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Autore: Ryu Hime    17/10/2018    1 recensioni
[Tratto dal Prologo]
–Dove cazzo sei stato!? Lei ti ha cercato dappertutto! E adesso è scomparsa! Tutto per colpa tua! Tua maledizione!- urlò Komor, adirato come mai lo era stato in vita sua.
Quell’uomo non rispose, in cuor suo sapeva quanto avesse ragione.
-Che cosa ci fai qui?- domandò duramente il Capo Palestra, furioso per il suo mutismo.
–So dov’è.-
[Tratto dai capitoli]
-Allora? Chi sceglie per primo?- domandò Belle, la ragazza bionda.
-Direi di far scegliere a Touko, dopotutto è casa sua.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
La ragazza in questione fissava le Pokeball con un’espressione concentrata, come se stesse cercando di scrutare l’anima dei loro ospiti.
Passarono due minuti prima che si decidesse ad allungare la mano verso una delle sfere rosse e bianche.
[Autrice]
L'intero viaggio all'interno di Unima ed il post Lega, più qualche chicca direttamente dalla mia mente malata.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Komor, N, Touko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Leggenda

Da quando aveva preso con sé il Chiarolite Touko si era chiusa nel mutismo più totale. Lo sguardo perennemente perso nel vuoto.
Non cercava nemmeno di nasconderlo. Camminava senza prestare attenzione a dove metteva i piedi, le dita della mano destra giocavano col ciondolo dello Yang che ora troneggiava sopra i vestiti come una gemma preziosa.
Dopo aver ottenuto il Chiarolite Touko, Belle e Komor erano tronati a Mistralopoli e si erano incamminati verso la palude.
Makoto invece era stato letteralmente rispedito a Soffiolieve dalla figlia senza possibilità di appello.
 
Flashback
-Devo aiutarvi! Il Team Plasma…-
-Adesso non è più te che cerca. So tutto quello che c’è da sapere sul loro conto.-
-Sei ancora una ragazzina…- tentò di obbiettare.
-Ma non sono una bambina e certamente non sono né ingenua né sola.- replicò lei.
-Touko…-
-Papà.- lo aveva ripreso continuando a guardarlo negli occhi.
Makoto aveva trovato quelli della figlia incrollabili, pieni di una triste certezza, la verità assoluta che sapeva conoscere. Nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto, quello che lui avrebbe voluto fare.
L’aveva abbracciato forte, dopodiché aveva salutato il resto dei presenti ed era ripartita assieme a Belle e Komor i quali erano riusciti a stento a starle dietro in groppa ad Unfezant.
Fine flashback
 
Avevano continuato il viaggio a piedi dalla Palude Mistralopoli.
Si erano allenati, Belle aveva fatto evolvere Herdier in Stoutland e Dewott in Samurott. Komor era riuscito a far evolvere Pignite in Emboar e Boldore in Gigalith. Inoltre era riuscito a catturare un Fraxure particolarmente potente che aveva lo stesso arnese del controllo mentale che aveva prima Deino. Se ne erano sbarazzati grazie a Galvantula.
-Ne incontriamo sempre di più.- aveva commentato Belle osservando il congegno più da vicino.
-Chiunque sia questo Acromio dev’essere piuttosto sicuro di sé per lasciare questi Pokémon così vicino ad un Capo Palestra.- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
Touko si era limitata ad annuire pensierosa.
-Secondo voi ha a che fare col Team Plasma?- domandò Belle.
Komor si pulì gli occhiali, riflettendo.
-Non penso.- disse infine aggiustandosi gli occhiali sul naso.
-Persino per dei tipi come loro andrebbe contro l’etica che tanto propagano. Non ha alcun senso.- concluse pensieroso.
Touko annuì distrattamente accarezzando Deino con dolcezza. Quando aveva visto quel congegno si era terribilmente spaventato e l’Allenatrice gli era subito stata accanto.
-Chiunque sia questo Acromio ho la sensazione che prima o poi ce lo ritroveremo davanti.- commentò Touko proferendo parola per la prima volta nell’arco della giornata.
-Forse opera da queste parti, dopotutto il Monte Vite è piuttosto vicino.- fece notare Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Dovremmo avvertire Silvestro.- disse Belle.
-Lo sa già.- replicò Touko.
-Come?-
-Rafan, era con noi quando abbiamo trovato Deino, ricordate? Ha riferito quello che è successo a Silvestro e quando siamo andati in Palestra mi ha chiesto delucidazioni.- rispose l’Allenatrice.
-Quindi cosa dovremmo fare?- chiese Belle.
-Continuare. Sono sicura che prima o poi troveremo quello scienziato pazzo. Dopotutto siamo una calamita per i guai.- disse Touko con un mezzo sorriso ironico.
Komor e Belle non dissero nulla, da quando aveva preso con sé il Chiarolite mentre Touko parlava aveva sempre un’aria abbattuta.
-Siamo arrivati!- esclamò Belle per cambiare discorso e atmosfera.
Sorrise a Touko e la prese per un braccio.
-Coraggio! Dicono che il Ponte Propulsione sia fantastico!- disse con un sorriso a trentadue denti.
La castana si ritrovò a sorridere leggermente seguendo l’amica.
 
Il Ponte Propulsione era un robusto ed enorme ponte interamente d'acciaio. Sostenuto da due enormi pilastri, anch'essi d'acciaio, era diviso in due piani, uno riservato ai pedoni e l'altro ai treni. Dai fori del pavimento a griglia della parte pedonale si potevano vedere i mezzi sui binari facendo vibrare la griglia su cui camminavano le persone camminavano.
Belle si bloccò nel bel mezzo della strada pedonale per guardare i treni che sfrecciavano sotto i loro piedi mentre Touko guardava l’amica sorridendo. Komor le raggiunse poco dopo.
-Ci pensate? Dopo questo ponte c’è Boreduopoli! L’ultima città prima della Lega!- esclamò Belle, piena di entusiasmo.
Tuttavia a quelle parole Touko si rabbuiò all’istante e Komor tirò una gomitata di rimprovero alla bionda che si scusò mille volte stringendo il cappello verde.
-Touko…- cercò di chiamarla Komor.
La ragazza si sforzò di sorridere, ma quell’espressione era talmente falsa che lei stessa lo sentiva con chiarezza. I muscoli facciali tirati, in attesa soltanto di tornare rilassati nell’espressione cupa che assumeva sempre più spesso.
-Dai Touko… in qualche modo riusciremo a cavarcela.- cercò di dire Komor
-Chi l’avrebbe che il nostro viaggio per diventare Allenatori sarebbe diventato una corsa contro il tempo per salvare il mondo che conosciamo…- commentò la castana mentre i suoi Pokémon le si facevano più vicini.
Belle e Komor non seppero trovare le parole giuste. Rimasero in silenzio, la disfatta dipinta sui loro volti.
«Arrivano.»
Touko si voltò di scatto appena in tempo per vedere le familiari figure del Trio Oscuro.
-Di qua.- disse uno di loro prima di sparire nuovamente assieme alla ragazza.
Komor, Belle ed i Pokémon di Touko rimasero un secondo paralizzati, ma furono questi ultimi a riprendersi per primi a lanciarsi all’inseguimento del terzetto ninja.
***
-Ghecis, ecco l’Allenatore.- disse sempre lo stesso ninja.
Touko fece a malapena a rendersi conto di chi aveva difronte prima di mettersi in posizione di difesa.
Si accorse a malapena che il Trio Oscuro si era materializzato alle spalle dell’invasato.
-I tuoi sforzi sono encomiabili. Vedo che hai ottenuto il Chiarolite. Ti faccio i miei complimenti per l’ottimo lavoro.- disse Ghecis con la sua solita voce melliflua.
-Taglia corto lampadario ambulante. Cosa vuoi?- chiese la ragazza aggressiva.
-Hai un bel caratterino, eh?- rise piano il verde.
-Sai, N ha un’idea un po’ bizzarra. Secondo lui i due Allenatori che riescono a risvegliare i due Pokémon Draghi leggendari dovrebbero affrontarsi in una lotta per determinare chi sia il vero Eroe.- disse.
«Proprio come allora…» disse mesta la voce di Reshiram.
Touko strinse i pugni, se voleva informazioni doveva evitare di mollare a quell’invasato una padellata in mezzo agli occhi.
-Ma è una prova del tutto inutile. Infatti fin dall’infanzia N è stato educato per  diventare l’Eroe. Come risultato il Pokémon leggendario ha riconosciuto il suo valore. Si sa’…  N è una persona pura.- lo diceva come se fosse merito suo.
A Touko prudevano le mani, ma optò per la diplomazia.
-“Il Pokémon leggendario” ha un nome.- disse notando che Ghecis la osservava quasi sorpreso, evidentemente non era abituato ad essere interrotto.
-È Zekrom e non ha scelto N perché gli avete insegnato chissà quale dottrina invasata. Lo ha scelto perché ha riconosciuto in lui la strada degli Ideali. Non è stato merito tuo, vedi di non montarti la testa.- disse con odio.
Ghecis rise sommessamente.
-Non importa quello che dici. Il Team Plasma porterà alla liberazione dei Pokémon, sai cosa significa questo? Significa che separeremo umani dai loro Pokémon e renderemo inoffensivi tutti gli Allenatori che si opporranno. Solo noi potremo usare i Pokémon in futuro.
I preparativi sono stati ultimati ed una volta messo in atto il mio infallibile piano… gli sciocchi Allenatori non potranno opporsi al Team Plasma e libereranno i loro Pokémon, uno dopo l’altro.
In breve saranno centinaia, migliaia!
Anche il Campione ed i Capi Palestra saranno trascinati dalla corrente e diventeranno a loro volta innocui. Avere i Pokémon equivarrà ad un crimine! E alla fine il mondo cambierà.-
-Da come parli più che la liberazione dei Pokémon sembra che tu voglia il controllo del mondo. Se i vostri ideali fossero sinceri non li terreste nemmeno voi. E non sperare che vi lascerò fare i vostri comodi, vi metterò tutti al vostro posto: in un manicomio.- disse Touko con sospetto.
Ghecis sorrise, ma non commentò e continuò imperterrito il suo discorso.
-La pietra da sola non basta per ottenere il riconoscimento del Pokémon leggendario e neppure ti garantirà il titolo di Eroe.-
-Io non voglio il “titolo di Eroe” come lo chiami tu. E “il Pokémon leggendario” ha un nome: si chiama Reshiram. Sei pregato di tenerlo a mente.- disse Touko, la fiamma della battaglia ardeva con prepotenza negli occhi.
-Senza contare che vi dimenticate sempre un particolare: Pokémon ed umani si cercano a vicenda, non importa quello che farete.-
Come a confermare le sue parole la sua Squadra arrivò mettendosi attorno a lei come per proteggerla, anche se Ghecis e i suoi ancora non avevano ancora dato segno di attaccare.
Ghecis concesse a Touko un’occhiata gelida, ma quando si iniziarono ad intravedere Belle e Komor in lontananza decise che non era più il caso di rimanere. Il Trio Oscuro lo accerchiò e sparirono senza lasciare traccia.
-Touko!- la voce di Belle si sentiva a metri di distanza come se fosse a pochi centimetri dall’orecchio.
I due Allenatori ripresero fiato prima di constatare che il Team Plasma si era defilato e che l’amica era illesa.
-Certo che ci provi gusto a farti rapire…- commentò Komor aggiustandosi gli occhiali.
-Sono loro che mi stanno appiccicati!- replicò Touko risentita.
-Cosa volevano?- chiese Belle preoccupata.
-Farmi rinunciare… credo…-
Komor si arruffò con violenza i capelli.
-Komor?- chiamò Belle preoccupata.
-Non importa quanto siamo attenti: sono sempre un passo davanti a noi.-
Touko non rispose.
Credi che si arriverà davvero ad uno scontro?
«Vorrei dirti che non sarà così, ma non ne sono del tutto convita. Verità ed Ideali sono opposti, dal momento che gli obbiettivi che un essere vivente si pone di raggiungere sono spesso contrapposti con la realtà.»
Ma…
«Ma è anche vero che insieme possono sostenersi. Siamo due metà di un unico essere diviso molti secoli fa per poter proseguire strade diverse, eppure anche noi abbiamo un punto di incontro ai confini di noi stessi.»
Quindi c’è la possibilità che la lotta venga evitata!
«Questo dipende solo da voi.»
-Touko?- la voce di Belle la richiamò alla realtà.
-Sì?- chiese leggermente spaesata.
-Tutto bene?-
-Sì… stavo solo pensando se esiste un modo per non arrivare allo scontro.- rispose stringendo gli spallacci dello zaino.
-Credi davvero che ci sia?- chiese Komor dubbioso.
Touko guardò per un attimo la sua Squadra.
-Non lo so…- ammise con tristezza.
-Beh… se esiste sono sicura che lo troveremo.- disse Belle entusiasta.
-Giusto. Per adesso limitiamoci a raggiungere Boreduopoli.- disse Komor facendo segno di seguirlo fuori dal Ponte Propulsione.
 
Uscirono su una stradina commerciale, un enorme supermercato faceva la sua bella figura al centro di uno spiazzo erboso.
Non si fermarono molto, solo il tempo perché Belle recuperasse alcune bibite da un distributore.
Boreduopoli era giusto dietro l’angolo.
Una volta arrivati, tuttavia, non ebbero nemmeno il tempo di guardarsi intorno perché la figura ormai ben nota di Nardo si parò loro davanti.
-Ehi, ragazzi! Da questa parte.- sembrava terribilmente serio.
Bizzarro per un tipo come il Campione di Unima, il che mise ancora di più sull’attenti i tre Allenatori.
L’uomo condusse i ragazzi verso uno spiazzo dove era radunata una cospicua folla di curiosi. Ad attirare in quel modo l’attenzione non era altri che Ghecis con alle spalle un’intera squadriglia del Team Plasma, esattamente come Touko e gli altri lo avevano visto per la prima volta a Quattroventi.
Il gruppetto andò in fondo alla folla per poter origliare quello che Ghecis stava farneticando.
-Quel bugiardo di Ghecis! Sta facendo di tutto per abbindolare la gente con le sue chiacchiere!- imprecò Nardo con la voce più bassa che riuscì a tenere.
-Ascoltate, N il nostro Sovrano ha unito le forze con un Pokémon Drago leggendario per costruire un nuovo mondo ideale. In tal modo si ripeterà la leggenda della fondazione di Unima per mano di un Eroe.-
Un lieve brusio confuso emerse dalla folla.
Touko strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne.
Ti sei dimenticato il nome di Zekrom. E Unima è stata creata da due Eroi gemelli.
-I Pokémon non sono come noi umani! Posseggono capacità ancora ignote. Sono esseri dai quali possiamo imparare innumerevoli cose. Dobbiamo riconoscerne i grandi meriti e liberarli dal dominio umano!-
Il brusio riprese, quella volta con più insistenza.
-Aiutate noi del Team Plasma a costruire un nuovo regno! Un regno in cui tutti possano essere liberi! Signore e signori, ridate la libertà ai Pokémon! Con queste parole io, umile Ghecis, vi lascio. Grazie per avermi ascoltato.-
E così il Team Plasma si defilò, sparendo dalla vista dei cittadini che continuavano a discutere incerti.
Touko guardò con disprezzo il gruppo andarsene dalla piazza per poi sparire nei vicoli della città.
In breve gli unici a rimanere in quel luogo furono Nardo, Belle, Touko ed altre due persone. Erano un uomo anziano ed una ragazzina dai voluminosi capelli blu.
-Ma che va dicendo quello? Non ho mai sentito tante buffonate!- esclamò indignata la ragazza.
-Questa Regione è stata costruita grazie alla collaborazione tra uomini e Pokémon! Se i Pokémon non volessero stare con noi, se ne sarebbero già andati via… Con le Pokeball non si possono imprigionare i sentimenti!- disse l’uomo con aria grave.
Nardo lanciò un’occhiata al terzetto di Allenatori dietro di lui.
-Venite.- disse mentre si dirigeva verso l’anziano e la ragazzina.
-Iris, Aristide! Quanto tempo!- salutò agitando lamano.
Fu Iris a rispondere.
-Guarda chi c’è! Nardo!- esclamò sorridendo.
-È successo qualcosa? A parte il Team Plasma, si intende. Non avevi lasciato la Lega per andartene a zonzo per la Regione? Cosa ti porta qui?- chiese Aristide.
-Vado subito al dunque. Vorrei sapere tutto sulla leggenda del Pokémon Drago!- disse con una determinazione che Touko era certa di non avergli mai visto prima.
-Intendi Reshiram? oppure Zekrom? E perché poi? Che cosa è successo?- chiese Iris a raffica.
Aristide riuscì a fermarla con un semplice sguardo.
-Poco fa un tipo losco di nome Ghecis ha detto in un comizio che un certo N ha risvegliato Zekrom.- disse poi rivolto a Nardo.
-Esatto. E quello stesso N ha detto a Touko di cercare l'altro Pokémon Drago!-
-Non capisco… cosa vuole fare? Far lottare due Pokémon Drago solo per affermare le proprie convinzioni? Ma chi è poi questo N?- chiese Aristide confuso.
-Che cosa!? I Pokémon Drago vanno molto d’accordo!- protestò Iris con foga.
-Già... sono gli Allenatori a far lottare i Pokémon tra di loro... Ed è grazie alle lotte che Allenatori e Pokémon si conoscono meglio. Va bene... io mi avvio alla Lega Pokémon. O, per meglio dire, “ci ritorno”. Sconfiggerò quell'N! E gli farò capire io quanto sia fantastico questo mondo in cui Allenatori e Pokémon convivono! Touko! Tu vinci la Medaglia della Palestra di Boreduopoli e raggiungimi! Ti aspetto alla Lega! Preparati! Aristide è un tipo tosto! Aristide, Iris... grazie! Ci vediamo!- detto questo si allontanò in tutta fretta sparendo dalla loro vista.
-Oh… se n’è andato… sembrava quasi arrabbiato… speriamo che vada tutto bene!- mormorò Iris quasi incredula.
-Non ti preoccupare Iris. Lui è il più forte Allenatore di tutta la regione di Unima!- esclamò, forse per convincere più sé stesso che la ragazza.
Di colpo i due spostarono la loro attenzione sul terzetto di Allenatori.
-Come hai detto che ti chiami?-
-Touko…-
-Che strano… è lo stesso nome della figlia di Makoto…- commentò Iris sovrappensiero.
-Conoscete mio padre?- domandò l’Allenatrice.
-Allora sei davvero tu!- esclamò Iris entusiasta.
-È davvero piccolo il mondo.- commentò Aristide.
-In ogni caso, venite a casa mia. Lì saremo tranquilli.- aggiunse il Sindaco inflessibile facendo loro strada.
Touko non disse nulla per tutto il viaggio, non si guardava nemmeno attorno. Si concentrava sui sussurri. Parlavano tutti del Team Plasma, del fatto che se il loro Sovrano avesse davvero Zekrom al suo fianco forse erano davvero nel giusto.
Avrebbe voluto urlare contro tutti loro.
Contro quegli stupidi creduloni che non mettevano in fila due neuroni.
Contro quel branco di decerebrati che seminava solo zizzania.
Contro Ghecis per quell’assurdo lavaggio del cervello.
Contro N per aver dato inizio al percorso che li avrebbe portati a combattersi.
Non si accorse nemmeno di essere entrata in casa di Aristide. Se ne rese conto soltanto perché Darmanitan le diede un colpetto che la riportò bruscamente alla realtà.
Aristide fece accomodare i tre sul divano davanti alla finestra ed Iris porse loro delle tazze di tè fumante. Una volta che furono tutti seduti il Capo Palestra iniziò a parlare.
-Vi dirò quello che so. Un tempo Reshiram, che si risveglierà proprio da quella pietra, e Zekrom, che si è già risvegliato, erano un Pokémon solo.-
-Quel Pokémon e gli Eroi gemelli avevano fondato una nuova Regione, dove Pokémon ed umani vivevano felici!- proseguì Iris.
-Finché un brutto giorno…- esordì Aristide con fare grave.
-I due gemelli si scontrarono: uno ricercava la verità, l’altro gli ideali. Ebbe inizio una lunga battaglia per decidere chi avesse ragione…
Il Pokémon Drago, incapace di schierarsi, scisse il suo corpo, per poter così fiancheggiare entrambi i gemelli…- spiegò Aristide sempre più cupo.
-Reshiram, il Drago bianco, schierata con chi cerca la verità, fautore di un mondo di pace… Zekrom, il Drago nero, schierato dalla parte di chi insegue gli ideali, per un nuovo mondo di speranza.- continuò Iris.
-Dato che i due Pokémon erano in origine un essere unico, avevano pari forza e resistenza. La lotta continuò, sempre più aspra, senza produrre alcun risultato. Finché, logorati dalla stanchezza, gli Eroi gemelli capirono. La ragione non poteva stare da una parte sola e così la lotta terminò.- continuò Aristide.
-Purtroppo, però… i figli degli Eroi cominciarono una nuova lite. Fu allora che Reshiram e Zekrom si abbatterono su Unima, lanciando fiamme e fulmini e distruggendo in un istante la Regione, per poi sparire nel nulla. E la colpa fu tutta degli umani. Se avessero saputo trattare i Pokémon con rispetto, non sarebbe accaduto nulla. Reshiram e Zekrom si erano sacrificati per creare una nuova Regione, dove Pokémon ed umani potessero vivere in pace!- esclamò Iris presa dalla narrazione.
-È vero, i Pokémon non sanno parlare.  E per questo spesso gli umani impongono le proprie idee, facendoli soffrire. Ma malgrado tutto… umani e Pokémon credono gli uni negli altri e si cercano a vicenda. E sarà così per sempre.- concluse Aristide.
-Nulla di più vero.- concordò Iris allegra.
-Non riesco proprio a capire quelli del Team Plasma. Come possono volere che ci separiamo dai nostri cari Pokémon?- aggiunse.
-Quelli sono tutti suonati di base.- affermò Touko.
Komor finì di bere il suo tè con aria pensierosa mentre Belle si guardava la punta delle scarpe.
-Non sapete come si può fare a risvegliare Reshiram?- domandò Komor mentre appoggiava la tazza sul comodino.
-Purtroppo questo rimane un mistero… non ho idea di come possa aver fatto quell’N a risvegliare Zekrom.- rispose Aristide.
-N deve aver fatto qualcosa che a Zekrom abbia suscitato una particolare reazione emotiva. Magari un comportamento che gli ha ricordato il primo Eroe degli ideali, magari gli ha mostrato la sua strada degli ideali…- ragionò Iris.
Nella stanza scese il silenzio. Non riuscivano a venire a capo di quell’enigma.
-Beh… immagino che capirò cosa fare al momento giusto. In ogni caso ho fatto una promessa. Quindi Aristide preparati perché quando mi vedrai alla Palestra ho intenzione di vincere.- disse Touko alzandosi seguita da Serperior ed Umbreon (gli altri erano dovuti rientrare nelle Pokeball o il salotto ne sarebbe stato invaso).
-Ti aspetto.- rispose Aristide mentre i tre Allenatori si dirigevano verso il Centro Pokémon.
***
Touko passò la notte a rigirarsi nelle lenzuola.
Non riusciva a prendere sonno.
Doveva battere Aristide al più presto e dirigersi alla Lega.
Doveva battere N.
Ma lei non voleva nemmeno lottare contro di lui.
Silenziosamente si alzò dal letto e si diresse, in pigiama, appena fuori dal Centro Pokémon. Si sedette sulla panchina stringendosi le gambe al petto.
Si sentiva profondamente triste, un enorme peso sul cuore che non accennava ad alleggerire la morsa che aveva stretto su di lei.
Che cosa doveva fare?
Le sembrò di sprofondare in una voragine senza fondo.
Non era pronta per quel confronto e non lo sarebbe mai stata.
Strinse lo Yang con tutta la forza che aveva nelle dita finché non lasciò il segno sulla pelle.
«Saremo insieme in questo.»
Grazie.
«Non parlo solo di me, anche Serperior, Umbreon, Darmanitan, Deino, Galvantula ed Archeops sono al tuo fianco e non ti lasceranno mai.»
Touko sorrise e si asciugò le lacrime che solo in quel momento si era resa conto di aver versato.
«Ora ti conviene rientrare, o ti prenderai un malanno.»
La ragazza rise piano, ma non discusse e rientrò nella sua stanza.
***
Toc, toc
Ma chi poteva bussare alla porta a quell’ora di sera?
Possibile che la professoressa Aralia si fosse dimenticata qualcosa durante il pomeriggio trascorso insieme?
Toc, toc
-Arrivo!-
Aki mise velocemente una vestaglia per essere un minimo più presentabile ed andò ad aprire alla porta.
Quando vide l’uomo sulla soglia il suo corpo si paralizzò all’istante. Il cuore batteva furiosamente nel petto, come se volesse uscire dalla cassa toracica. Si chiese se stesse sognando.
-M-Makoto?- chiese timorosa, immobile sulla porta.
Quello sorrise, un sorriso di scuse, ed allora seppe che era tutto reale.
Calde lacrime cominciarono a scorrerle incontrollate lungo le guance. Senza pensarci un attimo di più gettò le braccia al collo al marito, del tutto intenzionata a non lasciarlo andare.
-Mi spiace… averti fatta preoccupare tanto.- disse l’uomo accarezzando delicatamente i capelli castani della moglie.
Lei non disse nulla, si limitò a stringerlo più forte.
La loro famiglia non sarebbe più andata in pezzi.




*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Che dire... drastico cambiamento per quanto riguarda l'atteggiamento di Touko, ma penso che non potesse andare diversamente, dopotutto una situazione del genere dev'essere terribile da sostenere, no?
I battuta-e-risposta comunque rimangono.
Quello che avete letto sul Ponte Propulsione non è altro ciò che (a grandi linee e togliendo una buona quantità di insulti) volevo dire a Ghecis la prima volta che ho giocato a Nero.
Finalmente siamo a Boreduopoli, l'ultima tappa di questo viaggio prima della Lega.
Come verrà gestita la cosa?
Beh... lo scopriremo solo vivendo ;p
Ringrazio con mille inchini e giochi di coda Alex Ally per aver recensito e tutti voi che continuate a seguirmi :D
Noi ci vediamo la prossima volta con Un palazzo dal sottosuolo
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
 
   
 
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