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Autore: AryaDream    20/10/2018    5 recensioni
Tutti noi conosciamo gli specter di Hades, ma nessuno conosce le loro storie passate prima di diventare guerrieri al servizio del Signore degli Inferi
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Garuda Aiacos, Grifon Minos, Harpy Valentine, Pandora, Wyvern Rhadamanthys
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Appoggiato alla spessa balaustra di marmo,
osservava il sole che, lentamente, sprofondava nell'acqua limpida ed immobile del mare.
una debole brezza scompiglio leggermente i capelli bianchi che sotto il riflesso della luna diventavano argentei, che non sembrava intenzionato a smuovere il suo sguardo da quell'orizzonte rosso sangue. Era come se il cielo stesse piangendo la morte della regina, della quale Edvard non si era ancora reso conto. Osservava il tramonto e, nel frattempo, pensava, in preda all'ira e all'odio.
Ne era sicuro, non si era trattato di un semplice caso di suicidio. Non vi erano giustificazioni sensate che avrebbero potuto giustificare un simile gesto, vi era sotto qualcosa. Qualcosa che, probabilmente era troppo grande perchè l'appena sedicenne Edvard potesse comprenderlo appieno.
Come ultimo erede della casata degli Henrik non era mai coinvolto nelle decisioni da prendere in fatto di politica, a differenza dei suoi tre fratelli maggiori,non era mai coinvolto nelle decisioni da prendere in fatto di politica per la divisione delle piccole isole che facevano parte del regno di Norvegia.
Edvard era nobile di nascita, ma di fatto era al pari di un domestico.
Durante quelle riunioni si limitava a passeggiare per il castello con aria affranta, in attesa che la Sala delle Riunioni venisse liberata ed avere così campo libero per leggere il verbale che veniva stilato ad ogni assemblea. Non aveva mai tentato di convincere il padre di farlo partecipare alle assemblee.
Quello era l'unico modo che Edvard aveva per tenersi sempre informato sulle decisioni reali, sugli editti e, in generale, sulla gestione del regno. Ormai si era rassegnato al suo triste destino di servo, ma, nonostante i suoi immensi sforzi di tenersi sempre aggiornato, molte volte il verbale ometteva le decisioni più importanti o delicate, per evitare che qualche agente al servizio dei regni avversari potesse far tesoro di quelle informazioni e sventare, così, i geniali piani che venivano ideati proprio per indebolire i reami circostanti ed assicurare quindi la supremazia del suo regno. Pensava a suo padre, un uomo senza scrupoli ed impulsivo, non pensava minimamente alla reazione degli aggrediti o alle conseguenze delle sue riprovevoli azioni; la prova della sua scelleratezza disumanità era arrivata qualche settimana prima: Un intera famiglia di nobili che governavano un a piccola isola a pochi chilometri dal regno di Norvegia, era stata condannata a morte.
Furono proprio queste azione a portare alla morte della regina: I nemici del re, in una notte fredda alcuni uomini si infiltrarono nel castello sfruttando un piccolo canale di scolo da tutti dimenticato e, ormai, in disuso. Raggiunsero le stanze del loro obiettivo.
Come delle ombre silenziose sgusciarono all'interno della stanza polverosa. Ed infine la videro la regina, colei che sarebbe morta a causa degli errori del marito, colei che aveva osato sposare un uomo tanto vile quanto malvagio, colei che in tutta quella storia non c'entrava nulla, ma che avrebbe comunque pagato le conseguenze delle gesta di un re malvagio.
Fu un gesto rapido,
Il pugnale venne affondato nella morbida carne della donna, che non riuscì nemmeno ad urlare Tutto ciò che riuscì ad emettere fu un gemito soffocato.
Il sangue rosso prese subito a colarle lungo il petto, l'addome, i fianchi, come un'orrida cascata rossa... In pochi secondi la donna smise di dimenarsi. Il suo corpo venne abbandonato sgraziatamente a terra, i suoi capelli biondi vennero bagnati in pochi minuti dall'enorme pozza di sangue che si allargava sempre più. Gli assassini ripercossero lo stesso tragitto per fuggire. Fu proprio Edvard a ritrovare il cadavere della madre; nel vedere il corpo privo di vita della regina, il giovane principe rimase immobile ad osservare quell'orrore. Tutto attorno a lui iniziava a roteare vorticosamente. La resistenza che aveva inizialmente ostentato crollò improvvisamente come un castello di carte. Senza che se ne accorgesse, Edvard crollò a terra supino.
I suoi ricordi si interruppero in quel preciso istante. Al suo risveglio, avvenuto molte ore dopo, era sdraiato sul letto della sua stanza. La testa gli doleva e sentiva un opprimente senso di nausea irradiarsi fino alla gola ma, nonostante ciò, inizialmente non riusciva a ricordare cosa fosse accaduto, tuttavia, nel momento in cui la straziante immagine del cadavere della madre distesa in mezzo alla sua stanza riaffiorò nella sua mente.
La sua anima, per tutto quel tempo, non aveva conosciuto l'odio, il rancore, il desiderio di vendetta... nonostante le angherie che quotidianamente subiva il principe era sicuro che, presto o tardi, sarebbe arrivata la sua occasione di riscatto.
Nei giorni seguenti alla morte di sua madre cominciarono ad accadere fatti strani: Ogni volta che si trovava solo una voce invadeva la sua mente.
-Risvegliati Stella del cielo nobile-
Il principe Edvard , non riusciva a capire di chi fosse questa voce, ma non gli dava molto peso.
La vita del principe cambiò una sera quando le venne detto la versione ufficiale della morte di sua madre: Ovvero che sua madre si era suicidata. Come molti dei segreti della sua famiglia reale i suoi tre fratelli maggiori conoscevano la verità, ma cercare di convincerli a condividerla con lui era una battaglia persa in partenza.
Era furioso con tutto il suo casato e fu allora che una luce circondò il corpo del principe: Un armatura comparì davanti ai suoi occhi.
Quella specie di armatura rappresenta un Grifone, uccello fantastico della mitologia greca dalla testa e zampe anteriori di aquila e dal corpo di leone. Si raccontava che la sua apertura alare fosse così ampia da bloccare la luce del sole a mezzogiorno e che le sue zampe avessero artigli affilati come spade e dalla forza del re della foresta.
Edvard osservo quella strana armatura, ma poco dopo la sua attenzione venne catturata da una figura che comparve vicino all' armatura.Un uomo dagli occhi e i capelli color oro ed una stella sulla fronte.
Quell'uomo indicò alla la surplice
- La surplice del Grifone ha trovato di nuovo il suo proprietario-
-Surplice?-
-Tu sei Minos del Grifone della stella del cielo nobile uno dei tre giganti degli inferi. Il tuo compito è quello di giudicare le anime che giungono negli inferi.
Sono giunto in queste terre lontani per trovarti: Il compito mi è stato affidato dal Sommo Hades. Tocca la surplice e vedrai che ciò che ti sto dicendo è pura verità-
Il principe Edvard, impaurito si avvicinò alla nera armatura e non appena la sfiorò ella coprì il corpo del giovane.
-Tu chi sei?-
-Chi sono io non ha importanza! Lascia questo luogo e recati in Tubinga, in Germania, al castello degli Heinstein, li troverai la sacerdotessa del signore degli inferi-
Dopo aver pronunciato quelle parole il misterioso uomo scomparve. Edvard indossava una surplice ed era un giudice degli inferi e finalmente poteva riscattarsi. Prima di raggiungere la Germania come gli era stata detto aveva delle faccende in sospeso da risolvere.
Chiuso nel suo studio nelle sue stanze il padre di Edvard. fissava il vuoto, sconcertato per ciò che era accaduto. Avevano colpito la sua regina e se avevano colpito lei anche la sua vita era in pericolo.
Il re era perso nei suoi ragionamenti, fino a quando la porta non venne buttata giù da suo figlio Edvard
-Questo casato morirà questa notte-
-Edvard, figlio mio..-
- Io non sono più Edvard, ma Minos del Grifone, giudice degli inferi fedele al signore degli inferi: Il Sommo Hades-
Non appena disse quelle parole, il re cercò di scappare, ma venne raggiunto dalla velocità che suo figlio aveva acquisito indossando la suplice e muovendo le ali della suplice, creò un potente vento che distrusse una parte del castello e il re venne travolto dalle macerie. Usò di nuovo le ali della surplice del Grifone e spazzò via il corpo di suo padre finendo in mare. La stessa fine tocco ai suoi fratelli e tutti gli abitanti del castello: La famiglia reale degli Henrik era stata sterminata e ora che aveva vendicato sua madre e giudicato la sua famiglia colpevole avvertì una presenza vicino a lui: Era una presenza divina che riconobbe subito come quella di Hades. I suoi ricordi delle guerra passate si erano risvegliate e ora non era più un principe, ma un potente giudice.
La stella del cielo nobile lasciò quella che qualche ora prima era la sua casa, per dirigersi verso la Germania, luogo dove avrebbe conosciuto la sacerdotessa e poi raggiungere gli inferi per occupare il posto che gli aspettava di diritto.


Note Autrice: In questo capitolo parolo di Minos del Grifone uno dei tre giudici degli inferi.
Vedendo l'immagine di Minos di 
https://www.deviantart.com/eeriefaery/art/Griffon-Minos-303984518 ho messo in moto la mia fantasia ed ecco qui un racconto un pò strano sulla vita del Grifone prima che diventasse uno degli specter più forte degli inferi.
Io spero che questa storia su il primo giudice degli inferi possa piacervi.
Mentre scrivevo ascoltavo la canzone "My Immortal degli Evanescence"

 
  
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