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Autore: Moriko_    20/10/2018    1 recensioni
[Writober 2018]
Sulla scia dei prompt offerti quest’anno, un’altra raccolta di brevi storie sui personaggi dell’Universo 10.
1. Invito. [Gowasu, Zamasu - pre Super]
2. Nuvole. [Cus]
3. Insonnia. [Zamasu, Rumsshi]
4. Segreti. [Zamasu (Black)]
5. Futuro. [Cus, Rumsshi, Gowasu, Zamasu - pre Super]
6. Colazione. [Gowasu, Zamasu]
7. Vento. [Lilibeu]
8. Statua. [Rumsshi]
9. Lettere. [Gowasu]
10. Diversità. [Cus, Rumsshi - Gowasu, Zamasu]
11. Caffetteria. [Gowasu, Zamasu]
12. Viaggio. [Jilcol]
13. Quadro. [Jirasen - pre Super]
14. Cucciolo. [Black, Zamasu]
15. Labbra. [Cus, Gowasu]
16. Shopping. [Gowasu]
17. Promessa. [Gowasu, Black - What if?]
18. Ago e filo. [Murisarm]
19. Rubare. [Napapa, Methiop - post Super]
20. Selfie. [Gowasu, Zamasu]
21. Chiave. [Gowasu, Zamasu]
22. Ombre. [Jium]
23. Dormire. [Rubalt]
24. Appunti. [Zamasu - pre Super]
25. Calze. [Cus]
26. Titolo. [Zamasu]
27. Paradiso. [Rumsshi, Cus - linea temporale alternativa]
28. Sciarpa. [Murichim]
29. Colla. [Cus]
30. Matrimonio. [Obuni]
31. Halloween. [Cus, Rumsshi, Gowasu, Zamasu]
"Zamasu sapeva fin troppo bene che la figura dello zombie era solo un’invenzione dei mortali, creata per affrontare con maggiore determinazione la morte… perciò, in quel momento, aveva l’animo sereno."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Black Goku, Gowasu, Zamasu
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Benvenuti nella ventesima storia del Writober: “Selfie”. E anche la seconda colonna è andata!
Allora… premetto che questa storia è nata con uno scopo e ha finito per averne un altro. Volevo raccontare di un Gowasu alle prese con la mania degli autoscatti perché, sì: io li chiamo ancora così XDD, con un povero Zamasu continuamente coinvolto… e, come al solito, sono finita per raccontare di qualcosa di più serio e meno “leggero”. Ma va bene lo stesso: sempre di “selfie” stiamo parlando!
L’idea per la ff finale è nata, più che altro, da un video che ho visto - davvero per caso - tempo fa in televisione: questo, per la precisione. Ammetto che, la prima volta che l’ho visto… ho avuto paura di proseguire proprio perché temevo il peggio per quei coraggiosi (o incoscienti, a seconda del punto di vista) ragazzi che erano stati ripresi. Perciò, consiglio di non aprire il link a chi si impressiona facilmente, anche se alla fine nel video in sé non ci sono scene molto forti ^^”
A questo aggiungiamo uno Zamasu che osserva i mortali… e, voilà! Al di là del carattere di Zamasu, che odia molto i mortali, davvero: ho scritto questa storia per lanciare un appello a chi si diverte a fare questo tipo di riprese. Ad essere sincera il mio consiglio è quello di cercare di smetterla nonostante la tentazione sia forte (anche perché… credo che si possano fare molti like anche pubblicando una foto spettacolare di un tramonto), ma se proprio non ci riuscite… state attenti e fatelo con le dovute precauzioni e protezioni.
Al di là di ciò... piccola regola generale: cerchiamo di amare e apprezzare ogni singolo momento della nostra esistenza, perché quelli più belli valgono più di centinaia e migliaia di like virtuali sui social network!
Detto questo, come al solito vi auguro buona lettura.





Selfie.



「Siamo l’esercito del selfie
Di chi si abbronza con l’iPhone…」


«Questa canzone… Maestro, i mortali non possono aver subito una devoluzione in quel modo, vero?»
Zamasu stava osservando l’attività di un pianeta come Gowasu gli aveva ordinato, mentre in sottofondo era in onda una delle stazioni radio promosse dalle divinità. KamiRadio era la più ascoltata dai Kaiōshin e Hakaishin e, oltre a canzoni provenienti dal mondo divino, ogni giorno trasmetteva la classifica delle hit-parade prodotte dai mortali e quotidianamente ascoltate anche dalle stesse divinità.

「E questa era ‘L’esercito del selfie’ di Takagi & Ketra, con la straordinaria partecipazione di Lorenzo Fragola e Arisa!」
「Devo ammettere che dalla Terra dell’Universo 7 arrivano certe canzoni… che lasciano il segno! Se i mortali potessero ascoltarci direi loro: cari ragazzi, usate responsabilmente i vostri mezzi di comunicazione e non isolatevi guardando uno schermo e ignorando ciò che c’è intorno a voi!」


«Appunto: è quello che dico ogni giorno! Guardi qui, maestro: questi imbecilli non stanno facendo altro che fare questi cosiddetti “selfie” mettendo in pericolo la loro stessa vita e quella degli altri!»
L’apprendista Kaiōshin si alzò di scatto dalla sua postazione, indicando nervosamente la sfera e invitando Gowasu, che in quel momento stava sistemando della documentazione all’interno dei cassetti della loro scrivania, ad osservarla. All’interno di essa vi era una scena che riguardava due giovani ragazzi che stavano percorrendo un precipizio e registrando una live con un selfie stick.
«Sa quante morti assurde si possono evitare se questi irresponsabili diventassero più consapevoli delle loro azioni? Perché i mortali sprecano la loro vita in quel modo, al posto di leggere un libro o passeggiare nella natura?»
Gowasu chiuse gli occhi e non disse nemmeno una parola. Il suo discepolo aveva ragione: quei mortali erano usciti di senno, per compiere quelle - apparentemente per loro - insignificanti azioni. Annuì, portando una mano sulla spalla del discepolo, cercando di fargli capire, silenziosamente, che non aveva tutti i torti.
Nel momento in cui, nella sfera, le due divinità videro uno dei due ragazzi barcollare e scivolare su quel precipizio, Zamasu diede loro uno sguardo truce. Se non fosse stata per la destrezza dell’altro giovane, il quale aveva afferrato in tempo il suo compagno d’avventure, quest’ultimo sarebbe precipitato nel vuoto.
«Io… davvero non li capisco…» sussurrò l’apprendista allontanandosi, a lenti passi, verso l’uscita. «Non capisco cosa ci trovano di così divertente in queste cose…»
Si fermò sull’uscio, appoggiando la mano sul legno della porta ancora chiusa. Gowasu lo guardò ma, ad un tratto, gli si avvicinò e velocemente estrasse il cellulare, puntandolo verso di loro.
«Ma cosa---»
Con un sonoro “beep”, Zamasu potè giurare che dall’oggetto che il suo maestro aveva in mano era stata scattata una fotografia. «Quante volte le ho detto di non fare autoscatti a sorpresa con me presente?»
«Lo so, ma non ho resistito!» rispose. «Eri così triste che ho pensato potesse farti del bene!»

Il giovane sorrise.
Forse, non tutti i selfie erano pericolosi… anche se, a volte, il suo maestro poteva esserlo di più.




A/N [Ovvero: angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]
Morale della favola: ripeto, i selfie sono una cosa buona e giusta… ma cercate di evitare quelli “estremi”, che possono diventare abbastanza pericolosi per la vostra vita e quella degli altri.
A domani con la ventunesima storia, “Chiave”. Una chiave fisica? La chiave del cuore? Chissà…
--- Moriko
   
 
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