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Autore: KENNY1986    17/10/2018    5 recensioni
Questa è la storia dei due gemelli Saga e Kanon, stavolta non inizierò da quando loro sono già Gold Saint, voglio provare a partire da molto prima ovvero dalla loro infanzia. Tutti ne sappiamo ben poco, ma io cercherò di essere credibile e sopratutto più dettagliata nello scriverla. Visto che a quel tempo i due protagonisti andavano d'accordo, e erano anche molto uniti...ovviamente vi saranno anche gli altri futuri Gold Saint, ma in messa vi saranno presenti spiritualmente se così è il termine adatto Aspros e Defteros, che essendo i loro due predecessori avranno un ruolo particolare e importante nella vita dei gemelli. Visto che Kurumada nell'anime ha fatto un po di confusione con tutto il rispetto per il loro creatore, Non so cosa verrà fuori, speriamo bene. Auguro a tutti buona lettura e buon divertimento.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gemini Aspros, Gemini Deuteros, Gemini Kanon, Gemini Saga, Gold Saints
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Passarono ben cinque mesi da quando i gemelli erano stati portati al santuario, ma com' era scontato la loro situazione non era affatto cambiata. Si rivolgevano la parola soltanto in presenza dei rispettivi maestri. Ma quando erano soli, coglievano l'occasione per farsi dei dispetti. Stranamente tra loro due, colui che veniva preso più di mira dal fratello era proprio il minore. In quel lasso di tempo lui aveva fatto amicizia con altri due futuri Saint, di due anni più giovani: il primo si chiamava Camus dai lunghi capelli verde acqua e due occhi azzurri. Allievo di Degel Saint di Aquarius, mentre l'altro che era un gran chiacchierone e anche simpatico, si chiamava Milo, aveva lunghi capelli viola e due occhi azzurri, allievo di Cardia dello Scorpione. I tre ragazzi avevano legato subito, anche se Camus era un bambino serio e ligio al dovere.

 

Un pomeriggio, Aiolos avvicinandosi ai compagni, insieme ad un bambino di cinque anni disse: “ Saga... ragazzi, vi presento il mio fratellino Aiolia, anche lui tra qualche anno diventerà un Saint, proprio come il suo fratellone qui presente!” Saga mettendogli un braccio attorno alle spalle, rispose con tono scherzoso: “ Sono perfettamente d'accordo con te amico mio!”

Questo semplice gesto suscitò ancora di più la gelosia e la rabbia che Kanon provava nei suoi confronti. Strinse le nocche e si allontanò, senza dire una sola parola. Nessuno di loro se ne accorse. Una persona adulta li aveva tenuti d'occhio da lontano, questa era niente poco di meno che il Gran Sacerdote. Shion vide l'allievo di Defteros, lasciare il santuario. Sospirò molto profondamente, poi si diresse nelle sue stanze private. Solitamente avrebbe mandato Defteros o le guardie in cerca del fuggiasco, ma stavolta ci sarebbe andato lui di persona, dato che anche se da lontano aveva visto quello sguardo arrabbiato ma anche disperato.

 

Appena pronto, con i suoi abiti civili, uscì dalla tredicesima casa. Quando fu a metà delle scalinate Degel notandolo disse: “Gran Sacerdote, perdonate la domanda ma dove siete diretto?” Lui rispose: “In città, devo fare una cosa, tornerò tra qualche ora!” Subito dopo si allontanò, sotto lo sguardo vigile del Saint dell'Acquario, che poi tornò ad allenare il suo allievo. Shion riferì anche alle altre persone presenti al santuario dove stava andando, l'unico alla quale dovette raccontare tutta la verità fu Defteros. Gli riferì che avrebbe sicuramente riportato Kanon al santuario vivo e vegeto, ma in cambio lui doveva mantenere i nervi saldi e non fare scemenze prima del suo ritorno, visto che conosceva quel carattere ribelle. Egli digrignando i denti per la rabbia, fece un cenno di approvazione con la testa, questa volta gliel'avrebbe fatta pagare a Aspros e anche cara. Vide Shion allontanarsi dal santuario. Intanto su una spiaggia non troppo lontana, Kanon si stava ancora allenando, tirando calci e pugni all'aria. Era sempre più infuriato con suo fratello.

 

Non aveva, alcuna intenzione di piangere, lui non era quel genere di persona. Anzi desiderava solo una cosa, diventare più forte di Saga e dargli una bella lezione. Qualche tempo dopo cadde in ginocchio e appoggiandosi una mano sul petto sentì il suo cuore battere fortissimo, si era veramente allenato troppo. Fece un sospiro profondo e osservò il mare, quella enorme distesa di acqua salata blu davanti a lui. Istintivamente gli comparve un sorriso in volto. Quel posto gli calmava i nervi. Si alzò in piedi e pulì entrambe le ginocchia sporche di sabbia. Dieci minuti più tardi una voce alle sue spalle disse: “Lo sai che è proibito scappare dal santuario?” Kanon riconoscendola, sobbalzò per lo spavento e voltandosi rispose: “Gran Sacerdote!” Lui gli si avvicinò con calma e abbassando lo sguardo disse con voce tranquilla: “Rilassati, non sono arrabbiato, anche se dovrei esserlo. La verità è che al santuario, da lontano ho assistito alla conversazione, che è avvenuta tra te e alcuni tuoi compagni tra i quali tuo fratello e insomma, quando ti sei allontanato con uno sguardo nervoso, ti potrà sembrare strano ma in qualche modo ho capito le tue intenzioni! Quindi quando ti ho visto scappare, poco dopo ho deciso di venire a cercarti!”

 

Il minore con tono interrogativo rispose: “Veramente?” Shion disse: “Sì, può sembrarti strano  potevo mandarci o il tuo maestro, o le guardie, ma stavolta è diverso, ho deciso di venire a cercarti personalmente per farti sfogare e provare ad aiutarti, comunque prima di venire via dal santuario ho parlato con Defteros e lui sa la verità, o perlomeno una parte, ma adesso vorrei che la raccontassi a me e sono assolutamente sicuro che lo farai!” Kanon si passò una mano tra i lunghi capelli e rispose: “D'accordo ha vinto, ma andiamo a sederci laggiù su quelle sedie!” Il Gran Sacerdote non ebbe niente in contrario, e cosi fecero. Giunti lì, si misero a sedere l'uno di fronte all'altro. Shion guardandolo disse: “Ti ascolto!” Lui rispose: “Prima però potrei farle io una domanda?” Egli disse: “D'accordo!” Kanon rispose: “Dovrò dire anche al mio maestro Defteros quello che sto per dire a lei?” Shion disse: “Beh, sì!”

 

Il minore rispose: “ Non voglio farle perdere del tempo prezioso, quindi arriverò subito al punto. Io e Saga ci odiamo. Sì, insomma, siamo arrivati al punto di considerarci due perfetti estranei!” Lui con tono sconvolto ma dandosi sempre un certo contegno disse: “Cosa? Per quale ragione? Perdonami se te lo dico, ma quando vi abbiamo portato al santuario, entrambi andavate molto d'accordo, cos'è successo di tanto grave che vi ha fatti allontanare?” Kanon con voce ferma rispose: “Ricorda quando passammo per la prima volta dalla nona casa, e incontrammo Aiolos, mentre ci stavate portando su alla tredicesima? Già da quel primo incontro tra lui e mio fratello, io capì che le cose tra noi due non sarebbero più state le stesse, e infatti andò esattamente in questa maniera dato che con tutto il rispetto che ho per Sisifo, che poveretto non c'entra niente, un giorno quando ormai noi due eravamo al santuario già da qualche settimana più o meno, chiese a Aspros, il maestro di Saga, se il suo allievo era pronto per lottare contro Aiolos, e questo accettò. Insomma da allora, entrambi divennero grandi amici, e Saga si dimenticò completamente di me!”

 

Dopo qualche minuto di silenzio il Gran Sacerdote incrociando le braccia al petto disse: “Capisco, tu invece di rimanerci male, hai iniziato a nutrire dentro di te un rancore e un' odio così grande e forte che hai giurato vendetta! Kanon, posso capirti in qualche maniera, però lascia che ti dia un consiglio torna con me al santuario, so che ce l'hai con Saga, ma non puoi abbandonare i tuoi amici visto che loro non ti hanno fatto niente. Inoltre Defteros anche se può sembrare burbero in realtà è preoccupato per te e ti sta aspettando!” Il minore dei gemelli sospirando rispose: “Ok, ma continuerò l'allenamento e m'impegnerò al massimo per diventare più forte di mio fratello!” Lui concordò con quelle parole ma non emise un fiato. Infine si alzarono e tornarono indietro.

 

Quando arrivarono al santuario, Kanon si diresse verso la terza casa. Durante il tragitto, si guardò intorno in cerca dell'unica persona che non voleva vedere e fortunatamente non la trovò. Ma salutò gli altri allievi e maestri. Ad un tratto uno di questi disse correndogli incontro a voce alta: “Kaaaanoooon sei tornatooo” Lui rispose: “shhh Milo che urli, abbassa il tono di voce!” Il futuro Saint di Scorpio disse: “ Ops, scusa! Ma dove sei stato?” Egli rispose: “In un posto bellissimo, avevo bisogno di riflettere!” Un' altra voce alle loro spalle, questa più pacata e seria disse: “Ci hai fatti veramente preoccupare!” Kanon e Milo si voltarono. Il primo rispose: “Camus! Mi spiace davvero! Avevo bisogno di stare solo con me stesso!” Il futuro Saint di Aquarius, e allievo di Degel appoggiandogli una mano sulla spalla disse: “Sei perdonato!” Un sorriso gentile gli comparve in volto.

 

Proprio in quel momento una voce simile a quella del minore disse: “Cosa ci fate voi due in casa mia, andatevene!” Kanon difendendoli rispose: “Questa è anche casa mia, perciò loro restano!” Il maggiore stringendo i pugni disse: “Cosa diamine ci fai tu qui, non eri scappato?” Lui rispose: “ Sì ero scappato, ma sono tornato per restare, e anche per farti a pezzi!” Stava per scatenarsi un vero e proprio combattimento all' ultimo sangue. Camus, che voleva calmare le acque disse: “Milo, ascoltami con molta attenzione, i nostri amici vogliono ammazzarsi a vicenda, noi la sola cosa che possiamo e dobbiamo fare per aiutarli è andare subito a chiamare Aspros e Defteros!” Lui rispose: “E chi sono?” Camus portandosi una mano sulla fronte disse: “ I loro maestri... dai muoviamoci prima che sia troppo tardi!” Lui fece un cenno di approvazione con la testa, poi i due cavalieri uscirono dalla terza casa e si diressero verso l'arena. Sapevano che Aspros era lì, e speravano di trovarci anche Defteros.

 

Appena arrivarono videro anche i loro maestri, Sisifo e Aiolos che stavano parlando tra loro. Cardia notandoli arrivare di corsa disse: “ Milo che succede? Perchè siete cosi agitati?” Lui rispose: “Alla terza casa, Saga e Kanon i due allievi di Aspros e Defteros, stanno per fare un combattimento all'ultimo sangue!” I due maestri dissero: “Cosa!” Aspros, preoccupato per il suo allievo, rispose: “Def, andiamo subito!” Il gemello concordò quelle parole così si allontanarono utilizzando la velocità della luce. Dovevano fermarli in qualche modo, altrimenti si sarebbero veramente fatti molto male, dato che i loro colpi speciali ancora non sapevano usarli perfettamente bene. Appena arrivarono li videro che si stavano prendendo a pugni e utilizzavano alcuni dei loro colpi. I due maestri li divisero e Saga che pareva posseduto disse: “Aspros lasciami andare devo uccidere mio fratello!” Ma lui rispose: “No, calmati e spiegateci il perché vi stavate picchiando. Questo non è un comportamento degno da futuri Saint di Gemini!” Quelle parole li ammutolirono Saga tra se pensò: E se Aspros e Defteros avessero ragione? D'altronde tutta questa storia, è cominciata solo perché quel cretino di mio fratello è geloso del bellissimo rapporto di amicizia che io ho instaurato con Aiolos! Non vedo poi cosa ci sia di male in questo! È solo uno sciocco presuntuoso!”... “Defteros, ha fatto bene a separarmi da quell'idiota di Saga lo avrei ammazzato a suon di pugni, però ammetto che il mio maestro e suo fratello non che maestro della persona che non sopporto hanno ragione ci stiamo comportando veramente male, li stiamo deludendo e non è certo da ragazzini che vogliono diventare Saint, giuro a me stesso che da domani tornerò a essere quello che sono sempre stato!”

 

Defteros interrompendo quel silenzio tombale disse: “Prima che mio fratello si arrabbi definitivamente e credetemi quando lo fa non è un bello spettacolo, vorremmo sapere la vera ragione per la quale voi due, da un po di tempo a questa parte, non fate altro che litigare!” Nessuno di loro emise un fiato. Non avevano affatto paura ma erano troppo orgogliosi per dire la verità. Il maggiore incrociando le braccia al petto disse innervosendosi sempre di più: “Allora? Stiamo aspettando!” Lui rispose: “Aspros! Cerca di controllare la tua rabbia!” Suo fratello guardandolo disse: “Rispondi ad una semplice domanda, caro il mio gemellino, durante i vostri allenamenti hai mai sgridato urlato, o trattato male Kanon oppure, oppure lo hai sempre trattato come se lui fosse tuo fratello minore invece che un tuo allievo!” Defteros rispose: “Cosa stai cercando d'insinuare, e che c'entra adesso con questa storia?” Egli disse: “Rispondi!” Lui rispose: “L'ho sgridato, questo non ho certo paura a negarlo! Inoltre so bene che lui è il mio allievo!”

 

Poco dopo Kanon disse: “ Ok... se proprio ci tenete, dirò la verità ma soltanto al mio maestro Defteros!” Il diretto interessato, rispose: “ Hrm, cosa ne pensi fratello? Sei d'accordo?” Lui disse: “Sì è giusto! Mi sembra un'ottima soluzione! Io e Saga vi aspettiamo qui!” Non appena ebbe detto quella frase i due maschi si diressero verso un'altra stanza della terza casa per parlare in privato. Giunti lì, si misero seduti e Kanon, iniziò a raccontare per filo e per segno tutto quello che aveva raccontato a Shion quando quest'ultimo lo aveva trovato sulla spiaggia. Il suo maestro lo ascoltò con molta attenzione, anche se ogni tanto gli faceva qualche domanda per farlo andare più nei dettagli, e Kanon non si tirava certo indietro. Nell'altra stanza anche Aspros e Saga stavano parlando. Il maggiore non si sentiva affatto in colpa per come aveva trattato suo fratello e sopratutto per averlo lasciato solo, preferendo la compagnia di Aiolos.

 

Appena Kanon giunse al termine disse: “Questa è tutta la verità, può sembrare sciocco ma avevo paura che tu ti arrabbiassi ecco il perché non ti ho detto niente!” Defteros rispose: “ Tu non hai mai avuto paura di me, anche perché se la memoria non m'inganna siamo andati subito d'accordo già dalla prima volta che ci siamo visti!” Lui disse: “Mi spiace tanto!” Egli rispose: “Non importa, quello che conta è che tu abbia detto la verità!” Kanon disse: “Def, mi togli una curiosità, so che non c'entra niente!” Il suo maestro rispose: “Dimmi pure!” Egli disse: “Quanto sei alto?” Lui rispose: “Un metro e novantadue centimetri! Sono quattro centimetri più alto di Aspros!” Non appena ebbe detto questa frase entrambi si misero a ridere, poi quando si ricomposero tornarono dai loro fratelli e tutti insieme visto che era quasi ora di mangiare andarono verso la mensa della tredicesima casa. Kanon ovviamente stava a debita distanza da quella persona estranea che sino a qualche mese prima era suo fratello gemello. Anche lui ovviamente faceva lo stesso, entrambi avevano preso l'abitudine di mangiare assieme ai loro rispettimi amici dandosi le spalle a vicenda.

 

Un giorno a Defteros venne un'idea e disse: “Ehi Aspros, hai un minuto?” Lui rispose: “Sì, che succede?” Egli disse: “Ancora non è confermato, dato che prima devo discuterne e dovrai essere presente anche tu con il Gran Sacerdote, comunque...” Il fratello rispose: “Def, ti spiacerebbe arrivare al punto?”Lui disse: “ Voglio chiedere al Gran Sacerdote Shion se è disposto a trasferire Kanon nella nostra casa e ovviamente te andrai a stare nella terza assieme a Saga!” Lui si sarebbe aspettato che il maggiore iniziasse a sbraitare o a insultarlo o ancora a prenderlo a schiaffi ma invece rispose: “Per quale ragione vorresti questo scambio?” Il tono della sua voce era calmo, cosa del tutto strana. Defteros disse: “ Beh, ricordi quando io e te avevamo la loro età? Beh abbiamo iniziato a detestarci, non ricordo il motivo, ma la sola cosa che ricordo è che il rancore che sentivamo l'uno verso l'altro era sempre più forte, mi spiace dirlo ma Saga e Kanon stanno facendo esattamente lo stesso!”

 

Aspros rispose: “Capisco! È come se in qualche modo, stessimo ripercorrendo il passato ma attraverso loro!” Il minore disse: “Ti sei reso conto di aver appena detto una frase che non ha alcun senso, vero?” Aspros stuzzicandolo rispose: “E con questo? Tu le dici continuamente! Adesso però basta scherzare andiamo dai nostri allievi. Poi dobbiamo parlare con il Gran Sacerdote!” Suo fratello tossicchiò e fece un cenno di approvazione con la testa. Infine camminando l'uno vicino all'altro raggiunsero l'arena.

   
 
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