Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: badgirl92    17/10/2018    0 recensioni
Ambientato tra la seconda e terza stagione dell'anime.
La squadra operazioni speciali Levi si trova nascosta in una piccola dimora tra le campagne del Wall Rose, con il compito di proteggere Eren Jaeger e Historia Reiss e di allenare il ragazzo titano ad indurire la pelle come il gigante femmina.
Durante questo piccolo momento di pace sembra che alcuni protagonisti si avvicinino, tra cui Eren con Historia. Mikasa si ritrova a dover sopportare in silenzio questa intimità. Ritroverà la sicurezza di sé tra le braccia del capitano Levi o anche lui non è in grado di darle l'affetto che desidera?
Per comodità ed abitudine chiamerò i personaggi in versione Italiana.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo

Nella piccola Baita tra le campagne del Wall Rose l'ora di cena arrivò presto. La turnazione per chi preparava il pasto era suddivisa solitamente a gruppi di due. Due preparavano e due sparecchiavano, e a cena si scambiavano. La cena venne cucinata da Eren e Crista, oramai Historia, e servita da Mikasa e Armin. Il giorno seguente sarebbe toccato ad altri quattro, ovvero a Connie e Jean, e Sasha e il capitano Levi. Quest'ultimi stavano insieme perché i membri della squadra speciale Levi erano dispari, perciò il capitano non ebbe problemi ad inserirsi nel girone, sapendo ed amando cucinare almeno quanto era maniaco della pulizia. Il secondo motivo era il tenere d'occhio la piccola Sasha che divorava costantemente gli avanzi. L'unico in grado di frenarla nel provarci e bacchettarla come si deve era il suo superiore.
Mikasa entrò in cucina dopo aver apparecchiato la lunga tavolata assieme al suo amico d'infanzia Armin. Osservava di sottecchi i due cuochi che ultimamente si stavano avvicinando parecchio, trovandosi spesso insieme sia nelle normali mansioni quotidiane, sia nelle missioni della squadra, dovendo essere costantemente insieme per poter essere protetti dai compagni.
“Ma sei velocissima a pelare le patate!” esclamò il giovane guardandola tagliare la verdura con velocità e precisione.
“Non è difficile, Eren. Ti serve solo pratica.” gli spiegò la piccola Historia.
“Anche se sto qui mille anni a pelare patate, non riuscirei ad essere bravo come te. Tu sai fare qualsiasi cosa!” rispose a sua volta Eren, con sincera ammirazione. Historia si voltò verso la penisola del bancone della cucina, dando le spalle ad Eren, in evidente imbarazzo per il complimento. Non fu vista da Eren, ma dalla sorella adottiva si. Ciò distraeva ed irritava la giovane mora non poco. Dopo il quasi bacio di qualche settimana prima, non riusciva a capire come Eren potesse far finta di nulla con lei, e soprattutto ad avere la faccia tosta di prendersi tanta confidenza con la bellissima Historia. Possibile che fosse così ingenuo da non accorgersi dei sentimenti che provava lei?! Davvero la considerava solo una sorella?

Tutto ciò non sfuggì agli occhi attenti del capitano Levi, osservando ed ascoltando la scena dalla sala da pranzo, grazie alla porta aperta della cucina. Non perse tempo e non mancò di punzecchiare la giovane, una volta che lei gli fu vicino per raccogliere il suo piatto e far seguito alla seconda portata:
"Fanno proprio un buon lavoro insieme quei due. Non lo pensi anche tu, Ackerman?"
Una delle fine sopracciglia nere cominciò a vibrare nervosamente.
"Passabile... Eren non è mai stato un grande cuoco."
"Sicuramente la signorina Reiss gli ha insegnato bene! Li vedo molto in sintonia..." mormorò distrattamente, sistemandosi il colletto della camicia.
Mikasa con un sospiro cercò di cambiare argomento, cercando di non dar peso alle provocazioni del superiore:
"Non crede di essere stato un po' troppo duro con Eren? Già fa fatica a trovare la giusta concentrazione durante gli allenamenti da gigante, lavorando tutta la mattina sarà ancora più stanco per poter affrontare le esercitazioni."
Levi si portò il bicchiere alle labbra, mormorando in risposta:
"Sono stato fin troppo paziente... devono smetterla di reagire in modo così impulsivo.... e anche tu!"
Mikasa spalancò gli occhi sorpresa. Non si aspettava che il capitano potesse avere in serbo una ramanzina anche per lei. D'altronde aveva semplicemente risparmiato a lui la fatica di fermarli.
"Non capisco..." borbottò.
"Non fare la monella..." sussurrò, e sorrise impercettibilmente notando il rossore espandersi nelle gote della giovane, "anche tu hai il vizio di non pensare alle conseguenze, reagendo d'impulso."
"C-cercherò di migliorare..." balbettò Mikasa.
"Ora muoviti, ragazzina. O il mio pasto si raffredda." Le ordinò spocchioso, scacciandola con un gesto della mano.
Doveva ammetterlo: Adorava lanciare frecciatine a quella piccola guerriera, vedere come reagiva e divertirsi nel trovare un modo per scovare i suoi punti deboli che le facevano vacillare la fierezza costante che mostrava.

Il giorno seguente la squadra speciale Levi partì per Trust, meno Eren e Jean. I due ragazzi si alzarono all'alba per pulire con ferocia disarmante l'intera abitazione. La lustrarono da cima a fondo, ma come ogni volta, il sotto tavola andò nel dimenticatoio. L'ispezione del capitano Levi fu lenta e glaciale. Lasciò i due compagni con il respiro trattenuto per lunghissimi istanti. Infine, passando la mano al di sotto del tavolo, notò con sommo disgusto il palmo della mano farsi grigio.
"Il tempo non vi mancava per pulire..." commentò, guardandoli torvamente e mostrando loro la mano sporca di polvere. Con un sospiro, Eren si portò le dita alle tempie. Sarebbe arrivata certamente una ennesima punizione per le pulizie svolte insufficientemente, almeno per gli standard di Levi.
"Direi che il modo giusto per scaldarvi prima degli esperimenti con Hanji sia quello di effettuare un'ora di corsa attorno alla proprietà."
Il capitano senza aspettare un loro consenso, non ritenendolo necessario, si incamminò silenzioso verso il suo ufficio. Jean strabuzzò gli occhi e bisbigliò alle orecchie del compagno di bisticci:
"Ce la siamo cavata anche bene..."
"Ah dimenticavo..." proferì il capitano, fermandosi all'improvviso, "oggi non pranzate."
Si voltò nuovamente, sorridendo beffardo agli schiamazzi di protesta dei due interessati.

 

  
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