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Autore: pokepony10    22/10/2018    0 recensioni
Non esiste similitudine della vita più vera del ciclo vitale della farfalla. Due storie parallele e l'una il riflesso dell'altra, due storie incrociate tra loro, due personaggi che cercano la libertà in una vita ostile.
DALL'ULTIMO CAPITOLO
- " e la gente non ci crede, non crede nella storia dell'effetto farfalla! Non crede che basta una battuta, una risata, uno sguardo di troppo che dentro di te si crea un uragano, un uragano così forte che finisce per strapparti le ali dei sogni e della speranza... Senza ali cosa posso fare quando oramai sto cadendo dalla cima della mia fortezza...? Vorrei poter volare di nuovo... "-
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Entrai con ancora il foglio in mano ma della ragazza nemmeno una traccia -dov'è?- chiesi a Cristian, il mio collega si guardò in giro -forse è tornata a casa- -va bhe, le parlerò domani- pensai avviandomi a casa.

 

Non ebbi il tempo di girare l'angolo che mi ritrovai la ragazza davanti -tutto bene?- le chiesi -si, ero andata a prendere una copia del prossimo capitolo, vorrei che tu lo leggessi prima che io lo distribuisca- -perché proprio io?- -perché ho visto i tuoi risultati sul sito. Ottimi direi… migliori dei miei- -è solo fortuna, sono solo i primi capitoli- -sempre migliore di me! Prendi sto foglio e tornatene a casa- disse con un tono più infastidito -c'è qualcosa che non va? Dillo dai- -limitati a fare ciò che ti ho chiesto, leggi e dammi un'opinione- concluse andandosene.

 

Rimasi immobile in mezzo alla strada col foglio in mano. Era strano, la furia nei suoi occhi sembrava essere causata da me, ma cosa avevo fatto di male? Pensieroso tornai a casa e mi sedetti sul letto, non misi nemmeno l'acqua sul fuoco, volevo sapere cosa c'era scritto su quel foglio.

 

Quando si compiono i 7 anni è anche l’ora di iniziare le elementari. Nessuno poteva immaginare che più che in un luogo in cui si insegnano i valori e le materie basilari, lì lei imparò ad incassare i colpi. Un fastidioso bambino con un sadico sorriso faceva tornare la bambina a casa piena di lividi, ma ha sbagliato persona, qualcuno che ha ferite profonde dentro, non soffre di certo per quelle esterne. passarono quattro anni di guerra e il bullo fu spostato, ma invece di avere la soddisfazione si ritrovò altri 20 ragazzini contro, pronti a ferire, senza pietà. Sembra che la scuola sia il luogo principale delle disgrazie, prima l’abbandono e poi i colpi al viso, non se lo meritava, ma questo è il prezzo scelto dal karma per la fortuna di una famiglia. Quando il bruco si ritrovò in una nuova comunità dovette affrontare i primi calabroni, minacciosi, pronti a colpire senza pietà ed affamati di lacrime.

 

Leggere mi stancava ed il letto sembrava così accogliente che non riuscì a resistere e mi addormentai.

 

Non sognavo da molto, forse non l’avrei voluto nemmeno fare quel sogno, quel ricordo così vivido nella mia mente. sentivo addosso il bruciore delle ferite, delle ennesime ferite procurate ad un ragazzino delle medie da quattro sbruffoni delle superiori.

 

Tutto sudato andai a farmi una doccia, mi spogliai e mi buttai sotto l'acqua bollente. Lacrime, solo quelle mi bagnarono il viso mentre la doccia sciacquava il resto del mio corpo insaponato. Preso da uno strano stato di debolezza mi accucciai sul quadrato di mattonelle della doccia, la testa tra le gambe e l'acqua bollente che mi percorreva la schiena.

 

Sentivo freddo, aumentai la temperatura ma i brividi rimasero lì, fermi a ricordarmi quanto fossi debole. Le ferite rimarginate del passato iniziarono a fare capolino, le lacrime si mischiarono all'acqua e i singhiozzi furono l'unica cosa che si sentiva in casa.

 

Dopo diversi minuti chiusi l'acqua e decisi di uscire. Presi l'accappatoio e pulì lo specchio dal vapore. Il mio riflesso mi osservava come se fosse un'altra persona, i suoi occhi lucidi e rossi, la statura più bassa e il viso pieno di ferite e lividi. Preso dalla rabbia distolsi lo sguardo ed andai verso la mia stanza, vidi sul letto il foglio e buttai un occhio sulle ultime parole -anche le formiche laboriose incontrano i calabroni- pensai per poi sentirmi stranamente debole e perdere i sensi.

   
 
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