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Autore: Dandelion_    22/10/2018    1 recensioni
[Hello Charlotte]
[ everyone centric ; raccolta di drabble ; SPOILER || angst (!!) || introspettivo || malinconico ; (lievissima, solo per il canon) Anri/Charles ]
Eppure mi circondano come se fossi qualcuno, e non uno dei tanti – come se la nostra amicizia non fosse una melodia perfetta, ma una nenia che stona questa notte, rivelando i sentimenti più sinceri.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Anime nascoste nei cubi, un universo scintillante in ognuno di noi che attende la morte per avere il suo Big Bang, e rinascere ed evolversi. Noi difettosi umani e le nostre proiezioni penose, il riflesso dei nostri fallimenti – abbiamo tutti bisogno di una spalla, di una consolazione; anche se siamo parassiti, anche se non ce lo meritiamo, anche se non esistiamo e il nostro scopo è riempire un vuoto nelle menti altrui. Anche se gli dèi intorno a noi muoiono, ne creeremo dei nuovi e nasceremo di nuovo.
Ora però lasciamo che le lacrime scorrano, abbandoniamoci agli attacchi di panico, torniamo umani e salutiamo ciò che ci tormenta.
 
Troppi occhi per un mondo invisibile
L’universo mi parla, ma io non riesco a sentirlo bene. Mi dice di provare emozioni, di essere vivo. Chi è l’universo? L’universo è tutto intorno a me. Sono le morti nel telegiornale, le sofferenze dei miei compagni cavie.
Allora l’universo è ipocrita e non lo ascolto. Divento sordo con il sapone, e tutto davanti a me diventa colorato. Tutti quei motivi strani per cui le tragedie esistono, sono solo il mondo che mi guarda sorridendo; non ci sono più, diventano le emozioni che non ho.
Anche il signor Honikker mi parla e lui riesco a seguirlo bene. Si interessa a me, alla mia mente danneggiata, alla mia pelle rovinata. Anche lui ha sentimenti che non conosco; ma il signor Honikker domani muore. Verrà sostituito subito, ma non sarà la stessa cosa.
Sento un leggero rammarico, ma non importa. Da domani avrò un nuovo nemico.
(144 parole; Bennett)
 
Tanti respiri in unisono e poi uno in meno
Mi sarebbe piaciuto arrivare alla fine delle mie ricerche. Avevo una Dionea che adoravo, un laboratorio tutto mio; e sono cose che continueranno a esistere, ad avere qualcuno che si prenderà cura di loro. E tutte le persone che mi circondano non avranno perso nessuno, nessun lutto o discrepanza attraverserà queste mura.
Il mondo esisterà con un me, ma non Me in particolare. Una copia che andrà avanti di stenti. Eppure mi circondano come se fossi qualcuno, e non uno dei tanti – come se la nostra amicizia non fosse una melodia perfetta, ma una nenia che stona questa notte, rivelando i sentimenti più sinceri.
L’alba arriva. Speriamo che il prossimo si prenda cura di loro.
(115 parole; Felix)
 
Comportati bene e non sporcarti dei colori altrui
“Sii una brava ragazza”, diceva mamma, ed era il mio ruolo a Casa; ma Dio mi ha rivelato che nulla esiste, e allora le ho disobbedito.
Tutti hanno un loro posto qui: i miei coinquilini che lavorano, Anri e la sua mancata autostima, Scarlett nello stupido concilio studentesco; io però no, devo solo distruggere questa dannata trama, uccidere innocenti e non farmi torturare dai personaggi secondari.
È così divertente! L’obiettivo è intrattenere il pubblico (tu che leggi!), no? Non ho bisogno di nessuno dei loro colori fabbricati, o dei fili del marionettista – è stato Dio a dirmelo.
È una fortuna che tu non senta la mia voce tremare.
(108 parole; Q84)

Versaci l’anima dentro! Più dolore! Più sofferenza!
Accendiamo le luci, puntiamole sull’antagonista. Coloriamo questo palco di rosso, poi priviamolo di tutti i suoi colori e lasciamo solo la miseria del genere umano: è questa La Casa, spogliata di tutte le sue metafore. Dietro ogni finzione, ogni storia e ogni ruolo c’è la tristezza di un ragazzo morto e il suo pubblico atroce.
E forse lui voleva solo una carezza, una soddisfazione. Un appiglio in un mare nero, che lo ha inglobato nelle sue tenebre. Il benestare di Mamma, ora così sofferente, e soprattutto Scarlett Eyler. Voleva te, che ora arrivi e riprendi a parlare di valori morali che qui non esistono. Tu che ora mi uccidi, che presto diventerai un’altra storia in questo palcoscenico.
Benvenuta nella Casa, Charlotte.
(121 parole; V19)

La realtà del finto mondo che ho creato
Viviamo in un mondo di menzogne, signorina. Siamo due vagabonde che scappano dalla crudeltà umana, ma che ci sono già dentro.
Voi mi avete salvata, e io ho salvato voi. Siamo un istante di generosità prima della fine del mondo, una consolazione.
Ma i miracoli non durano per sempre, e non sarà un dio morente a a salvarvi; perciò stringiamoci in questo caos che non ci può contenere e andiamo a vedere le stelle insieme.
(75 parole; Frei)
 
Nascosto tra le lacrime, un finale felice
Il mondo intorno a me cambia e si riforma, e il mio battito risuona nei suoi meandri; è un universo complicato e incoerente, un’infinità di strade cieche che continua a ferirmi e a respingermi. Io tossisco, annaspo, tremo ma lo perdono, in ogni cicatrice che mi lascia, in ogni palpito che ritorna da me come una ferita del cuore.
In questa baraonda io sorrido e vado contro al mio destino, e cerco di salvare tutti. Io, che sono il riflesso di un corpo bruciato nell’inceneritore, e che crollo nell’eco che mia madre ha lasciato. Tra le macerie sussurro una silenziosa preghiera per un Dio crudele, prendo la mano dell’Uomo Ombrello e vado a scoprire il mondo.
(116 parole; Charlotte)
 
La morte dell’individuo
L’ansia, l’odio, i sensi di colpa. Madre è depressa, Charles non si impegna abbastanza, bisogna fare qualcosa. Cambiare le carte in tavola.
I voti alti, l’ordine, il controllo. È la cosa giusta da fare, niente fallimenti, non c’è tempo per quelli.
Poi il gioco finisce, e lui muore. Intorno a me c’è il caos e tutta la sofferenza che gli ho dato.
Di nuovo i sensi di colpa, ma non ho tempo: devo rimediare, aiutarli, salvarlo – da me, da se stesso.

Ora sono davanti a Madre, con il collo di Wiltshire intorno alle mani. “È per il pubblico, e presto lo capirai”. Spira sotto di me. Ancora ansia – io non dovevo ucciderla. L’Oracolo che mi parla, il mio desiderio. Annaspo.
Ora sono lei, e sono il mondo.
(127 parole; Scarlett)


 
Un tumulto che nascondeva un triste niente
Il tempo passato con Charles era un momento strano: sospeso nell’aria, coperto dal velo romantico che mostravamo agli altri, dava spazio a quell’intimità che non ho mai trovato da sola.
Una persona mediocre, nulla di speciale, nessun oggetto da avere affianco per migliorarmi agli occhi altrui – ma lo ho scelto lo stesso, perché avevamo una solitudine in comune.
Un groviglio di silenzio dopo l’altro, siamo diventati ciò che più si avvicinava a un’amicizia vera e, senza saperlo, è diventato il centro momentaneo del mio mondo vero.
Ma Charles viveva in un posto a parte. Conosceva un Vincent diverso dal mio, sembrava sempre che a casa non fosse solo con la madre. Un universo distorto, nascosto tra i farmaci, e la sua anima stanca al centro.
Quando ci siamo trasferiti si è lentamente avverata la nostra distanza e, alla fine, non ho pianto.
(142 parole; Anri)



requiescat in pace
Mi dispiace non essere mai riuscito a conoscerti. Mi sono limitato a guardarti da lontano e a basarmi su ogni parte che riuscivo a reperire della tua individualità e la ho unita alla mia.
Nella vita di tutti i giorni eri tu. Nella mia mente eri un misto tra quello che ero io e quello che credevo che tu fossi. Nel mio mondo sono diventato te. Il Dio impostore di Whiltshire, che è incredibilmente riuscita a rendere così umano. Forse era il tuo destino, il mio, diventare imperfetti.
È finita ora, ma anche nella morte ti tributerò sempre omaggio.
Addio.
(100 parole; Vincent)
 
Alla fine del mondo mi sono seduto e ho pianto
La madre che non ho protetto, il padre che non c’è mai stato, la storia che non ho mai finito, la laurea non presa, la sorella mai nata, l’amica mai aiutata, Vincent che non ho salvato.
Ogni aspetto della mia vita diventa una miscela color inchiostro che mi inghiotte e mi definisce, tramite un concettismo, dopo che smetto di respirare; e allora passo da essere un ragazzo che si è arreso a un Dio impotente tra le sue creazioni, nella mente che ora è realtà.
Tra i lutti inutili, gli inevitabili ego, e il brutto insieme di voci distorte pongo una seconda fine. Addio Charlotte, addio mondo; stavolta, rimango solo.
Per l’eternità.
(112 parole; Charles)









 
***
 
 Non è stata una raccolta facile. Non sono ancora molto brava con le drabbles e ciò si vede da quanto sono lunghe. Huh, dovrò migliorare. Onorabili menzioni sono Huxley, Aiden, Florence, Goodwin&Baldwin e gli altri inquilini: gli voglio bene ma semplicemente: non sono abbastanza per meritarsi una drabble. Poi etherane dei coinquilini in Heaven’s Gate mette solo Bennett e Felix che sono infatti i più importanti quiindi. Inoltre niente storia per l’Uomo Ombrello e Lilith.
E tuttavia mi piace. La prossima cosa che scriverò su HC sarà qualcosa di fluff, perché il troppo angst consuma me e anche voi (sempre che esistano dei fan italiani ;;)
Ma comunque, ogni ff deve raffigurare il personaggio: quindi Q84 è canzonatoria e informale, il trio del Reame Vero è lineare, Scarlett è composta da frasi brevi che esprimono la fretta (di migliorare il mondo che la circonda), Vincent non ha una persona. Sia che sia Wordsworth, sia che sia Fennell non importa, è a libera interpretazione. Fennell è la mia versione preferita ma forse il racconto è più di Wordsworth.
E alla fine credo che la mia parte preferita sia l’introduzione, perché la ho inserita velocemente e in uno stile che mi piace; forse avrei voluto migliorare qualche drabble, ma ormai sono finite così; uuh grazie per aver letto persino le note e spero tu abbia apprezzato questo piccolo disastro ♥
(228 parole; Seth Lilith)
 
   
 
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