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Autore: mioneperdraco    21/10/2018    4 recensioni
“La disgrazia di Min Yoongi cominciò una fredda mattina d’inverno. Lui amava quella stagione, davvero, era una delle poche cose a cui teneva realmente. Aspettava la fine dell’estate con ansia, trepidazione, la vista della neve lo rilassava e l’idea di una cioccolata calda steso al calduccio, nel suo letto, era davvero allettante. Ma proprio durante il corso di quei mesi freddi accadde qualcosa di impensabile.”
Mia seconda storia sui BTS, questa volta il protagonista è Min Yoongi.
Vi piacerà? Chissà 👀
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Si sta svegliando?».

«Che ne so io!».

«Ma se stiamo così strette le mancherà l’aria».

«Sei tu che sei grossa quanto una balena!».

«Lo so da me, perché devi sempre farmelo present-».

«Ecco! Ha aperto gli occhi».

La ragazza aprì gli occhi, era visibilmente pallida e stanca, la lunga frangia che le copriva la maggior parte del viso era stata portata in alto per osservare meglio le sue condizioni. La cosa la mandò in ansia e con fretta la riportò al suo posto, sotto lo sguardo esasperato delle sue amiche.

«Kyung Soon, dovresti sentirti al sicuro almeno con noi» disse puntigliosa Subin, con il suo solito tono indolente e annoiato. Era l’unica nel loro piccolo gruppetto a saper dire le cose in faccia e con un’onestà al limite della maleducazione. Non era una ragazza brutta; le sue occhiaie, il caschetto e il suo modo di fare aggressivo la tenevano lontana dalla maggior parte degli studenti, Kyung Soon ancora non si capacitava di come si fosse unita al loro gruppetto di cozze. Non aveva nulla da spartire con loro, eppure rimanevano tutte e quattro legate, anche dopo innumerevoli insulti. Cinque minuti e pace era fatta.

La mora era davvero molto graziosa, i ragazzi qualche occhiatina la buttavano sempre, ma il suo viso era sempre accartocciato in un’espressione di rabbia. Ciò spaventava i cuor di leone.

«E tu dovresti quantomeno essere gentile con una ragazza che ha accusato un malore!» esclamò, sputacchiando a causa dell’apparecchio ai denti, Eun Mi.

Eun Mi poteva definirsi l’opposto di Subin, i suoi occhi piccoli erano capaci di un forte calore derivato dall’amore, non aveva una “V line” precisa ed era piatta quanto una tavola da surf, ma era un porto sicuro. Per certi versi le ricordava una madre, soprattutto quando in casa sua legava i lunghi capelli castani in una coda disordinata, metteva un pigiama anti-estetico e dava libero sfogo alla casalinga dentro di sé. Preparando dolci e pulendo diligentemente la casa. Dunque il suo modo di fare materno compensava le sue mancanze fisiche. Ma questo i ragazzi a scuola non potevano saperlo, dunque la ignoravano, i canoni estetici erano importantissimi e Eun Mi non né rispecchiava nemmeno uno, era anche fin troppo alta, il suo metro e settanta non aiutava, i ragazzi bassi la osservavano con disprezzo, quelli alti con malcelato divertimento e le ragazze… le ragazze avevano preso ad affibbiarle nomignoli offensivi, solo quando Subin interveniva Eun Mi poteva avere un attimo di pace.

«Forse dovremmo darle qualcosa di zuccheroso da mangiare» se ne uscì Da Eun, guadagnandosi occhiate stranite dalle altre tre.

Da Eun era quella che poteva definirsi “amante del cibo”, la sua robustezza era dovuta a questo e al poco sport. Tra le quattro era lei la vittima preferita, soprattutto da quando aveva iniziato a sviluppare un'acne molto evidente, che metteva in secondo piano i suoi dolcissimi lineamenti, le ragazze cercavano di spronarla, ma lei preferiva sempre seguire la sua routine. Era convinta che non sarebbe mai stata bella e dunque non si poneva neanche la necessità di provare ad esserlo e ciò le infastidiva, soprattutto perché essere belle era una cosa soggettiva, non poteva arrendersi, ma nemmeno pretendere di essere come IU.

Tuttavia era una ragazza molto sincera e amava le persone a lei care, i suoi grandi occhi a mandorla raccontavano solo la verità e le sue guanciotte rosee venivano prese di mira da Eun Mi, che adorava pizzicarle.

«Dove siamo?».

«A casa tua, ovviamente. La scuola ha chiamato tua madre che ti ha portato subito a casa, noi siamo uscite mezz’ora fa» le rispose Subin, Kyung Soon deglutì. La stavano guardando troppo insistentemente.

Mise a fuoco la sua cameretta tinta di celeste e rosa, con motivi floreali e alcuni poster di gruppi kpop ben attaccati alle pareti.

«Oh… già».

Da Eun arricciò le labbra «È spaesata» disse alle altre due, ma la protagonista di quel discorso sbuffò sonoramente.

«Sto bene!».

«Oh sì, così bene che ti sei accorta solo ora di essere in camera tua» le rispose annoiata Subin.

«Ho solo avuto un mancamento».

«Dovuto a…?».

Già, dovuto a cosa? Non ricordava molto, stava parlando con Eun Mi e poi…

Le parole del preside. La scuola che diventerà un collegio. Lei che dovrà separarsi da casa sua, il suo rifugio, per mesi.

Ricominciò a girarle la testa.

Subin se ne accorse e immediatamente le scoccò uno sguardo innervosito.

Non poteva credere che le bastava così poco per entrare in paranoia. Ma Kyung Soon era fatta così. Gli anni che riguardavano elementari e medie erano stati burrascosi, per un motivo che non voleva confessare, e di cui la sua famiglia non si interessava.

Quarta di cinque figli, e seconda femmina, l’attenzione che le davano in famiglia non era mai troppa. Lei era la cervellona, poteva anche prendersi cura di sé stessa senza aiuto, mai pensiero fu più sbagliato. La sua camera era diventata una tana, rientrava da quell'inferno chiamato “scuola” e stava ore a scrivere chiusa per i fatti suoi, con tutti i comfort che richiedeva giornalmente.


Un vero angolo di paradiso.


E ora quello stesso angolo di paradiso stava per essergli strappato via con forza. Tutto a causa di Min Yoongi e gli altri della sua banda di maniaci senza controllo.

«Kyung Soon?».

«È tutta colpa di Min Yoongi» disse, con voce incolore, le labbra strette in una fessura e la fronte tirata per la rabbia.

«Se proprio dobbiamo dire la verità, c’entra anche quel bastardo di Kim Seokjin. È lui che si è scopato la professoressa Jung Yeon Seo l’ultima volta» e Da Eun scoppiò a ridere con malvagità, cosa rara per lei.

«Solo? Quello si farebbe pure la gatta della vicina di casa durante le sue crisi d'astinenza. Immaginate, le regole proibiscono ogni contatto con noi ragazze, Kim Seokjin si dovrà accontentare di Monica» sghignazzò più forte, con lei anche le altre due, tranne Kyung Soon.

«Monica?».

«Monica… la mano bionica!» e giù altre risate isteriche, Kyung Soon si lasciò sfuggire un sorriso.

«Ehi, Da Eun! La tua battuta di merda l’ha fatta sorridere» la informò tra le lacrime Eun Mi.

Subin fu la prima a smettere di ridere, tornando seria.

«Sei una persona insicura, Kisoon» usò il suo soprannome per farla scattare, era raro che Subin usasse soprannomi «Proprio per questo ti staremo vicine». E Kyung Soon sospirò di sollievo, era vero, le avrebbe avute vicino.

«PERCHÉ LE COZZE SVAMPITE NON SI SEPARANO» strillò Da Eun con la bocca piena di non-si-sa-cosa, ricevendo immediatamente uno scappellotto dietro la nuca da parte della stessa Subin, la cui espressione disgustata diceva molto su cosa ne pensava di tutto l’affetto appena dimostrato.

«E magari passeremo un anno tranquillo senza quei sette scapestrati in giro per la scuola» Eun Mi storse il naso, indispettita.

«Jeon Jungkook in giro per la scuola» rabbrividì Da Eun, al ricordo di ciò che fece Jeon al suo compagno di banco.

Il ragazzo in questione aveva avuto la brillante idea di storpiare il nome di Jeon per far ridere alcuni suoi amici, da un normalissimo nome era passato ad essere quello di una marca di cibo per cani. La “Jungcocker”. Quello stesso ragazzo non uscì da scuola con le sue stesse gambe. Il più feroce era di sicuro Park Jimin, ma non si scherzava con Jeon Jungkook.

«Perché insisti nel mettere anche Kim Namjoon in mezzo? È l’unico con la testa sulle spalle» le fece notare Kyung Soon, ma Eun Mi si rabbuiò all’istante.

«Il semplice fatto che li frequenti è un motivo per farlo entrare nella lista» il commento rigido e scazzato fece allontanare di qualche passo Da Eun.

«Ok, non scaldarti».

Eun Mi aggrottò la fronte «Non sto facendo nulla!».

«Ti conosciamo, se ti arrabbi poi te la prenderai con noi».

Eun Mi strinse le labbra, stizzita, e con una mossa fulminea afferrò il piccolo cuscino alla base del letto, lanciandolo con forza contro Da Eun, la quale fu lesta a scansarsi facendo colpire Subin.

Eun Mi si pentì immediatamente, mai provocare Subin.

«Idiota spilungona!».

Kyung Soon rimase a guardare le sue tre amiche che cominciarono a lanciarsi oggetti a vicenda, tra risate e imprecazioni soffocate alla meglio. Pensò che almeno una cosa buona, la vita, si era decisa a dargliela.


“Giusto, ragazze. Noi rimarremo sempre insieme, no?”.


~ ·*· ~


«Porca puttana».

Jimin guardava con dubbio la figura riflessa del suo amico più anziano.

Hoseok dal suo canto si stava trattenendo più del dovuto dallo scoppiare a ridere, Jungkook vicino a lui era ormai andato da una buona mezz’oretta, aveva riso così tanto che era diventato muto, ogni tanto respirava rumorosamente per riprendere ossigeno, ma la vena della sua tempia rischiava seriamente di scoppiare.

«Hyung-ggggffddsd».

Ecco, appunto.

Seokjin lo fissava fin troppo concentrato, in modo decisamente inquietante «Mi ricordi troppo una tipa che mi sono fatto in discoteca, solo non ricordo quando» quella frase segnò la fine anche per Jung Hoseok, che sputacchiando di qua e di là si gettò contro la spalla di Jungkook, creando una sinfonia di strilli acuti e grugniti.

Namjoon, con le braccia conserte, non poteva credere ai suoi occhi.

«Credevo scherzassi quando hai detto di voler fare una cosa del genere».

«Credevi male, amico» gli rispose il più grande, ignorando volutamente quelle oche che si erano impossessate di Hoseok e Jungkook.

Guardandosi allo specchio si trovò incredibilmente bellissimo, l’amica di Jimin aveva fatto un ottimo lavoro. Certo, durante la sua trasformazione si era sorbito le sue occhiate sorprese e le domande scomode, tra cui “Sei uno di quei tipi con gusti strani? Insomma… ti eccita?”

Ma tutto sommato era stata abile. Si guardò ancora una volta con soddisfazione; adesso aveva dei capelli lunghi fino alle scapole, di un nero intenso e lucido, sul viso era stato applicato un leggero strato di ciprea, la fortuna di Yoongi era l’aver una pelle bianco latte praticamente perfetta di natura – per cui ringraziava sua madre – sugli occhi invece era stata applicata una generosa dose di mascara e una linea sottile di eyeliner, e per finire sulle labbra era stato applicato un burro cacao color ciliegia per ammorbidirle. Nessun tipo di blush, quel colorito marmoreo gli andava più che bene.

L’unico che non si era ancora espresso era Taehyung.

Il ragazzo guardava con orrore quel cambiamento, nel suo cervello molti dubbi e domande si intrecciavano, creando una spirale priva di senso. Come poteva un uomo diventare una donna solo grazie al trucco?

Tutto ciò però si risolveva con una sola risposta.

Un power-up.

Il suo Hyung era come Super Mario, gli era bastato un oggetto per poter cambiare forma, ma cosa lo avrebbe fatto tornare com’era prima? In ogni videogioco dopotutto il protagonista tornava sempre al suo vecchio stato.

«È una figata pazzesca» si lasciò sfuggire, lasciando soddisfatto Yoongi.

«Sono immensamente bella» sogghignò, scatenando dei brividi lungo la schiena nel resto del gruppo.

«Hyung, ora basta scherzare» disse nervosamente Jungkook.

«E chi scherza? Voi siete così rozzi. Soprattutto tu, Namjoon» il ragazzo in questione sollevò gli occhi al cielo, prima o poi gli sarebbe passata. Sperò presto, normalmente Yoongi era odioso, ma da donna… oh, da donna era insopportabile.

Yoongi aveva davanti un anno scolastico molto interessante, rise dentro di sé. Era proprio un matto, si rendeva conto da solo che se fosse stato scoperto sarebbero stati guai, non solo per lui. Anche sua madre sarebbe finita nell’occhio del ciclone, era l’unica cosa che lo spaventava davvero, in Corea l’apparenza era tutto e sua madre lavorava come assistente di un CEO importante. Se si fosse venuto a sapere che l’unico figlio di Min Ji Hyo era un furfante pervertito sua madre avrebbe perso il lavoro e la possibilità di trovarne un altro.

Un futuro roseo, insomma.

Per non parlare del suo, di futuro.

Ecco perché Namjoon lo fissava con serietà, lui era l’unico con la testa sulle spalle, lui era l’unico a vedere il male ovunque, lui era… semplicemente l’unico. Quella sua aria così diligente faceva venire l'orticaria a Yoongi, Namjoon non c’entrava proprio nulla con loro, eppure rimaneva al loro fianco, pronto a rimetterli in piedi e rimproverarli con indulgenza, Namjoon era semplicemente così. Namjoon era sbagliato, una nota dolcissima in mezzo al frastuono.

L’unica cosa che li accomunava era l’ambizione.

Namjoon sarebbe diventato un avvocato, gli si leggevano in faccia furbizia e astuzia, tutto condito con saggezza e calma. Poteva crollare il mondo, Namjoon non si sarebbe scomposto. Mai.

Avrebbe di certo reso felice suo padre, che da tempo gli forniva agganci vantaggiosi. Lui era il figlio perfetto, la pietra rara e preziosa.

Spostò i profondi e sottili occhi d'ossidiana su Seokjin, stava discutendo ancora una volta con Taehyung, riguardo a chi dei due stesse messo peggio.

Seokjin avrebbe ereditato l’azienda di famiglia, un grande affare, anche se più di una volta aveva esposto l’idea di aprire un pub. Idea fin da subito accartocciata malamente dai suoi genitori, il figlio maggiore doveva portar avanti il buon nome continuando con la vendita di farmaci, che ormai si tramandava da generazioni. Seokjin ormai aveva accettato quella condizione.

Taehyung era un’incognita. Cambiava idea praticamente sempre.

Un giorno urlava di voler diventare stilista, la sua passione per la moda era veramente radicata a causa della madre, ma il giorno dopo cambiava nuovamente dicendo di voler fare il mangaka. Un vero inferno per i suoi amici, ma tutti sapevano che avrebbe seguito le orme del padre, anche se lui stesso negava, amava viaggiare. Dunque sarebbe diventato un ricercatore come il suo vecchio. C’era ben poco da discutere, quando il padre tornava con un nuovo oggetto trovato durante una delle sue spedizioni a Taehyung si illuminavano gli occhi, e neanche la sua amata console lo avrebbe distratto dai discorsi del padre.

Jimin voleva diventare un poliziotto, e non per volere paterno. La divisa lo affascinava, gli trasmetteva una certa carica di potenza. Visto esternamente, Jimin non sarebbe stato adatto a quel ruolo; un poliziotto cercava di metter fine alle risse, non di crearle. Eppure lo desiderava con tutto sé stesso, era ossessionato dall’essere forte, finora aveva provato la forza fisica, voleva assolutamente provare anche la violenza psicologica dovuta alla vista di uno splendente distintivo.

Detto così era inquietante, ma se conosciuto fino in fondo Jimin rivelava anche un lato più tranquillo, lato che usava per poter mandare fuori strada gli adulti.


“Inutile, rimarrà una vera serpe” pensò Yoongi.


Hoseok, come detto in precedenza, aspirava al mondo dello spettacolo, non si faceva problemi a mettersi in mostra ed era risoluto nelle sue azioni. Calpestando gli avversari, sarebbe arrivato a dove aspirava.

Il vero dubbio lo si aveva con Jungkook in realtà. Sapeva fare di tutto; bravo negli sport, nel disegno, in cucina e in molto altro.
Non aveva mai comunicato che genere di strada volesse intraprendere, rispondeva a monosillabi o liquidava tutto con “è ancora presto”. Si sentiva ancora un bambino, ma come dargli torto? I suoi genitori lo vezzeggiavano come tale, non gli facevano mancare mai nulla, non aveva mai ricevuto un rimprovero fatto con durezza e gli si rivolgevano solo con dolcezza.

Jungkook non riusciva ad uscire da quella bolla di amore, cercava ribellione a scuola proprio per quel motivo.

Yoongi sospirò, cercando di mantenere la calma. Cosa difficile con degli amici del genere, Seokjin se ne uscì con un’allusione abbastanza piccante.

«Dici che lo fai per Minseo, ma condividerai gli spazi anche con altre belle ragazze. Proprio per questo ti invidio, potrai entrare nelle docce e guardarle farsi il bagno. Ti odio, Min Yoongi». Hoseok fischiettò con fare furbo.

«Allora diventiamo tutti delle ragazze!».

«Io mi ci vedo con la gonna».

«Jiminie, tu sei già una ragazza anche senza gonna ~~».

«PROVA A RIPETERLO, TAEHYUNG» si udì il rumore di un ceffone dato con violenza e un gemito sofferente. Namjoon cercò di riportare la calma.

«Non fate gli idioti, i professori non sono così stupidi. L’assenza di un gruppo di studenti si farebbe notare, e poi – senza offesa – anche se questo ipotetico piano andasse in porto, sottolineo “se”, travestiti da donna sembrereste ridicoli» duro e crudele come solo Kim Namjoon era capace di essere, musica per le orecchie di Yoongi in quel frangente.

«Per rispondere alla tua affermazione, Seokjin. Lo faccio solo per Minseo, non mi interessa spiare le altre ragazze» disse quest’ultimo, facendo inasprire l’amico.

«Non capisco questa tua serietà, non hai mai parlato con lei, tanto meno hai avuto esperienze con lei. Perché sei così convinto che sia quella giusta? Ti stai semplicemente privando la possibilità di goderti appieno la tua vita».

Era raro che Seokjin si trovasse in contrasto con il suo migliore amico, Namjoon si grattò il mento pensieroso e Jungkook raddrizzò le spalle, spostando la sua attenzione su Yoongi. Jimin e Tae che si colpivano ripetutamente sotto il ghigno malefico di Hoseok non era più qualcosa di interessante per i suoi grandi e vispi occhi.

«Hyung, rispondi».

Cosa doveva dire? Non lo sapeva nemmeno lui il motivo di tanta ossessione, semplicemente gli piaceva una ragazza e non voleva andare a letto con altre nel frattempo. Non gli sembrava giusto. Non voleva sporcarsi toccando altre.

«Voi non dovete andare a prepararvi per domani? Il vecchio Lee domani interroga, io vado» gracchiò invece, come a scacciare le parole che si erano fatte strada in lui, una promessa.


“Rimarrò vergine fino a quando non incontrerò la mia anima gemella, capirò di averla trovata solo quando riceverò una scossa al petto”.


E quella scossa credeva di averla provata con Minseo.

Di certo non lo avrebbe detto ai suoi amici.



Angolo autrice:


Sono tornata, in ritardo, ma sono tornata!

In questo capitolo presento anche “le cozze”, ormai credo abbiate capito che saranno importanti nella storia, inutile girarci intorno.

Ho anche approfondito un po’ i ragazzi, parlando di ciò che saranno da grandi e mostrando i vari rapporti con i genitori. Jungkook è quello che se la passa meglio… o forse no? Dei genitori come i suoi possono risultare veramente soffocanti per un adolescente.

Come al solito, spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci tengo veramente molto, soprattutto ora che ho l’ispirazione che va e viene, dire che mi sento frustrata è veramente poco. Mi dispiace tantissimo per voi, è sempre una sofferenza farvi aspettare, soprattutto se si parla de “Il richiamo del cuore”, storia a cui tengo tantissimo.

Ma soprattutto, in questo povero spazio autrice, terrei a ringraziare chi ha recensito lo scorso capitolo, sto parlando di:

diabolika14, Katherine_Kookie, Recchan8, I_Want_Wonderland e francess225 .

Grazie mille per il supporto, ragazze! Ho apprezzato moltissimo le vostre recensioni 💜

Vi adoro *^*

Tolgo il disturbo, spero di rivedervi presto 😘
Bye! 👋

  
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