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Autore: Hikaru_Tsuki    18/10/2018    1 recensioni
Sapete, dire che non abbia mai voluto diventare qualcuno... è mentire. Chi non ha mai sognato di vivere un'avventura degna di un romanzo? Ed ecco come, io una nerd patentata, sono finita per realizzarlo per davvero il mio sogno. Certo ho sofferto, tanto. Le cicatrici che ho lo dimostrano.
Ma grazie a me, beh i draghi non sono del tutto spariti. Quella che state per sentire è la storia di come una ragazza inutile sia diventata una vera Vichinga.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Drago Bludvist, Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie ' Le Disavventure dei Haddock e dei cavalieri di Berk'
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Verso Berk.































Guardandosi intorno pensò ad un piano, adesso che era nel passato era letteralmente nei guai perché, uno non sapeva il latino parlato ( a parte qualche frase tratta da qualche versione memorizzate anni prima) due, con sé aveva gli euro no le monete romane. Ritornò dal mercante con le cartine e le osservò in silenzio. Erano tutte con la raffigurazione di Roma. Indicò all’uomo se per caso avesse cartine oltre, principalmente quelle del nord e lui le sorrise credendola muta, le mise davanti una cartina più completa. Poteva vedere quella che assomigliava vagamente alla Francia, chiese gestualmente se ne aveva una ancora più del nord e lui le sorrise ammiccando. Victoria non comprese bene ma quando vide una mappa piena di piccole isole la osservo meglio, intanto l’uomo parlava ma un termine la colpì, era certa che l’uomo avesse detto Berk. Quindi Berk nel passato esisteva davvero chiuse gli occhi pensando cosa fare quando decise di prendere una dell’Italia, una della Francia con raffigurata una porzione della Germania e quella dove avrebbe trovato Berk. Doveva andare là, magari avrebbe trovato salvezza. Mostrò all’uomo che non aveva soldi con sé con le dita è l’uomo le indicò la mano, era l’anello di finto oro comprato nel mercatino vicino casa, la ragazza sorrise e glielo diede senza far problemi stava per andare via quando prese un’altra importante decisione. Non poteva di certo viaggiare vestita con i vestiti moderni.

Il suo drago la aspettava seduto sotto un albero come una persona con la testa inchinata di lato, la ragazza rise mostrandogli tutte le cose che aveva comprato, in fin dei conti aveva scambiato tutte le sue bigiotterie e alcune delle cose che aveva nella sua borsetta, non era una grande perdita, le importava solo di lasciare al collo la collana che suo padre le diede da bambina, un bellissimo cuore di Swarovski e l’anello di argento, regalo di sua nonna.

Mise tutte le sue cose vicino al drago e andò a raccogliere della legna, aveva del lavoro da fare quella sera. Mise su un falò e grazie alla sua luce riuscì a buttare giù una bozza di quella che sarebbe stata il suo primo modello di abito vichingo. Convinta del suo lavoro prese il coltello che aveva comprato e il tessuto verdognolo, mentalmente ringraziò sua madre di averle insegnato a cucire e in fin dei conti riuscì nel suo intento, si era ispirata a come si vestiva Hiccup, almeno nei film, poi si vestì in fin dei conti le piaceva il verde. La maglia le faceva da vestito e raggiungeva fin sotto le ginocchia, con un pezzo di stoffa rimasto lo usò come cintura e riuscì ad alzare il vestito fino alle cosce. Per i pantaloni, era indecisa se farne uno nuovo o di usare i suoi jeans sintetici neri, era pur sempre nel passato e perciò si disse che meno attenzione attirava con il suo vestiario più era al sicuro. Il restante del tessuto rimasto lo lasciò da parte, se voleva davvero andare a Nord le sarebbe servito come coperta durante il viaggio. Vestita, bene o male come una finta vichinga si mise vicino al fuoco che era riuscita a montare grazie all’aiuto del suo drago, prese le mappe e le mise una sopra l’altra nella speranza di completarle..

« Bene noi siamo qui, Roma…e dobbiamo andare… qui. » Sospirò passandosi una mano sulla fronte. Se non ricordava male la durata via aerea da Roma verso la Norvegia non superava le quattro ore, non sapeva calcolare la velocità del suo amico e il clima. Ma non si arrese. Con un bastoncino segnò una linea del viaggio che aveva pensato, ossia di volare verso Londra, li avrebbe chiesto. Era certa che in quelle isole del Nord Berk non poteva che non essere famosa.
Accarezzando il suo drago tirò fuori per la prima volta il suo cellulare aveva la batteria carica, ma non le interessò, mise l’app bussola e la mise sulla cartina coordinandosi per sapere da che direzione partire. Se non avesse dato ascolto a quelle lezioni noiose a scout sullo orientamento in quel momento sarebbe ancora cercando di capire cosa fare.

Una ventina di minuti dopo, Victoria era già in groppa al suo Drago e gli indicò la direzione. Come prima, si tenne stretta ma non urlò, e per i due fu un grandissimo passo in avanti.

Fu un volo piacevole per entrambi, la ragazza ne approfittò e raccontò tutto. Tutta la sua vita anche se ogni tanto dubitava che il drago veramente la capisse, ma non le interessava trovava rilassante e divertente parlare con una creatura cosi intelligente.

Aveva da poco finito di parlare quando si rese conto che il cielo notturno non era più cosi scuro, che stava diventando celeste. Avevano volato per tutta la notte.
Il pensiero risvegliò la sua fame, era da oltre ventiquattro ore che non mangiava, beh la colpa la dava all’adrenalina.

« Amico, troviamo terra e facciamo una bella colazione? » Chiese accarezzando il muso del drago. Un rumore in lontananza la fece drizzare, riconosceva bene quel suono. Un fulmine.
Sin da bambina ne era attratta, ascoltare la pioggia la rilassava. Chiuse gli occhi iniziando a sentire il vento tipico della pioggia. Stava per ridire al suo nuovo compagno di scendere quando lo vide drizzare la schiena e un fulmine venire verso la loro direzione.
Urlo terrorizzata aspettandosi di morire quando lo vide aprire la bocca come se stesse mangiando il fulmine. Per un momento le sembrò uno Skrill.
« Tu… Tu MANGI I FULMINI?! » Il drago la ignorò, era occupato a ringhiare a bassa voce mentre iniziava a perdere quota per trovare terra e non ci misero tanto.

Victoria era ancora confusa riguardo la storia del fulmine e quando scese con tutte le sue cose dal drago gli girò intorno confusa. Sembrava normale, aveva dal nulla assorbito un fulmine e sembrava normale.

« Quindi mangi solo fulmini o altro? » Chiese inclinando la testa, il drago si mise seduto, e lei vide che sotto, nella parte del petto e pancia, brilla radiando energia.

« Tu non lo mangi, lo accumuli cosi poi lo usi come colpo giusto? È strabiliante! Cioè non sei come uno Skrill tu semplicemente lo mangi… Sei… wow! » Il drago rise in quel suo modo adorabile che Victoria si era innamorata.

« Bene andiamo a mangiare, o almeno ci tocca cacciare, tu come te la cavi con la caccia? Io faccio altamente schifo... sai una cosa? Credo di averti trovato un nome… Mangia-Fulmini, ma per tutti Fulmine che ne pensi? » Il drago si mise su quattro zampe e le si avvicino leccandole la faccia felice. Poi le sbuffo sul viso e corse via.
Victoria rimase confusa non capendo, l’aveva abbandonata. Rimase qualche minuto osservandolo correre e poi prendere il volo. Senti le ginocchia cederle, si aspettò un impatto doloroso ma invece fu soffice, non capendo abbassò il capo e vide che si trattava di neve. Era sola. Come mai in vita sua.

Per fortuna aveva preso il resto del tessuto dalla groppa del drago e se lo mise sulle spalle, iniziando a sentire il freddo, si stava alzando un vento, che presto divenne bufera.

Passarono minuti, forse ore, Victoria stava iniziando a cedere al sonno eterno quando vide un’ombra avvicinarsi, non aveva forze semplicemente si stava arrendendo sempre di più, finalmente aveva trovato qualcuno e l’aveva abbandonata, ora era sola in quella landa innevata, lontana forse kilometri da casa. Quando vide e riconobbe Fulmine un sorriso le spunto sulle labbra. Il drago le corse con qualcosa che pendolava dalla sua mandibola e spunto a terra quello che aveva in bocca, corse lontano e ritornò con dei tronchi, sputò varie volte del plasma sopra di essi cercando di bruciarli e per fortuna ci riuscì, Victoria ci mise del tempo per riprendere coscienza e guardare male il drago, poi comprese, aveva catturato qualcosa, si sporse e vide che era un pollo. Quasi non ci credette. Lo prese e per la prima volta in vita sua, cucinò un animale cacciato.
I suoi vestiti verdognoli ora avevano delle macchie di sangue e se non fosse stato per la fame che sentiva sarebbe andata a vomitare. Riuscì a mettere sul fuoco il petto e le cosce, per quanto riguardo le ali semplicemente non seppe che fare, li mise da una parte, quando vide che senza problemi Fulmine mangiava gli diede anche una coscia. Dovette attendere che si raffreddasse la sua parte di cibo poi mangiò, non era di certo come mangiare a casa ma si sentiva sazia.

« Quindi sei andato a caccia per me, grazie sei il migliore » Sorrise la ragazza accarezzandogli sotto il muso. Fulmine sbuffò soddisfatto e si sdraiò attorno a lei come nella foresta, rinchiudendola al sicuro. Victoria osservava il fuoco mentre sentiva il sonno arrivare con la sua solita lentezza, rifletteva su quello che le era successo. Di trovare Fulmine, di aver attraversato senza sapere un varco temporale in quel parco, di aver visto e comunicato con un vero e antico romano. Una parte di lei soffriva, anzi piangeva disperata al pensiero di non vedere mai più la sua vecchia vita, un’altra quella che aspettava da una vita questa occasione era ancora su di giri.

Stava finalmente chiudendo gli occhi quando dei suoni la risvegliarono, Fulmine alzò di scatto la testa, le sue pupille erano diventate finissime e ringhiava sotto voce.

Victoria si alzò stringendo fortemente il coltellino che aveva preso al mercatino, e lo puntò in avanti come se fosse un’arma.

Le voci si avvicinavano sempre di più, la ragazza fece un passo in avanti uscendo da quel bozzolo dove Fulmine la teneva al sicuro, e vide il drago mettersi per la prima volta in una posizione di attacco, sembrava una tigre delle nevi.

Affinando la vista vide due figure camminare verso la sua direzione, dal loro tono di voce sembravano discutere vivacemente, non capiva e neanche riconosceva il loro linguaggio, sembrava duro, per niente elegante come quello latino.

All’improvviso qualcosa di nero le saltò vicino, buttandosi su Fulmine, Victoria gridò disperata vedendo l’amico venir attaccato quando vide che non stava combattendo ma bensì giocando rimase non confusa ma di più.

Sgranò gli occhi riconoscendo la bestia sopra Fulmine, la protesi fu la prima cosa che vide, quello non poteva che essere Sdentato.

Una voce con un tono interrogativo la risvegliò da quel momento e la ragazza si girò.

Davanti a lei un ragazzo della sua età, era fermo e la osservava. Non era per niente come si aspettava che fosse, i capelli castani rossicci erano sparsi qua e la senza un ordine preciso, mentre il fisico mingherlino ma alto, sembrava stonare con quello del ragazzo moro vicino poco più basso ma molto più in carne.

Lo aveva riconosciuto solo per la gamba, la protesi di metallo. Quello davanti a lei era Hiccup, e quello vicino era non poteva che essere Moccicoso.

Victoria alzò le mani in segno di resa, non capiva minimante quello che i due le chiedevano, e i due si guardarono confusi.
Fulmine le era tornato al suo fianco sfiorandole il fianco con il muso cercando attenzioni e quando la ragazza si girò vide l’altro drago che la guardava curioso, non si rese neanche conto ma si era ritrovata in ginocchio a grattare il mento ad entrambi ridacchiando divertita. Fu un tocco alla sua spalla a farla tornare in sé, era Hiccup che sorridendole divertito le chiese gestualmente se poteva toccare il suo drago, la ragazza gli rispose annuendo e vide come i due in poco tempo si erano ritrovati a giocare ad acchiapparella.

« Cosi sei il famoso Sdentato, sei meraviglioso, meglio della versione cinematografica » Gli sussurrò la ragazza mentre gli accarezzava il muso, un colpo di tosse la fece alzare e davanti a lei un Moccicoso la guardava con diffidenza, la giovane gli sorrise stendendo la mano.
« Victoria » Disse presentandosi e lui fermo sgranò gli occhi e urlo puntandole la sua ascia. Victoria terrorizzata indietreggiò e fu subito protetta sia da Sdentato che da Fulmine, che aveva lasciato Hiccup e si era buttato per proteggere la ragazza.

« Tu Romanus Est? » Victoria si girò verso la voce, ossia Hiccup. Le poche cose latine che lei ricordava le furono la sua salvezza. Sorrise dolcemente scuotendo la testa.

« No. » Fu la sua unica risposta, e Hiccup sorrise di lato. La sua grande salvezza, due lettere mondiali. Non importava che lingua fosse il no era generico, magari con qualche cambiamento nella pronuncia. Hiccup le tese la mano e si presentò con il suo nome vichingo, ma lei sapeva che in realtà era Hiccup. Solo con l’accento vichingo, anche Moccicoso fece lo stesso e lei ripeté il suo nome. Non aveva capito, o forse non si era resa conto che il suo nome, in realtà era di origine latina. Victoria come la dea, in realtà lei lo sapeva, e ne vantava molto, ma in quel momento aveva del tutto dimenticato che era nel passato dove i romani non erano di certo ben visti.

Hiccup iniziò a parlarle in latino sperando che la ragazza almeno comprendesse quella lingua, ma lei scosse la testa alzando le spalle. Fulmine vedendo la situazione le fu vicino e le leccò dolcemente la mano in una forma di conforto.

Il giovane vichingo non sapeva che fare, grattandosi il mento dove la barba era da poco visibile si girò verso l’amico e gli chiese qualcosa che la giovane ovviamente non comprese. Vide invece dallo sbuffo del vichingo moro che non era una cosa che gli piaceva.
Hiccup saltò su Sdentato, sistemandosi bene e fece segno a Victoria di fare altrettanto su Fulmine, la giovane sorrise radiosa e annuì.

« Mostriamogli di che pasta siamo fatti, Fulmine. » Gli sussurrò mentre gli accarezzava il mento poco prima di vedere Hiccup e Sdentato prendere il volo, poco dopo Moccicoso fu raggiunto dal suo drago e seguirono i primi.
« Ti prego, piano ricordati che non sono protetta qui dietro » Disse poco prima che Fulmine saltasse per prendere quota, come le altre volte la giovane gli strinse con forza le orecchie, solo che questa volta con più intensità, e il drago sbuffò divertito.
Volarono per qualche ora, Hiccup le era vicino e le parlava cercando di farsi capire con i gesti e lei rideva appena per la sua tenacia, Moccicoso era davanti che guidava il gruppo e ogni tanto poteva sentire i due litigare e poi sbuffare allo stesso tempo.

Capii che stavano andando a Berk quando riconobbe le due possenti statue che servivano per illuminare la via alle navi di notte. Sentiva il sangue pulsare con violenza sulle vene, l’adrenalina le era ritornata più potente di prima e quando i draghi posarono vicino alla piazza quasi urlò di gioia.
Era finalmente a Berk.







_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_- Angolo dal futuro -_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-_-





Ecco un nuovo capitolo! Ringrazio chi legge, ma salvate una povera scrittrice pazza, commentate anche solo per salutare T_T

Alla prossima!

Kisssssessss

Hikaru_Tsuki

   
 
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