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Autore: Moriko_    23/10/2018    1 recensioni
[Writober 2018]
Sulla scia dei prompt offerti quest’anno, un’altra raccolta di brevi storie sui personaggi dell’Universo 10.
1. Invito. [Gowasu, Zamasu - pre Super]
2. Nuvole. [Cus]
3. Insonnia. [Zamasu, Rumsshi]
4. Segreti. [Zamasu (Black)]
5. Futuro. [Cus, Rumsshi, Gowasu, Zamasu - pre Super]
6. Colazione. [Gowasu, Zamasu]
7. Vento. [Lilibeu]
8. Statua. [Rumsshi]
9. Lettere. [Gowasu]
10. Diversità. [Cus, Rumsshi - Gowasu, Zamasu]
11. Caffetteria. [Gowasu, Zamasu]
12. Viaggio. [Jilcol]
13. Quadro. [Jirasen - pre Super]
14. Cucciolo. [Black, Zamasu]
15. Labbra. [Cus, Gowasu]
16. Shopping. [Gowasu]
17. Promessa. [Gowasu, Black - What if?]
18. Ago e filo. [Murisarm]
19. Rubare. [Napapa, Methiop - post Super]
20. Selfie. [Gowasu, Zamasu]
21. Chiave. [Gowasu, Zamasu]
22. Ombre. [Jium]
23. Dormire. [Rubalt]
24. Appunti. [Zamasu - pre Super]
25. Calze. [Cus]
26. Titolo. [Zamasu]
27. Paradiso. [Rumsshi, Cus - linea temporale alternativa]
28. Sciarpa. [Murichim]
29. Colla. [Cus]
30. Matrimonio. [Obuni]
31. Halloween. [Cus, Rumsshi, Gowasu, Zamasu]
"Zamasu sapeva fin troppo bene che la figura dello zombie era solo un’invenzione dei mortali, creata per affrontare con maggiore determinazione la morte… perciò, in quel momento, aveva l’animo sereno."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Black Goku, Gowasu, Zamasu
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Eccoci alle ventitreesima storia del Writober: “Dormire”.
Questa volta il protagonista è Rubalt, il soldato che è sopravvissuto alle fiamme della guerra. No, non l’ho detto io ma la scheda ufficiale del personaggio, ahahah!
In questo caso ho collegato il tema del dormire con quello classico del “riposo del guerriero”, e questo è il risultato. Per il resto non ho nulla da dirvi, anche perché nemmeno su questo personaggio conosciamo moltissimo…
Detto questo non mi resta altro da fare, se non augurarvi buona lettura.





Dormire.



Il guerriero alzò gli occhi al cielo, ormai stanco di quella guerra.
Da quanti anni era in battaglia? Tanti, forse troppi per Rubalt che, in quel momento di riposo, sembrava aver trovato un attimo di pace.
Di recente aveva preso l’abitudine di non chiudere occhio, proprio per cercare di restare in stato di allerta nel caso di improvvisi attacchi da parte del nemico, cercando di essere pronto per prevenire o affrontare qualsiasi minaccia.
Il campo di battaglia era feroce, e non conosceva pietà per niente e nessuno... nemmeno quando aveva inghiottito con la sua crudeltà un giovane da un solo braccio che sorrideva sempre, nonostante la gravità delle situazioni che i combattenti stavano affrontando.
Di fronte a quel ricordo, Rubalt spalancò gli occhi. Strinse i pugni, ripensando a quello che era accaduto qualche tempo prima.



Nei primi giorni, Rubalt non riusciva a sopportare quel ragazzo. L’atteggiamento di quest’ultimo gli sembrava fin troppo fastidioso: per quale assurdo e inspiegabile motivo lui era così colmo di gioia? Era davvero insopportabile.
Inoltre… per quale ragione si trovava lì, sebbene fosse privo di un braccio? Per Rubalt, sarebbe stato meglio se l’esercito non lo avesse arruolato: con un braccio in meno avrebbe trascinato in serie difficoltà tutto il plotone. In teoria non sarebbe nemmeno stato in grado di portare con sé un oggetto pesante…

«Sì: forse per qualcuno di voi sarò inutile… ma, state tranquilli: andrà tutto bene.»

«Andrà tutto bene un corno!» gli aveva risposto Rubalt. «Non siamo qui per divertirci: qui le uniche cose in gioco sono le nostre vite! Perciò, levati quel sorrisetto dalla faccia o sarò io a privarti dell’altro braccio!»
Ma quel giovane non aveva risposto e, anzi, con quel sorriso aveva giurato a se stesso di dimostrare, a quel guerriero così arrogante, di essere nel giusto.
Nei mesi successivi, il destino fece capitare i due nella stessa coppia. All’inizio, questa situazione dava ancora fastidio a Rubalt, pensando di essere stato costretto a fare da balia a qualcuno che, per lui, non doveva essere lì... tuttavia, ben presto, si dovette ricredere quando quel giovane iniziò ad affrontare con coraggio e grande abilità - nonostante il suo “difetto fisico” - le imprese più ardue.
Fu solo allora che Rubalt iniziò ad avere maggiore fiducia e stima nei suoi confronti.
Forse, in fondo, l’inutilità è solo questione di punti di vista.
Ben presto iniziò anche ad ammirare quelle tre parole che il giovane, nel frattempo divenuto un suo fedele alleato, continuava a ripetere quasi senza sosta.

«Andrà tutto bene.»

«Andrà tutto bene!»

«Andrà…»


Fino all’ultimo istante quando, gravemente ferito a causa di un nemico difficile da sconfiggere, si addormentò tra le braccia di colui che stava iniziando a considerare un amico.
«Non preoccuparti… mi sto solo riposando… Non appena mi sveglierò, sarò più forte di prima perché…»


… Il riposo è un’arma, quella letale.
Ricordandosi di quelle ultime parole, finalmente Rubalt riuscì ad appisolarsi. Con quel pensiero nella mente, sarebbe presto tornato sul campo di battaglia per vendicarsi della triste dipartita del suo fedele alleato.

«Giuro che se incontro di nuovo il tuo brutto muso… ti spacco la faccia per ciò che hai fatto!»




A/N [Ovvero: angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]
Ecco, solo questo per oggi. Davvero: non so più cosa scrivere: ho finito le parole assieme alla storia, mi dispiace... ^^”
Ci vediamo domani con la ventiquattresima storia, “Appunti”.
--- Moriko
   
 
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