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Autore: JAPAN_LOVER    19/10/2018    0 recensioni
Gregor Startseva è il giovane allenatore di 34 anni della nazionale maschile di pallavolo, con una lunga serie di successi alle spalle.
Proprio mentre è intenzionato a godersi le meritate vacanze estive, all'indomani di un trionfo che è valso ai suoi ragazzi la medaglia d'argento, viene convocato dalla Federazione sportiva per un nuovo incarico: guidare ai mondiali 12 ragazze a una settimana dagli esordi.
Tra numerosi punti oscuri e mille difficoltà, deve imparare a gestire una squadra di ragazze che non conosce. A suo modo, ognuna gli darà del filo da torcere e, in particolare una, Lucia, la capitana, rivelerà nutrire un'inspiegabile avversione nei suoi riguardi.
La medaglia è fuori dalla portata di mano, ma riuscirà Gregor a domare le sue 12 leonesse e a tornare a casa, senza rovinare molto la sua luminosa carriera?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ARGINARE I DANNI

(Seconda parte)

LUCIA



Sei ancora scioccata per quello che è accaduto una settimana fa, per quello a cui tu e Cristina, vostro malgrado, vi siete ritrovate ad assistere. Ed è forse per questo motivo che oggi non sei riuscita a sorvolare sull’approccio di Startseva, su quelle sue grandi mani finite addosso a Giulia. Ci mancava un altro depravato!
Siete state così bene in quei pochi giorni di allenamento con Paolo, prima che nominassero Gregor Startseva come sostituto di quel porco di Pandolfi. Ti chiedi se fosse davvero necessario ingaggiare un nuovo allenatore quando voi avete già un valido allenatore, il vostro buffo e adorato Paolo!
“Stronzo! – scandisce con foga Camilla – è proprio uno stronzo!”
La sua voce stizzita vi accompagna, mentre attraversate il lungo corridoio per rientrare nello spogliatoio.
Con l’asciugamano, tamponi la fronte imperlata di sudore e non puoi fare a meno di concordare con la tua compagna. Egocentrico, spavaldo, presuntuoso, preoccupato per la sua carriera fino all’ossessione…veramente uno stronzo!
Entrate finalmente nello spogliatoio e non vedi l’ora di gettarti sotto la doccia e scollare di dosso la fatica di una dura giornata di allenamento. Ti siedi sulla panca e per prima cosa ti liberi delle ginocchiere bianche. Le fai scivolare a terra. Prima la destra, poi la sinistra, il fulcro della tua indispensabile corazza.
“Smettila di piagnucolare, Camilla! La stai facendo lunga!” taglia corto Rossella, sciogliendosi la traccia corvina.
Scalci via le scarpe da tennis bianche, e segui passivamente i discorsi delle tue compagne.
“Tu la fai facile! – replica con forza Camilla – non sei tu quella mandata allo sbaraglio. Io non sono una palleggiatrice, sono una schiacciatrice! Ho 25 anni, sono nel cuore della mia carriera e, vedermela rovinare in questo modo, permetti che mi fa rabbia”
“Anche io sono nella tua stessa situazione – osserva Cristina, senza entusiasmo – quando Startseva vorrà metterti in panchina o se ti dovesse capitare qualcosa, ci andrà di mezzo anche la mia carriera. Quindi abbozziamola, per favore, non possiamo farci niente!”
Ridacchi nel vedere Camilla toccarsi una tetta, in segno scaramantico di spergiuro.
“Giusto, atteniamoci alle direttive del boss !” sibili tu, con tono canzonatorio.
“Lasciate in pace il coach Startseva – cinguetta sorniona Giulia, mentre sfila già nuda verso le docce – ha fatto la scelta migliore! Nessun’altra di noi è in grado di ricoprire quel ruolo. Vogliamo provare a vincerlo questo mondiale, oppure no?”
Vedi la tua amica Cristina inarcare maliziosamente un sopracciglio e inchiodare la rossa:
“Wow, Startseva ha già una super fan!”
Giulia ghigna maliziosa e fa spallucce:
“E che male c’è?” replica, mentre la sua schiena candida e sinuosa sparisce dentro una delle cabine doccia.
“Non è male… a me sembra piuttosto bravino! Scolastico, pignolo, ma bravino! Da qui ad amarlo ce ne vuole, però credo che stia dando il massimo” osserva Rossella.
“E’ solo un mercenario! – sbotti, stufa di tutte quelle chiacchiere su quell’ elemento – a me sembra solo concentrato su sé stesso, quello che gli preme di più e non fare brutta figura!”
“Tu lo detesti – ti incalza Cris divertita – neanche a me sta molto simpatico, però sembra andare d’accordo con Paolo, credo che siano amici, forse non è così male come sembra”
“Paolo è un angelo, neanche la persona più orribile del mondo potrebbe non andare d’accordo con lui!”
“Ma vaaa!” ti rimbecca Cris, trascinandoti nella doccia.
Ridi. Hai ancora il reggiseno sportivo addosso, e fai in tempo a liberartene prima che quelle gocce calde e concilianti raggiungano la tua pelle morbida e chiara .

Sei già pronta. Come ogni sera, aspetti fuori dagli spogliatoi Cris, Camilla e Rossella per raggiungere la metro. Anche se ormai è estate e le giornate sono più lunghe, eviti di prendere sola i mezzi pubblici dopo una certa ora.
Uscite insieme dal palazzetto e vi incamminate verso il cancello. Ti stringi nella felpa nera, e cali sulla testa il cappuccio, dopo un’inavvertita folata di vento.
Camilla ancora non riesce ad accettare la scelta di Startseva, non riesce proprio a digerire la scelta ricaduta proprio su di lei.
“Preferivo di gran lunga Pandolfi, sapete? – insiste, mentre insieme uscite dal Palasport ormai semideserto – era rigido quanto volete, ma almeno ogni tanto dava qualche soddisfazione!”
Tu e Cris vi lanciate una tacita occhiata. Su questo dovete dissentire con Camilla. Lei non ha idea di che persona viscida fosse davvero Pandolfi.
“Pandolfi ci faceva filare dritto, era un generale! A me non manca affatto!” replica Rossella, incrociando strette le braccia al petto.
Nel 2006 ho vinto medaglia d’argento ai mondiali di Londra, nel 2008 medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio De Janeiro, nel 2010 medaglia d’oro agli Europei bla, bla, bla… ma chissenefrega?” Camilla imita sfrontatamente le parole di Startseva nel suo primo giorno di allenamento.
Ridete crudelmente, un po’ come fate voi ragazze quando vi coalizzate, varcando il cancello di ferro battuto. Ma il riso muore sulle vostre labbra quando vedete lì, accanto all’inferriata, proprio Gregor Startseva.
Quelle profonde iridi grigie si posano su voi, in uno sguardo assolutamente indecifrabile, e non avete dubbi sul fatto che abbia sentito tutto.
Vi sentite raggelare e sbiancate tutte. Rimani caparbiamente a testa alta, ma persino tu hai perso in un colpo solo tutta la tua spavalderia.
Camilla, pallida come un cencio, vorrebbe reagire ma le parole le si strozzano nella gola.
Startseva non dice una parola, rendendo il vostro atto meschino ancora più mortificante. Prende tranquillamente da terra il suo borsone da palestra, vi volta le spalle e, a passo lento ma deciso, raggiunge la sua auto, posteggiata tutta solitaria nel parcheggio.
“C…coach! Coach Startseva, aspetti…!” riesce finalmente a dire Camilla, mortificata come non mai.
Lui la ignora, sale in macchina e sparisce imboccando il viale.
Siete rimaste atterrite, completamente senza parole. Solo dopo lunghi attimi, Cris riesce a spezzare quel silenzio imbarazzato, con una delle sue sprezzanti uscite:
“Bella figura di merda!”
“Mortificante!” conferma Rossella, deglutendo vistosamente.
Solo tu non riesci ad ammettere il vostro sbaglio, o meglio, lo ammetti ma sei troppo fiera e orgogliosa per manifestarlo apertamente. Eppure, solitamente non sei una ragazza così ostinata, ma Startseva rappresenta tutte le ferite fresche che ancora ti pulsano vive nel petto. Ogni giorno la sua presenza in palestra ti ricorda Mirko e il suo tradimento, nonché quella feccia di Pandolfi. Inconsapevolmente, Startseva ti ripropone tutto quello che ti è andato storto nell’ultimo burrascoso periodo.
“Ragazze, su andiamo, si sta facendo tardi!” le esorti semplicemente, mentre la luna si staglia ormai alta sul Palasport, tingendo tutt’attorno di notturno cielo.

Entri nel palazzetto, sulle spalle porti il borsone, e sai già che sarà un’altra giornata impegnativa. Ormai siamo agli sgoccioli.
Questa notte non hai riposato bene come avresti dovuto, a pochi giorni dalla partenza per il Giappone. Ti sei girata e rigirata nel letto una continuazione, cercando di immaginarti che tipo di atmosfera avrebbe regnato quest’oggi.
Con la coda dell’occhio noti Camilla e il suo caschetto scuro.
“Camiii!” la chiami, ma non ti sente.
Allunghi il passo per raggiungerla ma lei, con lo zaino in spalla e un sacchetto tra le mani, entra direttamente in palestra, senza passare prima per gli spogliatoi.
Ti avvicini, ma senti quella voce e ti blocchi.
Rimani ferma dove sei, dietro la porta, incapace di continuare fino allo spogliatoio. Una strana forza ti costringe a restare lì in ascolto.
“Cosa significa?”
La voce di Startseva è particolarmente glaciale, sembra quasi infastidito.
“La prego, Coach…” la voce di Camilla è rotta, supplichevole.
“Questo è veramente troppo, siamo all’assurdo!” replica lui, perentorio.
“La prego, Coach, mi dispiace. Questo è solo un piccolo modo per scusarmi!”
“Non mi va di accettare, veramente!”
“Mi vergogno per ieri sera. Sono stata sciocca e infantile!” Camilla è mortificata, al limite delle lacrime, tanto da far sembrare Startseva quello spietato.
C’è una piccola pausa di silenzio carica di tensione che a te, nascosta lì dietro, sembra davvero un’eternità. Quasi cominci a temere che ti abbiano scoperta.
“Non tollero questo tipo di comportamento nella mia squadra, non è questo l’atteggiamento che mi aspetto da voi. Non mi va proprio di passare per allenatore-despota, c’è un motivo se tra 12 ragazze ho scelto te. Ti dirò una cosa, Bigonciari, non sei tu quella che rischia di più in questo mondiale, hai 23 anni e hai tutto il tempo per riscattarti e credimi, lo farai, perché hai tutte le carte in regole per riuscirci. L’ho visto. Qui, sono io quello che ha solo da perdere dall’esito di questo campionato. Ho 34 anni, e molto più di voi ho a che fare con la Federazione e la stampa, che ti esaltano se hai successo e ti accantonano al primo fallimento. Cara Camilla, te lo dico per esperienza, sei l’unica in questa squadra in grado di sostituire la palleggiatrice e avrai tutto il tempo di dimostrare al mondo quanto vali. Quindi, ve lo chiedo per favore, veniamoci incontro, cerchiamo di collaborare. Una squadra che punta sull’unità è una squadra che può puntare a vincere!”
Ascolti quel lungo fluire di parole, che ti mette quasi i brividi. Le sue parole, la sua voce ferma e intensa. Sembra davvero che stia parlando con il cuore in mano.
“Adesso mi sento uno schifo ancora di più – risponde Camilla, a fil di voce – Coach, ha la mia parola, ce la metteremo tutta anche per lei!!”
Ancora un altro silenzio, che però questa volta ti sembra più rilassato.
“Al cioccolato o ai mirtilli?” domanda infine lui, spiazzandoti anche questa volta.
“Al cioccolato bianco e nero, Coach!” ride Camilla, e questa volta la sua voce è pregna di gioia.
Senti il rumore della carta accartocciata, e poi vedi Camilla uscire di corsa dalla palestra e sfrecciare verso il fondo del corridoio. Lei non ti ha visto, ma tu hai notato un sorriso spuntare delle sue labbra.
Tiri un filo di sollievo. Ti fai ancora più piccola e cerchi di attendere qualche attimo.
“Non lo sai che è cattiva educazione origliare le conversazioni private altrui?” la voce di Startseva ti manda in defibrillazione.
Vorresti sprofondare, ancora una volta quell’uomo ha la capacità di farti sentire piccola. Tu che sei una campionessa, tu che sei una spilungona di 1,90 m ti senti piccina davanti a lui.
A malincuore esci dal tuo vergognoso nascondiglio, non ha più senso nascondersi.
“Mi sono ritrovata ad ascoltare per caso!” replichi, varcando la porta blindata color verde acqua della palestra.
Lui è in piedi, proprio di fronte a te, con un grosso sacchetto bianco. In mano ha un dolcetto che tu conosci bene, uno dei famosi muffin di Camilla, che lui gusta golosamente.
“Mh, davvero?” domanda masticando.
“Davvero!”
“Beh, allora sappi che il discorso che ho fatto a Bigonciari vale anche per te, anzi, vale per tutte quante voi!” ti risponde secco.
“Va bene!” rispondi semplicemente.
I suoi occhi grigi ti scrutano, sembrano proprio gli occhi di un falco. Profondi, intensi, cupi. Si vede lontano un miglio che non ha origini italiane, nonostante parli la nostra lingua alla perfezione.
Onde corvine incorniciano un viso diafano ma reso deciso dalla mascella volitiva, devi ammettere che è un bell’uomo.
Tanto bello, quanto odioso! – non puoi fare a meno di pensare.
“Va bene? – ti incalza – lo dici per via della bella parodia che avete fatto di me ieri o perché vi siete finalmente convinte a giocarvi questo mondiale?”
E’ duro ma ha ragione, sin dall’inizio non siete state molto amichevoli nei suoi confronti e tu ancor meno delle tue compagne.
“Il motivo fa differenza?” trovi il coraggio di dire, ma la tua voce è malferma e tradisce la tua tensione.
“No, non fa differenza, mi basta che vi siate decise a collaborare. Santo cielo, vi abbandonano il coach e la palleggiatrice in un colpo solo e voi vi mettere a fare le ragazzine capricciose? È incredibile, io sto solo cercando di arginare i danni!”
I vostri occhi sono incatenati, ma tu vacilli. Lo fronteggi, lui è più alto di te di appena qualche centimetro, ma ugualmente ti ha atterrita.
“Collaboreremo!” è una promessa.
La tua voce è un sussurro, stai facendo una fatica pazzesca a sorreggere il suo sguardo.
“Grazie!” e ti sembra veramente grato.
Non sai se sia più grato a te o al cielo, ma adesso sembra più sereno, rilassato… fiducioso.
Ti lasci distratte dalle voci delle tue amiche che corrono cariche lungo i corridoi. Guardi un’ultima volta Startseva e senza proferire parola raggiungi le tue compagne negli spogliatoi.

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Ciao a tutti,
piano piano stanno emergendo nuovi dettagli. La partenza per il Giappone è vicina e sembra che Gregor, anche per la performance della povera Camilla, sia riuscito a far breccia nelle sue ragazze.
Spero che la storia stia continuando a piacervi e ringrazio tutti voi che leggete e che avete inserito la storia tra le preferite/ seguite / ricordate! Spero di non deludervi!
A presto,
Japan_Lover < 3
   
 
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