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Autore: Elly78456    19/10/2018    1 recensioni
Non era il suo intento, essere immortale, non era da lui.
Lei invece l’aveva desiderato e l’era diventata.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si alzò dal letto e questa volta non guardò l'ora, prese il maglione e le scarpe e guardando il suo compagno uscì. Fuori dalla stanza si infilò le scarpe e si incamminò verso quell’amato posto. La torre, quella più alta e quella più solida.
La scalinata fu lunga ma come ogni volta si godette tutti i passi e tutti i gradini che lo portavano un po' più vicino alla meta desiderata. Ci arrivò quasi senza accorgersene poiché sugli ultimi gradini i pensieri erano scappati al suo controllo e gli avevano affollato ferocemente la mente.
Come luce divina fu la luce della Luna a riportarlo lì, coi piedi su quei mattoni secolari, rovinati dal tempo e dalle intemperie.
Amava quel posto, quell’aria fredda che gli penetrava con cattiveria le narici facendogli venire le lacrime agli occhi ma poi si abituava e allora quel freddo lo accarezzava dolcemente, quasi cullandolo come le coperte calde e il guanciale in cui la testa gli sprofondava non riuscivano minimamente a fare.
Si sedette sul davanzale stretto per colpa della ringhiera di sicurezza (che a dire il vero poteva essere superata senza fatica) e rivolse uno sguardo alla Luna.
Oh le loro chiacchierate erano magnifiche, a lui piacevano tanto, tanto che spesso desiderava riviverle ma non aveva mai avuto il coraggio di segnarle, di prenderne appunti.
Respirò a fondo e guardò in basso dove quasi non si vedeva il prato sottostante, quella visione gli provocò un brivido malato, tremò per una manciata di minuti, tramò ancora poi chiuse gli occhi e girò la testa in modo da distogliere lo sguardo.
Rovistò nella tasca della felpa e ne tirò fuori un pezzo di stoffa, lacero ma ancora giovane se guardato bene e con coscienza, come se il tempo intorno ad esso si fosse fermato.
In effetti era così, sembra impossibile ma ogni tanto il tempo si ferma davvero, gli anni non vanno avanti, non aumentano, è come l’immortalità eppure è morte.
Ci aveva pensato spesso; l’unico modo per vivere in eterno è morire, brutalmente e improvvisamente, creare scandalo, paura, sentimenti forti che automaticamente (per umana natura) si stampano a fuoco nei ricordi della gente.
Strinse la stoffa nella mano e sorrise amaramente.
Non era il suo intento, essere immortale, non era da lui.
 
Lei invece l’aveva desiderato e l’era diventata.
Nonostante i metri di terra che bloccavano il suo corpo freddo lei viveva ancora nella mente di tutti coloro che l’avevano vista ai piedi della torre. Aveva una posizione spaventosamente innaturale e un’espressione vuota.
Aveva passato lì la notte prima di essere trovata.
Lui dormiva ancora e non era stato svegliato. La notizia gli era stata comunicata solo quando arrivò in sala, dopo essersi svegliato nel letto vuoto.
Gli avevano offerto di vederla un’ultima volta ma lui aveva rifiutato, aveva dato l’ordine di prepararla per la funzione e vietato a tutti di cercarlo, prima di allontanarsi aveva chiesto dove era successo e lì si era diretto, sulla torre più alta.
 
Una lacrima gli scivolò sulla guancia e cadde sulla mano.
 
Arrivato in cima alla torre si era guardato intorno e si era avvicinato ad una delle finestre dove un pezzo di stoffa rossastro sventolava impigliato alla ringhiera arrugginita.
Li si era seduto ed era rimasto fino a tarda notte, filo all’arrivo del freddo e della Luna.
<< Perchè? >>
Guardando il satellite luminoso aveva ripetuto la domanda, urlando questa volta poi era rimasto in silenzio, un silenzio inquieto e soprattutto triste.
Era rimasto ad ascoltare il vento soffiare nel buio senza guardare giù per paura, nonostante l’oscurità, di vedere il segno lasciato da lei.
I servi avevano obbedito e non l’avevano cercato fino alla mattina successiva.

Appoggiò la testa ad una delle colonne e guardò la Luna poi disse un semplice “buonasera”.
Nel villaggio più vicino arrivò di nuovo, come ogni notte, quella voce leggera trasportata dal vento che portava una conversazione vuota, piena di domande senza risposta.
   
 
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