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Autore: Zamia    22/10/2018    1 recensioni
Dalla storia: "Adrien camminava guardingo vicino vicino al muro. Era sfuggito all’autista che l’aveva accompagnato per la lezione di scherma. Quel giorno non aveva alcuna voglia di allenarsi e appena entrato nell’edificio ne era subito uscito. Quell’ora e mezza avrebbe voluto passeggiare, prendersi un gelato, entrare in un negozio di videogiochi; avrebbe voluto fare le cose che facevano i ragazzi normali. Poco prima della fine dell’addestramento si sarebbe rinfilato a scuola e sarebbe uscito tutto trafelato per "la faticosa lezione", pronto per essere riaccompagnato a casa.
"Ahi!" urlò Marinette trovandosi a sbattere contro il petto duro del compagno. "Mi scusi, mi scusi, ero distratta!"
Ma giusto il tempo di alzare lo sguardo che incontrò quello sorridente di Adrien.
"Ciao Marinette. Scusa tu! Siamo destinati ad incontrarci sempre sbattendoci uno addosso all’altro, a quanto pare".
Con uno stile introspettivo sono qui a raccontare uno spaccato della storia di Ladybug e Chat Noir fino alla rivelazione delle reciproche identità.
La storia si pone in continuo agli ultimi episodi della Stagione 2 trasmessi in Italia. Buona lettura!!!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13- Gabriel e Noroo
 
Gabriel si allontanò dalla stanza di Adrien per riflettere su quel nome e sulla frase pronunciata dal figlio - Plagg, abbassa la voce -.
Se il ragazzo fosse stato a telefono, perché avrebbe dovuto invitare il suo interlocutore ad abbassare la voce? Poteva esserci qualche amico nascosto in camera sua? Era assai improbabile.
Tuttavia i dubbi che cercava di scacciare cominciarono a riaffiorare nella sua mente. Adrien nascondeva qualcosa.
Si recò nel covo di Papillon dopo aver attraversato il suo studio e aver preso il prezioso grimorio dall’armadio sigillato dietro il quadro della moglie. Lo lesse e lo rilesse. Non riusciva a decifrarne la scrittura ma guardava le immagini e si chiedeva se tra quelle pagine vi fosse qualcosa che potesse dargli indizi circa l’identità degli eroi mascherati che salvavano Parigi.
Ma il libro conteneva solo immagini dell’abito, dell’arma e del gioiello.
L’anello che era rappresentato, nella pagina dedicata a Chat Noir, assomigliava a quello di Adrien, l’aveva già notato altre volte.
Ma non era un elemento utile per poter essere certi che suo figlio fosse l’eroe. Quello che Adrien indossava poteva essere una banale imitazione venduta ai ragazzi per emulare i loro eroi.
Poi come un’illuminazione pensò che Plagg potesse essere il nome del kwami di Chat Noir.
Era plausibile.
Richiamò Noroo dal suo di miraculous e senza mezzi termini glielo chiese.
"Chi é Plagg?"
"Non lo so, mio signore" Noroo abbassava il capo e tremava alla vista del suo temibile portatore.
"Noroo non mentirmi. Tu sai chi é Plagg, vero?"
"No, signore. Non so di cosa lei stia parlando."
"Noroo, se non mi dici la verità mi trasformerò e invierò non una, ma centinaia di farfalle nere su Parigi".
"Non lo faccia la prego!" singhiozzò il kwami
"Sai che posso farlo ma non l’ho mai fatto perché il mio intento non è distruttivo. Voglio solo gli altri miraculous! Perché se l’amore vince sempre dovrà vincere anche questa volta.."
"Signore..."
"Ti prego Noroo! Sono disperato e disposto a tutto!"
"Dovrebbe pensare al futuro, non al passato…dovrebbe pensare a suo figlio!"
"Di mio figlio mi sto preoccupando! e se stessi combattendo contro di lui? L’ho sentito parlare con qualcuno...qualcuno di nome Plagg."
Bastò l’espressione di Noroo a far comprendere a Gabriel Agreste che le sensazioni che rifuggiva erano reali.
Adrien era Chat Noir.
"Plagg é il kwami di Chat Noir, vero?" domandò lo stilista, disperato.
Il piccolo kwami viola fece solo un leggero cenno d’assenso.
Era preoccupato quanto lui. Cosa sarebbe successo adesso? Questa follia sarebbe finalmente terminata? Papillon non poteva dare la caccia a suo figlio.
Gabriel, come rispondendo ai pensieri che passavano nella testolina di Noroo in quel momento, chiarì:
"Non lo combatterò. Prenderò solo il suo miraculous o farò in modo che me lo dia lui. E quando l’avrà fatto convincerò Ladybug a darmi anche il suo."
Noroo non ebbe modo di controbattere perché in un attimo fu risucchiato nel suo gioiello e Papillon prese il posto dello stilista. 
La sua intenzione era quella di akumizzare qualcuno che rapisse Marinette e provare a convincere suo figlio a dargli il miraculous in cambio della salvezza della ragazza.

Ma tutto poteva essere fatto molto più facilmente a ben pensarci. Avrebbe invitato la ragazza a cena l’indomani dopo l’esposizione del corso di fotografia e avrebbe fatto quel che doveva.
In breve, la decisione fu presa. Disse a Nathalié di avvertire Adrien che suo padre, per farsi perdonare, sarebbe stato contento che il giorno successivo, per festeggiare la sua prima piccola mostra di foto, invitasse a cena a casa i suoi amici più cari: Marinette, Nino e Alya.
Adrien era entusiasta e avvertì immediatamente Marinette.
Convennero nel chiamare Nino ed Alya e invitarli alla mostra e poi a cena.
La telefonata tra Adrien e Nino fu naturale ed entusiasta mentre quella tra le due ragazze fu piena di rimproveri da parte di Alya per non aver condiviso con lei una gioia così grande come quella di stare passando del tempo con Adrien.
Marinette diede le sue spiegazioni balbettando e scusandosi...ma Alya non era né delusa né arrabbiata...le fece capire solo che le sarebbe piaciuto poter condividere la gioia di una delle persone a cui teneva di più in assoluto.
 
Il giorno della mostra arrivò.
Adrien e Marinette ricevettero lodi per il loro lavoro. Erano entrambi talentuosi e creativi e le loro singolari esperienze li rendevano piú maturi e consapevoli degli altri ragazzi della loro età.
 
Ma anche Alya e Nino separatamente ricevettero qualcosa che li rese fieri.
Alya era uscita un attimo dalla sala in cui si teneva la mostra, per andare in bagno e mentre percorreva uno stretto corridoio vide spuntare un omino da un’entrata laterale. Saltò spaventata ma lui le fece cenno di non urlare.
Lo riconobbe allora. Era il maestro Fu.
"Maestro, che ci fa qui?"
"Vi tengo sempre d’occhio, Rena Rouge."
"Shhh, non vorrà mica far scoprire la mia identità segreta!"
Il maestro sorrise. Alya era davvero meritevole di quel miraculous che stava per darle.
"Tieni. Ti ho portato questo." E le porse la scatolina con il ciondolo a forma di coda di volpe.
"Posso tenerlo?" Chiese Alya dubbiosa.
"Devi tenerlo e devi usarlo se riterrai opportuno. Non aspettare che Ladybug te lo chieda."
"E' sicuro, maestro?"
"Si. Fidati e tieni gli occhi aperti. Stasera ho strane sensazioni."
Poco dopo, invece, mentre Nino, lontano da Alya, era intento a guardare le foto, sentì urtare contro di sè un vecchino basso e di origini orientali. Gli chiese mille volte scusa pur non avendo colpa dello scontro ma gli sembrava così indifeso che si era sentito in colpa semplicemente di essere lí in piedi grande e grosso.
Appena infilò le mani in tasca per pescare un fazzoletto per soffiarsi il naso, Nino vi trovò una scatolina. L’aveva giá vista una volta. Gliela aveva data Ladybug e conteneva un bracciale verde in grado di trasformarlo in Carapace.
Lui non sapeva perché avesse avuto questo onore né come fosse finita lí la scatolina. Probabilmente Ladybug era da qualche parte e sapeva che prima o poi si sarebbe scontrata contro un nuovo akumizzato. Forse sapeva già che avrebbe avuto bisogno di aiuto.
Quindi l’accettò di buon grado, fiero di questa nuova responsabilità.
 
Angolo dell’autrice: il gioco comincia a farsi pericoloso, e il maestro Fu lo sente. Ma fino a che punto è disposto a spingersi Papillon? Lo scopriremo nei prossimi capitoli.

 
   
 
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