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Autore: cin75    22/10/2018    4 recensioni
Per chi segue le mie storie, sa che c'è una serie, Slice of Life.
Beh!, se in quelle shot tutto avviene nell'arco di qualche giorno, in questa nuova raccolta tutto accade nell'arco di qualche minuto. Come dire: cotto e mangiato!
E come in quella serie, anche in questa, tanti J2 in tanti modi diversi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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WHO’S NEXT??!!

Jensen è un laureto in lingue e tra le sue conoscenze linguistiche c’è perfino l’arabo , che gli è valso un posto all’ONU come traduttore.
In questi giorni sta tenendo un corso di aggiornamento semantico di alcune strutture letterali della lingua in questione.

“Ok! ragazzi, siamo all’ultima lezione. Procederemo in questo modo.” Iniziò a spiegare, lanciando di tanto in tanto , un’occhiata perplessa ad uno dei partecipanti. “Ora, uscirete tutti dalla stanza e chiamerò uno alla volta di nuovo qui. Simuleremo un discorso. Io parlerò in arabo e chi sarà qui dovrà immedesimarsi nel traduttore di turno. Ricreeremo una situazione stile sala audio dei traduttori ufficiali. Passate questo test ed entrerete in lizza per farmi concorrenza. Ok?!” scherzò per allentare la tensione che si era creata alla spiegazione del test.
“Ok!” risposero i partecipanti.
“Bene. Iniziamo con il primo!” e così dicendo, iniziò la “sessione d’esame” e nelle tre ore successive, il traduttore esperto, aveva esaminato quasi tutti i candidati e quando l’ultimo stava per andare via....
“Sei l’ultimo o c’è qualcun altro fuori?!” chiese.
“C’è l’ultimo corsista, Mr. Ackles.” gli rispose il candidato mentre riponeva le cuffie usate per l’esame.
“Ok, il risultato ti arriverà sia per posta che per email, ma ….non sei andato male.” lo rassicurò.
“Grazie, signore!” e aprì la porta mentre Jensen, sistemò qualcosa tra le sue carte, dando le spalle alla porta.
Nel frattempo…
“Chi è il prossimo?!” fece senza girarsi, e quando la sentì chiudersi, si voltò e il suo viso si vestì di stupore. “Ma si può sapere tu che ci fai qui?!” fece al giovane che si era poggiato con le spalle alla porta che si era chiuso dietro.
“Volevo ampliare le mie conoscenze linguistiche!”, rispose Jared, che era collega nonchè suo compagno nella vita da ormai 4 anni.
“Seguendo solo questa sessione e tentando il test?!” lo provocò , Jensen, sedendosi sul bordo della scrivania che aveva dietro.
“Ho un buon orecchio. Dovresti saperlo!!”
“Sul serio?” ironizzò senza cattiveria , il biondo.
“Sul serio!!” convenne deciso, Jared.
“Ok! Vediamo e….sentiamo allora!” disse vestendosi di nuovo da “tutore linguistico.”

Jensen gli si mise di fronte e pronunciò la prima frase in un arabo perfetto.
Jared lo fissò e poi con fare deciso, tradusse: “Miei onorevoli colleghi...
Jensen alzò le sopracciglia, sorpreso della traduzione. Arricciò perplesso le labbra e poi proferì la seconda frase.
Jared di nuovo sembrò pensarci e: “...è per me un privilegio essere qui tra voi!
Jensen, a quel punto, gli si fece più vicino sempre meno convinto. Pensò a cosa dire e pronunciò l’ennesima frase.
Jared sorrise appena e tradusse: “E’ il momento di unire le nostre forze...
E a quel punto Jensen sbuffò indispettito.
“No, è il momento di metter fine a questa farsa!” esclamò convinto.
“Sono andato così male??!” chiese con tono innocente Jared.
“Per l’amor di Dio, Jared!! Non hai beccato una parola nemmeno per sbaglio!!” fece sorridendo.
“Lo so!” ammise candidamente il più giovane. “Ed è per questo che io sono l’esperto linguista in francese e spagnolo!”
“Infatti!! Quindi mi dici che ci fai qui?” chiese lasciando tra di loro sempre qualche passo.
Jared gli si fece più vicino, però e quando i corpi quasi si sfioravano, Jensen fece un passo indietro e guardò di sfuggita le telecamere nella stanza. Jared capì il gesto ma non rinunciò a provocare il compagno.
“Lo sai che mi fai impazzire quando parli arabo.” 
Jensen lo fulminò con lo sguardo e non c’era rimprovero in quel fuoco, ma ben altro incendio. Quindi rispose a tono.
“Se era per questo, posso parlarti arabo quando siamo a casa nostra, tutto il tempo che vuoi!!” replicò con la stessa malizia.
“Mi basta che mi parli così quando siamo….” e si avvicinò suadente. “...a letto.”
“Non ci sono problemi.” fece il biondo cercando di mantenere un certo sopravvento e una certa distanza. “Se vuoi posso anche ripeterti quello che ti ho appena detto!!” e quell’affermazione, Jared strabuzzò gli occhi per la sorpresa.

Cosa mai gli aveva detto? O cosa poteva esserci di eccitante nelle convenevoli frasi di benvenuto dei capi di Stato?

Jensen sorrise predatorio, ma provò un caldo brivido quando Jared si leccò piano le labbra.
“E cosa mi avresti detto?” chiese infatti, il più giovane.

Jensen arretrò appena un po’.
Ripetè la prima frase prima in arabo e poi inglese. “Il solo vederti è per me fonte di immenso desiderio.
Poi la seconda. “Immagino il tuo corpo sudato che conforta i tremiti del mio.
E poi: “La tua bocca voluttuosa che sfama la mia fame di te!
La tua lussuriosa virilità che disseta la mia sete e la tua segreta intimità che accoglie e soddisfa il mio vibrante piacere!” e a quel punto Jared era spalle al muro, il volto in fiamme, il petto ansante e Jensen a meno di un passo da lui.

Jared lo vide fare un movimento leggero con la mano verso l’interruttore delle telecamere obbligatorie in ogni camera o stanza di quel luogo.
“Che ...fai? Che...stai facendo?!” ansimò Jared , ormai prigioniero.
“Ho tutta l’intenzione di mettere in pratica quello che ti ho appena detto, ma di certo non voglio che quelli della sicurezza, sappiano quando è meraviglioso ed eccitante il corpo del mio ragazzo!” rispose con una stoica calma.
“Tu ...tu vuoi….”
Jensen gli sorrise malizioso, predatorio. Impertinente.“Abbiano circa venti minuti, prima che vengano a controllare perché non c’è più visuale qui dentro. Che ne dici?!”

Jared per tutta risposta, ormai certo di avere la giusta privacy, lo oltrepassò e andò verso la scrivania, spostò con urgenza i pochi fogli che la occupavano e poi vi si appoggiò contro, con chiare intenzioni, mentre si apriva sensualmente la camicia, bottone dopo bottone.
“Che fai, non vieni?!” lo invitò, provocando Jensen, con quel poco velato doppio senso.
Jensen lo raggiunse in pochi passi , mentre la cinta dei suoi pantaloni già scattava per aprirsi.
“Tieniti forte e goditi il viaggio!” 

Poi, furono i venti minuti più esaltanti  e appaganti della giornata.




N.d.A.: che dire a mia discolpa?? Quel "Who's the next?" detto da Jensen/Micheal/Dean ha fatto danni!!
Naturalmente, anche se ora mi odiate, a voi la fantasia di immaginare cosa mai possano aver fatto quei due si quella scrivania!!

PS: gruppo WhatsApp??? Who's the next???  ;)

   
 
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