare a meno delle tute nel giro di qualche anno, grazie alle migliorie dei Geth...
E non era finita qui. Che n'era stato dei Krogan e dei Turian? Urdnot Wrex, potente capoclan e un'altra vecchia conoscenza di Paige, poteva respirare aria pulita su Tuchanka ora che l'orrore della genofagia era scomparso, garantendo così un roseo futuro per la sua gente. Tutto a costo della vita di Mordin Solus, purtroppo. Tuttavia, Paige era comunque riuscita a guadagnarsi anche l'aiuto dei Turian grazie anche al supporto tanto del nuovo Primarca quanto del suo futuro compagno di vita, il quale aveva preparato una task-force anti-Razziatori nel tentativo di salvare Palaven. Ora che era tutto finito, però, il ruolo dei Turian nella galassia rimase in larga parte invariato e, da un po' di tempo, avevano iniziato a ricostruire ciò che i Razziatori avevano distrutto, dalle colonie al loro pianeta natale.
Ed ecco ciò che il generale Hellax trovava un pochino irritante: l'atteggiamento della sua gente verso gli umani è cambiato drasticamente, giacché il loro contributo tanto nella Battaglia della Cittadella quanto nella Guerra dei Razziatori aveva mostrato ai Turian che gli umani erano capaci di sacrificarsi per il bene comune e per questo ora potevano essere visti come loro pari. Stupidi umani! Perché mai una razza di creature così insignificanti dovrebbe essere considerata amica dei Turian? Che fine aveva fatto la paura, la mancanza di fiducia e tutto il resto derivato dalla Guerra del Primo Contatto? Poi, si venne a sapere che proprio un umano aveva addirittura stretto un rapporto "intimo" con uno di loro! Anzi, un'umana... con un Turian? E proponevano perfino di non considerare tale unione un tabù? Inaccettabile, assolutamente inaccettabile! Ora non era questo l'argomento da trattare sulla tavola rotonda, o almeno non il più importante. Infatti, durante un'operazione di raccoglimento delle sue truppe immediatamente dopo la vittoria, Hellax aveva visto il corpo dell'Araldo – cioè il primo Razziatore – cadere in una zona remota da Londra, molto remota. Secondo gli ultimi rapporti, la zona interessata era l'Oceano Atlantico, poco fuori le coste dell'Europa dell'estremo occidente. I membri umani dell'assemblea rabbrividirono, nell'udire le coordinate esatte: in quel punto dell'oceano riposavano i resti del tristemente famoso Titanic, ma era altamente improbabile che l'Araldo fosse caduto proprio in quel punto vista la notevole distanza dal campo di battaglia principale. Cosa ci fosse di così sconcertante in un Razziatore morto era presto detto, perché dai sensori della Tartarus Hellax aveva scoperto con orrore che era solo stato reso inerme dagli impulsi elettromagnetici e che avesse trasferito altrove parte della sua coscienza prima di morire. Ma la domanda era: dove l'aveva trasferita, di preciso? Come nel caso di Shepard quando ella comunicò per la prima vola al Consiglio che furono i Razziatori a decimare i Prothean cinquanta millenni addietro, gli astanti gli lanciarono occhiate preoccupanti come se fosse impazzito; e invece di inveire contro di loro, Hellax mantenne un autocontrollo a dir poco spaventoso: — Ho uno scienziato Salarian, uno dei migliori, a bordo della mia nave. – gli diceva – Egli ha studiato tutte le specie senzienti della galassia, ma una in particolare non sembra appartenere a nessuno dei mondi conosciuti.
Per essere più convincente, il generale Turian sbatté sul tavolo un dossier che riportava il risultato delle ricerche del suo alleato Salarian. C'erano date, foto ad altissima definizione, rapporti e campioni riguardanti la creatura misteriosa che abitava nell'oceano. Un esemplare adulto, forse maschio, aveva l'aspetto di un essere umanoide, bipede, con lunghi speroni simili a zampe di ragno a decorargli la schiena e possedeva una composizione metallica identica in tutto e per tutto a un Razziatore, benché misurasse circa sette metri di altezza: — Voi umani lo chiamate "mostro di Loch Ness", - continuò Hellax – anche se non abita nelle acque circoscritte del lago omonimo, nella regione chiamata Scozia. Questo essere sembra un Razziatore ma è dotato di un'intelligenza come noi organici.
— Buffo, però. – sopraggiunse Wrex, il capoclan Krogan, osservando perplesso le foto della creatura – Assomiglia a un Rachni.
— Ma il fatto che il suo aspetto lo ricordi, non vuol dire che lo sia. – intervenne la consigliera Asari – Non sappiamo neanche come sia finito sulla Terra.
Detto fatto, leggendo più a fondo il dossier di Hellax, l'essere senziente del mistero si presumeva fosse precipitato sul pianeta tra gli anni '10 e i '20 del XXI secolo chiuso in una capsula di stasi come quelle dei Prothean su Ilos, e che la specie d'appartenenza del... robot-ragno provenisse da un'altra galassia. Ed era probabile che anche il pianeta d'origine fosse interamente metallico: — Sfortunatamente, - aggiunse Hellax – da quando ha impattato sulla Terra, la capsula è ancora intatta ma Edra è convinto che l'Araldo abbia trasferito la sua coscienza nel cervello della creatura. La nostra priorità è trovarla e ucciderla prima che scateni un'altra guerra.
— Mi permetto di dissentire. – lo interruppe una voce, quella di una donna seduta accanto ad Hackett.
Hellax rabbrividì nel riconoscerla. Era il contrammiraglio Shepard, la cui nave aveva sfiorato la sua testa durante la prima fase d'attacco nella Guerra dei Razziatori. Lei era contraria che fossero i Turian a dare inizio a un'operazione così delicata, nonostante il lavoro di squadra mostrato in precedenza da tutte le specie della Via Lattea, poiché un simile gesto avrebbe compromesso il già precario stato di pace tra le due specie. Certo, le ferite della Guerra del Primo Contatto erano ancora sanguinanti, ma col tempo si sarebbero rimarginate. Bastava solo un catalizzatore a velocizzare il processo, come un accordo: — La guerra del '57 era stato un errore, - intervenne Hackett, parteggiando per Jean – e gli errori si possono correggere. La comandante Shepard ha un Turian nel suo equipaggio, e gli è perfino molto legata. La stessa Normandy è frutto della collaborazione tra umani e Turian, e adesso entrambe le specie sembrano rispettarsi reciprocamente ora che i Razziatori sono stati sconfitti. Ma chiedere un recupero non autorizzato sulla Terra senza l'approvazione dell'Alleanza...
— Allora mi dia il permesso di scavare sul vostro pianeta per le mie ricerche, - ringhiò Hellax – prima che i miei uomini prendano di mira questa "Peacewalker"!
Al solo nominare l'eroina della galassia, il Primarca Victus non poté fare a meno di intervenire per evitare che il veterano si scagliasse contro un'umana così famosa: — Hellax Maggor! Non permetterò che marci contro colei che ha rischiato la vita per salvare non solo il proprio pianeta, ma anche il nostro. Dovresti avere un minimo di compassione nei suoi confronti, non pugnalarla alle spalle!
— Bene. – si arrese il generale, battendo un pugno sul tavolo – Mi bandisca pure da Palaven, se vuole. – poi, rivolto agli astanti: — Ma ricordate queste parole. Con o senza il consenso dell'Alleanza umana, riporterò alla luce quell'abominio e, se dovesse scagliarsi contro di voi, sappiate che sono stati i Disertori di Taetrus ad avvertirvi!
Una volta rincasato sulla Tartarus, il suo socio Edra lo raggiunse appena in tempo. Edra Ishael, un simpatico Salarian che si presumeva avere dei precedenti con la famosa Squadra Operazioni Speciali, non era altro che un giovanotto con la pelle liscia e ramata e gli occhi enormi tipici della sua specie giallo-arancioni. Nonostante la fedeltà nei suoi confronti, non sembrava entusiasta di lavorare con un generale grande e grosso, anzi aveva paura di lui quando era in preda ai rarissimi scatti d'ira. Sulla Tartarus occupava il seggio tanto di scienziato quanto di ingegnere, grazie al suo eccezionale talento nella decrittazione; adesso si era spaccato la schiena su un progetto ambizioso che potrebbe piacere a Hellax: — Signore. – esordì, – Mi perdoni se mi permetto di disturbarla, ma ho fatto una scoperta estremamente interessante.
— Illuminami, Edra. – lo esortò il suo superiore; dal tono di voce del Salarian sembrava molto convincente.
— Comprendo il suo disappunto verso la comandante Shepard e il suo urgente interesse nel ritrovamento del "mostro di Loch Ness", ma ora vorrei che mi segua nel mio laboratorio. – e lo invitò a uscire dalla sala tattica, accompagnando le parole con un gesto.
I due si spostarono nel ponte inferiore della nave, verso una grande stanza allestita come un'avanzatissima infermeria che al confronto quella della Normandy impallidiva; e in un angolo, distesa su un tavolo operatorio, c'era un'umana con la stessa costituzione fisica di Paige e indossava una copia della corazza N7 standard ridipinta di nero e viola. Era viva, ma solo perché era tenuta in vita artificialmente, ed era ancora coperta da un lenzuolo: — Ha una struttura genetica insolita, manipolata da menti esperte... sospetto Cerberus. Ed è identica alla comandante Shepard, un clone per la precisione. Gli abitanti della Cittadella ricordano l'attentato del mese scorso, ma dubito che "lei" ricordi qualcosa. La sua memoria è stata compromessa a causa di un forte trauma cranico. Inoltre, ho dovuto ricostruire buona parte del corpo, e devo ancora correggere il difetto di queste fastidiose cicatrici rossastre: più cerco di suturarle, più si riaprono... è un incubo!
In quel momento a Hellax ebbe un'idea: — Ti concedo tutto il materiale che desideri, Edra. Fai in modo che questa copia di Shepard torni operativa e al massimo delle sue capacità entro tre giorni. Potenziala in tutti i modi possibili: impianti cibernetici, amplificatori biotici... tutto. Dopodiché lavoreremo sulla sua letalità, le innesterai la personalità di un cacciatore di taglie.
— E il Progetto Araldo, signore? – lo interruppe Edra, preoccupato.
— Sguinzaglieremo la copia di Shepard contro l'originale per rallentarla quel tanto che basta da non ostacolarmi. L'agente T'Veris, la nostra specialista biotica, si sta già occupando del dossier "Archangel"...
Che cosa centrasse con Paige era ben evidente, mentre il generale porgeva un datapad al suo secondo. Poiché Garrus era indubbiamente il fedelissimo di Paige che la seguirebbe fino in capo al mondo, Hellax aveva incaricato questa T'Veris di studiare il profilo del soldato Turian e i suoi punti deboli, fino a quando trovò finalmente una pista: egli, infatti, non riceveva notizie dalla sua famiglia – il padre e la sorella minore – dopo che riuscirono a fuggire da Palaven per il rotto della cuffia durante la Guerra dei Razziatori. Per quanto fosse solo una Dama di 115 anni, l'agente T'Veris... o meglio, l'ex Specialista Tattica e Ricognizione Peonia T'Veris, aveva addirittura lavorato con la comandante Shepard durante la sua caccia all'Ombra con Liara, fino a cambiare schieramento accecata dall'avidità. Tra le due si accese un duello biotico senza precedenti, il primo che Paige avesse mai affrontato; e quando l'agente rinnegato fu vinto, l'umana la lasciò andare con la promessa di pareggiare i conti un altro giorno – ucciderla non era nelle sue corde, dopotutto. Da allora Peonia era migliorata in modo mostruoso, sia in poteri biotici sia in tattiche di combattimento, e aveva messo su un piccolo esercito di mercenari Eclipse provenienti da Illium, distribuiti in Ingegneri, Ricognitori e Sentinelle perlopiù umani, Salarian e Asari. Questi agenti riconvertiti si erano messi in moto e scortarono i due Turian non in un rifugio per profughi di guerra ma in un altro sistema stellare, da qualche parte nei Sistemi Terminus. Separando i due cosiddetti amici, Hellax aveva così tutto il tempo per dedicarsi alla caccia al Razziatore in incognito, studiando il terreno del nemico come un giocatore di scacchi studia la griglia di gioco e le proprie pedine in attesa di mettere in atto la prima mossa: «La leggenda di Peacewalker sta per finire. – pensò tra sé, contemplando il clone del nemico inerte sul tavolo – Ora tocca a me scrivere l'ultimo capitolo!».

Bussarono alla porta. Ancora visite? La comandante Shepard aveva un aspetto migliore dopo quattro settimane di recupero e riabilitazione, e adesso se ne stava lì seduta sulla sponda del letto a sgranchirsi un po' le ossa e ad accogliere l'ennesimo visitatore nella stanza 23. Questa volta non era uno dei suoi amici ma uno dei membri più anziani della Normandy che aveva accompagnato la comandante fin dall'inizio; Paige era contenta di rivedere la cara signora di mezza età in camice verde: — Comandante Shepard! – la salutò sorridendo, prima di correggersi subito dopo – Voglio dire... Paige, mia cara, mi sembri in forma.
L'altra restò composta, e conosceva bene chi aveva davanti: — Dottoressa Chakwas, che piacere rivederti! – ed ebbe l'istinto di alzarsi e stringerle la mano, ma Karin doveva prima assicurarsi che la paziente si fosse completamente ristabilita. Col suo Factotum la esaminò da capo a piedi, mantenendosi in allerta per un eventuale segnale anomalo, ecco perché impiegò meno di cinque minuti prima di comunicare l'esito delle sue scansioni: — Bene, sei il ritratto della salute! – commentò infine la dottoressa – Ora sei pronta per andare. Ti stanno aspettando tutti, là fuori.
— E per cosa, esattamente? – s'incuriosì Paige.
Niente di che, o così sembrerebbe, solo una cerimonia ufficiale per dare il bentornato a colei che aveva salvato la galassia per la terza volta; perfino la RIA, cioè la Rete Informativa dell'Alleanza, era pronta a raccogliere la testimonianza del soldato più famoso che era sopravvissuto nell'incubo peggiore che la galassia avesse mai affrontato. Si erano mobilitati in fretta, e altrettanto in fretta si era ripresa quasi come Michael dopo il suo brutto incontro ravvicinato con un robot di Cerberus su Marte. Certo, lo scontro su Londra l'aveva conciata molto peggio del suo compagno di avventure, ciononostante non era bastato a fermarla. E così, dopo essersi rinfrescata e indossato l'uniforme, Shepard seguì la dottoressa Chakwas dapprima verso un angolo dell'ospedale per firmare una noiosa ma necessaria pila di scartoffie per confermare la sua dimissione, e poi finalmente nell'atrio. C'erano il tenente Cortez e Ashley ad aspettarla, e poi la scortarono verso il luogo prefissato per la rassegna stampa: la sede del Parlamento a Londra, satolla di visi umani e non-umani, sulla maggioranza dei quali era stampato un bel sorriso.
Accompagnarono i tre membri della Normandy, ospite d'onore compreso, a bordo di una navetta dell'Alleanza. Il viaggio era piuttosto silenzioso, nulla in confronto all'assordante applauso che susseguì, appena la folla di soldati misti a civili vide l'ingresso dell'eroina nell'edificio in rovina. Già si sentiva l'ammiraglio Hackett concludere il suo discorso, prima che partisse un lungo applauso da parte degli astanti. Quando infine giunse la comandante Shepard, la reazione variava dal rispetto allo stupore, fino ad accenni di giubilo nel vedere tornare non un'umana qualsiasi ma un'amica, una sorella... la campionessa della galassia che tutti ammiravano e amavano. Doveva solo raccontare loro cos'era successo sulla Cittadella e in che modo il Crucibolo aveva fermato il nemico.
Sullo sfondo, dopo aver neutralizzato una guardia in modo silenzioso, una sagoma femminile incappucciata e col volto coperto da una maschera si stava posizionando in un angolo tale che le permetteva una visuale perfetta del suo bersaglio, la testa di Shepard. E non avendo un addestramento nell'uso dei fucili di precisione, le sue uniche risorse sono due pistole Predator gemelle modificate per alloggiare un mirino laser; ne estrasse una e si accucciò dietro la balaustra di una passerella sopraelevata, mentre con l'orecchio teso ascoltava la comandante rispondere alle domande degli ufficiali e dei giornalisti, una volta finito il racconto: — Comandante Shepard. Ora che la guerra è finita e i Razziatori sono morti, che programmi ha per il futuro?
— Onestamente, - disse Paige, schiarendosi la voce – non lo so ancora. Sono ancora uno Spettro del Consiglio, ma forse per me è giunto il momento di congedarmi dall'Alleanza e di prestare servizio dove hanno più bisogno... nei Sistemi Terminus, per esempio, dove la criminalità è all'ordine del giorno.
Poi sentì qualcuno tirarle una manica della giacca e mormorarle qualcosa all'orecchio. Dopodiché, la comandante annuì e tornò a parlare: — Oh, inoltre ho l'onore e il piacere di annunciarvi che presto si terrà un evento speciale in cui, per la prima volta, vedrà come protagonisti un umano e un Turian uniti... – e non ebbe il tempo e il modo di completare la frase, quando la folla si agitò in preda al panico al suono di una serie di spari, seguiti dal boato di un corpo che cadde dall'alto. Una donna urlò sconvolta dall'orrore, riconoscendo nel cadavere un Marine dell'Alleanza. Non solo, l'assassina atterrò con agilità a due passi di distanza e si preparò a far fuoco, riuscendo a ferire altre due guardie. Di sicuro non era una Phantom di Cerberus né la ladra Kasumi Goto, nonostante le eccezionali doti atletiche e la tuta scura lasciassero intendere il contrario. Ma una cosa era sicura: era stata assoldata da qualcuno per uccidere la comandante Shepard!
Il tenente Williams, che faceva da scorta insieme ai due disgraziati feriti, estrasse una Paladin e si diresse dritta alla comandante, ora vulnerabile, con l'intenzione di proteggerla dalle grinfie dell'assassina; per fortuna Paige si era ritrovata in un angolo da cui, appena sotto un tavolo, sbucava una mitragliatrice conosciuta come "la Locusta di Kassa" – forse era caduta da una delle guardie. Ora armata, lei e Ashley si accordarono di eliminare insieme l'intrusa facendo affidamento all'addestramento militare standard, fino a quando il compito si rivelò più complesso di quanto sembrasse. La tizia era piuttosto sfuggente, infatti, e neanche i colpi stordenti di Garrus bastavano a rallentarla nonostante il crescente fuggifuggi della folla terrorizzata: — Non andrà molto lontano! – osservò l'ex agente SSC, vedendo l'assassina sfuggirgli da sotto il naso – C'è solo un terrazzo alla fine di quel corridoio.
Ma da quel terrazzo sarebbe riuscita a far perdere le proprie tracce, complice anche una navetta recante simboli sconosciuti ad attenderla. Alla fine della corsa, i tre eroi della Normandy la bloccarono con successo con le spalle al muro, tutti e tre con le armi puntate addosso. Paige fece un passo avanti, alterata non solo per essere stata presa di mira da presunti aspiranti Cerberus ma anche per aver visto la sua cerimonia interrotta da chi non aveva apprezzato i suoi nobili sacrifici. Ora moriva dalla voglia di sapere perché l'assassina stesse facendo tutto questo e perché volesse uccidere proprio lei; l'oscura guerriera, però, invece di soddisfare la sua richiesta, depose le armi e si avvicinò al bordo del terrazzo come se volesse lasciarsi cadere nel vuoto. Forse l'intenzione era quella, ma prima lanciò un'occhiata minacciosa alla futura nemesi e le rivolse poche e semplici parole, dal sapore enigmatico: — Presto conoscerai l'oblio, Peacewalker!
La tizia allora saltò dal bordo, atterrando nell'abitacolo della navetta sottostante, e al suo posto si materializzarono quattro mercenari Turian dalla corazza nera e dorata, e armati di fucili a pompa e mitragliatrici. Saltarono tutti dalle finestre, due su ciascun lato, come le truppe d'assalto di Cerberus durante il colpo di stato alla Cittadella. Un quarto collega, lo specialista biotico Michael Usher, si precipitò a lanciare un'onda d'urto contro il fuciliere più grosso nel momento in cui il collega tramortì Paige con uno di quegli scudi energetici e si stava preparando a trafiggerla con una lama Factotum. A malapena il bersaglio provò a proteggersi con le barriere ma nell'attimo stesso in cui le attivò, l'umana fu gettata a terra da una sagoma prima di finire pugnalata fatalmente dal nemico. Quanto orrore provò nel riconoscere in Michael la vittima trapassata dalla lama del mercenario, mentre dalle bocche dei suoi compagni scapparono un paio di imprecazioni contro di lui e i suoi colleghi, prima di sparire con la stessa velocità con cui erano apparsi. 
Ma, sopraffatta tanto dal dolore quanto dalla rabbia, Paige non gli lasciò il tempo di fuggire, e anzi cercò di raggiungerli via cariche biotiche e poi travolgerli con un torrente di proiettili incendiari... fino a quando i Turian riuscirono comunque a fuggire! Michael invece provò ad applicare del medi-gel sulla grossa ferita che aveva sul fianco, sebbene fosse difficile con le poche forze rimaste. I compagni allora cercarono di soccorrerlo meglio che potevano e anche la comandante contribuì, ma poi afferrò quest'ultima per la manica e le sussurrò: — Quella stronza e i suoi amici meriterebbero una bella lezione e tu sei l'unica che può farlo! Ma ora sei diventata un bersaglio pericoloso...
— Sono la comandante Shepard, l'eroina. – rispose l'altra – e ho guidato la Normandy nell'ora più buia della galassia. Perché ti aspetti che io debba scappare?
— Devono essere dei professionisti, se sanno già chi sei e quali sono i tuoi punti deboli. Faresti meglio a nasconderti lontano dalle loro luride grinfie, finché le acque non si saranno calmate...
— Non esiste! – protestò Garrus, in difesa dell'umana – Paige non è una criminale. E se dovesse essere costretta a lasciare l'Alleanza, anche se per breve tempo, verrò con lei!
Shepard dovette chetare i due uomini tanto per il bene del ferito quanto per l'arrivo di un preoccupato ammiraglio Hackett, al quale fece rapporto dell'agguato appena subìto. Nonostante ella fosse convinta a non abbandonare tutto e tutti solo per colpa di quattro mercenari e un'assassina fuori controllo, a malincuore gli amici dovettero lasciarla andare... da sola, senza la Normandy a scortarla, e diretta verso una località sconosciuta. Ma prima di partire, Paige espresse il desiderio di farlo con uno scopo preciso: sapeva di essere nata a Manchester e, da lì, le neo-truppe di Cerberus l'avevano portata via con la forza verso una struttura simile al Complesso di Teltin su Pragia; non sapeva, però, chi fossero i suoi genitori biologi e se, addirittura, avesse dei fratelli o sorelle... voleva insomma andare a cercare le sue vecchie radici. Peccato che tutto questo non fosse possibile e che Manchester quasi non esistesse più, dopo l'attacco dei Razziatori. Non parlò di tale desiderio all'anziano ammiraglio, ma lo promise a sé stessa quando avrebbe lasciato Londra; nel frattempo, durante la sua assenza, Ashley avrebbe preso il comando della Normandy e che ne avrebbe fatto buon uso, magari per aiutare le colonie extraterrestri in difficoltà.
E così fu. Il giorno della sua partenza, Paige salutò i suoi compagni con il rispetto che meritavano, che si trattasse di una stretta di mano o un abbraccio. L'Alleanza le aveva concesso una sorta di licenza come scusa per il suo "esilio", quindi sarebbe tornata al suo posto in caso di cessato allarme. Ma prima di allora era diventata una specie di fuggitiva, e la massima priorità consisteva nello scoprire chi fosse la mente dietro a tutto questo.

   
 
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