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Autore: adela_    24/10/2018    2 recensioni
"Quando una giovane ragazza aprì i suoi grandi occhi color del cioccolato, quella mattina sembrava essere come una delle tante altre mattine da quando si era trasferita nella grande città di Magnolia. Ma non lo era affatto."
In questa fanfiction vedrete i nostri tanto amati personaggi di Fairy Tail in un mondo normale, più precisamente in un ambito scolastico. Nella scuola di Magnolia, si tiene come ogni anno la tanto attesa gita scolastica alla quale ogni studente vorrebbe partecipare. Ma come cambierà questa gita e i conseguenti incontri la vita dei nostri protagonisti?
[principalmente Nalu, ma anche Gruvia, Gale, Gerza]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 - Competizioni assurde pt. 2

 

Il silenzio regnava sovrano all’interno di quella stanza troppo affollata per essere così silenziosa. Gli studenti, pallidi in viso, non osavano incrociare lo sguardo severo che una certa capoclasse stava infliggendo loro. Lucy approfittò del momento di panico generale per concentrarsi sulle persone presenti in quell’aula e il suo sguardo non potè che ricadere sulla sua amica Cana, seduta a terra che stringeva a sé l’inseparabile bottiglia di sakè e che mostrava un grande sorriso ebete sulla faccia, dovuto sicuramente alle grandi quantità di alcol ingerite. Questa era l’unica spiegazione, perché Lucy si rifiutava di pensare che Cana fosse così stupida da ridere in faccia ad Erza Scarlett. Successivamente posò lo sguardo su quel ragazzo che quella mattina si era ritrovato davanti fin troppe volte per i suoi gusti. Finalmente si era ricordata chi fosse: quel ragazzo all’apparenza scorbutico che il primo giorno di ritorno a scuola voleva sottrarle il posto. Il fatto che in una sola giornata lo avesse incontrato non una, non due, ma ben tre volte di fila voleva pur significare qualcosa, no? Qualunque fosse la risposta a questa domanda, Lucy si ritrovò a sorridere nel constatare che la faccia di quel ragazzo, di cui ancora non sapeva il nome, fosse così buffa in quel momento. I capelli in disordine, la postura mezza stravaccata sul pavimento, le guance rosse per via dell’alcol e una smorfia di disappunto ad incorniciargli le labbra. Sembrava più infastidito che impaurito. Magari per via dell’interruzione dovuta da Titania.
L’aria si fece improvvisamente irrespirabile quando Erza prese parola. “Allora, qualcuno ha intenzione di spiegarmi cosa sta succedendo qua dentro?”
“Erzaaa, non fare la guastafeste. Stiamo solo facendo un’innocua gara per scegliere chi potrà partecipare alla gita!” rispose Cana, tra un singhiozzo e l’altro. Tutti presero a sudare freddo per la paura. Ormai non aveva più speranza di uscirne vivi.
“Non mi sembra molto innocente tutto questo, Cana!” la castana sbuffò, non sapendo più se rispondere a tono a Titania o se fermarsi ora che ancora avevano la possibilità di non morire. Ma ancor prima di poter prendere una decisione, qualcun altro ci pensò al suo posto.
“Eh dai Erza, lo so che stai morendo dalla voglia di sfidarci tutti!” sbottò il ragazzo dalla capigliatura rosata, sventolando a destra e a sinistra la bottiglie di sakè ed infine puntandola verso la rossa. Quest’ultima sospirò, con un piccolo sorriso sulle labbra che nessuno sembrò riuscire a captare, ormai pronti all’essere uccisi senza possibilità di fuga.
Tutto accadde così velocemente che Lucy non se lo seppe spiegare: Erza prese posto vicino a Cana e prese possesso di una bottiglie ancora sigillata, fece un primo sorso e in conseguenza a questo gli studenti della classe, dapprima perplessi, esplosero in un coro di esultanza. Mentre ancora Lucy e Levy si guardavano confuse, Erza diede così inizio ad una gara inaspettata, “Chi perde verrà espulso dalla gita scolastica!” che non fece altro che far rabbrividire (nuovamente) di terrore gli studenti.


“Certo che qua sono tutti pazzi.” si lasciò sfuggire Levy in un sospiro. Le due amiche, non appena visto l’andazzo che stava prendendo quella sfida accampata da Titania, avevano giustamente deciso di allontanarsi il più possibile, così da non essere invischiate in quella brutta faccenda che non prevedeva altro che un riscontro negativo.
“Sono pienamente d’accordo.” rispose la bionda, non riuscendo però a trattenere un sorriso divertito. Era quell’insana follia che caratterizzava la sua adorata scuola, e che la rendeva così speciale ai suoi occhi. Lei non si sarebbe mai stancata della Fairy Tail High School, mai per nulla al mondo. Era l’unica cosa che la rendeva viva, che le faceva scordare del rapporto disastroso con suo padre, della mancanza di una figura materna nella sua vita, di quanto si sentisse sola una volta fuori da quella struttura piena di pazzi. Quella scuola era l’unico motivo per cui ancora non aveva deciso di mandare tutto al diavolo, scappare chissà dove, ovunque che non fosse vicino a Jude e alla sua vita piena di impegni lavorativi e... nient’altro. Nella vita di suo padre non c’era spazio per ciò che non fosse lavoro, e Lucy veniva presa in considerazione soltanto quando in questi impegni rientrava una cena con vari collaboratori, durante le quali necessitava della sua silenziosa presenza e del suo sorriso di circostanza. Insomma, se suo padre non avesse mai avuto l’idea di trasferirsi a Magnolia ed iscriverla in quella gabbia di matti, lei oramai sarebbe già stata persa.
“Però ha il suo fascino.” continuò, allargandosi in un sorriso che non potè non contagiare l’amica dai capelli turchini.
Parlando del più e del meno, le due si ritrovarono davanti alla propria classe, giusto in tempo per l’arrivo del professore, che tutto indaffarato nel controllare le varie competizioni, si era dimenticato di dover tornare in classe.


Quell’ora di lezione si presentò tutto fuorché interessante per Lucy, che, come al solito, si trovò a perdersi nel bellissimo panorama che le si presentava fuori dalla finestra della sua aula. A quell’ora del mattino il mare risplendeva per i raggi del sole, alto nel cielo, e gli uccellini volavano a pelo dell’acqua, inebriandosi degli spruzzi freschi. L’inverno se ne era ormai andato da un pezzo, lasciando spazio al polline, al ritorno degli animali dapprima in letargo e ai fiori variopinti.
Sul suo volto si dipinse una smorfia malinconica al ricordo delle mille passeggiate fatte con la madre in quel periodo dell’anno, quando ancora la malattia non l’aveva portata via. Spesso il flusso dei pensieri di Lucy finivano per ricadere su Layla, la tanto amata madre che anni addietro rappresentava la sua più grande gioia, la sua migliore amica, la sua salvatrice. Spesso il suo ricordo le provocava nostalgia, altri momenti felicità, perché la figura di Layla ancora splendeva forte nel suo cuore e mai l’aveva abbandonata, neppure nei momenti più duri. Ma nonostante questo la sua mancanza ancora era difficile da digerire, ma mai nessuno aveva dato molta importanza al suo stato d’animo, al suo cambiamento di espressioni quando la sua mente ripescava il volto sorridente della madre e subito dopo quello spento per colpa della malattia che gliel’aveva sottratta troppo presto.
Nessuno, fino a che Levy entrò nella sua vita: quest’ultima rappresentava la sua unica e vera amica dopo tanto tempo di solitudine. Dopo averla conosciuta, la sua vita aveva preso una direzione tutta nuova. Grazie a Levy, la bionda aveva ritrovato quella voglia di vivere appieno la sua vita che la perdita della madre aveva sotterrato sotto nostalgia e malinconia dovuta al rapporto con suo padre. In quella ragazzina minuti, bassa ma piena di vivacità, di una gentilezza disarmante e dall’intelligenza spiccata, Lucy aveva trovato una nuova fonte di vita. E il loro incontro era stato possibile grazie alla sua amata scuola.
Ma la Fairy Tail non le aveva portato solo lei: insieme a Levy erano arrivati anche Cana, la ragazza sempre troppo scostumata e sempre troppo ubriaca, che però le strappava sempre vere risata e la faceva sognare ad occhi aperti grazie alla sua passione di leggere le carte; poi era arrivato Loki che da subito ci aveva spudoratamente provato con lei, ricevendo un due di picche immediato, dato che nella vita di Lucy l’amore sembrava essere più una maledizione che una cosa positiva: tutte le persone che l’avevano realmente amata improvvisamente l’avevano lasciata, come sua madre, come Aquarius... Lucy non sembrava fatta per l’amore e l’amore non sembrava fatto per lei, o almeno così diceva. In realtà, sotto sotto ma neanche troppo a fondo, ciò di cui Lucy aveva sempre fantasticato era l’idea di vivere la perfetta storia d’amore, con un ragazzo che desse tutto per lei, che la salvasse dalla sua vita orribile, ma che, ahimè, ancora non aveva fatto la sua comparsa. Forse le sue aspettative rappresentavano l’impossibile, ma il suo animo da sognatrice non le permetteva di immaginarsi altro. Per questo aveva rifiutato Loki, perché fin da subito aveva capito che non era e che non sarebbe mai stato il suo salvatore, ma non per questo il ragazzo non riuscì a non ritagliarsi uno spazio nel cuore della bionda tutto per lui. Successivamente aveva conosciuto Mirajane Strauss, la bellissima ragazza dai candidi capelli color della neve che a primo impatto pensò fare di professione la fotomodella, ma che una volta conosciuta meglio scoprì essere una ragazza dall’animo d’oro, sempre gentile e disponibile ad aiutare chiunque, che da piccola aveva dovuto affrontare la perdita di entrambi i suoi genitori, dovendosi così occupare da sola di suo fratello e di sua sorella minore. Il piccolo (di certo non di statura) Elfman e la dolce e sempre sorridente Lisanna. Qualche volta Lucy aveva avuto la fortuna di partecipare ad uno dei famosi pranzetti a casa Strauss, e solo in quelle occasioni aveva potuto realmente assistere ed assaggiare, oltre che agli ottimi pranzi, ciò che realmente significhi fare parte di una famiglia. Lucy li invidiava ma allo stesso tempo ammirava così tanto. Con solo le loro forze avevano superato delle perdite difficile da ingoiare, appoggiandosi solo sull’affetto reciproco.
Altri ragazzi aveva conosciuto o semplicemente adocchiato durante quei mesi di scuola, e Lucy non potè fare altro che domandarsi con quanti altri avrebbe avuto l’occasione di stringere amicizia. Era sicura che proprio quella tanto attesa gita scolastica le avrebbe riservato molte sorprese.


Finalmente l’ultima campanella suonò, dando così il via libero all’evacuazione degli studenti, sfiniti da quelle giornate piene di follia. Lucy e Levy si stavano avviando verso l’uscita, dove si erano date appuntamento con Cana e Loki. Insieme avrebbero, come ogni giorno, percorso un pezzo di strada di ritorno a casa insieme. Ma quel giorno, mentre le due amiche si avvicinavano sempre di più a loro, notarono una terza figura. Un ragazzo, alto e snello, dalla capigliatura scura e la postura rilassata, parlottava con Loki, mentre Cana trangugiava, senza paura di essere beccata, una fiaschetta che molto probabilmente conteneva del sakè.
“Oh, sono arrivate anche Levy e Lucy!” sentenziò Loki, notando le due ragazze avvicinarsi. Queste rivolsero un sorriso cordiale al nuovo invitato, senza però sapere come prendere parola. Lo sguardo glaciale di quello sconosciuto le stava facendo tremare le gambe per i brividi di freddo, cosa alquanto strana dato che si trovavano ormai in un marzo bello che inoltrato.
Fortunatamente Cana, avendo notato il silenzio imbarazzante che si era venuto a creare, pensò bene di togliere le amiche da quell’impiccio. “Questo è Gray, in caso non lo conosceste.” borbottò, senza togliere l’attenzione dalla fiaschetta.
“Oggi torna a casa con me perché dobbiamo fare un progetto insieme.” continuò con il solito tono cordiale il ragazzo dai capelli color arancio. Detto questo, i cinque si incamminarono verso casa.
Lucy non poteva fare altro che osservare quel nuovo ragazzo con cipiglio confuso, eppure lo aveva già visto da qualche parte quella mattina, ed era sicura che non fosse stato durante la disastroso avventura nella classe di Loki. Quindi dove... Gli unici luoghi in cui era stata quella mattina erano la sua classe, la palestra, la classe di Loki, in cui non aveva visto nessuna traccia di quel ragazzo così freddo, e l’altra sezione...
“Ero convinta frequentassi la 1^B.” rivelò infatti il suo cruccio, guardando Gray di sottecchi. Lui le rispose con uno cipiglio ancora più confuso. “Devi esserti confusa, io frequento la seconda.” rispose con una scrollata di spalle. Talmente era freddo il suo tono che a Lucy sembrò quasi cadere dalle sue spalle della neve dopo quel gesto.
Gray sembrava non avere interesse a risolvere i suoi dubbi esistenziali ma, come sempre, la curiosità ebbe la meglio su di lei. Portò una mano sotto al mento, “Eppure sono sicura di averti visto stamattina in 1^B...”
Lo sguardo di Levy, vicino a lei, si illuminò, rimembrando anche lei di averlo già visto da qualche parte. “Giusto! Stavi partecipando alla gara di abbuffate!” esclamò infatti.
Il moro ci pensò un po’ su, e dopo essersi ricordato di aver effettivamente preso parte a quella competizione, venne preso in giro da Loki per la sua scarsa memoria.
“No è che quello stupido di Natsu mi ha sfidato a partecipare a chi dei due riusciva a vincere il maggior numero di competizioni...” spiegò con un’altra scollata di spalle, come se avesse appena detto la cosa più banale del mondo. “E ovviamente ho vinto io.” continuò mostrando un ghigno vittorioso.
Cana commentò, divertita, forse più per effetto dell’alcol che per ciò che aveva appena detto Gray. “Chissà perché da Natsu me lo sarei proprio aspettata!”
Loki sembrò accorgersi dello sguardo confuso di Lucy, quindi cercò il modo più semplice per spiegarle di chi stessero parlando. “Mmh, ah! Natsu è il ragazzo che stamattina ha risposto ad Erza quando ci ha beccati a bere in classe!”
Lucy annuì grata, avere le risposte alle sue domanda le faceva trovare un’armonia interiore che nessun’altra cosa al mondo era in grado. Sollevata e sorridente, continuò il suo cammino spalleggiata dagli altri, salutandoli ad uno ad uno ogni qual volta qualcuno cambiava direzione, fino a che non si trovò sola. E, come sempre, si perse tra i suoi pensieri mentre i piedi la portavano sulla via di casa, guidati dall’abitudine.
Natsu, eh? Allora era questo il nome di quel ragazzo che in una sola mattina si era trovata davanti più volte e che mesi addietro l’aveva sfidata col suo sguardo smeraldo. Se doveva essere sincera, quel ragazzo la incuriosiva e parecchio. Le avrebbe fatto molto piacere fare la sua conoscenza dato che, a discapito del loro primo incontro, sembrava così genuino e simpatico. O forse era meglio dire folle?


Nei giorni successivi nell’istituto continuarono a susseguirsi prove su prove, decretando alla fine i partecipanti alla gita. Levy e Lucy non stavano più nella pelle all’idea di rientrare tra questi. Quando il preside Makarov annunciò i fortunati vincitori, e con la consapevolezza di aver l’opportunità di passare ben una settimana lontana da quelle mura che molti considerano casa, ma non lei, Lucy non stava più nella pelle. Non aveva pensato neanche per un secondo che il padre non le avrebbe permesso di parteciparvi, annebbiata dalla felicità. E quando, una volta arrivata a casa, con il cuore in gola per via dell’emozione, diede la bella notizia al padre, quando lui le negò categoricamente la possibilità di prenderne parte, il suo cuoricino già ammaccato si spezzò in mille pezzi.
Una volta arrivata in camera ed essersi chiusa a chiave la porta alle spalle, ma non la rabbia, si buttò a peso morto sul grande letto, tra mille lacrime di frustrazione. E ora come avrebbe detto ai suoi amici, a Levy, che non avrebbe preso parte a quell’occasione imperdibile? Perché suo padre doveva sempre farle rimpiangere di essere nata in quella famiglia?
In preda ai singhiozzi afferrò il telefono e cercò tra la rubrica il numero di Levy. Tutto ciò che voleva in quel momento era sfogarsi con qualcuno ed era sicura che parlare con l’amica le avrebbe fatto solo che bene. Il telefono squillò solo due volte prima che la voce vivace dell’amica apparve dall’altro capo della chiamata.
“Pronto Lu-chan? A cosa devo questa telefonata improvvisa?” iniziò, ma non appena si accorse dei singhiozzi e del silenzio dell’amica, subito si allarmò, “Lu-chan? Che succede?”
Senza farselo ripetere un’altra volta, Lucy sbottò fuori tutto quello che la faceva stare male, senza fermarsi, senza lasciare a Levy la possibilità di interromperla.
“Succede che è tutto un inferno Levy! Non ne posso più di questa casa, di questa vita. La sai la nuova trovata di mio padre per farmi stare male? Non vuole farmi venire alla gita! Per quale motivo poi non dovrei venire? Ha forse paura che mi senta troppo meno triste e miserabile lontano da lui? Ha forse timore che mi senta addirittura felice? Mi stupisce ancora come, dopo tutti questi anni, riesca comunque a farmi stare sempre peggio di quanto già stia...”
Le parole e lacrime scorrevano senza sosta, ma grazie a questo piccolo sfogo la bionda si sentiva già più sollevata, infatti si lasciò sfuggire un lungo sospiro.
Levy, dopo aver aspettato qualche secondo così da far riprendere fiato all’amica, rispose “Lu-chan, sono veramente dispiaciuta che tuo padre ti tratti in questo modo. Ma soprattutto sono veramente arrabbiare! Non si sente in colpa a strapparti sempre via le cose a cui tieni e che ti potrebbero rendere felice?” Lucy si sorprese delle parole della turchina, che solitamente teneva un tono dolce e pacato anche nelle peggiori delle situazioni, ma che in quel momento non esprimeva altro che sincero rancore per quell’essere senza cuore che Lucy si era ritrovata come figura paterna. “Senti Lu-chan, io avrei un piano, ma sta a te decidere se seguirmi in questa follia o se restare succube di tuo padre...”
Lucy tiro su col naso, “Un piano? Di che si tratta?”




Angolo autrice;
Ciao a tutti! Mi ritaglio per la prima volta un piccolo angolo per potervi dire due cosine! Innanzitutto mi sembra dovesoro ringraziare con il cuore chi ha recensito, aggiunto tra i seguiti e i preferiti questa mia piccola fanfiction, grazie mille <3
Seconda cosa volevo avvertirvi che molto probabilmente la storia subirà nel corso degli aggiornamenti vari cambiamenti, quindi non prendetevi male se per esempio un giorno cambierà titolo, o se la struttura e l'estetica dei capitoli cambierà, ma sono una persone a cui piace cambiare e soprattutto che non si accontenta mai di nulla ahaha. Comunque questi cambiamenti non sconvolgeranno i fini della trama :)
Ultima cosa: gli aggiornamenti non saranno probabilmente mai regolari, su questo non vi prometto nulla, a volte ci metto un'eternità e di più, mentre altre volte potrebbe finire che pubblico quasi subito come questa volta ;) Sotto questo punto di vista sarò un disastro, lo so già, ma spero di non deludervi con ciò che scriverò :3
Detto questo vi lascio e vi saluto, ci sentiamo al prossimo capitolo <3
Bacioni,
adela!


 
   
 
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