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Autore: ghostmaker    19/10/2018    0 recensioni
«Questa è la situazione. Gorilla Mangaka è ancora steso per terra, i produttore dicono che senza disegni non possono fare l’Anime e i dirigenti dicono che nessuno vuole fare le animazioni, quindi o (...)
Genere: Azione, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Gintoki Sakata, Kagura, Shinpachi Shimura
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Gintoki siede sulla sua poltroncina della scrivania dando le spalle alle persone che, sedute intorno al tavolo, stanno parlando.
«Abbiamo svolto le indagini in modo scrupoloso, forse troppo scrupolose perché alla fine il Bakufu ha ordinato a Kozenigata-sensei di consegnare tutte le informazioni alla Mimawarigumi e ci ha tolto il caso», dice Haji sospirando.
«Per quale motivo sei venuta qui?» chiede Shimpachi.
«Kozenigata-sensei, valutando la situazione, è convinto che solo voi della Yorozuya potete indagare senza essere costretti, da ordini superiori, a fermarmi. Crede che solo voi siate in grado di smantellare l’operazione illegale che si sta ampliando in questi giorni al porto e che, stranamente, lo shogunato sta coprendo.»
«Perché sei venuta da sola qui da noi,» chiede Shinpachi sistemandosi gli occhiali.
«Sono qui da sola perché sappiamo che Kozenigata-sensei è seguito come un ombra da qualcuno. Giorni  fa’ c’era una persona su un palazzo che lo stava spiando e abbiamo trovato del sangue a terra, segno che altri erano nascosti in quel luogo.»
Tutti aspettano di sentire cosa ne pensa Gintoki. Lui si volta verso di loro; nella mano destra ha una copia di Jump mentre ha l’indice della mano sinistra infilato nel naso. Solleva lo sguardo verso Haji, poi si volta verso Shinpachi ed esclama sorpreso: «E questa qui quando è arrivata?»
«Ohi, ma non hai sentito niente? Ci sta dando un lavoro!»
«Ah», risponde Gintoki con la sua solita faccia stralunata mentre lancia una caccola, appena estratta, addosso a Kagura.
Shinpachi e Haji osservano in silenzio Kagura e Gintoki che si sfidano a chi lancia la caccola più grande contro l’avversario!





ARCO DEL FILLER





2° capitolo - In una riunione tra nemici è difficile aprire una cassa senza litigare


Sfruttando l’oscurità Gintoki e i suoi compagni hanno raggiunto il porto e iniziano a cercare la nave Antares che, secondo le informazioni di Haji, è quella che sta portando il carico più importante; un arma che potrebbe essere in grado di spazzare via una città in pochi secondi, un tesoro di inestimabile valore per chiunque voglia conquistare un potere così grande. Ed infatti non sono soli. Nell’ombra si aggirano altre figure, persone ancora indefinite e sicuramente interessate allo stesso carico. Gli Yorozuya sono i primi a trovare l’Antares grazie al fiuto di Sadaharu però, da subito, Shinpachi osserva: «Che strano. Se è qui il tesoro perché non c’è schierata la Mimawarigumi? Non c’è neanche qualcuno dell’equipaggio a fare da guardia.»
Le parole del ragazzo sono quasi inopportune quando il gruppo, entrato nella stiva, si trova davanti ad una ventina di uomini mascherati che impugnano le loro katane.
«Ecco, Quattr’occhi porta anche sfortuna,» esclama Kagura aprendo il suo ombrello mentre Gintoki, impugnata la spada di legno, sorride lanciandosi contro gli avversari senza pensarci troppo. Avversari che si dimostrano subito deboli e arrendevoli, infatti, dopo che il primo di loro viene colpito, tutti gli altri si raggruppano in un angolo della stiva, piangendo. Gintoki urla: «Ehi, ma che state facendo? Che razza di samurai siete?» Uno di loro si fa avanti tenendo la testa china, si butta in ginocchio e con le lacrime risponde: «Noi siamo solo dei lavoratori del porto. Gli Amanto ci hanno fatto mettere le maschere perché dicevano che le nostre facce erano così brutte da essere insopportabili.» L’uomo solleva il viso da terra, toglie la maschera e Kagura inizia a vomitare, seguita subito dopo da Gintoki. «Voi due cosa avete mangiato prima di venire qui,» urla Shinpachi furente mentre il lavoratore del porto continua a spiegare mostrando la sua katana. «Vedete, sono false, sono oggetti di scena senza punta e senza lama. Sono dei giocattoli. Loro hanno voluto che le tenessimo in mano per far credere che fossimo dei ronin ma nessuno di noi ne ha mai maneggiata una. Vi prego, non uccideteci, abbiamo famiglia.»
Shinpachi osserva la stiva e si accorge di un'altra verità. «Dimmi, ma questa stiva è vuota, cosa dovevate proteggere?»
L’uomo risponde abbassando nuovamente il capo fino a terra. «Questa stiva è il nostro dormitorio fino a domani mattina quando l’Antares ripartirà. Qui abbiamo già scaricato le cinque casse che, se non sbaglio, dovrebbero muoversi fra qualche minuto su dei furgoni delle spedizioni. Guardate sul tavolo; lì c’è il piano di trasporto della merce. Per favore non uccideteci.» Il lavoratore teme per la sua vita e non solleva il capo nonostante uno dei suoi compagni, con un filo di voce, gli dica: «Takaya-san, quelli sono andati via.»

Gintoki e gli altri sono usciti dalla nave e cercano di capire dove si trovino i furgoni quando da un angolo buio escono Katsura ed Elizabeth. «Immaginavo di trovare persone interessate all’arma, a questo inestimabile tesoro,» dice Kotaro che, accortosi di chi fosse il suo interlocutore, aggiunge, «ho capito! Finalmente hai deciso di essere il nostro asso nella manica e di aggiungerti con i tuoi compagni alla nostra nobile causa!»
«Zura, non dire scemenze,» risponde Gintoki muovendo la testa velocemente da destra a sinistra per scovare la posizione dei furgoni.
«Non sono Zura, sono Katsura!»
Il loro discorso viene interrotto da altre due figure, un uomo e una donna, che fino a quel momento erano nascoste in un vicolo. La ragazza punta le sue pistole contro i presenti e con tono acido dice: «Dove avete messo l’arma, il tesoro,» mentre l’uomo a passi veloci si avvicina a Kagura dicendole: «Hai sempre un grande spirito ma ti fanno mangiare adeguatamente? Ti vestono in modo appropriato?»
Kagura fa un piccolo salto indietro per allontanarsi dal maniaco mentre la donna urla furente: «Smettila Takechi-san, metti i brividi anche a me, stupido di un lolicon pervertito.»
«Matako-kun, non sono un lolicon, sono un femminista,» risponde l’uomo.
Il battibecco tra i due è bloccato da Gintoki che mostra la sua spada a Matako dicendole: «Kijima! Dovevo immaginare di trovare qui i cani di Takasugi visto l’importanza del tesoro.»
Un altro gruppo di persone appare improvvisamente sulla scena e una di queste, una donna, si lancia verso Gintoki cercando di bloccarlo ma Sakata, fulmineo, evita il contatto rifilandole una bastonata. «Ci mancavate voi,» esclama Gintoki.
La donna, riversa sulla strada, ha un bernoccolo sulla fronte ma ride felice. «Il mio Gintoki ha usato il suo bastone con me.»
«Sacchan! Non dire queste cose; poi dobbiamo scusarci con tutti i capi della redazione per non farci cacciare,» urla Shinpachi.
«Tranquillo Shin-chan. Ricordati che ora scrive quel Ghostmaker-Madao» replica Gintoki  con la sua solita espressione un poco da ebete.
Tra i nuovi arrivati esce allo scoperto Hattori Zenzou. «Yorozuya, Kiheitai, Jouishishi e Oniwabanshuu, ma nessuna presenza della Mimawarigumi.»
Nel trambusto solo Sadaharu sembra essere interessato a trovare i furgoni sui quali sono state caricate le casse e, abbaiando, attira l’attenzione di Kagura che indica subito la cancellata. «Gin-san, eccoli, sono loro, stanno andando via.»
«Forza corriamo a fermarli,» risponde Shinpachi mettendosi la mano davanti al volto per non farsi sentire.
Gintoki e i suoi compagni iniziano a fischiettare mentre si spostano lentamente per raggiungere la cancellata mentre tutti gli altri stanno discutendo su chi ha il diritto di essere il nuovo padrone delle casse. La mossa funziona ma a questo punto sono costretti a correre e gli altri gruppi li seguono pur non capendone il motivo di tanta fretta. Una massa di persone in movimento, tutti inseguono tutti, ma quando stanno per raggiungere i furgoni trovano una brutta sorpresa ad attenderli perché, da uno di essi, escono fuori Hijikata Toushiro e un gruppo della Shinsengumi. Il vice capitano urla: «Prendeteli tutti,» mentre Okita Sogo, con voce calma, dice al suo superiore in grado: «Hijikata, perché non vai avanti tu, sei il comandante. Io mi piazzo qui e quando li hai raggiunti inizio a sparare.»
Hijikata salta giù dal furgone e, sguainata la spada, corre per raggiungere i suoi uomini ma, all’improvviso, si ferma, si accende una sigaretta e voltandosi indietro scorge una luce particolare negli occhi di Sogo e dice: «Sei un bastardo Sogo!!!»
Okita spara subito con il bazooka e tutte le persone presenti nel cortile cercano di ripararsi come possono. Il secondo colpo viene bloccato da Kagura che con il suo ombrello ne devia il percorso facendolo rimbalzare verso i container. Anche Sogo salta giù dal furgone per raggiungere e colpire la sua acerrima nemica; il tutto calpestando il corpo fumante di Hijikata. La ragazzina però non può affrontare l’avversario perché Gintoki la lancia su Sadaharu ordinandole: «Smetti di giocare con il tuo amichetto e seguite il furgone sul quale c’era la Shinsengumi. Quello è uno dei cinque. Qualsiasi cosa succeda le cinque casse sono collegate tra loro quindi se ne abbiamo una chiunque prende le altre dovrà farsi vivo con noi.»

In realtà la battaglia dura poco perché i ninja sono scomparsi più veloci del vento saltando sui vari container, Gintoki e Shinpachi si sono serviti dello scooter per allontanarsi attraverso le stradine strette vicine al porto e il Kihetai non ha neppure partecipato attivamente allontanandosi via mare appena vista la polizia. Solo Katsura ed Elizabeth continuano a difendersi nonostante i loro compagni siano già stati abbattuti dai poliziotti. Hijikata, ripresosi, raggiunge Okita al quale urla minaccioso: «Maledetto, non potevi aspettare? Hai colpito anche dei nostri?»
«Non sei tu che hai detto di prenderli tutti? Devi spiegarmi meglio s dai ordini,» risponde Sogo senza mostrare nessuna espressione in viso.
Hijikata si accende una sigaretta e osserva i due membri del Jouishishi. «Smettetela di fare questa resistenza inutile. Siete circondati. Oggi la Shinsengumi ha catturato un bel pesce grosso.»
«Non sono un pesce grosso, sono Katsura,» esclama infastidito Kotarou  mentre Elizabeth solleva un cartello: [Nessuno ci può prendere oggi!] seguito da un secondo cartello esposto mentre una luce proveniente dall’alto lo illumina [Questo è un raggio per il teletrasporto, addio!]
La luce scompare portandosi via Elizabeth ma, con sorpresa di tutti, non Katsura che, sconsolato, esclama: «Addio controfigura del venerdì di Elizabeth.»


***


Nel piazzale del porto, ora, è tornato il silenzio; suona una sirena e i lavoratori del secondo turno iniziano a prepararsi perché sta giungendo una nuova nave da scaricare ma insieme a loro c’è anche la Mimawarigumi guidata dal vice capitano Imai Nobune. La ragazza apre il telefonino e manda un messaggio con scritto: «Tutto procede secondo i piani prestabiliti.»
  
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