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Autore: Uptrand    20/10/2018    7 recensioni
Raccolta di one shot dedicata agli uomini del primo reggimento dell'iniziativa di difesa galattica.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Foto generica di un salarian presa da internet e che compare nel gioco. 

Il cane abbaiò felice, sedendosi come ordinato dall'istruttore. 
Aveva completato il percorso con successo, trovando la finta bomba. 
« Bravo Dragon. » disse il sergente Ywan Chuli, la sua unità cinofila potenziata aggregata al I reggimento I.D.G. era ancora in fase sperimentale. Con i suoi 160 cm era il soldato più basso della base. 
« Trovo sempre interessante il modo di esprimersi e comunicare degli essere viventi che chi gli è intellettualmente superiore. » affermò Sipaf Pinok, un salarian dall'epidermide rossastra. 
« Cosa? » disse Ywan voltandosi verso di lui. 
« Quel muovere la coda e il resto, un comportamento interessante. » 
« Ah, ecco, per i cani è una cosa normale. Le interessa come gli animali fanno conoscere i loro sentimenti. » 
« Il mio hobby è la conoscenza, credo che il termine che usate voi umani sia... tuttologo. »
« Tuttologo? » 
« Esatto, pero ho notato che spesso ho difficoltà a interpretare le situazione. Ho pensato che studiare gli animali mi sarebbe stato utile per capire gli altri. »
« Come? Non ci vedo niente in comune? » 
« Beh...in entrambi i casi ci sono delle mente inferiori che cercano di farsi capire da una superiore. »  
« Dice sul serio? » 
« Sono sempre serio sullo studio. »
« No, non intendevo questo. »
« Vede un altro fraintendimento, come quello capitato con la moglie del comandante capo. » 
« No, aspetti, cos'è successo con la moglie del comandante? » 
« Come lei sa insegna da istruttore di volo qui alla base, essendo anch'io un ufficiale di volo ci incontriamo spesso. Due giorni fa, decidendo che la situazione fosse adatta per qualche aneddoto comico ho deciso di raccontarne uno. »
« Cosa le ha detto? »
« Le ho fatto notare come tutti gli umani a cui insegnava portassero i capelli cortissimi per sentire meglio il suo seno sulla nuca. » 
« Sulla nuca? Che? » 
« Vede, i piloti per allenarsi stanno in genere seduti in postazioni d'allenamento. Quando l'istruttore Monreau, generalmente si mette alle loro spalle, si china in avanti per indicare un  errore finiva per far sfregare appena il suo seno contro la nuca del pilota. »
« Le ha detto questo? » 
« Certo, mi sembrava una cosa simpatica di cui ridere. »
« Lei come ha reagito? »
« Stranamente è diventata rossa in viso, correndo vi subito dopo. Oh, altra cosa strana, ho l'impressione che adesso i piloti umani mi fissino ma non capisco la ragione. »
Lui sorrise « Già, strano, chissà il perché? » cercando di non dire niente, quel salarian era un suo superiore. Un ufficiale del I reggimento. 
« Ora mi scusi, ho un appuntamento con il comandante capo . Tornerò con piacere a studiare i suoi animali. » 
« Quando vuole. » rispose e quando fu sicuro che si fosse allontanato abbastanza si voltò verso il cane dicendogli « Dragon, c'è gente davvero strana in questo I reggimento. Tra cui la donna che mi piace. »

« Sipaf, ha le informazioni che mi servono? » chiese Steve.
« Si riferisce sull'eventuale utilizzo dei nostri bombardieri pesanti contro gli Yagh? »
« No...per sapere chi ha le tette più grandi. »
« Sul pianeta direi sua moglie o l'umano che lavora vicino alla biblioteca. Però non so se per gli essere umani il grasso accumulato nel petto maschile si possa definire seno. » 
Al termine della spiegazione vide il suo superiore fissarlo con sguardo interdetto. 
« Era una situazione comica, dannazione, voi umani siete troppo...sottili. » rispose sincero.
Steve si massaggiò le tempie, gli capitava spesso quando parlava con Sipaf. 
Il I reggimento era stato messo assieme con quei soldati che avevano un qualche problema con gli altri, niente di serio o criminale ma solo “non adattati” sebbene non al punto di congedarli. 
Sipaf era un esempio perfetto: intelligente, attento ai dettagli, esperto pilota e capace di gestire la formazione di dodici bombardieri pesanti del I reggimento. 
Per contro non riusciva mai a capire gli altri, spesso risultava irritante ai più, parlava troppo e ogni discorso sarebbe finito con qualche auto elogio. 
Il precedente ufficiale del salarian era stato contento di poterlo mandare altrove. 
« Se dovessimo essere dispiegati su Erinle voglio sapere se potrò far affidamento sui miei bombardieri.  Posso contare solo su due supporti dall'alto, uno siete voi e voglio sapere se rischio di rimanere scoperto. » 
Il salarian sorrise « Posso assicurarle di aver messo insieme una strategia più che eccellente. » 
« Bene. » detto questo premette un comando sulla scrivania, facendo apparire un oloschermo. 
« Queste sono le informazioni più aggiornate in nostro possesso, ci sono state fornite dal comandate Peggi e Falso sul posto, su quello che gli Yagh stanno facendo su Erinle. Le studi, se mai ci venisse dato l'ordine voglio che i miei bombardieri siano in grado di dare il massimo danno al nemico. » 
« Eccellente, se mi darà due ore sarò lieto di spiegarle...» nuovamente fu interrotto. 
« Sarà più comodo per entrambi se mette tutto per iscritto. » obiettò Steve, mentre pensava fra se “Col cavolo che sto a sentirti per due ore!”

Era notte su Bekenstein e Sipaf, preso dall'entusiasmo dello studio delle informazioni ricevute si era chiuso in ufficio, era immerso nella ricerca della strategia più valida al punto da ignorare il trascorrere del tempo.
Favorito in questo dalla propria fisiologia che faceva si che ai salarian bastassero solo poche ore sonno. 
Per molti pilotare un bombardiere era facile: quando sei sopra al bersaglio sganci le bombe. Qualcosa di semplice come tirare un sasso in un lago. 
Ma la realtà era un tantino più complicata. Stare in un bombardiere voleva dire trovarsi in qualcosa di lento, grosso e che tutti volevano colpire. 
I pellicani erano i più grossi bombardieri mai costruiti, dei colossi di metallo con la più grande potenza di fuoco mai vista in mezzi di quel genere. 
La loro mole in cielo sembrava quasi una sfida all'antiaerea e ai caccia nemici a buttarli giù. 
Almeno la logistica non era un grosso problema, i nuclei a eezo erano fatti per operare molto a lungo e il carburante non sarebbe stato un problema. 
L'unica cosa che non riusciva a risolvere era dove mettere a terra i suoi dodici bombardieri, se fossero dovuti andare su Erinle. 
Potevano rimanere nello spazio, decollare da una nave in orbita ma questo avrebbe richiesto tempi d'intervento maggiore. 
Il comandante capo, in una riunione, aveva suggerito una strategia estremamente offensiva ma era suo dovere non basarsi solo su quella. 
In questa guerra lampo che lui proponeva, i suoi bombardieri semplicemente non avrebbero avuto il tempo o bisogno di atterrare da qualsiasi parte. 
Una comodità su cui non faceva affidamento. 
Un rumore che avrebbe potuto essere qualsiasi cosa attirò la sua attenzione. Si alzò, sicuro di non sbagliarsi. Troppe volte l'aveva sentito. 
I nuclei a eezo di un pellicano generavano molto energia statica, questa poteva risultare pericolosa e veniva scaricata a terra tramite apposite prese ogni volta che erano al suolo. 
I picchi maggiori si avvevano all'avvio, dove per via del basso consumo raggiungeva presto valori elevati. Una volta in volo il problema si risolveva da solo. 
Scaricare l'energia statica generava un flebile ma costante ronzio come quello che udiva in quel momento. Se non fosse stato per il silenzio della notte, non l'avrebbe nemmeno sentito.
Il vero problema era che nessuno avrebbe dovuto trovarsi in quella parte della base a quell'ora.
Uscì dal suo ufficio percorse diversi metri fino ad arrivare all'origine di quel suono.
Il pellicano era davanti a lui, le luci nella cabina di volo accese ma non vide nessuno. 
« Ehi! » urlò, domandosi se qualche tecnico o pilota non avesse dimenticato il mezzo acceso al termine di qualche manutenzione. 
« Neanche fosse un astroauto! » disse seccato. 
Una figura scura si formò alle sue spalle, alzando un braccio che impugnava un corpo metallico che rifletteva la poca luce proveniente dalla cabina. 
Sipaf si abbassò di scatto, rotolando in avanti e mettendosi subito in piedi scrutando il suo misterioso aggressore. Giusto in tempo aveva udito un rumore alle sue spalle. 
Una forma umanoide, un'armatura nera e senza segni.
Il salarian non perse tempo a cercare altri dettagli, si voltò e scappò. Non aveva nessuna intenzione di farsi coinvolgere in un corpo a corpo, disarmato tra l'altro. 
Lui era un ufficiale pilota, combatteva stando seduto in una cabina. Era fedele al motto “A ognuno il suo.” 
Avrebbe dato l'allarme ma che poi ci pensassero gli altri. 
Il suo aggressore non gli facilitò il compito, costringendolo a fermarsi e a voltarsi per evitare di essere colpito alle spalle. 
Indietreggiò cautamente, andando a sbattere contro qualcosa all'altezza del bacino. 
Si distrasse un secondo, cosa di cui approfittò il suo avversario. 
Solo per istinto riuscì ad evitare ancora di essere colpito, il suo corpo reagì e come prima si tuffò a terra mentre il suo aggressore, adesso urlante, veniva illuminato a giorno da una serie di scariche elettriche.
Sipaf era andato a sbattere contro il cavo che scaricava l'energia statica, lo stesso in cui si era conficcato il coltello della misteriosa figura. 

« Abbiamo subito danni? » chiese Steve il mattino dopo al salarian, il suo pessimo umore era evidente. Dall'allarme non aveva più chiuso occhio. 
L'indagine era in corso, per adesso si sapeva solo che l'intruso era un batarian. Non si riuscivano però a reperire altre informazioni sulla sua misteriosa persona. 
Da quello che era stato rinvenuto pareva interessato a dati sensibili sui bombardieri. 
« Il sistema dei pellicani non pare essere stato compromesso, stiamo comunque aspettando l'arrivo dei tecnici della Noveria Corps per un esame più approfondito. »
« Bene. » mormorò lui. « Immagino che per un pilota sia stata un'esperienza nuova trovarsi il nemico davanti? Contento che lei ne sia uscito vivo. » 
Il salarian annuì « Vero, la definirei un'esperienza elettrizzante. » 
Steve ridacchiò, lasciando il suo interlocutore interdetto « Senza dubbio. »
« Ma io … »
« Adesso mi lasci, questa storia mi costerà parecchie telefonate. Dannazione. » 
Prima che potesse aggiungere altro Sipaf si trovò in corridoio « La mia non era una battuta, queste meccaniche umoristiche sociali non riesco a comprenderle. Ha riso per “elettrizzante” ma non ha fatto una piega quella volta che ho raccontato una barzelletta sugli atomi. Forse non saprà cos'è un atomo? » e andò via, verso i propri uffici.

   
 
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