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Autore: Angel TR    19/10/2018    3 recensioni
Raccolta disomogenea | Vari personaggi | Vari rating
#13 Nina - Epilogo.
Vorresti che Steve Fox non esistesse perché così potresti cancellare le tracce del sopruso che ti hanno inflitto.
Storia partecipante alle seguenti Challenge:
'Sfida delle Parole Quasi Intraducibili' indetta da Soly Dea su EFP
“Drabbles, Drabbles e ancora Drabbles” indetta da HarrietStrimell sul forum di Efp
"Just stop for a minute and smile" indetta da Sou_Shine su EFP,
"Things you said" indetta da Juriaka sul forum di Efp
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ultraviolence'
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Nome: Angel Texas Ranger
Fandom: Tekken
Titolo: Singing under the rain
Situazione: Immaginate la vostra OTP nel bel mezzo di un temporale
22. "Me lo presti? Il mio si è rotto l'altro giorno."
Parola: Aiaigasa: ombrello condiviso. A volte la pioggia può essere una buona scusa per “farsi dare un passaggio” sotto l’ombrello dalla persona del cuore.


Catch a wave and take in the sweetness
Take in the sweetness
You want this, you need this
Are you ready for it?
Lana Del Rey - Mariners Apartment Complex


Le formule di matematica sulla lavagna furono inghiottite dal buio e Lili non poté trattenere un sospiro di sollievo. Che liberazione! Davvero non stava capendo niente: la matematica non era propriamente il suo forte.
«Il mio cuore è troppo sensibile per ragionamenti così freddi! La mia mente è troppo elevata per teoremi così statici!» si era giustificata davanti al sopracciglio sollevato di Asuka quando aveva sbagliato il problema. La realtà era che il programma a Osaka era decisamente più avanzato rispetto a quello monegasco ma questo Lili non l'avrebbe mai ammesso. In più, il professore spiegava in un giapponese variegato da un fortissimo accento e, per quanto lei fosse brava, a una certa iniziava a cogliere solo stralci di tutto il fiume di parole che si riversava su di lei.
Sapeva di non essere l'unica contenta di quell’interruzione: a due banchi di distanza, Asuka Kazama ne approfittava per stiracchiarsi, la maglietta di cotone che si tendeva sulla pancia piatta. Un fulmine si schiantò, illuminando il viso della ragazza.
I loro occhi si incrociarono e Lili agitò la mano, come se non fossero state nella stessa aula per cinque ore di seguito. «Ciao, Asuka!» trillò, contenta.
Sentiva gli sguardi dei suoi compagni di classe bucarle la schiena ma non ci fece molto caso: era abituata a essere al centro dell'attenzione. Non poteva farci molto se era favolosa.
Gettò lo sguardo verso le ampie finestre della classe, ora attraversate dalle gocce di pioggia. I rumori del temporale catalizzavano qualsiasi pensiero, come luce per le falene. Che tempaccio… e proprio ora che dobbiamo uscire. Almeno non devo più subirmi le chiacchiere di questo, rifletté Lili.
Poi un'idea fulminante la colpì.
Avrebbe potuto sfruttare quella situazione a suo vantaggio… sono troppo furba!
La campanella suonò proprio in quell'istante. Branchi di studenti stanchi e affamati si riversarono dalle aule, frugando nelle loro borse per trovare gli ombrelli. Lili non si mosse: restò seduta il tempo di incipriarsi il naso e poi aspettò, con le mani graziosamente posate sul banco, che Asuka passasse per mettere in atto il suo astutissimo piano.
Non appena la brunetta fu nelle vicinanze, Lili assunse la sua espressione “Non-Puoi-Mai-Dirmi-Di-No”: broncio alla Brigitte Bardot, occhioni azzurri velati di lacrime, mani che torturavano le lunghe ciocche bionde. Se non fosse stata così sprecata, avrebbe fatto l'attrice a Hollywood. «Asuka, non è che mi presti l'ombrello? Il mio si è rotto l'altro giorno... cosa faccio adesso?» piagnucolò.
Asuka non la degnò di uno sguardo. «Ti fai il bagno.» sentenziò.
Lili le rivolse uno splendido sorriso, da maestra nell'Arte di ‘Orecchie di Campana’ qual era. «Va bene se non vuoi prestarmelo, lo condivideremo! Grazie per il passaggio, camionista!» esclamò, prima di appendersi al suo braccio e stringersi a lei come per ripararsi dalla pioggia.
La brunetta scrollò il braccio. «E mollami, Finta Bionda! Non c'è il tuo autista personale ad aspettarti?» ribatté, infastidita dalla sua morbosità.
Lili sembrò rifletterci un attimo. «Sebastian sarà molto contento di vedermi insieme a un'amica come te, Asuka.» concluse, sprizzando gioia da tutti i pori. «Lo mantengo io l’ombrello perché tu sei troppo bassa.»
Continuò a sorridere anche quando il temporale le investì con tutta la sua violenza e una forte folata di vento piegò le fragili asticelle dell’ombrello. Un tuono vibrò in lontananza.
«Dannazione, oca. Non te ne sapevi andare nella tua limousine?» sputò Asuka fra i denti, suo malgrado costretta a stringersi alla bionda per non inzupparsi.
«Camminare sotto la pioggia fa bene alla circolazione.» spiegò Lili, tutta contenta, nonostante le sue ballerine preferite (marca “Pretty Ballerinas”, colore azzurro cielo) sguazzassero di pozzanghera in pozzanghera fino alla completa distruzione.
Asuka roteò gli occhi. «Veramente ti fa prendere un bel raffreddore. Magari la smetti di scocciarmi.» sibilò. Le scoccò un'occhiataccia quando scoppiò in una risata argentina. «Che ridi, Oca Bionda?»
Lei fissò il suo sguardo azzurro, che ora appariva venato di grigio grazie al cielo plumbeo, in quello scuro di Asuka. «Ti ricordo, ma chérie, che anche tu sei con me quindi, se io mi ammalo, ti ammali anche tu e, a quel punto, potremmo chiuderci in casa e deliziarci con il mio tè portato da Montecarlo.» affermò decisa, già pregustando il momento, ma Asuka le piazzò una poderosa gomitata nel fianco.
«Vuoi mettere la tua schifezzella francese con il vero tè giapponese?» si indignò la brunetta. «Per questo, meriti di farti il bagno.» aggiunse, strappandole l’ombrello di mano che, per altro, non le apparteneva neppure. Aumentò il passo per distanziarla, ignorando il suo urletto offeso -«Sono monegasca, non francese!»- consapevole di essere seguita.
Purtroppo, siccome Asuka possedeva un innato senso di giustizia, lasciò che il seme del senso di colpa fosse annaffiato dai litri di pioggia che il cielo stava versando sulla terra. Stupida Oca Bionda, pensò prima di fare dietrofront per controllare se la rompiscatole fosse annegata. «Lili, scherzavo, torna qui che ti ammali sul serio.» chiamò, reggendo forte il fragile ombrello ormai rovinato.
Si fermò sorpresa quando scorse Lili, i lunghi capelli biondi completamente bagnati, volteggiare sotto la pioggia torrenziale, sorridendo con gli occhi chiusi, come se vedesse qualcosa di meraviglioso dietro le palpebre macchiate di ombretto rosa. L'acqua le aveva sciolto il mascara che ora rigava le sue guance.
«È davvero pazza.» commentò Asuka, continuando a osservarla, incredula. Si affrettò a ripararla con l’ombrello anche se il danno era stato fatto. «Che ti salta in mente?!» la rimproverò.
Lili aprì gli occhi. Nonostante sembrasse un panda, appariva radiosa. «Non è estremamente romantico? La camionista offre riparo alla favolosa dea, che sarei io, ovviamente.» trillò, battendo le mani. «È il momento perfetto per cantare, non trovi?» chiese e, con grande orrore di Asuka, intonò teatralmente “La Vie en Rose”, felice, come se tutti i pezzi del puzzle si fossero incastrati a formare un quadro da ammirare incantati.


Angolo Autrice: fluff ovunque.
Questa è un'altra raccolta (non uccidetemi) partecipante a ben due Challenge! Una è incentrata solo su LilixAsuka, l'altra comprendere più personaggi. Man mano modificherò le note. Spero vi piaccia! **
Baci, Angel

  
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