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Autore: valechan91    23/10/2018    1 recensioni
Una storia particolare, raccontata da Oikawa, su un evento speciale, per lui e per la sua unica anima gemella, Iwaizumi Hajime. La loro storia nei loro ricordi più veri.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo con un altro capitolo!
Sto scrivendo tante cose e ho da postare la nsfw per l’exchange, ma ho tanti progetti a termine.
A breve sarò di nuovo in careggiata, perché l’IwaOi è vita.
Questo è il penultimo capitolo di questa breve storia.
Buona lettura!
 

 
 
 
 
Quando l’Aoba Johsai perse contro la Karasuno. Quando Oikawa ha parlato, per l’ultima volta, come capitano della seconda squadra migliore di Miyagi. Quel giorno, quando una pacca sulla spalla di Iwaizumi valse più di mille parole, per non far crollare. Per non crollare in due.
Il giorno della promessa di stare insieme per sempre, fianco a fianco, senza sapere cosa il futuro li aspettasse.
Il giorno della fine di tutto, quando ancora gli esami di ammissione all’università erano un futuro a portata di mano, troppo vicino ma insieme lontano.
Quel giorno, Hajime e Tooru realizzarono che ciò che era stato fino ad allora si era concluso.
Andare di nuovo a scuola, percorrere quel viale, quelle mura circondate di alberi. Dirigersi in palestra e pensare “ non potremo più giocare qui, ci stiamo diplomando”.
Mettere la sveglia, fare colazione, indossare la divisa… e pensare che fosse solo un ricordo, ormai, di un passato troppo, troppo recente.
Il primo giorno, si, il giorno in cui si prepararono per l’università.
Entrambi a Tokyo, in due università diverse.
Senza nemmeno quel maledetto Ushiwaka, andato ad Osaka.
Oikawa ricordava bene tutto, ciò che gli faceva comodo ovviamente.
Quella notte, si introdusse dalla finestra nella camera di Hajime, come aveva sempre fatto sin da quando era piccolo.
Iwaizumi, quasi come in un muto accordo, lo attese, osservando il proprio giardino.
Si sedettero sul letto, osservando un punto imprecisato della stanza.
Oikawa sorrise ingenuamente, rompendo il silenzio. “Hai i calzini di Godzilla che sono troppo corti per questo freddo, Iwa-chan”
Hajime si voltò, senza rispondere, e Tooru ricambiò lo sguardo.
Erano due ragazzi, avevano ancora tanto da imparare, nella vita. Ma erano parte l’uno dell’altro.
Fu quel guizzo nei loro occhi che rese tutto evidente, per entrambi.
Era come guardare nell’altro il riflesso del proprio cuore.
Quello era il ragazzo che aveva amato da sempre, che gli aveva insegnato cosa fosse l’amore.
Quello per cui si chiedeva cosa ne sarebbe stato di lui, in quel momento, se non fosse entrato nella sua vita.
 
 
 
Quello per cui capì.
Non volevano  che l’altro crescesse da solo, lontano.
Oikawa era orgoglioso della persona che era il suo Iwa-chan, che gli era sempre stato accanto.
Iwaizumi era orgoglioso di avere un compagno come Tooru al proprio fianco, da sempre, da tanto tempo.
Non volevano un oscuro futuro senza la presenza dell’altro, ma sembrava meno incerto se c’era l’altro.
Tooru ricordò tutte le volte che Hajime lo aveva, a modo suo, incoraggiato.
Hajime ricordò le volte in cui, inconsapevolmente, quell’impiastro molesto lo aveva salvato.
Ricordarono le risate, le lacrime, il sudore, la fatica.
Non avrebbero mai provato lo stesso con nessun altro, e Oikawa era quello ad esserne più consapevole.
Essere compagni di squadra era diverso da avere un partner che riesce a capirti con un solo sguardo, senza bisogno di parole.
 
 

Guidati da una strana forza, avvicinarono le mani, intrecciando i mignoli in una muta promessa.
Tooru fu il primo a sollevare appena lo sguardo verso l’altro, trovandosi davanti qualcosa di inaspettato.
Hajime che sorrideva leggermente, un sorriso vero e autentico.
“Forse… credo tu debba saperlo, sai, scemo?” proferì all’improvviso
“Eh?” Oikawa lo guardò, senza capire
“ Non ricordo... quando è stato che mi sono innamorato di te, ma quando lo so, era già tardi per tornare indietro su ciò che provavo”
Tooru pensò di aver udito male, lo fissò sorpreso, con i battiti del cuore che acceleravano.
“Iwa-chan…”
“Credevo dovessi saperlo. Sei sorpreso? Ma…  tutto sta cambiando, e non volevo tacere”
Oikawa sospirò, stringendo di più quella piccola presa sui mignoli, che ancora li univa
“ è tutto così strano, Iwa-chan, però…  voglio starti vicino” proferì lentamente, scandendo le parole.
Tooru aveva sentito per un attimo la testa vuota, come avvolta in una bolla. Ma quel calore era inconfondibile, e rendeva tutto più vero.
“ Dici davvero?” rispose Hajime, alla fine.
 
 

Tooru lo ricordava ancora, sulle labbra, nel proprio cuore, il soffice primo bacio che si scambiarono quella notte, un bacio fatto di percezione dell’altro.
Ricordava come avessero cercato fino all’ultimo un appartamento in cui vivere insieme, di come le discussioni finivano a braccio di ferro o in baci appassionati, nemmeno fossero dei comici!
Oikawa conservò nella memoria e nel proprio cuore quell’imparare ad essere vulnerabili verso l’altro, perché non si poteva nascondere nulla all’anima gemella, alla persona della vita.
Insicurezze, sentirsi inadeguati, discutere e fare pace, era quasi una routine. Sentirsi così completi, quella fiducia totale era arrivata ad un livello mai pensato prima.
In quel nuovo appartamento che per loro aveva il sapore di casa, era come essere se stessi, quello che erano sempre stati, stretti sul divano.
Era addormentarsi sfiniti dopo una giornata passata tra università e biblioteche, Oikawa ancora con gli occhiali inforcati.
 
 
Le loro famiglie, dopo l’iniziale ritrosia dei loro padre, li accettarono. I due ragazzi non furono sorpresi.
Ciò che, però, non avrebbero mai immaginato, era che le loro madri e la sorella di Tooru, Akemi, avevano scommesso su di loro. 
Persino il piccolo Takeru aveva esclamato “Adesso ho due zii, ma Hajime-nii è più affidabile di te, Tooru”, causando le risatine e il leggero rossore sulle gote di Iwaizumi, e le grida di Tooru, rassegnatosi ormai a non avere rispetto da quel nipotino che in fondo tanto adorava.
Per ora, la loro vita da universitari, insieme, stava iniziando. Una fine per un nuovo inizio.
 


Tooru lo ricordava.
La prima notte, la prima mattina, svegliatosi tra le braccia dell’unica persona che aveva e che avrebbe mai amato. Si, era sposato con l’amore di una vita, il suo Hajime.
Era davvero un “ever-lasting love”, il loro.  Un amore duraturo, nato da tempo e per caso.
Sentiva ancora il calore delle mani strette tra loro, dita intrecciate, così vicini che le spalle del più basso Hajime gli sfioravano il braccio, provocandogli una piccola risatina divertita.
 



Il loro amore aveva superato tanti ostacoli, e anche una discussione era un’occasione nuova per rinnovare quel voto d’amore.  Ogni discussione era un’occasione per ricordarsi di quanto si amassero.
Era stato un nuovo inizio, Tooru lo sapeva.
E quel giorno, tra i ricordi….
   
 
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