Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans
Segui la storia  |       
Autore: Altair13Sirio    16/10/2018    2 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Da un po’ di tempo Luna Bianca si sentiva particolarmente sotto pressione: dopo aver cominciato a tornare a casa da sola dopo scuola, la sua libertà era sembrata diminuire nonostante tutto. I suoi genitori sembravano particolarmente scrupolosi e sempre pronti a intervenire per metterla a suo agio, qualunque cosa accadesse; sembrava che la stessero tenendo d’occhio costantemente nonostante non volessero esserle troppo d’intralcio. Andava bene così, non le dispiaceva che si preoccupassero per lei: Luna pensava che non potendo stare con lei nei momenti in cui doveva badare a sé stessa, dovevano sentirsi in obbligo a prestarle attenzioni in più per sopperire quella mancanza, oppure semplicemente il tempo perso assieme a lei era così importante che la bambina gli mancava molto di più.
Da una parte alla bambina piaceva ricevere tutte queste attenzioni premurose, dall’altra non poteva negare di pensare che a volte i suoi genitori esagerassero un po’ nel loro bisogno di stare in sua compagnia: alcune volte era capitato che sua madre la accompagnasse al bagno per fare la pipì o che suo padre restasse accanto alla porta per reggerle le asciugamani… Non poteva fare a meno di chiedersi se non stessero esagerando, stressandosi inutilmente per darle tutte quelle attenzioni che avrebbero potuto dare comunque in un altro modo.
Nel frattempo erano anche diminuite le loro missioni di supereroi e i Titans avevano avuto molto più tempo da passare con Luna a casa. La bambina si era divertita molto negli ultimi tempi, giocando con gli zii e allenandosi con la sua K’Norfka a padroneggiare le arti magiche, sempre con scarsi risultati. Il fatto che non sembrasse riuscire a controllare gli oggetti come la sua tutrice la abbatteva un po’, ma Luna non voleva perdersi d’animo perché se con la telecinesi stava facendo pochi progressi, adesso stava imparando a controllare sempre meglio il suo pensiero ed era già riuscita a mettersi in contatto telepatico con la K’Norfka, anche solo per qualche secondo; non vedeva l’ora di quando sarebbe riuscita finalmente a padroneggiare pienamente quel potere ed espandere la propria coscienza come faceva Corvina.
A scuola le cose andavano come sempre: gli insegnanti le sembravano sempre molto gentili e comprensivi, la aiutavano ogni volta che aveva qualche dubbio, e gli esercizi e i compiti erano facili; le bastava poco sforzo per concludere tutto in breve tempo. Mentre i suoi compagni di classe le mostravano simpatia e la includevano nei loro giochi, gli altri ragazzini dalle altre classi sembravano averla presa di mira in qualche modo; non aveva neanche capito perché. Arrivavano di tanto in tanto e le parlavano in modo strano, le dicevano cose che non capiva completamente e poi se ne andavano ridendo; alcune volte le era capitato di inciampare o di sentirsi spingere in mezzo alla folla, ma non pensava che qualcuno fosse così scortese da fare tutto quello di proposito. E poi perché avrebbero dovuto avercela con lei?
In ogni caso, nonostante non capisse cosa volessero i bambini più grandi, Luna sembrava essere sempre più popolare a scuola: tutti quanti, in un modo o nell’altro, le giravano attorno e la sua amicizia con Emily sembrava essere destinata a crescere sempre di più, ogni giorno sempre più forte. C’era solo una persona, tuttavia, che Luna Bianca non era riuscita a comprendere in quel posto, ed era il suo compagno di banco.
Sin da quando lo aveva conosciuto, Jamie non aveva mai detto nulla e non aveva nemmeno provato ad avvicinarsi a lei in qualche modo per fare amicizia; eppure Luna credeva di essere grandi amici con lui, visto che erano sempre assieme. Il ragazzino però non faceva che sbuffare ogni volta che qualcuno gli rivolgeva la parola e per questo Luna non riusciva a capire come mai sembrasse sempre così annoiato. Tutto questo la faceva sentire come se ci fosse qualcosa fuori posto, che il suo amico avesse bisogno di aiuto per “sbloccarsi” e fare amicizia con gli altri, ma Luna sapeva così poco di lui che non aveva idea di come iniziare…
Le sarebbe piaciuto provare a fare qualcosa di più per il suo compagno, ma ogni giorno aveva a malapena il tempo di pensare a cosa fare per aiutarlo: in ogni momento libero della mattinata Luna veniva raggiunta dai suoi compagni e compagne e distratta da ciò che avrebbe voluto provare a fare per tirare su di morale il suo compagno di banco. Tutti quanti sembravano voler passare un po’ di tempo con lei, le rivolgevano domande in continuazione e si divertivano in sua compagnia.
Le lezioni che Luna preferiva di più erano quelle di matematica del signor Grayson e quelle di arte della signorina Laurel, che però avvenivano meno frequentemente delle altre; si divertiva in ogni circostanza quando era a scuola, però c’era qualcosa in quelle materie o nei due maestri che la faceva riempire di meraviglia ogni volta che cominciava la lezione. Nonostante gli esercizi fossero sempre un po’ troppo semplici rispetto a quelli a cui era abituata lei, era sempre molto interessante imparare – e in alcuni casi ripassare – nozioni in modo da non avere niente di oscuro sull’argomento; e le ore di disegno con la maestra Laurel erano momenti speciali di spensieratezza che permettevano sia a Luna che a tutti gli altri di liberare tutta la propria creatività e mostrare sé stessi. Persino Jamie aveva dipinto qualcosa di meraviglioso, l’ultima volta!
A volte Luna si distraeva: capitava che durante le spiegazioni la sua mente divagasse portandola lontano da lì, oppure dopo aver finito degli esercizi prima degli altri cercasse di distrarsi per far passare più velocemente il tempo e cominciava a guardare fuori dalle finestre oppure prendeva la matita e si metteva a scarabocchiare qualcosa sul suo quaderno. Capitava che non venisse fuori niente di interessante dai suoi disegnini, oppure Luna riusciva a dare vita a quelle linee apparentemente senza senso e creare così disegni di cui anche lei si stupiva.
Il suo sguardo si posò sulla farfalla che aveva appena finito di disegnare e la fissò con aria un po’ malinconica; essere libera e spensierata come una farfalla alcune volte le sarebbe veramente piaciuto. Solitamente lei era spensierata come poche persone al mondo e non poteva certo definirsi priva di libertà, ma a volte si sentiva veramente incatenata, senza via di uscita, priva di una strada da percorrere. Essere una farfalla quando i ragazzini più grandi si radunavano attorno a lei e le rivolgevano la parola con quei loro modi di fare bruschi e incomprensibili, per esempio, sarebbe stato molto comodo: avrebbe potuto volare via, in alto, andandosene da lì e scappando da ogni situazione imbarazzante o spiacevole, aprendo le porte verso nuove possibilità.
La voce del signor Grayson la distolse da quei pensieri facendola sussultare mentre la sua testa si sollevava automaticamente e cercava il volto del maestro. Stava richiamando all’attenzione l’intera classe e aveva una risma di fogli che continuava a riordinare con leggeri colpetti sulla cattedra. << D’accordo ragazzi, facciamo una piccola pausa e intanto vi distribuirò i risultati dei vostri test della settimana scorsa… >>
Improvvisamente sulla classe sembrò calare un forte senso di abbattimento; compagni che si nascondevano la faccia tra le mani e gente che fingeva di tirarsi i capelli con fare disperato. Quelle scene divertivano un po’ Luna, che non capiva che cosa ci fosse da essere così tesi: si trattava solo di un test che avevano già fatto e il loro maestro gli aveva semplicemente portato i risultati da consultare. Era in ogni caso un momento per apprendere qualcosa dai propri errori e cercare di fare meglio, quindi perché preoccuparsi tanto?
Alzandosi e cominciando a distribuire i fogli tra i banchi, il signor Grayson si mise a parlare distrattamente esaminando rapidamente i fogli che si ritrovava in mano. << Non ci sono particolari cambiamenti nella media di ognuno, complessivamente il test è andato bene a tutti… A parte una persona che mi ha sorpreso molto. >>
Luna alzò lo sguardo interrogativa quando il signor Grayson si fermò di fronte al suo banco porgendole il compito con il suo nome sopra e il voto scritto in rosso in un angolo alto del foglio. Questo sembrava un po’ più riluttante di lasciarle il compito di come era stato per gli altri suoi compagni e per questo ci mise qualche secondo a posare il foglio sul banco; quando lo fece e Luna vide il voto, parlò con il tono di chi non sapeva bene che parole prendere.
<< E’ stata una grossa sorpresa vedere tutti gli errori che hai fatto, Luna Bianca. >> Disse dispiaciuto. << Non me lo aspettavo, anche perché sei sempre stata così spedita e spensierata durante i compiti e credevo che le lezioni ti entrassero bene in testa senza la minima difficoltà… Tuttavia non c’è di cui preoccuparsi, specialmente per te: è ancora presto e sono certo che riuscirai a rifarti tante volte! Non ti abbattere troppo e cerca invece di capire dove hai sbagliato, così da fare tesoro di questa esperienza. E comunque, se volessi qualche chiarimento sulle ultime lezioni, puoi venire a parlare con me in qualsiasi momento e vedrò di aiutarti. >>
Luna prestò poca attenzione alle parole del maestro: sul suo foglio sembrava che fosse piovuto inchiostro rosso, segnando ovunque errori che alla prima volta la bambina non aveva neanche notato. Luna aveva ottenuto un voto appena sotto la sufficienza e non riusciva nemmeno a ricordare come avesse svolto gli esercizi del compito.
Gli errori sembravano essere stati fatti da una persona svogliata, che non si era curata nemmeno di controllare di nuovo una volta finiti gli esercizi: mancavano dei numeri, alcuni si confondevano con altri simili, altri ancora erano sovrapposti e risultavano in un grosso scarabocchio scuro; in alcuni esercizi il procedimento era corretto, ma il risultato dei calcoli era stato stravolto con le cifre che si scambiavano di posto e i numeri che diventavano altri numeri vicini a loro, ma completamente lontani dai risultati. Ma Luna aveva veramente fatto tutti quegli errori di disattenzione? Possibile che non si fosse soffermata un momento a riguardare gli esercizi svolti, a fine test, e non avesse notato tutti quei conti che non tornavano? Non riusciva a ricordarselo…
Guardando il compito come se non fosse il suo, Luna Bianca alzò lo sguardo ancora piuttosto confusa verso il maestro Grayson e disse un semplice:<< Grazie per i consigli. >> Ma nemmeno lei sapeva esattamente cosa fosse successo, non era sicura di poter riuscire a prendere come esempio quel compito andato male per non commettere più gli stessi errori in futuro: da quello che vedeva, il suo errore era stato distrarsi. Aveva preso per scontato quel test e aveva fatto gli esercizi senza pensare? Sembrava che avesse scritto senza usare proprio la testa, visto che anche la sua scrittura era diventata tutta tremante e disordinata, e Luna di solito aveva una bella grafia; che cosa aveva potuto distrarla così tanto da sbagliare completamente un compito in  classe?
Il signor Grayson mostrò di avere apprezzato la sua risposta, ma notò che la bambina aveva bisogno ancora di un po’ di tempo per assimilare quel risultato: non era abituata a risultati negativi come quello, doveva essere stata una bella batosta da ricevere così inaspettatamente. Quindi, dopo un cenno amichevole, tornò alla sua cattedra e riprese a parlare agli altri alunni dando loro indicazioni sugli errori più comuni riscontrati nel compito e dispensando consigli. Luna tornò ad esaminare il proprio compito senza dire una parola.
In realtà non aveva preso male quel risultato: poteva succedere di sbagliare, lo aveva già provato sulla sua pelle, e aveva anche trovato il modo di superare i suoi limiti più volte in varie occasioni. Quello che la lasciava perplessa era il modo in cui aveva sbagliato; perché Luna si era distratta così tanto da fare tutti quegli errori? Lei era sempre stata un po’ sbadata e disattenta, ma quando si trattava di quelle cose metteva tutta la sua concentrazione per dare il massimo. Quindi cosa era successo quel giorno?
La lezione continuò tra le correzioni del compito e le spiegazioni del maestro, ma Luna non riuscì a seguire nulla di tutto questo: la sua mente era interamente concentrata sul cercare di trovare un motivo al suo fallimento. Il suo volto sprofondava sempre di più nel foglio che teneva tra le mani, contratto in un broncio confuso e perplesso che ormai era diventato l’espressione naturale della bambina.
Le voci erano diventate un eco distante e confuso che Luna non sentiva più e i volti dei suoi compagni erano spariti: non si accorse che per tutto il tempo ebbe gli occhi di Jamie puntati addosso, curiosi, perplessi come lei per quella situazione inusuale.
 

*


Durante l’intervallo Luna era finalmente riuscita a togliersi dalla faccia quell’espressione corrucciata, ma non era riuscita ad abbandonare completamente il pensiero di quel compito andato male e per questo non riuscì a rilassarsi e divertirsi con gli altri compagni; tutti quelli che le avevano chiesto di uscire a giocare con lei avevano ricevuto un rifiuto cordiale, giustificato dal dover fare prima qualcos’altro. Luna in realtà non aveva niente da fare durante l’intervallo, tuttavia rimase al suo banco a fissare il vuoto in attesa che qualcosa nella sua mente si mettesse al posto giusto.
Non si accorse di Emily che si avvicinò e si mise a sedere accanto a lei, al posto vuoto di Jamie che aveva lasciato la classe in fretta. La bambina la fece spaventare quando le chiese a cosa stesse pensando.
<< Ah Emily… Eri tu. >> Mormorò Luna dopo averla riconosciuta, ricominciando a respirare normalmente. << Scusa, non ti avevo notato… >>
<< Mi eri sembrata un po’ assente. >> Rispose Emily fissandola perplessa. << Stai ancora pensando al compito di matematica? >>
A quella domanda Luna non rispose. Non sapeva se fosse giusto far pesare quella cosa alla sua compagna raccontandole tutto; in fondo era un problema suo ed Emily non avrebbe dovuto preoccuparsene. Nonostante stesse per dire che andava tutto bene, la ragazzina bionda la precedette facendole intendere di averla capita perfettamente.
<< Accidenti! E’ andata davvero così male? >> Disse dispiaciuta piegando la testa da un lato. << Te lo si legge in faccia che non sei per niente soddisfatta. >> Aggiunse poi alzando un dito verso la sua amica.
Luna si girò e si portò una mano sul viso, chiedendosi che cosa ci fosse di strano sulla sua faccia. Si voltò di nuovo verso Emily e la guardò con dispiacere, pensando di averle rovinato la giornata con le sue preoccupazioni. << Scusa… >> Mormorò. << E’ solo che non capisco… Non riesco a capire come ho fatto a sbagliare. >>
Emily non sembrò preoccuparsi troppo di quello. Le rispose con un sorriso:<< Non ci pensare troppo! Tutti quanti sbagliano a volte, non siamo invincibili. >> La calma con cui la ragazzina pronunciò quelle parole sorprese molto Luna, che improvvisamente smise di pensare a quel compito come un fallimento epocale da cui non si sarebbe più rialzata; forse era lei che gli stava dando troppo peso, in fondo Emily sembrava molto più calma riguardo a quella situazione.
<< Credi che è normale? >> Mormorò pensierosa Luna riportando alla mente le parole del maestro quando le aveva consegnato il compito.
Emily annuì con forza. << Normalissimo! Un brutto voto può capitare a tutti, si recupera con il duro lavoro. All’inizio anche io non avevo bei voti. >> Luna si sorprese un po’ dell’ultima affermazione di Emily, ma poi ricordò di quello che le aveva detto la sua amica la prima volta che si erano incontrate: lei era molto timida e non riusciva a fare amici, quindi questo forse poteva valere anche per le lezioni in classe. Se così fosse, Luna avrebbe indirettamente aiutato Emily a migliorarsi con le cose che non capiva!
La bambina sorrise pensando a quelle cose e così riuscì ad alleviare un poco i suoi pensieri su quel compito, ma adesso un altro dubbio la preoccupava. << Chissà come la prenderanno mamma e papà… >> Mormorò abbattuta. In fin dei conti, quel brutto voto aveva comunque il suo peso.
Emily fu attirata dai suoi sospiri e sembrò avere la risposta a quel problema. << Ma… Puoi far finta di niente. >>
Luna alzò la testa sorpresa e cercò il volto di Emily, che sembrava più seria di quanto il suo tono di voce avesse dato a credere. << Come? >>
Emily cominciò a gesticolare con calma. << E’ vero che non sarebbe giusto dire le bugie, ma a te non è mai successo di prendere un brutto voto fino ad ora ed è molto probabile che al prossimo test le cose andranno meglio. Se lo dirai ai tuoi genitori, loro potrebbero arrabbiarsi, no? Ma se  non dici niente e la prossima volta gli porti un compito impeccabile sarà tutto risolto! >>
Per come parlava Emily, sembrava trattarsi di una idea perfetta e senza alcun problema, ma le sembrava che ci fosse qualcosa che le impedisse di attuare quel piano. Era davvero giusto approfittare della fiducia dei suoi genitori per fargli credere che stesse andando tutto bene? Non era un po’ come mentire, anche se non diceva niente di sbagliato? << Sei sicura…? >> Fu l’unica cosa che riuscì a dire.
<< Certo! In fondo non stai mica dicendo una bugia; stai solo… Evitando di dire la verità. >> Rispose Emily dondolandosi un po’ avanti e indietro sulla sedia. Ancora Luna non pensava che fosse la cosa più giusta da fare, ma se glielo stava consigliando Emily allora forse non sarebbe stata poi una così cattiva idea… E c’era da mettere in conto che quest'ultima aveva più esperienza di lei in queste cose, aveva appena detto di essersi ritrovata in una situazione simile prima che i suoi voti migliorassero; magari aveva utilizzato anche lei quella tecnica qualche volta, e le sembrava che tutto fosse andato per il meglio.
Luna rispose ad Emily con un sorriso fiducioso, decidendo quindi di seguire il suo consiglio. << Non so cosa farei se non ci fossi tu, Emily! >> Le disse girandosi sulla sua sedia e appoggiandosi al banco con i gomiti, sentendo finalmente il peso sul suo petto farsi più leggero per aver trovato una soluzione a quel problema. Emily ridacchiò per tutta risposta e sembrò arrossire di fronte a quelle parole.
Dalla porta della classe fece la sua comparsa Jamie, il compagno di banco di Luna, con il suo solito sguardo torvo in viso. Scrutò con aria minacciosa prima Luna, poi Emily che si era messa al suo posto e gli bastò quell’occhiata per trasmetterle il messaggio di alzarsi da lì. Emily, non appena notò Jamie in fondo alla classe, fece per alzarsi dalla sedia e allontanarsi, ma poi ci ripensò e si prese il suo tempo per reagire.
Jamie non sembrò irritarsi ulteriormente; solo, abbassò lo sguardo respirando profondamente e cominciò a camminare verso il centro della stanza. Quando si fu avvicinato ai banchi Luna gli sorrise per dargli il benvenuto, ma lui girò la testa di proposito, come se stesse cercando di evitare il suo sguardo.
Quando fu arrivato accanto al proprio banco, Emily si era alzata con calma e gli aveva lasciato il posto, come se avesse paura di discutere con lui per il posto. Jamie fissò per un attimo la sua sedia vuota, come se stesse cercando qualcosa su di essa, poi prese posto al suo banco senza dire una parola; si voltò verso Luna inarcando un sopracciglio, poi guardò Emily e tornò di nuovo a fissare Luna in silenzio. Infine abbassò lo sguardo disinteressato, come se avesse qualcosa da dire ma non volesse farlo.
Pochi istanti dopo l’entrata di Jamie in classe, nei corridoi suonò la campanella che segnava la fine dell’intervallo e tutti gli studenti in giro per la scuola cominciarono a muoversi per ritornare nelle proprie classi, dopo aver lanciato un sospiro collettivo che si udì fin dalla classe. Anche alcuni compagni di Luna cominciarono a rientrare in classe e quindi Emily, che si era appoggiata a un banco nelle vicinanze, fece un passo per allontanarcisi e disse che sarebbe tornata a posto.
Mentre si allontanava Jamie non le tolse mai gli occhi di dosso, ma mantenne quella sua espressione annoiata. Anche Luna la seguì con lo sguardo, mantenendo però il sorriso, e quando si fu allontanata a sufficienza si voltò verso il suo compagno di banco sussurrandogli:<< Certo che sei davvero precisissimo! Un attimo dopo del tuo arrivo è suonata la campanella. >>
Jamie non mostrò di aver ricevuto il messaggio né di voler rispondere; semplicemente fece girare gli occhi da sinistra a destra, come se Luna non si trovasse lì.
<< Speravi che non ci fosse Emily? >> Si fece un po’ più seria Luna mantenendo bassa la voce. Questa volta lo sguardo di Jamie si posò su di lei con interesse. << Eri venuto a dirmi qualcosa? >>
Jamie rimase in silenzio per un po’. La bambina sperava che avesse qualcosa da dire, anche perché cominciava a stancarsi di vederlo sempre in silenzio; lei avrebbe tanto voluto chiacchierare liberamente con Jamie come due amici e farlo sorridere di tanto in tanto, ma nonostante provasse di tutto per metterlo a suo agio lui non sembrava interessato minimamente a lei.
Luna attendeva con trepidazione la risposta di Jamie, ma questa non arrivò mai. Il ragazzino scosse piano la testa rispondendo in silenzio alla sua domanda e con sguardo spento si girò verso la cattedra e appoggiò i gomiti al suo banco, tornando in quella posizione difensiva che assumeva sempre a scuola.
Luna Bianca era delusa perché credeva che Jamie avesse veramente qualcosa da dire: sia da come era entrato in classe, sia da come si era avvicinato a lei, le era sembrato che quel giorno le avrebbe parlato sicuramente; invece qualcosa lo aveva bloccato, forse la presenza di Emily o forse la fine dell’intervallo. Chissà di cosa voleva parlarle… Magari voleva dirle qualcosa riguardo al compito in classe del signor Grayson, forse delle parole di incoraggiamento.
Comunque fosse, Luna era contenta di essere stata nei pensieri del suo compagno di banco, anche solo per un attimo; significava che forse stava riuscendo a diventargli simpatica, a poco a poco!

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Teen Titans / Vai alla pagina dell'autore: Altair13Sirio